"Crede davvero in quelle supertizioni?"

Quella notte Margot e Pierre dormirono nello stesso letto, abbracciati. La regina aveva lo sguardo perso sul buio della notte, sentendo la pelle delle braccia scoperte accarezzata dal movimento delle dita affusolate di Pierre, con il cui tocco provava a rilassarsi. Ben presto giunse il sonno e per la prima volta trascorse una notte senza Harry nella sua mente, come se improvvisamente avesse deciso di abbandonarla.
Prima però che Margot potesse chiudere gli occhi, beandosi di una notte di sano riposo tra le braccia del suo amato, pensò a lungo su quanto fosse successo quel giorno e soprattutto sulle varie coincidenze.
Si sa, prima che uno riesca a dormire, pensa sempre alla sua vita, immaginando gli scenari più pazzeschi e terrificanti. Margot perse molto tempo collegando varie scene ed episodi che le erano capitati. Non credeva nelle profezie, nè nelle visioni e quant'altro, ma assemblando i vari pezzi non potè non pensare ci fosse un filo logico.
Ovviamente il quadro che ne usciva la mortificava e appesantiva il respiro, perché rappresentava la peggior paura che Margot avesse nel suo animo. Non voleva che il principato corresse un rischio simile a quello di altri Stati molto più potenti e grandi del suo, eppure - sebbene terrificante - non era una possibilità da escludere a prescindere.
Le tornarono in mente le parole della giovane indovina, "Accadrà qualcosa di davvero tremendo, Sua Maestà, un evento così funesto che potrebbe distruggere tutta Monaco".
Pensò ad Harry nel suo ultimo sogno, "Sto tornando, Margot" e a Leonard che gli assomigliava quasi in tutto. E se tutte queste cose fossero collegate? E se effettivamente facessero parte dello stesso disegno di base? Margot ebbe un brivido e si impose di chiudere gli occhi. Pierre le sussurrò nell'orecchio con voce assonnata.
"Tutto bene?" chiese e Margot gli prese una mano, baciandone il dorso teneramente. Il petto caldo di Pierre contro la sua schiena la rincuorò.
"Sì, va tutto benissimo" rispose e si accoccolò ancora di più contro di lui, provando a sgomberare la mente del tutto.
Il giorno dopo avrebbe dovuto fare parecchie cose.

Quando il sole era ormai alto nel cielo, nè Pierre nè Margot sentirono i rintocchi sulla porta in mogano. Riuscirono solo a svegliarsi dopo che Amanda fu entrata nella stanza ed ebbe lanciato un urletto. Chiuse d'istinto la porta, facendola anche sbattere più del dovuto.
"Bontà divina" disse, chiudendosi gli occhi con le mani. "Giuro che non ho visto niente."
Pierre si girò sulla schiena e si sgranchì le braccia, impuntandosi poi con i gomiti. Si abbassò sulla spalla di Margot e le lasciò un tenero bacio. "Sveglia, piccola." Poi si girò verso la cameriera. "Tranquilla, Amanda" disse, tirandosi via di dosso le coperte. "Sono vestito. Non avresti visto niente a prescindere."
Amanda si tolse le mani dal viso e tirò un sospiro di sollievo. "Per poco non mi faceva venire un infarto, sire."
Pierre rise, alzandosi in piedi e girando intorno al letto, posizionandosi davanti la sua ragazza. "Margot" disse, scuotendole l'altra spalla. "E' tardi."
"Per una volta che dormo, lasciatemi in pace" bofonchiò la regina, ma Pierre le scostò scherzosamente le coperte, scoprendola del tutto.
"Muoviti."
Margot sbuffò e si mise seduta, salutando con un cenno Amanda che apriva la porta al sovrano. Pierre raccolse la sua camicia e il suo pantalone da terra, poi picchiettò la spalla di Amanda. "Preparamela quanto prima. Abbiamo un po' di cose da fare, tutte legate alla festa di questa sera."
Amanda annuì e lo spinse fuori dalla stanza. "Ora deve uscire, non può vedere la regina."
Pierre sbuffò scherzosamente mentre la cameriera lo spingeva fuori, nel corridoio sgombro di personale. "Come se non l'avessi già vista tutta."
Amanda alzò gli occhi al cielo. "Fingo di non aver sentito nulla." E gli sbattè la porta in faccia, mentre Margot rideva e si alzava finalmente dal letto.

