Capitolo 9

— Ditemi perché.
Cosa perché?
Perché devo andarci.
Era pomeriggio inoltrato. Il sole, in fase di tramonto, illuminava il castello con i suoi raggi, facendogli assumere il colore delle pesche. Il cielo, coperto da poche nuvole nonostante l'acquazzone di quella mattina, era tinto di vari colori, tra cui il rosa, l'arancione tenue e persino il blu della notte. Gli alberi danzanti, quasi del tutto spogli, erano coperti da poche foglie secche, sul punto di cadere, e il vento fischiava minaccioso. Degli uccelli cinguettavano stancamente, ritirandosi nei loro nidi, e anche gli altri animali si stavano rintanando, portando con sé provviste di ogni tipo.
Perché , Lily, e poi hai pure contribuito a decorare quindi devi essere presente per forza. rispose Mary, tentando di spazzolarsi i capelli. Sì, tentando, perché loro e la spazzola sembravano non volersi staccare, e più Mary tirava di più si aggrovigliavano. Quello sì che era vero amore.
Ma saranno tutti grondanti di alcool dopo appena venti minuti! esclamò Lily, schifata al solo pensiero di ciò che accadrà alla festa. — ...sul serio,potrei vomitare.
Così la fai troppo tragica, Lils. disse Alice, ridendo e scuotendo la testa. Vedrai che ti divertirai!
Esatto, testa rossa. approvò Mary,girandosi un attimo per guardare Lily negli occhi, gli occhi verde smeraldo che lei a volte tanto invidiava. Ci sarà Remus con cui, se rimarrà in condizioni decenti, potrai parlare di... studio,bleah.
L'espressione della mora, che esprimeva puro ribrezzo, scatenò l'ilarità delle altre. Alice si fermò, di botto, assumendo un cipiglio pensieroso.
Ma avete mai pensato come possa essere Remus quando beve troppo? chiese, come se fosse una delle sue domande esistenziali da quando era bambina. Mary si girò verso di lei, con la fronte corrugata e lo sguardo confuso. Lily invece fece spallucce, rivolgendo il suo sguardo nuovamente verso lo specchio e continuando a prepararsi.
É uno di quelli che diventano più dolci del normale e si addormentano beati e felici, l'ho visto a una festa. Comunque —disse, ridacchiando e poi diventando improvvisamente seria. non mi va di stare in una stanza e vedere degli imbecilli poco sobri che strisciano, si rotolano per terra e mi alitano in faccia colazione, pranzo e cena.
La rossa rabbrividì al solo pensiero.
Ma almeno saranno abbastanza svegli da non cadere giù per le scale, no? disse Mary, ridendo. Nell'esatto momento in cui finì di pronunciare la frase, si sentì un gran fracasso fuori dalla porta bianca del dormitorio, un miscuglio di tonfi, urla e gemiti. Qualcuno era caduto dalle scale.
Appunto. disse Lily, che aprì la porta sospirando. Le scale, davanti ai suoi occhi, si ricomposero, essendo prima diventate uno scivolo. La rossa scese qualche gradino, guardando sempre in basso, e allungando un po' il collo riuscì a intravedere Frank Paciock. Con la faccia spiaccicata sul pavimento di legno della Sala Comune. E un bernoccolo in fronte.
Trattenne a stento le risate a quella vista, nascondendone di eventuali con dei finti colpi di tosse.
Siamo pronte. disse Lily, ghignando. Frank la osservò in cagnesco per alcuni secondi, assottigliando gli occhi.
E non potevate essere pronte prima, così questi stupidi scalini di questa stupida scala non si trasformavano in uno stupido scivolo? domandò il ragazzo, fulminandola con lo sguardo e alzandosi da terra. Tutti risero a quella frase, trascinando anche Frank, mentre Alice correva da lui preoccupata, controllandolo per assicurarsi che stesse bene.
Dinanzi alle scale del dormitorio c'era la squadra di Quidditch di Grifondoro, al completo, e i Malandrini. Lily arrossì per il fatto che lei, Mary e Alice fossero le ultime a dover arrivare.
Accanto al gruppo, per terra, giacevano delle casse piene di varie bibite e alimenti -principalmente dolci-, grandi o piccole a seconda di ciò che contenevano.
Evans! esclamò James, ghignando. Come va la vita?
Andava bene, prima che ti conoscessi. — rispose Lily, incrociando le braccia. E poi mi vedi ogni giorno, idiota, dovresti saperlo.
