Flashback

(Ora ditemi se nella gif non sono bellissimi! 😍)

Margot riportò il cavallo nella stalla, seguita da Pierre che percorreva con lo sguardo il profilo della regina, incantato. Margot tenne bassa la gonna, infilandola tra le cosce per poter scendere dal cavallo, ponendo tra le mani di Cecìle le briglie che aveva stretto, poi Pierre scese a sua volta, facendo ticchettare i suoi tacchi contro il pavimento in legno. Cecìle li salutò con un profumoso inchino, rispettosa, mentre riportava i due cavalli nei loro rispettivi box e dava loro la paglia. Margot e Pierre la salutarono, dopodiché la regina venne accompagnata dal sovrano francese fuori dalla stalla e se la tenne stretta al busto, con il braccio incastrato al proprio.
Ormai la sera era calata e il vento raffreddava la loro pelle. Margot sorrise con le labbra strette, mentre Pierre la accompagnava lungo il tragitto che li avrebbe ricondotti entro le mura del palazzo. Il cielo era pieno di stelle e in sottofondo si sentivano le musiche del villaggio che si preparava alla festa in arrivo. Tutti erano in trepidazione.
Quando varcarono la soglia del palazzo, due guardie inchinarono il capo rispettosamente e li lasciarono passare, chiudendo le due ante e mettendo la sicurezza per la notte. Pierre accompagnò Margot fino alla sua stanza, rimanendo al di fuori di essa. Margot abbassò la maniglia e si guardò intorno, prima di fare cenno a Pierre di entrare con lei. "Rimani con me, questa notte."
Pierre separò le labbra, ma non si fece ripetere l'invito un'altra volta prima di seguirla e chiudere la pesante porta dietro di sè, girando più volte la chiave. Margot si leccò le labbra e si andò a nascondere dietro il separè, illuminato da una piccola lampada che proiettava la sua ombra sulle tele color ocra che la separavano dal sovrano, mentre Pierre si sedeva sul letto, beandosi della sua figura ombrata. Margot si sedette sullo sgabello, slacciandosi la collana e gli orecchini, appoggiandoli sul piccolo tavolino sui cui era presente anche uno specchietto che rifletteva la sua immagine. Mentre si privava dei gioielli che le imperversavano sul petto e intorno al viso elegante, si perse nei suoi ricordi.

"Stai tranquilla" le sussurrò Amanda nell'orecchio mentre la accompagnava appena fuori la porta della sala delle conferenza. "Re Francois è un ottimo sovrano. Gentile, scrupoloso e molto educato."
Margot annuì, sebbene l'ansia le divorasse il respiro e le facesse battere il cuore all'impazzata. Era il primo sovrano straniero con cui avrebbe dibattuto sulla prima alleanza politica. Era regina di Monaco da appena un anno e qualche mese e, se in un primo momento si era preoccupata di migliorare il suo regno, era arrivato il momento di trovare appoggio politico ed economico su altri Stati. La Francia era stata la prima scelta in quanto confinante, poi sarebbe toccato all'Italia. Il Principato di Monaco, così, avrebbe potuto contare su due grandi potenze internazionali. Margot si strinse le mani sudate, per poi passarsele sul tessuto della gonna per asciugarle un po'. Si morse il labbro inferiore tra i denti.
"E se mi mostrassi una ragazza stupida?"
"Devi fare ventun'anni, cara" disse Amanda, sorridendole. "Molte ragazze della tua età avranno fatto sicuramente un terzo di quello che hai fatto tu in questi diciotto mesi di regno."
Margot tirò un grosso respiro, poi annuì alla sua cameriera e la fece spostare. Appoggiò la mano sulla maniglia e la abbassò, entrando nella sala.
Un giovane uomo poco più grande di lei era di fronte l'immenso tavolo rotondo posto nella stanza. Aveva le mani dietro la schiena, un abito scuro e i capelli biondi abbassati sulla fronte. Margot schiuse le labbra, poi intervenne Amanda che fece sciogliere la presa sulla maniglia alla ragazza e richiuse la porta, lasciandoli soli.
Il sovrano francese si avvicinò alla regina di Monaco, inchinandosi. Margot fece lo stesso.
Il giovane sollevò lo sguardo - azzurro come il cielo in quel momento della giornata - e le sorrise. "Sua Maestà" esordì, allungando la mano come per chiedere il permesso di prendere quella della ragazza. Margot lo lasciò fare, basita dalla sua apparente bellezza. "È un piacere incontrarla" continuò il re francese, prima di posare le sue labbra carnose sul dorso della mano della regina. Margot - all'epoca - aveva ancora il nastrino rosso a decorarle il polso magro.
Il re si rimise in piedi.
"Lo è anche per me, Vostra Grazia" contraccambiò la regina, sorridendogli. Il giovane rimase immobile, continuando a guardarla. Gli occhi scuri di Margot lo avevano stregato.
"Perdonate la mia presenza, ma mio padre - re Francois - si è ammalato, e allora ha delegato me per parlarle sulla nostra alleanza. Il mio nome è Pierre."
Pierre.
Margot sentì quel nome solletircarle le labbra, con la cadenza morbida e leggera contro la lingua. Un nome che ben si addiceva all'uomo raffinato che aveva di fronte.
"È un onore fare la vostra conoscenza" rispose lei, non distogliendo gli occhi da quelli di Pierre. Quest'ultimo indietreggiò e le spostò la sedia.
"Si sieda, Vostra Maestà. Stipuleremo l'alleanza più forte mai creata prima d'ora."

