Capitolo 48 (prima parte)

Lavinia dorme rannicchiata su un fianco. In posizione fetale, come spesso succede. Ho passato tutta la serata di ieri a tranquillizzarla, a dirle che troveremo un modo per aggiustare la situazione in modo che nessuno sputi cattive sentenze su di lei.

La verità, però, è che io stesso sono preoccupato. Chi ha messo in giro certe voci? Perché? Con quale coraggio qualcuno ha creduto che avrei iniziato una relazione con una ragazza minorenne? Non mi conoscono, a Villafiore? Non hanno ancora capito che tipo di persona sono?

So che può esserci un divario tra l'immagine pubblica di noi e quella privata, ma rimango fedele a me stesso. Sono sempre allo stesso modo: ero convinto che questo fosse chiaro a tutti.

Mi hanno turbato i commenti che sono arrivati sul profilo Instagram di Lavinia: alcuni la sostenevano dicendo che quel sito spara solo sciocchezze infondate, altri l'hanno accusata di essere un'arrampicatrice sociale.

Questi ultimi mi preoccupano. La gente sui social non ha il minimo rispetto per gli altri, né si preoccupa di chi ci sia dall'altra parte.

E lei è fragile da questo punto di vista. Ha sempre cercato di tutelarsi e il fatto che ci nascondessimo l'ha aiutata a sentirsi a suo agio e a esprimere sé stessa. Ma io domani partirò per la trasferta a Venezia e Lavinia riuscirà a non crollare? Vorrei restare a casa, concentrarmi su di lei e su ciò di cui ha bisogno, ma come posso farlo? Tanto Colucci ha messo in chiaro che non giocherò, quindi perché non posso rimanere qui?

Non posso tradire la sua fiducia, né la squadra.

La squadra.

Le ragazze della Vulnus hanno dimostrato di essere legate a Lavinia, di tenerci. Forse sono persino amiche. Ma potrebbero Elena, Sasha e le altre consolarla come riesco a fare io? Crederanno alla verità o avranno il dubbio che il mio matrimonio si sia davvero ridotto in pezzi a causa sua?

Il cellulare vibra sul comodino.

"Oh, bro." Il Fabbro.

"Hai superato i trenta da un pezzo, non scrivere bro" lo sfotto.

"Ok, bro. Tu e la tua ragazza siete liberi per pranzo?"

Potrei proporre a Lavinia la nostra prima uscita pubblica per pranzo, dal paninaro a cui le avevo accennato. Se venissero anche Sara e il Fabbro, potremmo parlare della questione. A quanto ho capito, Lavinia e Sara non sono propriamente amiche, sebbene abbiano un rapporto cordiale. Ma Andrea è pur sempre il capitano, quindi può aiutarmi a gestire la situazione, almeno dal punto di vista comunicativo.

"Ne parlo con lei e ti faccio sapere. Ti va di andare da un paninaro? È dalle parti del bowling, me l'ha consigliato Willy."

"Sì, mi va un bel panino."

Gli va un panino? Sono le sette di mattina e gli va un panino? Dentro si farà mettere le peggiori schifezze...

"Mike, ho letto quella roba. Sono stronzate" ha scritto. "Se avessi avuto un'amante, non saresti stato mezzo morto l'anno scorso. E io credo a quello che mi dici tu."

"Grazie, bro" gli rispondo, abbozzando un sorriso.

"Hai quasi trent'anni, non chiamarmi bro" mi prende in giro.

Ho quasi trent'anni. Fra una decina di giorni sarà il mio compleanno e ancora non ho pensato se e come voglio festeggiarlo. Nel pomeriggio avremo una partita in casa, ma in serata potrei fare qualcosa con Lavinia. Magari invitare i ragazzi per stare insieme? O anche le famiglie? Starei con Liam, anche con lei nelle vicinanze? Audrey me lo permetterebbe?

Forse aveva ragione proprio il Fabbro, così come ce l'aveva Niko: le sto dando troppo potere.

Scrivo un messaggio a Teo. "Secondo te per il mio compleanno che posso fare?"

Mi risponde subito. "Vuoi stare con Lavinia?"

"Vorrei che ci fosse anche Liam."

"Ti organizzo una festa a sorpresa a casa mia."

"Che sorpresa è se lo so già?"

"Fingi di essere sorpreso. Parlo io con Audrey e invito anche Lavinia. Tu non fare niente e non preoccuparti di niente, penso io a tutto."

Sorrido di nuovo. Teo è un grande amico.

Sa quali sono i miei desideri e li realizza – o almeno si impegna per realizzarli. Non riesco a immaginare una persona più attenta di lui a ciò di cui hanno bisogno gli altri, checché ne dica lo stesso Teo.

Mi tornano in mente i suoi discorsi sul prendersi cura dei propri cari, che lui si impegna ogni giorno per farlo con Anja e i suoi figli, che non c'è una ricetta magica che valga sempre, ma che si capisce con la costanza come procedere. Che l'importante è dare sempre il meglio di sé.

Lavinia si gira sotto le coperte pesanti e si avvicina a me. «Mi abbracci?» biascica a occhi chiusi.

Poso il cellulare e la stringo, stampandole un bacio in fronte e respirando a pieni polmoni il profumo dei suoi capelli – che ho conosciuto ancor di più nel finesettimana insieme e di cui non sono mai sazio. Vorrei sempre sentire la fragranza di fiori di ciliegio in ogni momento della mia vita.

Passo le dita tra la sua chioma setosa, che mi accarezza i polpastrelli come invitandomi a cogliere tutto il benessere che Lavinia mi offre. Mi controllo perché non è giusto farlo, ma stanotte è stata la prima da tanto in cui siamo stati insieme senza darci alla pazza gioia – escluso quando lei aveva le sue cose.