"Cecìle" chiamò la regina, fuori la porta della stalla. Pierre era accanto a lei, in attesa che le guardie si mettessero dietro di loro. La giovane donna aprì la porta e le guardie la spinsero indietro, per far avanzare i sovrani nella stalla.
Cecìle si inchinò rapidamente. Aveva i capelli legati in una coda bassa, un grembiule bianco sul suo vestito marrone scuro che le arrivava alle caviglie. I suoi occhi marroni erano leggermente contornati da occhiaie.
"Sono pronti i cavalli, vero?"
"Assolutamente, vostra Maestà."
Margot annuì e fece segno alle guardie di andarli a recuperare. Quando tornarono, Margot prese le briglie di Black Jack e salì in groppa, aspettando che Pierre e le guardie facessero altrettanto. Cecìle diede una manciata di paglia a ciascun cavallo prima di andare ad aprire le porte anteriori della stalla. Si fece da parte e i sovrani, con al seguito le loro tre guardie, partirono al galoppo.
Il cancello del palazzo venne aperto ed uscirono lungo il pendio della collina, scendendo rapidamente sul fianco. Il villaggio era già in festa, c'era gente che danzava e bambini che giocavano lungo i marciapiedi. Margot e Pierre sfilarono tra loro, con le guardie che prestavano attenzione a qualsiasi cosa fosse loro intorno. La regina salutò gli uomini che si inchinarono al suo cospetto e alzò una mano, ringraziandoli. Proseguirono lungo la via principale, spostando lo sguardo su ogni bancarella allestita per il mercato. La cosa bella era che molte di esse avessero delle decorazioni bianche in nome del matrimonio della regina che si sarebbe tenuto dopo due giorni. Era uno dei periodi più spensierati e felici che Monaco potesse attraversare. All'improvviso lo sguardo di Margot si imbattè in una bancarella diversa, dove Emèrie, l'indovina, parlava con la gente che si fermava presso di lei.
Pierre vide la ragazza andare in quella direzione e le si parò davanti con il cavallo, bloccando il passaggio. "Cosa vuoi fare?"
"Ho già parlato con quella ragazza" disse Margot, facendo vagare lo sguardo al di là del petto del suo promesso sposo. "Voglio delle risposte."
Pierre non si mosse, anzi continuò a guardarla. "Credi nelle predizioni?" chiese circospetto.
Margot scosse il capo, risoluta. "No, ma devo avere chiarezza. Se vuoi, puoi rimanere in disparte."
"Non provare nemmeno a chiedermelo. Sai che ti accompagnerò."
"Allora lasciami passare."
Pierre alzò gli occhi al cielo e si mise al suo fianco, facendo ancheggiare il cavallo allo stesso ritmo di quello di Margot. "Non devi credere in queste cose, Margot. Sono baggianate che riempiono solo la testa degli uomini."
Margot si fermò, facendo segno alle guardie di arrestarsi dietro di loro. "Chi ti dice che io ne dia un peso particolare?"
"Perché ti conosco, e so che ti fai influenzare facilmente."
"Questo non è vero!"
Pierre sbuffò, scendendo da cavallo. "Forza, sbrighiamoci a fare questa cosa."