Quanto erano state veritiere le sue parole.
Margot si portò le mani dietro la schiena e si sciolse i fiocchi del suo busto, prima di far ricadere le maniche dell'abito lungo le braccia, scoprendole.
Si tolse il fermaglio dai capelli, mentre da dietro le pareti color ocra sentiva Pierre sorridere rumorosamente. "Sai che tutto ciò è una tortura per me."
Margot strinse le labbra, ridendo dispettosa, prima di sfilarsi la gonna e il resto dell'abito lungo le cosce. Infilò subito una vestaglia di velo bianco, prima di spegnere la piccola lampada e uscire allo scoperto. La stanza era nella penombra.
Solo la luce della luna entrava dalla finestra.
Sbattè più volte le palpebre per abituarsi, poi scorse Pierre sciogliere i nodi che tenevano legati i veli all'architettura portante del baldacchino, facendoli ondeggiare leggermente contro il letto, come a volerli isolare. Il re francese si era spogliato, tenendo però solo la camicia addosso. Le scarpe erano ai piedi del letto.
Margot avanzò e il rumore dei suoi piedi nudi contro il pavimento lucido attirò l'attenzione di Pierre che si girò e, vedendo Margot, sentì gli occhi riempirsi di emozione.

Faceva caldo, quel giorno.
Parigi non era umida quanto Monaco, ma l'aria era satura di arsura. Margot sentì i capelli appiccicati contro la nuca. Aveva il braccio incastrato a quello di Pierre e lentamente passeggiavano nei giardini che circondavano il palazzo.
Il boschetto circostante era tenuto sempre in maniera ordinata, i fiori delle aiuole sempre freschi e colorati, il ruscello inondava di freschezza le piante che vi si posavano sulla riva. Margot si strinse al suo sovrano, ridendo ad una sua battuta.
".. e quando mi scoprirono, iniziarono a rincorrermi fin quando non varcai le soglie del cancello. È stato terribile" rideva Pierre, riportando alla memoria un ricordo della sua adolescenza e condividendolo con la donna che ormai aveva occupato ogni suo pensiero ormai da più di un anno e mezzo.
"Era proprio uno scapestrato, Pierre" disse Margot.
"Ma mai quanto lei che ha osato fuggire dal suo regno."
La regina si rabbuiò, annuendo. "Ha pienamente ragione. Non avrei mai dovuto commettere un tale errore nella mia vita."
Pierre si fermò, le si mise di fronte e prese tra le proprie entrambe le mani di Margot. "Non volevo procurarle dolore, parlando di tale argomento."
Margot scosse il capo, posando gli occhi sui suoi polsi nudi.
Il piccolo nastrino rosso era diventato incatenante.
Aveva dovuto rompere con il passato e, da quando aveva incontrato Pierre, ci era riuscita del tutto.
Pierre le sollevò il capo con un dito, riprendendo poi la sua mano. "Mi dispiace."
"Tranquillo" disse lei con un sorriso tirato sul volto.
"Non volevo distruggerle il buon umore proprio adesso" disse Pierre, guardandosi intorno.
Margot aggrottò le sopracciglia. "Perché proprio adesso?"
E poi accadde.
Pierre tirò un grosso respiro, poi piegò una gamba a terra.
Mantenne una mano di Margot, mentre infilava l'altra all'interno della sua giacca, sfilando da una tasca un piccolo cofanetto di tessuto scarlatto. Margot sgranò gli occhi, portando una mano sul petto. Il cuore le batteva a mille.
"Margot, io davvero non riesco a fare a meno di pensare a lei. Ho bisogno del suo profumo sulla mia pelle, delle sue labbra sulle mie, delle sue carezze, del suo affetto per me. Ho bisogno di lei nella mia vita. Ho bisogno di lei come mia sposa, come mio porto sicuro, come mia casa. Vorrebbe farmi l'onore di diventare mia moglie?" Dopodiché aprì il piccolo cofanetto e rivelò un grosso anello con un rubino incastonato nella montatura. Indicò con la testa la mano di Margot, prendendo l'anello tra due dita. Aspettò un suo cenno per poterlo infilare al suo anulare sinistro. La regina rimase con la bocca aperta e gli occhi colmi di lacrime. Davvero stava accadendo quello?
"Non voglio metterle fretta, posso darle il tempo che le serve. Può sposarmi domani, fra un settimana, fra anni..Ma mi dia almeno la certezza che lei voglia essere mia moglie così ardentemente come io fremo per esserle marito."
Margot sentì una lacrima scivolarle lungo lo zigomo, poi annuì. Non era incerta, non aveva dubbi. L'affetto per quel giovane lo ricambiava pienamente
"Sì" disse con voce roca e malferma. "Sì, voglio sposarla."
E così il volto di Pierre si illuminò ancora di più, mentre abbassava lo sguardo sulla mano della sua amata e le infilava l'anello al dito, con il rubino che catturava un raggio di sole.