Ma è dolce la sensazione che provo abbracciato a lei, ascoltando il suo respiro regolare, scaldando il mio corpo accanto al suo ancora avvolto dal sonno. Mi fa stare bene con la sua sola presenza.

Apre gli occhi e mi accarezza la guancia con le sue dita fresche. Le bacio il palmo appena è vicino alle mie labbra e Lavinia si lascia andare a un sorriso rilassato.

«Cioccolatino, ti va di pranzare con Sara e il Fabbro?» le chiedo.

«Mh, va bene» mugugna, rigirandosi e facendo aderire la schiena al mio fianco.

È un'implicita richiesta di abbracciarla da dietro, così allungo il braccio per stringerla e affondo il viso tra i suoi capelli e il suo collo, che riempio di baci caldi – che spesso sono il preludio per altro.

Si volta, gli occhi neri sono spalancati e puntati nei miei. «Come facciamo con questo casino? Io... non riesco a farlo, Mike, non adesso. Non sapendo che appena uscirò di casa o prenderò il telefono scoprirò che qualcun altro mi avrà additata come una puttana sfasciafamiglie.»

Una puttana sfasciafamiglie?

«Ma nessuno ha detto che...» Mi blocco, paralizzato. «Te l'hanno detto?»

«Sì» sussurra.

«Posso vedere? Vuoi denunciare queste persone?»

«E con quali soldi pagherei una causa in tribunale?»

«La pago io. Ti hanno messa in questo casino perché stai con me.»

«Non posso lasciartelo fare.»

Sospiro, perché il suo viso è sbiancato più del solito. «Almeno pensaci. Riflettici su, magari con le tue amiche o con tuo padre, se non vuoi parlarne con me. Ma è una cosa grave e io non riesco a stare senza fare niente mentre ti insultano così.»

Si siede, facendo cadere la coperta dal petto. Indossa la solita canottiera che usa per dormire da me. Prende il cellulare, mentre mi siedo al suo fianco. «Qualcuno ha insultato anche te. Hanno detto che sei un pessimo padre e si sono chiesti come farà Liam ad avere fiducia in te se vai a letto con una che potrebbe essere tua figlia.»

L'hanno detto davvero?

«Speravo che si limitassero agli insulti per quando gioco male. E poi tu non puoi essere mia figlia, chi fa figli a undici anni?» commento, cercando di strapparle un sorriso. Sforzo inutile.

Lavinia ha la bocca incrinata, come di chi sta per scoppiare a piangere.

Le scocco un bacio sulla guancia. «Di me non mi preoccupo. Se diranno cose non vere per il puro gusto di prendersela con me, li denuncerò. Sono tentato di farlo anche con quel sito.»

«Sì, andiamo» dice, scendendo dal letto.

Whisky le va incontro scodinzolando. Si è abituato alla sua presenza e adora quando è lei a dargli da mangiare.

«Andiamo dove?»

«A denunciare quel sito. Se avessero voluto delle informazioni sicure, avrebbero potuto chiederle a noi. Non l'hanno fatto, ma si sono rivolti a qualcuno che ha storpiato la realtà.»

«Affrontiamo gli hater in un secondo momento?»

Inspira ed espira, risoluta, come se avesse ricevuto l'illuminazione. Si china a grattare Whisky dietro l'orecchio e alza lo sguardo verso di me. «Li blocco uno per uno. Instagram è il mio spazio, non voglio che vengano a spalare insulti lì. Non posso neanche mettere il profilo privato, perché ho bisogno di essere conosciuta per quando pubblicherò la Sinfonia Uno.»

«E se ne arrivassero altri?»

«Bloccherò anche loro. Ho bisogno dei social per farmi pubblicità, non posso lasciare che mi distruggano senza sapere nulla di me. Giusto?»

Le sorrido. «Giusto, amore.»

Continuo a fissarla come un idiota, perché sono innamorato e fiero di lei. Ha agito ancora una volta da persona matura. Ha avuto un momento di sbandamento – di profondo sbandamento – ma ha ripreso controllo di sé. Ho capito che lei vive fino in fondo le emozioni negative, si fa divorare dall'interno per uscirne rinata. Ogni volta che affronta un momento di crisi si trasforma in un bruco per rinascerne farfalla, con ali sempre più belle.

Amo questo suo tratto caratteriale, amo che non si faccia dominare a lungo dal panico, ma che lo viva nel profondo e che ne riemerga serena.

Era accaduto anche alla prospettiva di dover lasciare l'altro ristorante e credo che sia accaduto lo stesso quando suo padre si è separato da lei.

Amo la sua forza interiore.

Io, a diciannove anni, avrei reagito in maniera infantile, sbraitando contro tutto e tutti e saltando su al minimo segnale che qualcuno ce l'avesse con me. E non mi sarei tirato indietro dal rispondere per le rime.

Con il tempo ho capito che sui social è meglio non discutere, soprattutto con chi spara sentenze, giudizi o insulti. Non serve a nulla, avrei solo dato i cinque minuti di gloria all'imbecille di turno.

Il mio benessere è più importante dell'attaccare briga con gli idioti.

Spazio autrice
Ecco i nostri Mikvinia che fanno i conti con la "fuga di notizie". A me piace tantissimo scrivere le scene di loro due da soli, persino in situazioni complicate come questa. Spero che piacciano altrettanto anche a voi <3

Scusate per il giorno di ritardo, la seconda parte arriverà tra venerdì e sabato <3

Baci a tutti,
Snowtulip.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top