Capitolo 37

~Lily~

— Remus è depresso.
Potter sta guardando insistentemente il frammento di specchio che tiene in mano - e su questo il quarto grado, per il momento, glielo risparmio -, in cui invece di vedere la sua faccia si vede quella del suo amico Black. Lo sguardo del quattrocchi si sposta da una parte all'altra, come se stesse leggendo un equazione invisibile, disperato nel risolverla.
— In che senso? — chiede Potter, finalmente.
Sirius sbuffa, dall'altro lato, dandosi una manata in faccia.
Sostanzialmente ha fatto ciò che io faccio ogni giorno, e spero che ora abbia idea del disagio che provo nel respirare la stessa aria di un soggetto come il suo amichetto. Okay, abbiamo appena risolto un litigio e non dovrei pensare cose simili di lui, ma cosa ci posso fare? Il solco sulla fronte resta.
— James, come in che senso? È depresso, basta. Non può essere depresso sopra, depresso sotto o depresso a 180º. La sai la definizione di depressione, no?
— L'ho capito e la so la tua stupida definizione, grazie. — risponde il moro, con tono acido. — Intendevo dire perché mai oggi è particolarmente depresso e non depresso come al solito perché Peter ha sgraffignato la sua scorta settimanale di cioccolato.
Il giovane ribelle si gira, osservando qualcosa che evidentemente si trova a livello terra.
— Rem, perché sei depresso? — lo sento chiedere, al che un "ugh" gli arriva come risposta.
Black torna a guardarci. — Ecco la tua risposta.
— Senti, ci vediamo là. — chiude Potter.
Poi, all'ultimo momento, un'illuminazione da parte dei quattro fondatori lo investe, e la sua espressione cambia tempestivamente. Un ghigno gli si forma sul viso. — Anzi, aspetta. Portalo a lezione. Ho un'idea.
Li vedo scambiarsi un'occhiata complice, e intuisco ciò che vogliono fare.
Non pensateci nemmeno! — esclamo, al che un urletto poco mascolino si leva dallo specchio. — Non so cosa abbiate in mente, ma è sicuramente qualcosa che vi metterà in punizione e quindi farà deprimere ancora di più Remus per i sensi di colpa, perciò non fatelo!
Black mi fissa, sbalordito, come se gli avessi appena detto di avere un allevamento di bottiglie. L'altro si guarda semplicemente le scarpe, sbuffando all'insù e facendo sollevare dei ciuffi di capelli (per Godric, ma acconciali un po' Potter, stanno prendendo il volo senza che tu li aiuti con il tuo soffio).
— Avete fatto pace, Jamie? — chiede Black, con la voce più acuta del normale. — Avete fatto pace tu e la rompico-
— Sono ancora qui, Black. Tanto perché tu lo sappia. — lo interrompo, inviperita. — E sì, abbiamo fatto pace.
— Mi devi una torta, lo sai vero? — chiede Potter, ancora ghignando.
Alzo gli occhi al cielo.
— Rem. Remus. Alza le tue semisfere di pelle dal letto, James e la sanguisuga hanno fatto pace! — urla l'amico, buttando Remus per terra. Sento un gracile verso di dolore provenire dal biondo.
— Chi? — chiede Remus, facendo capolino anch'egli nello specchio, con l'aspetto di qualcuno che non ha dormito per svariati giorni, i capelli notevolmente scompigliati e una coperta addosso.
— James e la Evans. E svegliati un po', nonnetto.
Remus guarda prima lui e poi noi, a intermittenza. Poi la coperta gli cade dalla testa  e la sua bocca assume la forma di una 'o' perfetta, mentre aggrotta la fronte.
— Oh, grazie al cielo. — Tira un sospiro di sollievo, un po' più rilassato di prima. — Ora possiamo finalmente parlare di Lily senza temere di essere brutalmente assassinati. Si sono già sposati? — chiede Remus, e arrivo alla conclusione che forse è depresso - e delira, anche - perché ha assunto qualche sostanza strana e ora non ne ha più, visto che si è ritrovato senza soldi.