Margot si avvicinò a Pierre, il quale le prese il viso tra le mani e le spostò con i pollici dei leggeri ciuffi dal volto. Girarono insieme, poi lui la spinse indietro e le fece urtare il retro delle cosce alla base del letto. Margot sorrise e si perse nel blu dei suoi occhi.
Gli circondò il collo con le braccia, per poi accarezzargli i capelli biondi sulla nuca.
"Margot" disse Pierre ad un millimetro dalla sue labbra. "Ho bisogno di sapere solo una cosa."
La regina sollevò le sopracciglia. "Quello che vuoi."
"C'è stato qualcun altro, nella mia assenza, ad averti soddisfatta?" chiese con un leggero timore.
Margot socchiuse gli occhi, e gli porse a sua volta una domanda. "Tu? Hai goduto di qualche compagnia femminile in Francia?"
Pierre ingoiò a vuoto, ma scosse il capo. "No. Nessuna."
Margot sorrise. "Nemmeno io."
E Pierre sorrise, baciandole finalmente le labbra rosee.
Entrambi brulicavano di passione, si assaporavano mentre si cercavano con le mani lungo le braccia, lungo il petto.
Pierre spinse contro il corpo di Margot e la fece stendere sul letto, portandola a retrocedere fin quando la sua testa non si fosse appoggiata ai cuscini di piume. Prese a baciarle il viso, il collo, le labbra voracemente, esponendo fisicamente quanto gli fosse mancata.
Margot si aggrappò alle spalle del sovrano francese, scostandogli la camicia di dosso e sfiorando con le dita ogni muscolo. Pierre le slacciò la camicetta di velo, scoprendo il suo corpo nudo e ammirandone ogni curva. Margot si sentì andare a fuoco sotto il suo sguardo e lo tirò a sè, baciandogli ogni centimetro di pelle scoperta. Pierre la cosparse di baci, lungo lo sterno, tra i due seni, sul ventre piatto, per poi iniziare a sfiorarla.
Margot sentì ogni centimetro di pelle reclamare il corpo di Pierre fin quando entrambi non divennero un'unica cosa, con i loro gemiti e sospiri pesanti che si scontravano con le mura che li circondavano. Margot si agganciò con le gambe su Pierre per sentirlo ancora più vicino e per corrispondere al suo bisogno.
"Non vedo l'ora che tu sia mia moglie, Margot" disse Pierre quando entrambi furono all'apice. La regina inclinò la testa, dedita al piacere che il sovrano le stava offrendo, per poi guardarlo negli occhi subito dopo.
"Ed io non vedo l'ora che tu sia mio marito, Pierre" disse, con le lettere del suo nome che sfrigolavano contro il suo palato. Il re la baciò, per poi scostarsi e chiuderla tra le sue braccia.
"Nessuno verrà a darti fastidio, questa notte. Ci sono io a proteggerti."
E Margot spinse la propria schiena affinchè aderisse al petto umido di Pierre che tirò una coperta per coprire entrambi e custodire il loro amore.

N/A
Saaaaalve
Come va? Spero bene!
Questo qui è un capitolo importante per scoprire il passato e il presente di questi due piccioncini!

Cosa ve ne pare? Lasciatemi qualche commento e una stellina.

Oggi sono in vena e voglio farvi una domanda. Spendete cinque secondi a rispondermi, dai, soddisfate questa mia curiosità! Da dove venite?

Alla prossima!

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