Capitolo 43 (prima parte)

Mi sveglio per prima. Sono ancora stretta a Mike, che si rigira nel letto affondando il viso nei cuscini. Spero che stia dormendo, perché mi sono accorta dell'alzabandiera mattutino – come lui stesso l'ha definito. Non mi ha infastidita, né mi ha provocato disagio. È solo il suo corpo che è troppo stimolato dalla vicinanza con il mio.

Mi assicuro che stia ancora dormendo, prima di alzarmi e infilarmi i vestiti che di solito uso da lui per la notte, cercando di fare meno rumore possibile. Whisky non è qui, forse si è alzato ed è in giro per casa.

Scocco un'altra occhiata a Mike e, nel vederlo sdraiato a pancia in sotto, con la schiena che sporge dalle coperte e il viso rivolto nella direzione opposta a me, tiro un sospiro di sollievo.

Dallo zaino tiro fuori il fumetto di Liam e me lo stringo al petto. Gli ho scritto una lettera di risposta. Credo che fosse il minimo per ringraziarlo quantomeno per il gesto. Mi incammino per il corridoio, dove incontro un Whisky scodinzolante e festoso.

«Tu sai dov'è la cameretta, vero?» gli chiedo a bassa voce, prima di chinarmi e accarezzargli il muso, grattandolo dietro le orecchie.

Mi risponde con un abbaio a volume troppo alto.

«Sh! Mike dorme.» Arrivo al salotto e da lì imbocco uno dei corridoi che non ho mai percorso. Quando sono qui mi ritrovo sempre in camera da letto o, al massimo, in cucina mentre lui fa il caffè.

Capisco che l'istinto mi ha guidata correttamente quando trovo la porta aperta della stanza di Liam. Sul letto ha una coperta di Spiderman – dev'essere proprio fissato. Entro insieme a Whisky, che mi fa compagnia in silenzio, e mi guardo intorno. Un armadio occupa un'intera parete, rendendo l'ambiente soffocante, ma mi accorgo che c'è anche un altro spazio più piccolo vicino alla finestra, una sorta di seconda camera. Come se Liam avesse una camera e un suo personale salottino. Mi ci inoltro, scoprendo la nuova "stanza".

Accanto alla finestra è posizionata una scrivania con dei quaderni sopra e un libro di scienze che deve aver dimenticato qui. Sul pavimento ci sono i binari di un treno e un pupazzo di Spiderman sta affrontando un altro pupazzo su una locomotiva.

«Fermo, fermo» sussurro a Whisky, prima che ci si avventi. Mi ubbidisce e si accovaccia sul pavimento con un semplice mugolio, guardando un punto alle mie spalle.

Non mi ero accorta subito della libreria piena di fumetti. Non posso lasciare qui quello con la lettera, perché non lo ritroverebbe, ma se lo mettessi sulla scrivania Mike potrebbe vederlo...

«Che state facendo qui, tutti e due?»

Trasalisco. Mi ha seguita.

«E-ecco, io...» balbetto, avvampando. Mi volto e lo vedo sorridere con la solita aria gentile, anche se aggrotta le sopracciglia.

«Devi chiedere il permesso a Liam per leggere le sue cose.» Mi fa cenno di passargli l'avventura di Spiderman che stringo a me, così glielo porgo. Meglio che creda che mi sia incuriosita sui supereroi.

«Scusami, pensavo che dormissi» arranco, ancora rossa di imbarazzo.

«No, cioccolatino, ero sveglio.» Si avvicina alla libreria per riposizionare il fumetto, da cui cade il foglio con la mia lettera di risposta.

Mi precipito a raccoglierla prima che possa farlo lui.

«Ha lasciato i compiti in mezzo a Spiderman?» sorride Mike, divertito. Ma mi fa cenno di dargli anche quello – no, non posso. Si accorge che sono guardinga e mi scruta confuso. «Che succede? Non è di Liam?»

«Sì, è di Liam» mormoro. «Ma... Non posso dirti cosa è. Non puoi leggerlo.»

«Che mi stai nascondendo?» Il suo tono è gentile e dolce, ma sorpreso. Non sembra arrabbiato, tutt'altro. Come faccio a mentirgli?

«V-vedi, io... lui... non prendertela con nessuno dei due, per favore» sussurro, abbassando lo sguardo.

«Amore, che succede?» Si avvicina a me e mi dà un bacio sulla tempia, accarezzandomi la schiena.

«Ecco... Liam mi ha scritto» cedo, prima che mi venga uno svenimento davanti a lui. «Ha macchinato un piano per farmi arrivare una sua lettera, tramite Teo.»

«Una lettera? Era per te?»

«Lo sapevi?»