È a corto di cioccolata, decisamente.
Black ci guarda.
— Vi siete già sposati?
Azzarda un'altra domanda simile e ti rompo il naso attraverso questo stupido specchio.
Ci siamo vicini, tranquillo.
Io e Potter rispondiamo allo stesso momento, e all'ultima parola ci giriamo per guardarci. Nonostante il fatto che io lo guardi in cagnesco, lui mi rivolge comunque un sorriso sornione.
— Okay, allora torno sotto le coperte, ciao. — dichiara Remus, rimettendosi la coperta sul capo e sprofondando oltre il confine inferiore dello specchio. Lo sento borbottare qualcosa di incomprensibile.
— Oh, dai, MA ALZA IL TUO FONDOSCHIENA DA LUPO PER UNA BUONA VOLTA!
— NO. LASCIAMI STARE, SIRIUS.
LA MAISON!
— NO-
A quanto pare, Black deve aver abbandonato lo specchio buttandolo all'aria, dato che vedo numerosi oggetti susseguirsi rapidamente sulla superficie del frammento prima che vi sia l'immagine stabile di un soffitto bianco e, infine, il riflesso di me e Potter.
Fissiamo per alcuni secondi le nostre immagini, cercando di processare l'accaduto. Poi, rivolgiamo lo sguardo l'uno verso l'altro.
— Non mi avevate raccontato dello specchio. — mormoro, turbata, dopo alcuni secondi di profonda e filosofica riflessione.
— Ci sono tante cose che non ti abbiamo raccontato, rossa. — mi risponde lui, con un ghigno. — Perché, cara Evans, se vuoi sapere tutto quello che nascondiamo non puoi fare altro se non entrare nei Malandrini, giurandoci fedeltà assoluta e rinunciando per sempre alla validità della tua spilla da Prefetto nei nostri confronti.
E questo? — chiedo scettica, indicando lo specchio che lui si affretta a nascondere in una tasca della giacca.
— Una piccola eccezione. — mi assicura, facendomi l'occhiolino. — Ma solo perché c'era un'emergenza in corso. Facciamo che io ti perdono per aver calpestato la mia meravigliosa creazione e tu non mi farai domande su questa cosa, okay?
Alzo gli occhi al cielo, scuotendo la testa. — Evito di commentare. Piuttosto, Potter, passiamo a cose più serie: cosa pensi possa essere successo?
Lo vedo sorridere come se si trattenesse dal fare una battuta. — Beh, può essere che Peter ha sgraffignato la sua scorta mensile di cioccolata.
La confusione si diffonde velocemente nella mia mente, mentre tutto ciò a cui ho creduto fin'ora, detto da Potter e Black, si sgretola sotto i miei piedi.
Devo diffidare di quei due. Assolutamente.
— Ma non ne aveva solo una settimanale?
Lui scrolla le spalle. — In realtà, non ha nessuna scorta. Stavo solo esagerando gli acquisti che Remus fa ogni tanto a Mielandia.
Poi ci pensa un po' su, e dice: — Anche se, in fondo, noi potremmo non sapere veramente la verità. Magari ha anche una scorta annuale, a casa.
Sbuffo, infastidita dell'inutilità dell'intervento di Potter in tutta questa situazione.
Non farti viaggi mentali, Lils. Sta solo cercando di distrarti dal fare la persona seria che tu, ovviamente, sei. Autocontrollo. Respira, forza.
Ci penso un po' su, senza riuscire ad arrivare ad una soluzione la quale, tuttavia, mi sa di essere piuttosto ovvia; alla fine, come se mi leggesse nel pensiero, Potter prende parola: — Senti, Evans, è inutile pensarci. Tanto Sirius riuscirà lo stesso a portare Remus a lezione, quindi glielo chiederemo direttamente. E poi Lumacorno ci ucciderà se non ci vedrà a lezione.
— Vorrai dire forse che ucciderà te: insomma, io mi sono semplicemente trattenuta a fare i compiti.— ribatto, con un sorriso innocente.
L'altro mi osserva sconcertato.
— Va bene, andiamo. — concludo, sospirando e avviandomi intanto che, per l'ennesima volta, i miei occhi si levano al cielo.