Margot respirò pesantemente, poi scese dal cavallo e si aggiustò il mantello sulla schiena. Quando entrambi si avvicinarono cautemente alla bancarella, Margot guardò la gente e ordinò loro di spostarsi. "Desidero parlare con la signorina da sola."
Le persone si inchinarono con rispetto e si allontanarono, poi Emèrie chinò il capo e guardò subito dopo la regina. "Maestà."
Margot spiegò dinanzi a lei il palmo della mano. Pierre la guardò esterreffatto. "Margot!" sussurrò, ma la regina finse di non averlo sentito.
"Leggimi la mano, Emèrie, e dammi qualche dettaglio in più."
La fanciulla incontrò lo sguardo di Pierre ed ingoiò a vuoto. "Vostra Grazia, non credo che-"
"Fallo, adesso."
Emèrie annuì e afferrò il palmo di Margot, chiudendo gli occhi. Pierre rimase attento, mentre la giovane faceva muovere il dito sul palmo. Il sovrano francese non potè non pensare a quanta menzogna sorvolasse tale bancarella. Emèrie strinse le palpebre, stringendo le labbra in una linea dura, poi sgranò gli occhi e lasciò andare la mano di Margot.
"Io- io non posso" disse tra sè e sè, "non posso dirle niente."
"Perché?" chiese Margot, aggrottando le sopracciglia.
"Perché il futuro è incerto, non posso esporle quanto ho visto. Decide lei il suo destino."
Pierre tirò un sospiro di sollievo e appoggiò una mano sulla spalla di Margot. "Vedi? Anche la fanciulla qui presente lo afferma. Andiamo via."
Ma Margot rimase dov'era. "Dimmi quello che hai visto, Emèrie. Seduta stante."
Il tono autoritario della regina fece rizzare i peli delle braccia della fanciulla, mentre intorno a loro un gruppo di gente si stringeva in un cerchio. Pierre spostò lo sguardo sulla folla.
"Andate via."
Solo quando iniziarono a dileguarsi, Emèrie aprì bocca. "Vostra Maestà, ho visto del sangue. Uno spropositato spargimento di sangue, corpi che cadono a terra sotto il suono di fucili in azione e tantissimo fumo albergare su Monaco."
Pierre diede una spinta a Margot. "Dobbiamo tornare, Margot. Non lasciarti influenzare."
"Cos'altro hai visto?" chiese invece la regina. Doveva sapere.
"Un uomo, Vostra Grazia, un uomo con un forte proposito. Alto, risoluto e vendicativo. Non da filo da torce-"
"Basta!" tuonò Pierre, tirando via Margot. "Ora dico davvero. Stia zitta, per l'amor del cielo" disse contro la ragazza.
Margot rimase immobile, ma prima che Pierre potesse portarla via, sussurrò ad Emèrie. "E' una visione lungimirante?"
L'indovina scosse il capo e indicò i festoni sulla sua testa. "Ho visto ancora questi, nella visione."
E a quel punto Margot sentì un forte dolore al petto.
Pierre vide Emèrie e la obbligò a non proferire parola. "Altrimenti giuro che incomincerà ad avere visioni nelle segrete del palazzo. Non mi pare questo l'abbia visto, vero?" disse, poi allontanò Margot e la riportò al suo cavallo. Prima però che salissero in groppa, il sovrano francese piantò i suoi occhi in quelli dell'amata. "Non accadrà niente."
Ma Margot non ci credeva poi così tanto.