Ma mica posso sapere com'é il tuo umore quando sei in dormitorio... rispose il moro, mostrando poi un sorrisetto malizioso. —O forse posso.
Le guance di Lily assunsero un lieve colore rosato al solo pensiero di James che spiava lei e le sue amiche attraverso il buco della serratura, dopo esser riuscito a salire. Le venne un brivido.
Vogliamo andare? chiese Mary,che aveva appena sceso le scale.
Ciascuno di loro prese una cassa a testa, uscendo dal buco del ritratto e marciando verso la Stanza delle Necessità, silenziosi, senza rendersi conto che qualcuno li seguiva, facendo risuonare i suoi passi nel corridoio.
Tap, tap, tap.
Erano tacchi, era certo. Probabilmente era una donna quella che li seguiva, forse persino un'insegnante. Se fosse stata la McGranitt, sarebbero finiti tutti nei guai, specialmente Lily.
Tap, tap, tap.
I passi erano sempre più vicini, e nessuno del gruppo si era ancora accorto di essi. D'un tratto, cessarono, proprio quando i ragazzi si erano fermati per riprendere fiato, posando tutto ciò che tenevano in grembo a terra.
— Hem hem. — tossicchiò la donna, alle loro spalle, palesemente divertita. Tutti sobbalzarono, girandosi di scatto.
Buongiorno, professoressa Wilson. disse Frank, con un sorriso tirato fino all'inverosimile, agitando nervosamente la mano.
Cosa ci fate nel corridoio, ragazzi? chiese la professoressa, alzando un sopracciglio e sorridendo. Rivolse un'occhiata alle bevande e al cibo che si trovava dietro di loro. Fate una festa?
I ragazzi abbassarono lo sguardo, colpevoli, con l'espressione di un bambino che é stato scoperto a rubare i biscotti.
Professoressa, ci dispiace, noi non... iniziò a dire Lily, rossa come i suoi capelli dalla vergogna, ma venne interrotta dalla professoressa.
C'é un passaggio segreto, girando a sinistra, che vi porterà proprio davanti al punto in cui dovrebbe comparire la Stanza della Necessità. disse la Wilson, facendo l'occhiolino ai ragazzi, che la guardavano stupiti.
Non ci metterà in punizione? chiese Sirius, spalancando gli occhi. Mai visti alunni che ti chiedono di essere messi in punizione, pensò la donna, sorpresa.
No, certo che no. Una pausa serve ogni tanto, soprattutto per festeggiare una vittoria. disse la professoressa, ridendo. Però non bevete troppo!
Lily guardò riconoscente la professoressa, annuendo, mentre tutti riprendevano in mano le casse. Dopo aver rivolto un ultimo sguardo ammirato alla donna, i ragazzi ripresero la strada verso la Stanza delle Necessità.
Eccoci! disse Sirius, trionfante, quando finalmente arrivarono. Il giovane iniziò a marciare davanti a un -apparentemente- semplice muro, ad occhi chiusi, avanti e indietro per tre volte. Dopodiché, apparve un gigantesco portone di quercia, pieno di vari ricami e disegni. Quando venne aperto, esso rivelò una stanza molto grande, nella quale spiccavano i colori rosso e oro. C'era un tavolo lungo, messo vicino al muro, che probabilmente serviva per poggiarvi il cibo e le bevande, e un altro tavolo con una tovaglia rossa, ricamata con fili dorati, vicino al quale vi erano tredici sedie, una per ciascun partecipante alla festa. C'era anche una grande pista da ballo, con uno stereo sul quale erano poggiati una moltitudine di album, tra cui quelli dei Beatles - una band babbana.
Appese ai muri, i quali erano rigorosamente dei colori dei Grifondoro, così come quasi tutti gli oggetti della stanza, vi erano vari festoni, palloncini e striscioni: quello di Sirius - "Serpeverde schiappe" -, uno con su scritto "Alla faccia delle serpi" e un altro su cui era disegnato il campo da Quidditch, con intorno i visi sorridenti dei componenti della squadra dei Grifondoro. Ogni particolare era molto curato, ogni ombra era al posto giusto, ogni viso disegnato era corrispondente in ogni linea e in ogni colore a quello reale, e il disegno sullo striscione sembrava quasi essere una foto.
Chi l'ha fatto? chiese Marta, con la mascella che aveva raggiunto il pavimento per lo stupore.
Lily. disse sorridendo Remus, indicando la rossa, la quale sorrise radiosa.
