Capitolo 26 (prima parte)

Piego il mio abito "verde Vulnus" e lo ripongo nello zaino, accanto alla bustina trasparente in cui Nelly ha impacchettato i vestiti per me. Ho provato la canottiera prima del nostro turno, mi calza come un guanto, mentre i pantaloncini che mi ha prestato sono di un tessuto sottile ma morbido, anch'essi aderenti.

Le ho raccontato delle ragazze della squadra, che mi hanno accolta nel gruppo anche se mi conoscono a malapena. Ludovica ci ha inviato una foto di Marco Regis che cucinava delle verdure per cena in una padella, il tutto senza che si accorgesse di essere inquadrato e in una posa così spontanea che ho faticato a rivederci lo stesso centro di due metri che si muove come un orso sotto canestro.

A lei ha replicato Sasha, mandando una foto di Niko che si ingozzava di spaghetti seduto nella loro sala da pranzo. Zoe, la moglie di Claudio Stoppani, ha risposto con l'immagine del marito seduto sul divano con i due bambini che guardano Il libro della giungla. E da lì i commenti delle altre sono stati sui figli che sembrano arrampicati sul padre per vedere la televisione, come se si fossero calati a tal punto nelle vicende di Mowgli e Baloo.

Con un paio d'ore di ritardo rispetto agli ultimi messaggi, prendo parte alla conversazione, con un semplice "che belli" alla foto di Zoe. Sembra scortese non dire niente, dopo tutti i loro messaggi così carini nei miei confronti di oggi pomeriggio.

"Stai ancora lavorando?!" mi chiede Sasha, aggiungendo un'emoticon sorpresa.

Mi scatto un selfie dall'alto, in cui si vede che sono pronta per uscire, e glielo mando. Mi manca solo la giacca di pelle da indossare e sono pronta.

Saluto Nelly, che si raccomanda ancora una volta. «Ricordati di scrivermi.»

Annuisco, indosso la giacca e zaino in spalla mi dirigo all'uscita.

"Credo che uno di questi giorni ci troverai da te" dice Sasha. Sta alludendo alla proposta di Pala.

"Ah, sì?" replico, rimanendo anch'io sul vago. Poi le aggiungo in privato: "So di che parli, ma non voglio insospettire Elena".

"Brava ragazza" risponde lei aggiungendo la faccina che mi fa l'occhiolino.

Raggiungo Mike nel parcheggio ed entro in macchina. Non è venuto a cena qui, perciò non indossa abiti eleganti, ma dei jeans mezzi strappati e una felpa blu. Mi guarda sorpreso, come se avessi qualcosa che non va, ma mi attira a sé per baciarmi a fior di labbra. Non pensava che sarei arrivata senza essermi struccata, ma desideravo vederlo il prima possibile, almeno per calmare il turbinio delle mie paranoie.

«Non voglio crearti false illusioni per stanotte» dico subito, anticipando qualsiasi parola da parte sua. «Non sono pronta.»

Scuote la testa con un cenno lieve, poi accende il motore e fa manovra per uscire. «Non mi sono creato alcuna falsa speranza. Ti ho detto che voglio andarci piano. Non ti avrei mai proposto di farlo stanotte e credo che non lo faremo ancora per un po', fino a quando tu deciderai che sarà arrivato il momento.»

Il cuore mi fa un gigantesco capitombolo nel petto. È disposto ad aspettarmi. Deciderò io quando lo faremo.

«E per quanto riguarda i... preliminari?» mormoro. Non riesco a dire certe cose ad alta voce, figuriamoci con lui!

«Dipende. Anche i baci sono dei preliminari» sorride, nonostante il tono serio. «Se faccio qualcosa per cui ancora non ti senti pronta, mi fermi. Sono in grado di controllarmi. Però devo avvertirti, perché non voglio che ti imbarazzi.»

Più imbarazzante del parlare di preliminari?

«Non spaventarmi.»

«Spero che non ti spaventi per così poco» ride. «Perché sono il primo a essere preoccupato. A fartela proprio breve, a una certa parte di me piaci parecchio. Manterrò il controllo su quello che posso fare io, ma non posso controllare quello che fa lui

Cerco di non scoppiare a ridere, perché fa parte delle avvertenze di Nelly. Amo da impazzire il modo in cui Mike si pone con me e amo ancora di più questo suo lato nascosto che lo rende un ragazzo fantastico. Non avrei potuto avere una persona migliore ad accompagnarmi nelle prime esperienze – nonostante si tratti proprio di lui. Dimostra di tenerci ogni volta in cui dobbiamo parlare di argomenti simili.

«Tranquillo, non c'è problema. Per me sarà strano, ma va bene. Sarebbe stato strano comunque.»

Tira un sospiro di sollievo, come se si portasse queste poche parole come un macigno.

Il tragitto per arrivare da lui è ben più lungo rispetto a quello solito per riportarmi a casa, così mi lascio cullare dalla sua guida sicura e prendo il telefono per controllare se ci sono altri messaggi delle ragazze. Anja non aveva idea della prospettiva di venire all'Oasi e Sasha, con una disinvoltura che le invidio, le ha risposto con un "Ne stavo parlando con Daniele e Niko, magari venite anche voi".

Apro la tastiera per rispondere, ma poi ci ripenso e decido che è meglio lasciar perdere. Chiudo tutto e poso il telefono sul sedile accanto alla mia coscia.

«Sei stanca?» mi chiede Mike.

«Non tantissimo, stamattina mi sono alzata tardi.» Gli racconto che ho lavorato un po' alla Sinfonia Due e mi sono occupata delle faccende di casa, e lui mi parla di come è andato l'allenamento.

