Capitolo 38 (prima parte)
«Cioccolatino, buongiorno.» Lavinia mi sorride, con il viso chiazzato di rosso. Tra le mani stringe lo stesso vassoio con cui le ho portato la colazione la prima volta che ha dormito da me.
Mi ha portato il caffè e un pacco di cornetti.
Sono confuso. Siamo a casa mia, giusto?
«Dove li hai presi?» le chiedo, sedendomi.
Sorride, bellissima, ancora arrossita. «Oh, c'è Eva. È arrivata mentre stavo cercando in cucina e mi ha dato una mano a trovare tutto. È stata gentilissima, era sorpresa anche lei di vedermi qui.»
«Non è stato imbarazzante, vero?»
«Vedere lei no, non lo è stato.» Posa il vassoio sul letto e mi passa la zuccheriera, ma capisco che qualcosa non va.
«Puoi dirmelo, se qualcosa ti imbarazza.»
«Io posso anche dirtelo, ma nessuno può farci niente» mormora, girando il cucchiaino nella sua tazzina.
«Proviamo.»
Beve il caffè in un solo sorso. «Eva fa lo stesso lavoro di mia madre. Tu hai una donna di servizio, io invece faccio parte dell'altra faccia di quel mondo, quello delle donne di servizio, delle cameriere...»
«A me piacerebbe non avere una donna di servizio» le dico. «Ma non sono bravo a tenere pulita casa. Ci ho provato, credimi... ma sono sempre stato un disastro. Per me è come se dovessi ordinare da asporto perché non so cucinare.»
«Lo so, Mike. Per questo non è colpa di nessuno. Io vorrei che non ci fosse questa differenza, ma la sento tutta. Soprattutto dopo gli ultimi giorni. Io...» Abbassa lo sguardo mordendosi il labbro. «Lasciamo stare.»
Mi sporgo verso di lei e le do un bacio sulla guancia. Vorrei che Eva non fosse qui per potermi rotolare tra le lenzuola con Lavinia. Con il mio cioccolatino.
«Questa notte» riprende a dire. «Ti ho svegliato?»
«No, ho dormito tutto di filato. Perché?»
Sorride, illuminandosi. «Hai parlato nel sonno.»
«E che ho detto?»
«Non l'ho capito.» Arrossisce un'altra volta, facendomi capire che non è vero e che ho detto qualcosa di imbarazzante.
«Non volevo metterti a disagio» le dico, prima di mangiare un cornettino in un solo boccone.
«Non l'hai fatto. In realtà mi hai aiutata a dormire.»
Ora tocca a me sorridere. Sono felice di averle riportato la quiete necessaria per addormentarsi. Metto a tacere il dubbio cosa diamine possa aver detto, perché non è importante. So di parlare nel sonno, ma Audrey mi ha sempre rassicurato sul fatto che lo facessi a voce tanto bassa da non svegliare Liam nella culla.
Finiamo di fare colazione e poso il vassoio sul comò davanti alla televisione.
«Non lo riportiamo in cucina?» mi chiede Lavinia.
«Non ora. Vorrei restare un po' con te.» La raggiungo a letto e la bacio, andando subito a stringerle un seno per farle capire le mie intenzioni. Da lunedì ad oggi sembra passata una vita. Sono stato bravo e non mi sono dato al lavoro di mano mentre ero in Turchia per la partita, ma non riesco a pensare di uscire da questa stanza senza essermi saziato della sua bellezza.
Mi lascia fare, scaldandosi sotto il mio tocco, e sembra che non le dispiaccia per niente perché, appena insinuo una mano nelle sue mutandine, è bagnatissima. Anche lei ne ha voglia.
«Se Eva ci sentisse?» sussurra.
«Faremo piano» mormoro. «Sa che se la porta della stanza è chiusa non può entrare.»
La spoglio famelico, perché desidero vederla tanto quanto desidero baciarla e intingermi nella sua cioccolata. Anche lei mi toglie i vestiti in fretta, come se non volesse altro. Mi ritrovo seduto sul letto, eccitato da lei, dai suoi baci sul collo e dalle sue dita che me lo stanno stringendo di nuovo, con quel candore splendido che mi manda subito fuori di testa.
Lavinia è un sogno che prende forma e io sono fortunato ad essere qui con lei.
«Dovresti fermarti» le dico. «Potrebbe non piacerti vedere cosa succederà.»
«E se invece ti dicessi che lo voglio?»
Continua a eccitarlo, tanto che accende il desiderio di ben altro in me. Chiudo gli occhi, godendomi il suo tocco. «Se ti chiedessi di assaggiarlo?»
«Intendi... Vuoi che lo baci?» mi chiede, ora immobile.
«Baciarlo, leccarlo, succhiarlo... Sì, insomma. Sempre che a te stia bene.»