Ma é bellissimo! esclamò James, d'impeto, sgranando gli occhi, mentre le guance di Lily assumevano un lieve colore rosso. Non sapevo che tu eri capace di fare disegni simili!
Sai, Potter, sono un'artista in incognito. disse Lily,ridacchiando.
Però c'é un particolare che non combacia... disse Theodore, assottigliando gli occhi, mentre la rossa iniziava già a preoccuparsi a morte. Cosa aveva sbagliato? — ...William non ha mai fatto un sorriso in vita sua. Tutti sanno che i muscoli attorno alla sua bocca non hanno la capacità di piegarsi all'insù.
Lily si tranquillizzò, tirando un sospiro di sollievo e ridacchiando ancora, mentre William cercava di arrivare a Theodore per picchiarlo. Per fortuna non poteva, visto che era trattenuto da un'Amanda piuttosto divertita.
Dai, Willy, non ti offendere, tutti abbiamo dei difetti. disse Richard, ghignando. Per esempio, la pelle del viso di Theodore non si é ancora decisa a produrre dei bei baffoni.
Non é vero, io i baffi li ho! disse l'altro gemello, indignato, colpito nell'orgoglio.
Dove? Qualcuno mi dia una lente di ingrandimento! esclamò Richard, ghignando e poi illuminandosi all'improvviso Ah,sì! I tuoi baffi erano quel pelo che ti era spuntato a quattordici anni e che io ti ho strappato con la pinza mentre dormivi!
Tutto il gruppo si mise a ridere a crepapelle, mentre i due gemelli si davano pugni scherzosi ovunque riuscissero ad arrivare. Dopo aver sistemato le bibite e il cibo, i giovani si sedettero a tavola, riempiendo il proprio piatto di tutto ciò su cui riuscivano a mettere le mani.
— ...ma voi sapevate che i nostri cari zii Arthur e Molly hanno sfornato un terzo pargoletto? disse Richard, mentre parlava con Amanda, Theodore e Mary.
Ah,sì? chiese Amanda, stupita. Ma non hanno appena ventisette anni?
Eh... loro hanno sempre voluto avere una famiglia grande il più presto possibile rispose Mary, scuotendo la testa sconsolata. Due figli non bastavano? Come si chiama,comunque?
Percy Weasley. rispose Richard, trattenendosi dal ridere.
E poi lo ritrovasti? chiese poi Theodore, ghignando e battendo il cinque al fratello. Dopo alcuni istanti di silenzio, Mary e Amanda scoppiarono a ridere. Ma non ridevano solo perché pensavano che fosse una battuta geniale, no. Ridevano anche perché era una battuta molto squallida.
Povero piccolo Percy disse Amanda, tra una risata e l'altra. Lo prendono in giro già da neonato!
Dall'altra parte del tavolo, Peter si riempiva la bocca persino con il tovagliolo, Frank e Alice pomiciavano come se fossero due piovre, coscienti comunque di essere seduti a tavola, il povero William era da solo, a fissare il suo piatto mentre cercava dei modi di suicidarsi con una Cioccorana o in alternativa di andarsene da lì, e James e Sirius si lanciavano dei pezzetti di carne a vicenda, usando dei cucchiai come catapulte. Remus e Lily, invece, parlavano tranquillamente di scuola.
SECCHIOOONI.
— ...e la McGranitt mi ha dato uno Scadente in Trasfigurazione, ti rendi conto?! — esclamò Remus, irato, sbattendo un pugno sul tavolo.
Sì, Rem, ce ne rendiamo conto. disse Sirius, ghignando, mentre tirava fuori delle bottiglie di Whisky Incendiario. É scritto con un bell'inchiostro verde sul tuo tema!
Remus fulminò Sirius con lo sguardo.
Hai problemi con Trasfigurazione? domandò Lily, inclinando la testa da un lato. Se vuoi posso darti ripetizioni.
Lo faresti? chiese Remus, sgranando gli occhi mentre la rossa annuiva. Grazie! James ci ha provato, ma non é bravo a spieg...
Potter ti ha dato ripetizioni? lo interruppe Lily, scettica, alzando un sopracciglio. Il suo sguardo saettò su James, che sfidava Sirius a riempirsi la bocca di varie schifezze, tutte insieme.
Certo: lui, Sirius e Peter sono molto bravi in Trasfigurazione disse Remus, sorridendo. Il motivo della loro bravura era uno: avevano cominciato ad applicarsi, dal terzo anno, in Trasfigurazione, in modo da poter diventare Animagus e sostenere Remus nelle notti di luna piena, quando diventava Lupo Mannaro. Lui l'aveva scoperto due notti di luna piena prima, quando era mattina ed era tornato normale.

