Levi Ackerman
-Ah, e Levi.-
Mi volto verso Erwin, incitandolo con un muto sguardo a parlare.
-È una classe un po' problematica... Non essere troppo severo, con quei ragazzi.-
Mi fa un occhiolino e se va fischiettando.
-Come se non si sentisse...- mormoro tra i denti quando un forte "Sei morto Jeäger!!" arriva alle mie orecchie.
Mi decido ad aprire la porta e noto come tutti, alla mia violenta ed improvvisa entrata, abbiano iniziato a correre ai loro posti.
Sbatto con forza la porta alle mie spalle e metto poco delicatamente la mia borsa sulla cattedra. Mi appoggio ad essa con le mani e squadro in silenzio quella che da quel giorno sarebbe stata la mia classe.
Nonostante tutto sembrano aver capito con chi hanno a che fare.
-Lei è il supplente?-
Volto lo sguardo cercando chi avesse osato parlare senza chiedere il mio consenso. È un ragazzino pelato che mi fissa curioso con due grandi occhi color mandorla.
-Come ti chiami?- chiedo evadendo la domanda.
-Connie Springer.-
-Bene, Springer, ti dispiacerebbe venire qui alla lavagna e illustrarmi ciò che avete fatto fino ad ora. Così, giusto per sapere da dove devo iniziare a spiegare. Ah, e avrà il voto, ovviamente. Un bel voto immagino, dato che non penso voi siate così... Come dire, infantili, da non studiare non appena la professoressa di storia viene a mancare senza pensare che, com'è giusto che sia, la scuola sia già mobilitata per trovare un supplente, dico bene?-
-...-
Non ricevo risposta se non gli sguardi stupiti e terrorizzati degli alunni.
Fin da quando ero piccolo il mio atteggiamento freddo e distaccato ha sempre messo paura a tutti, al punto tale che mi sono ritrovato praticamente solo. Erano e sono tutt'ora poche le persone che mi accettano per quello che sono e, anche se non lo dirò mai, sono loro grato.
-Allora? Preferisci uscire e rimediare un'insufficienza non molto grave o restare a posto e prendere due?- lo vedo deglutire e spalancare gli occhi.
-E...Esco subito!- strilla alzandosi in piedi e avanzando con passo meccanico. Noto con piacere che è più basso di me. Chissà, forse potrei alzargli il voto.
-Perfetto. Dimmi tutto, ragazzo fortunato.-
Quello inizia a parlare di Cristoforo Colombo e la scoperta d'America ma non gli presto la dovuta attenzione, cogliendo solo spezzoni come "1700" o peggio "la Nina, la Pinta e la Wall Maria". Prendo un respiro profondo cercando di mantenere la calma, inutilmente.
-Mh. E quindi la Santa Maria è andata a farsi benedire.- chiudo gli occhi continuando a tamburellare le dita sulla superficie legnosa della cattedra, sempre più velocemente.
La classe scoppia in una fragorosa risata che non zittisco per due motivi. Il primo è che si sono dimostrati abbastanza intelligenti da capire il riferimento ad una delle tre navi usate da Colombo per raggiungere le Americhe, l'altro perché in fondo questo idiota merita di essere un po' umiliato.
-Sarebbe un tre perché qualcosa lo hai detto ma ti do quattro per buona volontà.- l'ho detto che gli avrai alzato il voto.
La campanella suona poco dopo.
-Benissimo ragazzi, spero abbiate capito che qui non so scherza. Io sono il professor Levi Ackerman, ci vediamo mercoledì.-
Non aspetto la risposta della classe ed esco, dirigendomi in aula insegnanti.
-Buongiorno, lei è il supplente in 3C, giusto? Io sono Petra Ral e insegno loro inglese. Lei è...?-
-Levi Ackerman.- rispondo semplicemente stringendo la mano che mi porge. È calda e morbida al tatto, sembra la mano di una madre quando ti lascia una carezza sul viso.
-Molto piacere. I colleghi sono a lezione mentre io ho due ore buche.- continua a parlare ed ogni dettaglio in lei, a partire dalla voce vellutata ai lisci capelli carota, mi rimanda ad una madre.
-Io ho solo un'ora, poi ho lezione in un'altra classe a cui devo fare supplenza. La 4C se non sbaglio.-
-Ah certo. Ti do il registro della classe allora, mio marito Oruo insegna lì inglese.- mi sorride calorosa mentre traffica in un cassetto alla disperata ricerca di un singolo foglio.
-È sposata?-
-Sì, il venti marzo facciamo tre anni. Oh, se non sbaglio c'è un alunno in 3C che compie gli anni a marzo, non ricordo chi fosse però... Ah, trovato!- sorride raggiante estraendo una cartelletta rossa. -Qui ci sono tutti i registri della scuola, ha altre classi?-
-No.-
-Sa abbiamo anche due bellissimi bambini: Eld e Ghunter! Sono gemello ed è incredibile come ogni qual volta l'uno stia male anche l'altro non si senta bene. Ah eccolo! Tenga, il registro delle sue classi. Non era passato a ritirarlo prima?-
-No, ero in ritardo.-
-Oh, mio marito è perennemente in ritardo! Deve sapere che...- lei continua a parlare e non posso fare a meno di notare quanto le brillino gli occhi quando parla della sua famiglia. Deve amarli molto... -Non le dico quanto si è arrabbiato il preside! E gli studenti poi, tutti che ridevano! A proposito, in 3C..-
-Petra.- la interrompo, ormai stanco delle sue continue chiacchiere e stufo di fingere interesse. -Mi stai disturbando.-
Niente mezzi termini, girare intorno ad una questione mi dà fastidio. Se poi ripenso a tutte quelle ragazzine balbettanti che mi confessavano in una fottutissima mezz'ora i loro sentimenti da brave universitarie in piena crisi ormonale...
-Oh. Scusami, hai ragione. È che voglio loro così tanto bene... Lei non ha mai desiderato una famiglia?-
Non rispondo, chiudendomi nel mio mutismo e lei finalmente demorde.
Una famiglia, eh?
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