Capitolo 45 (prima parte)
Due settimane sono trascorse in fretta.
Sono stata al Palavulnus per una partita di coppa europea, non mi era mai successo. È stato bello, soprattutto perché i ragazzi hanno vinto contro Gran Canaria, che lo scorso anno ci aveva dato fastidio. Anzi, nella partita del girone di andata avevano stravinto. Essere lì a esultare per i canestri, respirare l'aria del palazzo, cantare con i tifosi... è stato magnifico.
Questa volta ho portato Cornelia con me. Non mi avrebbe mai perdonata se non l'avessi fatto, perché i biglietti in tribuna per una partita di Eurocup costano molto di più rispetto a quelli in curva del campionato.
Le ho raccontato tutto, come sta andando con Mike, lo shooting fotografico che abbiamo fatto con Sasha, come lei sia stata carina nei miei confronti – e come lo sono stati tutti alla Vulnus con me.
Con mio padre le cose stanno andando bene. Ci vediamo la domenica mattina per fare colazione al bar, abbiamo deciso di vederci così, perché lui non può prendersi giornate intere dal lavoro per me – ed è giusto che non lo faccia. Inoltre, ci incrociamo ogni tanto all'Oasi, perché ha già messo a punto con Faggi i lavori di costruzione del cantiere che partirà tra pochissimo. Chiacchieriamo del più e del meno, soprattutto delle partite. Ma non gli racconto cosa so sui ragazzi, perché quelle sono le loro vite personali. Solo ciò che vedono gli altri e ciò che ne penso io.
Ho completato anche la Sinfonia Tre. Spero che non si capisca che ho cercato di trasmettere il tumulto di emozioni e sensazioni che ho provato nel fare l'amore con Mike. L'ho fatta sentire a Nelly, che ne è entusiasta all'ennesima potenza. Continua a elogiarmi come se fossi il genio musicale del secolo. Non lo sono e non mi interessa esserlo: vorrei solo che la mia musica piaccia agli altri e che li faccia sognare così come io sogno ascoltando le note dello Schiaccianoci. Da quanto dice lei, sono sulla buona strada.
Ho anche scritto qualche minuto della Sinfonia Quattro, che per me rappresenta questa fase di assestamento nella storia con Mike, con gli alti e i bassi. Abbiamo avuto altri momenti di dialogo, che ci hanno permesso di capirci meglio.
Mi sto sbloccando sempre di più, anche se a volte mi costa fatica. Faccio un passo avanti e uno indietro, ma piano piano quei passi stanno diventando uno avanti e mezzo indietro. Aveva ragione lui nel dire che parlare ci fa prendere cura della nostra relazione, come se fosse una piantina che entrambi dobbiamo annaffiare e accudire.
A letto le cose vanno bene, anche se non sono riuscita ad andare oltre il succhiargli il pollice. Credo che vorrebbe che lo facessi su altro, perché lui si fa nessun problema a praticare del sesso orale a me. Mi sento in colpa, perché è un amore in tutto ciò che fa, ma Mike continua a ripetere che mi aspetterà.
Ho finito la lettura di Secret Desire e gli ho prestato la mia copia a patto di non portarla in giro e di lasciarla al sicuro in un cassetto del comodino. Mi vergognerei da matti se Liam – o Eva! – trovasse quel libro e curiosasse all'interno. Ma Mike è stato rassicurante, e l'ha quasi finito anche lui.
«Mi sembra assurdo il presupposto» mi sta dicendo. «Cioè, questi entrano in questo club esclusivo e con solo una maschera addosso e nessuno riconosce gli altri? Lui è un giocatore di football, hai idea di quanto sono grossi? Non ha senso, a qualcuno deve essere venuto il dubbio su chi sia.»
«Ma non deve avere senso» gli dico. «Bisogna solo crederci. E poi, sono mezzi drogati da quelle caramelle che prendono. Per questo non riconoscono gli altri.»
«E allora il marito come fa a non riconoscere lei, visto che non le prende? Dai, non ha senso!» ride, continuando a guidare. Pur di non dirmi dove siamo diretti per il nostro primo weekend da soli, parla di Secret Desire.