~~~
Remus si alzò dal logoro materasso presente nella stanza, dolorante come al solito. L'altra sera aveva fatto in tempo giusto a avvicinarsi a quel materasso che era crollato a dormire. Ma non aveva i soliti squarci sulla pelle, erano tagli meno profondi, ed erano di meno rispetto alla scorsa volta.
Si guardò intorno, e - dopo aver avuto un piccolo infarto, sia chiaro - notò che tre animali erano rannicchiati in un angolo della stanza. Il primo era un cervo. Non era un cervo normale: il pelo era più folto e scuro del normale, quasi nero; le corna erano grandi e possenti, e sembravano quasi dei rami;attorno agli occhi, c'erano due segni dorati, rettangolari, che parevano degli occhiali. Accanto al cervo, c'era un cane dal pelo nero come la notte, all'apparenza molto soffice, con le corte orecchie abbassate. Sulla sua schiena giaceva un piccolo topo, piuttosto grassoccio, dal pelo grigio e dalla coda lucida come se fosse stata appena pulita. I baffi nerastri vibravano a ogni suo respiro, e le piccole zampine rosa si spostavano ogni tanto.
Remus si spaventò da ciò che vide: dei tagli, piuttosto profondi, squarciavano la pelle di ogni animale, ed essi sembravano quasi avere delle espressioni corrucciate, come se soffrissero. Il ragazzo si avvicinò, cauto, non riuscendo però a evitare di far scricchiolare una trave.
Il cervo aprì gli occhi, di scatto, rivelando un colore molto familiare a Remus: nocciola. Occhi color nocciola. Anche il piccolo topo aprì gli occhi, i quali erano di un insolito colore, verde acqua. Il cervo diede un colpo di zoccolo sul fianco del cane, che sobbalzò e rotolò di lato, trascinando con sé anche l'animale che aveva sulla schiena. Non appena si rimise in piedi, saltò addosso all'animale più grande, dandogli delle scherzose zampettate sul muso. Dopo un po', tutti e tre si girarono verso Remus, che aveva osservato il tutto a bocca spalancata. All'improvviso, gli animali iniziarono a mutare, diventando tre ragazzi in divisa. E Remus stavolta rischiò sul serio di avere un colpo al cuore, per il fatto che davanti a lui c'erano James, Sirius e Peter.
— V-voi... — iniziò a dire Remus, allibito, balbettando e puntando un dito tremante contro i tre.
— Siamo diventati Animagus. — disse James, battendosi fieramente il petto.
— Per te! — aggiunse Peter, con la sua voce piuttosto nasale. Subito, i tre iniziarono a raccontare tutto il loro percorso, dal terzo anno fino a quel momento, mentre il biondo pendeva dalle loro labbra.
— Quindi ora verremo con te ad ogni luna piena. — completò Sirius, più serio del solito.
— No! — protestò Remus. — Vi farò del male!
— I Licantropi fanno del male solo agli umani, non agli animali. — recitò Peter, sorridendo.
— E poi, ci siamo divertiti un sacco ieri! — disse James, ghignando malandrino. — Quindi non ti libererai di noi tanto facilmente. Credevi di poter restare in pace almeno una volta al mese, eh?
— Quindi, caro Lunastorta — disse Sirius,solenne. — ti presento Ramoso — e indicò James, che si esibì in un breve inchino. — Codaliscia — stavolta indicò Peter, che fece un piccolo sorriso. — e il meraviglioso, bellissimo e fantastico... Felpato. — disse, indicando infine se stesso.
Remus, dopo alcuni istanti di silenzio, sorrise radioso, come mai aveva fatto prima. Pensare che loro avessero fatto tutto quello per lui, un semplice e povero ragazzo affetto da Licantropia, gli riscaldava il cuore, come una tazza di cioccolata calda in inverno.
E lui non avrebbe mai saputo esprimere la sua gioia e la sua gratitudine a parole.
— Grazie, ragazzi. — mormorò, commosso e con le lacrime agli occhi, abbracciandoli.
— Però, Rem, diglielo tu a loro che sono io l'animale più bello — disse Sirius, mettendo su il broncio, facendo scoppiare a ridere gli altri tre, ancora abbracciati, mentre un raggio di sole illuminava i loro visi.
~~~

Strano, pensavo avessero sempre copiato da te. disse Lily, confusa.