«Non l'ho mai fatto.» Allontana anche la mano da me. L'ho spaventata?
Apro gli occhi, è seduta accanto a me, pensierosa. Fissa la mia erezione, stimolata fin troppo dalla sua sola presenza. «E se tu dovessi, ecco, venire mentre io lo sto facendo?»
«Non ci avevo pensato. Come non detto, sdraiati.»
«Mike, ma...» prova a dire, ma la interrompo posandole un dito sulle labbra.
«C'è Eva. Non facciamo cose che ancora non conosci» mormoro. «Sarà per un'altra volta.»
«E se non fossi capace?» mi chiede. «E se mi facesse schifo?»
Le stampo un bacio a fior di labbra. «L'avevi detto tu, è meglio se ti abitui piano piano. Ho corso troppo, devi dirmelo se lo faccio.»
«Non stai correndo» mente, perché è arrossita.
«Cioccolatino, per me sei un libro aperto» le sorrido. Prendo un preservativo dalla busta di Niko e mi sdraio su di lei. «Questo ti farà stare più tranquilla, ti ridarà un po' di pace. Ma stavolta non urlare, meglio non essere uditi.»
La bacio, facendomi largo tra le sue gambe. Invece di continuare a baciarla, le accarezzo il viso, con il pollice che percorre il contorno delle sue labbra. Glielo spingo dentro, così come sto facendo più in basso. Lavinia mi fissa esterrefatta, eppure non ha l'aria infastidita. La sento più calda, credo che anche lei ne sia eccitata.
«Per abituarti» le dico. «Lui è più grosso, ma intanto un dito è simile.»
Lo sposta dalla sua bocca. «E cosa dovrei farci?»
«Quello che ti ho detto prima. Vuoi provare?» Sto pulsando dentro di lei, l'orgasmo sta arrivando con prepotenza.
«Va bene» mi sorride, bellissima, con i capelli sparpagliati sul cuscino, quei suoi occhi profondi che sembrano scrutarmi fino in fondo all'anima. Avvicina la mia mano a sé e mi bacia il polpastrello del pollice, prima di accoglierlo con dolcezza e iniziare a succhiarlo, come un lecca-lecca.
Le sorrido serafico. «Stai andando bene.»
Riprendo a muovermi su di lei, mentre la sua lingua mi bagna il dito, accendendo il mio desiderio di arrivare fino in fondo e di sentirla muovere quelle labbra aggraziate in un altro punto.
«Cioccolatino, sei bravissima.»
La penetro ancora, di forza, tanto che lei deve controllarsi per rimanere in silenzio, serrando la bocca per non lasciarsi sfuggire neanche un mugolio.
Continua a succhiarmi, tanto che riesco a rimanere duro più a lungo dentro di lei, coccolando la sua intimità con altre spinte.
Mi manda fuori di testa, annebbia ogni mia capacità cognitiva. Perché ci ho messo tanto a farmi avanti? Perché non l'ho conosciuta prima? Avrebbe alleviato ogni mio malessere, il suo corpo nudo e accaldato è un balsamo dolce per tutte le ferite dell'animo.
Ci diamo tregua, sciogliendo il nostro amplesso. La bacio, cercando di trasmetterle che con lei sto bene, e Lavinia mi ricambia. La sua bocca sa davvero di cioccolata, non so come sia possibile che una donna abbia questo sapore.
«Mi fai stare bene» mormora appena la lascio libera di respirare. «Se non ci fossi tu, starei uno schifo. Grazie per essere entrato nella mia vita.»
Le porto una ciocca dietro l'orecchio e le accarezzo la guancia accaldata. «Vale lo stesso per me. Senza di te, niente avrebbe senso.»
Ride, ancora più splendida dopo aver goduto. «E tutti quei discorsi su Liam che mi facevi ieri?»
«Liam è il mio giorno, tu la mia notte. Ho bisogno di entrambi, in modo diverso, per essere felice.»
Mi abbraccia, intenerita. «È molto bello come tu pensi a noi due. Intendo a me e tuo figlio.»
«Cioccolatino, a proposito di questo... Che ne dici? Accetti di vedere tuo padre? Fidati di uno che lo è.»
Si scioglie nell'abbraccio, come panna in una tazza di cioccolata calda. «Sì, Mike. Va bene.»
Spazio autrice
Scusatemi per l'aggiornamento serale, ma l'influenza mi sta ancora tenendo KO. Anche oggi ho passato la giornata a letto e solo a fatica ho riletto il capitolo (spero che abbia tutto senso).
Spero che questi due si siano fatti perdonare per il ritardo ;)
Vi anticipo che ci saranno solo due parti, quindi il prossimo aggiornamento sarà venerdì, con un piccolo dialogo molto importante <3
Baci a tutti,
Snowtulip.
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