«Ho provato a prendere Léo da parte, non capisco che accidenti abbia. È bastato il solo ritorno di Jacob a farlo stare uno schifo, come se non contasse nulla. Non capisce che serve a tutta la squadra avere uno forte come lui che parte dalla panchina... Mi sembra di avere di nuovo a che fare con Niko, solo che Niko è un idiota che si crea problemi dove non esistono. Mentre Léo... non so spiegarmelo, ma ci vedo qualcosa di più pesante.»

«Intendi qualcosa di simile a ciò che hai provato tu alla fine della scorsa stagione?» gli chiedo, con un lungo giro di parole. Non ho idea di come definire il suo stato vicino alla depressione senza invadere la sfera privata delle emozioni negative.

«Ho paura di sì. E ho il sospetto che il Fabbro ne abbia discusso con Jacob. Vorrei mettere le cose a posto, so cosa significa stare male fino a quel punto... Non vorrei che la situazione sfuggisse di mano a tutti. Al coach per primo, perché non sono sicuro che riesca a comprendere un certo tipo di fragilità.»

«Hai provato a parlargliene?» gli suggerisco. «Colucci non mi sembra uno stupido.»

«No, non è stupido. Però è un uomo d'altri tempi e con un'altra mentalità... certe debolezze, che oggi sono accettate e a cui si fa attenzione, ai suoi tempi erano qualcosa di cui vergognarsi. Se uno è triste perché ha gli affari suoi, per il coach non può permettersi di far sì che ne venga condizionato negli allenamenti o, peggio, nelle partite. Cioè, sì per alcune cose, ma la depressione non è facile da far comprendere a chi non ce l'ha. E lo dico io che sono riuscito a tirarmene fuori solo perché sono stato così attento da non piombarci dentro.»

Superiamo il cancello che circonda le palazzine e che mi incanto a guardare: anche se sono più vecchie di me, sembrano edifici modernissimi e dotati di qualsiasi comfort. Ci sono già stata quando Mike era salito a prendere Whisky, lasciando me ad aspettare Ethan, ma questa sorta di ordine geometrico tra gli edifici, le aiuole curate e rigogliose, gli alberi piantati con cura tutt'intorno... mi restituiscono una sensazione di ricercato benessere che non conosco. Casa mia, al confronto, gli sarà sembrata una catapecchia.

Mike sistema la macchina nel parcheggio sotto il suo palazzo.

Scendiamo e insieme raggiungiamo l'ascensore per salire al suo piano, il quarto.

«Se mi ha mangiato le ciabatte, cambio cane» scherza Mike, tirando fuori le chiavi di casa. Appena le infila nella toppa sentiamo che c'è qualcuno dietro ad aspettarlo e, appena lo vede, Whisky si erge su due zampe, posando quelle anteriori sulle sue gambe.

Sul muso ha un'espressione festante, come dimostra anche la coda che scodinzola.

«Su, su, entra» gli dice Mike. «Non fare rumore, che è tardi.»

Il batuffolo bianco ubbidisce e lui mi fa cenno di precederlo all'interno. Non sapevo come immaginare il luogo in cui vive, ma devo dire di non esserne delusa. Sono accolta da un soggiorno che è spazioso circa la metà del mio intero appartamento, con delle mattonelle bianche striate di grigio e su cui i nostri passi rimbombano. Un tappeto persiano ci tiene a farci sapere qual è il centro della stanza, ma lo fa con una sorta di rispetto, quasi pronunciasse un "signori, di qua potete ammirare tutta la sala". Mi ci posiziono sopra e mi guardo intorno, mentre Mike accende la luce e richiude la porta di casa.

La stanza è rettangolare, dagli angoli partono diversi corridoi che portano ad altre zone, immagino camere da letto, inclusa quella del figlio, oltre alla cucina e al bagno. Probabilmente, se gli spazi sono ampi come credo, ci saranno almeno altri due o tre locali che non ho idea di come si potrebbero riempire. Una parete è interamente coperta da una libreria, in cui però al posto dei libri ci sono dei modellini fatti con i Lego – tutti posizionati sopra il metro e mezzo dal pavimento, immagino per tenerli lontani da Whisky.

Un angolo è adibito a piccolo salotto, con un divano ad angolo e un paio di pouf morbidi per allungare le gambe mentre si guarda la televisione. A farle da corolla ci sono delle console di gioco, con delle custodie di videogiochi lasciati in disordine tra cui vedo chiaramente l'immagine di Crash Bandicoot. Saranno lì per il figlio di Mike.

«Dai, andiamo» mi sorride lui, prendendo il mio zaino con il cambio. Lo seguo in uno dei corridoi, arrivando nella camera da letto, che di fronte ha la posta spalancata che conduce al bagno.

Posa il mio zaino sul pavimento accanto al letto. «Se vuoi farti una doccia, ti prendo gli asciugamani.» Ritorna nel corridoio e apre un armadio a muro, in cui sono riposti panni da cucina, asciugamani, lenzuoli, tende e le coperte invernali.

Dev'essere comodo avere un corridoio-armadio.

Mi metto sulla punta dei piedi e lo bacio.

Spazio autrice

Eccoci alla prima notte tra Lavinia e Mike. Nella seconda parte (arriverà venerdì) vedrete come proseguirà, se avranno occasione di fare "qualcosina"... Oppure se invece se ne staranno buoni a dormire XD

Questa parte di storia sarà tutta incentrata sul loro rapporto nell'intimità e sarà così per, be', non posso anticiparvi per quanto tempo XD

Ma, soprattutto, vi piace come sta evolvendo il loro rapporto, un pezzo alla volta?

Baci a tutti,
Snowtulip.

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