Beh, forse lo fanno ancora, in parte, senza che io me ne accorga. rispose Remus, sorridendo. Ma lasciamoli fare.
Lily stette per un momento in silenzio, cercando di assimilare quella nuova informazione.
Vado a prendere un attimo la bacchetta sull'altro tavolo, devo sistemare una cosa. disse la rossa, dubbiosa, alzandosi in contemporanea a James, mentre Mary lanciava un urletto. Entrambi si girarono, sorpresi.
Chi di voi si é alzato per primo?! esclamò la mora, spaventata. James e Lily si scambiarono delle occhiate perplesse.
Penso... che ci siamo alzati nello stesso momento. disse James, mentre Lily annuiva titubante. Perché?
A tavola era calato un silenzio di tomba.
La professoressa di Divinazione ha detto che se ci sono tredici persone sedute a una tavola... disse Mary, deglutendo. — ...la prima che si alza sarà la prima a morire.
Ci furono varie esclamazioni di sorpresa,nella stanza.
E tu ancora credi a quello che dice quella vecchia ciarlatana? domandò Lily, ridacchiando senza gioia. Lei aveva mollato Divinazione al quarto anno. Sono superstizioni idiote, lei gode nel vedervi tremare non appena pronuncia quelle sottospecie di profezie che vi annuncia. Di Veggenti veri ce ne sono ben pochi, e lei sicuramente non é una di loro.
E poi si intromise James. Io mi sento in buona salute, perciò non corro pericoli. E anche la Evans mi sembra in perfetta forma, cara Mary, quindi perché non continuare a festeggiare?
La festa riprese, dopo alcuni minuti, forse con più vivacità di prima, anche se Mary continuava a lanciare occhiate di sbieco sia a Lily che a James.
Dopo aver bevuto alcune bottiglie di alcolici e liquori vari, tutti i ragazzi e anche alcune ragazze ne subirono le conseguenze.
Vorrei brindare ai Plimpi d'acqua! esclamò Marta, un po' brilla, alzandosi in piedi sulla sedia.
No, brinderemo agli Schiopodi Sparacoda! controbatté James, anch'esso alzandosi sulla sedia ma cadendo subito dopo. Alcuni amici accorsero in suo aiuto, sostenendolo.
So io a chi brindare! disse Sirius, evitando di fare lo stesso errore di James e usando quel poco di lucidità che l'alcool gli stava per togliere, mentre si alzava semplicemente dalla sedia, con i piedi per terra. Brinderemo a James e alla Evans!
Tutti annuirono sorridenti, alzando i calici. Persino Remus.
Con la speranza che si fidanzino! urlò Mary, barcollando.
Sì, e con la speranza che si sposino, si comprino una bella casa, magari alle Hawaii così verrò a vivere con loro, e che facciano un grande esercito di ragazzini con i capelli neri e gli occhi verdi e bambine con i capelli rossi e gli occhi castani! esclamò Sirius, sollevando ancora di più il braccio con cui tendeva il suo calice, mentre Lily diventava sempre più paonazza -sia per rabbia che per altro- ad ogni parola che diceva. — Auguri e figli maschi!
La rossa -sempre più rossa- , che era l'unica rimasta completamente sobria assieme ad Alice e a un'altra ragazza (Amanda, forse?), si avvicinò al giovane Black, mollandogli uno schiaffetto sulla nuca e facendolo cadere con il viso nel purè, addormentato.
Forza, ragazzi, tutti a letto. esclamò Alice, scuotendo la testa e tentando di tirar fuori Sirius, mentre i ragazzi si lamentavano. Su, lo farete un'altra volta il brindisi!
Lily, Amanda e Alice fecero scomparire i tavoli e le bottiglie per terra, facendo invece comparire dei letti e dei bagni. La rossa guardò l'ora su un orologio attaccato alla parete: le due meno un quarto.
Una volta che tutti furono a letto, addormentati come ghiri, Lily si concesse alcuni secondi per osservare tutti i visi che erano lì. Le sembrava di essere quasi una mamma, accidenti.
Si soffermò per un attimo sui visi dei Malandrini, ancor di più su quello di Remus. Nonostante il buio, riusciva a vedere le cicatrici perlacee sul viso del biondo, illuminate dai bagliori della luna, e per la prima volta sembrò notarle davvero, chiedendosi come se le fosse procurate. Era sicura che lui le stesse nascondendo qualcosa. E lei doveva scoprire cosa.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top