Lumacorno evidentemente non sa cosa significhi "San Valentino". È la spiegazione più logica: insomma, aver fissato una verifica pratica proprio oggi non è assolutamente normale, considerando tutti i musi lunghi che sono entrati dalla porta d'ingresso dell'aula.
Musi lunghi che James Potter e Sirius Black, ovviamente, non hanno. Le loro bocche non hanno la capacità di piegarsi più giù di una linea retta, forse per orgoglio oppure per parziale paralisi.
In ogni caso, il nostro carissimo professore ha detto che non avrebbe valutato la prova e che era un'esecuzione libera, ma tutti noi sappiamo invece che sì, la valuterà e che per ottenere almeno un voto sufficiente mai basterà dargli una boccetta di acqua distillata. Tranne per quella volta in cui l'ho fatto per mancanza di tempo e mi ha dato Eccezionale, ma dettagli.
In ogni caso, conoscendolo, più complicata e contorta è la pozione più il voto sale. Perciò già adesso Grifondoro e Corvonero sono tutti indaffarati.
Cerco con tutte le mie forze di lavorare al mio Distillato della Pace - non tanto complicato, certo, ma comunque nella media -, senza fare caso ai borbottii di Alice a fianco e alle periodiche, piccole esplosioni nella classe. Tuttavia, è mentre verso lo Sciroppo di Elleboro che mi accorgo di un dettaglio fondamentale che mi era sfuggito, prima.
Ma Mary?
Mi guardo intorno, sempre più freneticamente, alla ricerca della sua voluminosa chioma mora.
— Alice. — sibilo, rivolta verso la mia destra, con un leggero affanno. — Alice!
— Lily, non è il momento, la mia pozione sta fallendo miseramente. — replica lei, nel panico.
Osservo il calderone scuro di Alice, colmo d'acqua. Sto per chiederle cosa ci sia di sbagliato nell'acqua quando lei, per dimostrazione, butta un ingrediente casuale nel liquido. Questi scompare, senza lasciare traccia della propria esistenza nel mondo.
Per alcuni istanti, resto senza parole.
— Le possibilità sono due: o hai appena prodotto la Pozione dell'Invisibilità, oppure è un liquido mangia-oggetti. — commento poi, fissando sbalordita e riluttante al tempo stesso la pozione di Alice. — Ma considerando che il livello dell'acqua non sale penso sia più probabile la seconda, e comunque non sono tanto stupida da metterci la mano dentro.
— Okay, perfetto, allora ho finito! — esclama Alice, contenta.
Sento l'ansia crescere, mentre cerco sia di parlare con Alice che di finire anch'io la mia pozione. — Alice, hai per caso visto Mary?
La bionda si ferma un attimo, pensierosa.
— Sinceramente, è da tre ore circa che non la vedo. — dice, guardandosi intorno e picchiettandosi il mento con un dito. Il mio cuore decide definitivamente di sloggiare, e quasi lo vedo uscire da una porticina sul mio petto e saltare giù con due valigie in mano e una camicia hawaiana addosso. — E sono un po' preoccupata, in effetti, perché non è da lei assentarsi in questo modo. A meno che non sia di nuovo andata a riempire la vasca da bagno di cioccolata e non ci sia affogata dentro, il che è comunque una brutta cosa.
Non è nemmeno venuta a lezione.
Non è nemmeno venuta a lezione.
Non è...
Alice interrompe il corso dei miei pensieri. — Lily, aspetta un secondo... — dice, schioccando poi le dita quando arriva a una conclusione e quindi illuminandosi, all'improvviso. — Il suo piano, quello che coinvolgeva anche Lupin! Ecco perché non è venuta!
Mentre aggiungo i fiori di Valeriana, l'ultimo ingrediente del Distillato della Pace, alcuni flashback dimostranti la veridicità delle parole di Alice mi invadono la mente.
Mary seduta sul divano della Sala Comune, mentre cerca evidentemente di calmarsi.
Sempre Mary che, alcuni giorni fa, mi dice che farà qualcosa a San Valentino.
"Voglio dichiararmi a Remus".
Provo una sensazione molto simile a quella che si prova quando si è a un concerto e la gente urla così tanto che trema lo spettatore, il cantante e il terreno, quella che si prova quando le casse toraciche di tutti diventano delle maracas giganti. Il mio sguardo vola quindi all'ultimo banco della mia fila, dove quattro - no... tre? - adolescenti parlottano tra di loro, concentrati su qualcosa che non è decisamente il compito assegnato loro da Lumacorno. Il biondo, tra loro, sembra ancora un po' avvilito, ma già lo vedo sorridere.
Oh, ora mi spiegherai un po' di cose, Remus.

Writer's Corner
Buongiorno e buonasera, bella gente.
Vi chiedo nuovamente perdono per i mesi di inattività, ma non sono stata molto bene. Nulla che si possa collegare alla salute, certo, né nulla di particolarmente serio. Solo... problemi personali che mi creavo da sola.
Ma ora è passato, e sono tornata alla carica! Spero solo che non vi siate stancati di aspettare, perché davvero, vi chiedo solo un po' di pazienza. Credo che dopo quasi due anni abbiate imparato a capire i miei ritmi, heheh.
Ormai mi sa che forse forse avete anche perso il filo della storia, ma vabbè.
Ah, a proposito, giusto! Questa storia sta per compiere un altro anno, che bello! Due anni, gente! Spero di riuscire a pubblicare un altro capitolo per la fine dell'anno, o anche due se riesco, e magari scriverne poi uno da pubblicare per il 31 gennaio (e quell'occasione non me la perderò manco morta, sappiatelo, perché due anni sono tanti, eh).
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo - "A me no!", urlò l'autrice, da lontano. -, e che abbiate ancora voglia di leggere la mia versione della Marauders' Era.
Buon Natale, e mangiate tanto pandoro!
O panettone, come volete.
Senza canditi però.

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