«L'ha scritta qui da me! Ecco perché faceva il misterioso!» sorride, divertito.

«Non voleva dirtelo, mi ha chiesto di tenere la cosa segreta... E io non volevo fare niente che lo preoccupasse, quindi non sapevo cosa fare, se parlartene o no. Aveva paura di una punizione.»

Mike ride di gusto. «Punirlo? Perché avrei dovuto? No, io... mi fa piacere, io vorrei che voi due vi conosceste. Che ti ha detto?»

«Niente di che, resta tra noi due. Ma mi ha chiesto di dargli una risposta e così... Ecco, volevo riportargli il fumetto qui come mi ha chiesto e lasciargli la mia lettera.»

«Dai, dammela.» Mi porge la mano aperta, avvicinandosi alla scrivania con il libro di scienze. «Non la leggo, gliela lascio qui.»

Mi allungo verso l'alto per baciargli la guancia, ma poso io la lettera sul tavolino, dentro la prima pagina del fumetto. «Sei sicuro che ti vada bene? Che non sia un problema?»

«Per me non è un problema.» Abbassa lo sguardo, poi fa cenno a Whisky di uscire e così tutti e tre lasciamo la cameretta. «Ma Audrey non vuole.»

«Gliel'hai chiesto?»

«Sì. Non stiamo insieme da molto, è vero, ma...» Si gratta la barba sul mento, pensieroso, arrivando al salone. «Ma per me tu sei importante. Tanto importante. Lei non lo capisce, ma è così.»

«Mi odia?»

«Non lo so. Non credo, forse è una questione di principio...»

Prepara il caffè per entrambi e per sé anche una colazione salata con uova e bacon, il cui odore mi fa salire la nausea. Come fa a mangiarli da appena sveglio?

A me passa i soliti cornetti di uno sponsor in cui spalmare una crema alla cioccolata. Dovrei tornare da "Nubi di Cacao", non ho notato se avevano delle creme spalmabili.

Mike impiatta la sua colazione e si siede con me al tavolo della cucina. «Come si chiama l'autrice del libro che stai leggendo?»

«Little Baby, perché?»

«Intanto ordino uno dei suoi libri, che dici?»

Passiamo qualche minuto a leggere dal suo telefono i titoli, le trame e alcune recensioni. Scegliamo per "Calore sul mare a ferragosto", l'ultimo uscito. Sono brava a non far trasparire che so più di ciò che sembra sul conto dell'autrice, mentre Mike scopre che ha una quindicina di libri pubblicati e che il suo seguito è vastissimo. Tengo per me che tra il suo seguito c'è Nelly.

Il mio telefono sul tavolo vibra per l'arrivo di un messaggio di Sasha.

"A che ora avevamo detto per oggi?"

Oggi. Ci dobbiamo vedere per quelle foto di cui abbiamo parlato pochi giorni fa.

«Mi puoi riportare a casa o ti faccio fare tardi all'allenamento?» chiedo a Mike.

«Non faccio tardi, è presto. Hai fretta di andare via?»

«Sì, no, cioè, non per te. Sasha mi ha chiesto se può fotografarmi mentre suono, così devo andare a casa e rendere tutto un po' più presentabile. Casa sua è una reggia, la mia le sembrerà una catapecchia.»

Sparecchia il tavolo, mettendo il suo piatto nella lavastoviglie insieme alle tazzine vuote. «È una bella cosa. Non preoccuparti, Sasha non morde e non giudica.»

Gli sorrido, solo in parte rincuorata. «Ma viene da un ambiente diverso dal mio. Ho paura di essere da meno.»

«Non lo sei. Non per cose che non dipendono da te. Cioccolatino, sul serio, devi farti meno paranoie. Nessuno ha il dito puntato contro di te aspettando che tu faccia un passo falso.»

Abbasso lo sguardo, perché non so come reagire. Forse ha ragione, dovrei pensare di meno. Sasha è stata una buona amica con me, mi ha ospitata da lei e ha cercato di farmi stare tranquilla quando ho preso la sbronza. Ma sono tramortita dagli eventi e ho paura di non saper più gestirli.

«Tutto insieme è tanto» mormoro. «Vorrei avere tempo per assimilarlo.»

«Ce l'avrai» dice, con un tono rassicurante. Mi scocca un bacio sulla guancia. «Andiamo, ti riporto a casa.»

Spazio autrice
Eccoci anche con questo capitolo. Vi aspettavate che Mike scoprisse la lettera di Liam?

E ricordavate l'appuntamento tra Sasha e Lav? Come andrà secondo voi? (lo scoprirete la prossima settimana)

Fatemi sapere cosa ne pensate, per me è molto prezioso <3

Grazie per la lettura (e la pazienza), baci a tutti,
Snowtulip.

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