Quando calò la sera, il sentiero del palazzo si riempì delle carrozze degli ospiti, il castello era gremito di gente e le danze occupavano gran parte di esso. Evelyne faceva svolazzare il suo vestito da parte a parte, interloquendo con i maggiori capi di Stato, mentre Margot accettava i bicchieri di vino che le venivano offerti. La musica risuonava per tutto il palazzo, c'era gente in ogni dove e in ogni angolo e i camerieri impazzivano nel servire chiunque capitasse loro davanti. Pierre era accanto a Margot che aveva il calice sollevato contro la bocca.
"Non bere spropositamente."
La regina allontanò il bicchiere e lo guardò negli occhi. "Da che pulpito.." scherzò Margot, vedendo in mano del suo fidanzato il...quarto, forse?, bicchiere di vino.
Pierre rise, poi il suo sguardo si inchiodò in quello di un ospite che, affiancato da un donna, si avvicinava a loro.
"Ma guarda un po'" disse il sovrano francese, allargando il braccio. "Il caro vecchio Alessandro."
Il re italiano si fermò dinanzi a Pierre, dandogli una pacca sulla spalla. Il "vecchio" espresso dal sovrano francese era del tutto scherzoso, perché il re Alessandro era pressocchè quarantenne. Accanto a lui, tenuta sotto braccio, c'era una fanciulla davvero graziosa. Occhi scuri contornati da ciglia voluminose, sopracciglia ben curate e i capelli che le ricadevano intorno al viso in dolci boccoli. Le sue mani erano avvolte intorno al braccio di re Alessandro, come se lo avesse catturato e non volesse lasciarselo scappare. Aveva un vestito verde scuro addosso che le arrivava sino ai piedi. Margot, nel guardarla, non si era neppure resa conto che Alessandro le avesse preso la mano e le avesse lasciato un rapido bacio sull'anello.
"Siete veramente bellissima, questa sera, mia lady."
Margot sorrise, indicando la coppia innanzi a sè. "Lo siete anche voi. Stavo giusto pensando la stessa cosa."
Alessandro vide la donna al suo fianco e allentò la sua presa. "Le presento Caterina, Vostra Grazia."
Margot salutò la giovane, sorridendo. "E' un onore per me conoscere finalmente la regina d'Italia."
Pierre al suo fianco si strozzò con il vino che stava sorseggiando e Margot si girò, stupita. "Ehi?"
Alessandro rise, abbassando il capo. Caterina strinse le labbra, nascondendo un sorriso.
"Caterina non è mia moglie." E Margot avrebbe tanto voluto seppellire la sua testa nel pavimento. Certo, avere un'amante non era una novità, ma certe figure fatte da una regina sì.
"Oh, mi dispiace moltissim-"
"Bene" disse Pierre, salvando la sua donna da un'ulteriore figuraccia. Indicò con l'indice la musica che aleggiava per la stanza. "Prendiamo parte alle danze?" chiese, prendendo sia il suo calice, sia quello di Margot e appoggiandoli sul tavolo alle loro spalle. Allungò una mano verso Caterina, che lo guardò basita. "Alla mia futura moglie non dispiacerà."
Margot annuì e acconsentì al ballo, poi quando Pierre e Caterina iniziarono a fluttuare per la stanza, Alessandro si fece avanti. "Vuole concedermi questo ballo?"
"Assolutamente" rispose Margot e strinse la mano del re italiano. Era davvero un bell'uomo, occhi scuri, barba curata e capelli corti. Le loro mani si incontrarono in mezzo alla sala e iniziarono a volteggiare a ritmo della musica lenta.
"Sono mortificata per la figuraccia compiuta, sire."
Alessandro rise. "Non si preoccupi, non è la prima a farne una. Credo che ormai Caterina non sia più un segreto."
Margot sorrise, poi quando furono spalla contro spalla, continuò a sussurrare all'orecchio del re. "Devo farle delle domande."
"Prego" acconsentì Alessandro. "Non mi faccio scrupoli a rispondere. A meno che, Dio non me ne voglia, dica qualcosa di inappropriato."
Margot strinse le labbra. "Lei sa se, a livello internazionale, ci siano delle sommosse o qualche focolare di guerra?"
Alessandro ci pensò su qualche secondo, ma scosse il capo. "Non mi sembra, Maestà. Perché mai mi chiedete una cosa del genere?"
L'Italia e il principato erano alleati, Margot avrebbe potuto contare sul re con cui stava parlando.
Gli raccontò brevemente dell'incontro con l'indovina e dei suoi dubbi, omettendo però le sue supposizioni sui sogni di Harry e le coincidenze con il re belga.
Alessandro la ascoltò, poi storse la bocca. "Crede davvero in quelle superstizioni?"