«Ma è un libro porno, perché ti aspetti che abbia senso?» rido anch'io. «Deve essere credibile solo quello che fanno.»
«Anche quello... cioè, alcune posizioni non le ho proprio capite. Per me non sono giuste.»
«Cioè?» Nelly ha detto che il modo in cui Sara scrive il sesso è realistico... O forse sbagliava? Ma Mike non sa che l'autrice dei libri è la moglie del Fabbro. Non ho avuto il coraggio di dirglielo, non credo che lo farò mai. Se lei vorrà confessarglielo, saranno affari suoi, io tengo la bocca chiusa.
«Cioè quando...» esita, guardando l'asfalto dell'autostrada davanti a sé. «Sarò volgare, perché non c'è altro modo. Quando lui le prende il culo e poi la fa alzare in piedi. Non ha senso, fisicamente non si può fare.»
«Ne sei sicuro?» gli chiedo. Forse Nelly non mi avrebbe mai detto che quella posizione lì nello specifico non era realistica, ma ha detto che Sara lo è sempre. Perché dirlo con quella sicurezza?
«Vuoi provarlo?» mi chiede, sorpreso.
«No, ecco... Non credo che lo troverei piacevole. Forse tu sì, ma io no. Però le recensioni dicono che le scene dell'autrice sono sempre verosimili e tu invece pensi di no.»
«Chi potrebbe averle provate davvero?»
«La stessa Little Baby?» ipotizzo, anche se non riesco a immaginare lei e il Fabbro che... Anzi, no. Potrei immaginarli – e la cosa mi disturba. «Non farmici pensare.»
«Perché?»
«Perché preferisco credere che siano storie realistiche, per quanto con elementi assurdi» invento di sana pianta. «Non voglio pensare a chi ha testato le posizioni, né voglio testarle io.»
«Spero che quello che abbiamo preso sia più realistico.» Accenna alla mia borsa, in cui ho accuratamente nascosto la copia di "Calore sul mare a ferragosto". Abbiamo deciso di leggerlo durante le nostre due serate insieme.
Tra qualche minuto arriveremo e smetterò di chiedermi dove siamo diretti. Mike ha detto che ci sistemeremo in camera, andremo a cena e poi andremo a letto. Su quest'ultimo punto è stato chiaro fin dal primo momento: non usciremo a zonzo la sera, ma ce ne staremo tra le lenzuola per i fatti nostri. A chiacchierare, a leggere il libro di Little Baby, a scambiarci coccole ed effusioni. Non è stato esplicito nel dire che faremo anche altro, ma potrei immaginarlo.
Lo capisco, lo voglio anch'io.
«Vuoi davvero prendere spunto?» gli chiedo.
«Non so nemmeno cosa ci è scritto» sorride Mike. «Non posso dirti che prenderemo spunto, perché non so cosa fanno lì dentro. Se a te non piacesse? Non ti costringo.»
Non mi costringe.
Amo questo lato del suo carattere. Lui ha dei desideri, anche di quel tipo, ma non vuole forzare le cose tra noi, quindi si tiene a bada. Mi propone, ne parliamo e, se non sono convinta, lascia perdere. È attento a me e alle mie esigenze, è un uomo che sa prendersi cura degli altri. Non sono abituata a tutte queste attenzioni, ho sempre dovuto essere io quella che si prendeva cura di me e di chi mi era intorno, come mia madre.
Forse dovrei spingermi più in avanti e uscire dalla mia comfort zone. Lo meriterebbe.
Spazio autrice
Vi chiedo scusa, non mi stavo dimenticando. Ho solo avuto una giornata frenetica (purtroppo è un lungo periodo che mi sta prosciugando).
Se nel frattempo volete avere degli approfondimenti sulle storie o conoscere semplici curiosità, potete seguirmi su instagram (sono snowtulip_autrice) <3
Baci a tutti e grazie per la pazienza (siete preziosi!),
Snowtulip.
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