Margot si morse il labbro inferiore e si allonatanarono dal centro della sala in quanto avevano smesso di danzare. "No, però le sarei infinitamente grata se.." Si bloccò. Ma quanto poteva sembrare sciocca? Stava davvero dando così tanto peso a quelle profezie?
Sebbene fosse in conflitto con la sua mente, decise di seguire il suo cuore.
"Se, cosa?" chiese Alessandro, e Margot avanzò la sua proposta.
"Se potesse mandarmi l'esercito italiano come supporto."
Alessandro sollevò un sopracciglio. "Come, prego?"
"L'esercito che ho a disposizione non è vasto come il vostro, per questo vi chiedo questo appoggio militare. Mi basta solo che l'esercito rimanga a Monaco fino a quando i festoni siano rimossi."
Alessandro si accarezzò il mento, accettando poi un calice di vino da un cameriere. "Il tempo che le serve perché la profezia non si avveri."
"Esattamente. Poi lo rispedirei subito in Italia."
Alessandro bevve il suo vino, scorgendo finalmente Pierre e Caterina iniziare a fare ritorno dalle danze. "E va bene" acconsentì, "ma esigo che torni il giorno stesso in cui i festoni siano messi via."
"Grazie infinite."
Alessandro finì il contenuto del suo calice. "Lancerò il mandato appena tornerò in Italia, sarà qui entro quattro giorni. Dirò che ci sono delle guerriglie e Monaco non riesce ad estinguerle."
Margot annuì, poi Pierre le si mise accanto e le prese una mano. "Avete intrapreso qualche conversazione interessante?" chiese e Margot sorrise.
"Il suo futuro marito è un uomo galante" disse Caterina. La regina acconsentì.
"Anche il sovrano qui presente" disse, indicando Alessandro, "lo è pienamente."
"Ora, vogliateci scusare, ma io e Margot dobbiamo andare a conversare con alcuni consiglieri al secondo piano" disse Pierre, salutando e trascinando Margot con sè.
La regina di Monaco sollevò un sopracciglio, mentre Pierre la portava in cima alla scalinata e la feceva entrare in biblioteca. Non c'era nessuno all'interno.
Il re francese chiuse a chiave la porta.
"Pierre?" chiese Margot, controllandolo. Gli occhi del suo fidanzato erano leggemente arrossati, aveva bevuto troppo.
Il re si fiondò sulla sua amata e la strinse da dietro, accarezzandole una gamba. Margot fermò il suo movimento, sebbene sentisse il cuore batterle forte. Era quello l'effetto che Pierre le procurava.
"Devo parlarti" disse Margot con voce affannosa. Pierre le sfiorò il collo con le sue labbra, mentre portava la sua mano al di sotto della gonna e sfiorava la regina. Margot sentì le gambe molli. "Davvero, Pierre."
"Magari dopo" le rispose lui, spingendo la sua amata contro il divanetto.
"C'è la festa sotto!" disse lei, ma Pierre sorrise.
"E quindi? Noi siamo sopra."
Margot gli afferrò il viso e lo baciò con bramosia, lasciando che qualche gemito sfuggisse al suo controllo a causa del tocco di Pierre. "Senti" sussurrò Margot contro il suo orecchio. "Ho bisogno che tu mi mandi l'esercito di Francia."
Pierre si bloccò. "Cosa?"
"Solo fino a quando al villaggio verrà tolto l'ultimo festone."
"No, Margot."
La regina bloccò la mano e Pierre mugulò. "E dai!"
"Dimmi che me lo manderai."
"E' uno spreco."
Margot serrò le labbra. "No. E' una sicurezza."
"Senti, tesoro-" iniziò Pierre, liberandosi dalla presa di Margot e ricominciando a toccarla.
La regina si sforzò di mantenere il controllo. "Ti prego, Pierre. Il re italiano ha acconsentito. Perché non lo fai tu che sei - quasi - mio marito?"
Pierre alzò gli occhi al cielo. "E va bene" si arrese, abbassandosi sul collo della regina e baciandolo. Margot gli scostò la testa.
"Promettimelo."
"Che parolone."
"Pierre, promettimelo."
Il giovane le posò le labbra sulle sue, guardandola poi negli occhi. "E' una promessa."
Così Margot sorrise e si lasciò andare al fuoco che Pierre aveva fatto brulicare sotto la sua pelle.

(Re Alessandro)

N/A
Ciao a tutti! Come state? Spero bene!

Adoro questo capitolo, e poi il cast di questa storia non credo sia male, non pensate? :-))
Abbiamo incontrato Re Alessandro! Ed è italiano!
Vi giuro che è davvero un gran personaggio!

So che la spazio autrice viene quasi sempre snobbato, però se siete giunti fin qui vi prego di lasciare un commento o una stellina.
Mi dispiace che molti di voi non mi facciano sapere nulla, perché a questo punto potrei persino pensare che la storia non vi stia piacendo poi così tanto, quando invece (conoscendo come andranno le cose fino in fondo) credo sia semplicemente fantastica!

Spero di sentirvi presto!
Un bacione! 💜🌻

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