Capitolo 28

Quando Lily rinvenne dal suo svenimento, non sentì semplicemente un mal di testa tremendo, come in molte storie viene detto.
Si sentì, invece, come se un fuoco fosse bruciato all'interno di tutto il suo corpo, con acido e mignolino contro lo spigolo annessi, ovvio.
Non volle aprire gli occhi.
Il buio era confortante, e sapeva che se li avesse aperti, oltre al fuoco nelle viscere avrebbe sentito bruciare in modo orribile anche gli occhi. E poi, era meglio non rischiare. Forse in quel momento si stava svolgendo un'eclissi di sole, e lei non voleva rimanerci cieca. No, grazie.
Piuttosto, cercò di orientarsi con gli altri sensi.
Non appena si mosse, sentì qualcuno inspirare profondamente, come sorpreso, e dei borbottii confusi.
Un intenso odore di sterilizzante le entrò nelle narici, facendola corrucciare. Quello non era esattamente nella sua lista degli odori preferiti.
Tastò la superficie su cui era poggiata, sentendo scorrere del tessuto sotto le dita.
Va bene, era su un letto, e c'erano delle persone intorno a lei.
E se aveva ragione e magari non si trovava da un macellaio cannibale particolarmente ossessionato dalla pulizia e dal piacere provato dalle sue vittime, era in infermeria.
In ogni caso, saoendo del rischio a cui sottoponeva i suoi poveri occhi, Lily li aprì.
Vide un bianco accecante, all'inizio, e si coprì immediatamente il viso con le mani. Forse il Paradiso assomiglia ad un'infermeria, pensò, ridendo tra sè.
Pian piano, un dito tolto alla volta, si abituò alla luce -nonostante avesse la vista ancora un po' offuscata- e, alzando di poco la testa, realizzò che no, non si trovava nel Paradiso e che, forse, avrebbe preferito trovarsi lì piuttosto che essere circondata da circa tre persone che la sovrastavano e la fissavano.
Forse anche il macellaio era un'alternativa migliore.
LILY, SEI SVEGLIA! — urlò una voce femminile, con tono sorpreso e felice allo stesso tempo, investendo la rossa con un abbraccio prima che essa potesse rendersi conto delle identità dei tre che la circondavano. Ma Lily realizzò all'istante che la ragazza che aveva iniziato a parlare a velocità supersonica, stringendola sempre di più, fosse Alice. Come non riconoscere la propria migliore amica.
Alice. — disse la voce di Mary, con tono di rimprovero. — Ti prego, evita di rompere nuovamente le costole a Lily, e falla respirare.
Alice slacciò l'abbraccio, un po' imbronciata.
Lily mise a fuoco l'ultima figura, che si rivelò essere Frank.
— Ehm... buongiorno? — salutò la rossa dopo alcuni istanti, balbettando. Oh, le sue amiche l'avrebbero linciata. Anche a costo di romperle gli arti.
Di nuovo.
Mary iniziò a scaldarsi, con le guance gonfie e il viso arrossato, boccheggiando.
Lily si preparò all'impatto, arretrando di poco sulle lenzuola, spaventata.
SVIENI IN MEZZO AL DORMITORIO, CON DELLE OSSA ROTTE E RIDOTTA COME UNA SOPRAVVISSUTA AD UN NAUFRAGIO, FACENDOCI PREOCCUPARE A MORTE, E TUTTO QUELLO CHE DICI ORA È "BUONGIORNO"?
— Signorina MacDonald! — esclamò Madame Pomfrey, irata. — Se urla un'altra volta la caccio fuori da questa stanza!
— Mi scusi! — disse la mora, imbarazzata, lanciando intanto delle occhiatacce a Lily, come se cercasse di fulminarla.
— Già, Evans. Certe cose non si fanno, lo sai?
Non appena il tono divertito di uno dei Malandrini -James, per la precisione- squarciò il silenzio, nella mente di Lily si riversarono tutti i ricordi della notte precedente, a fiumi.
I Malandrini, il Lupo Mannaro, la corsa.
I rami del Platano che le davano una bella batosta.
La rossa si rizzò a sedere di scatto,facendo venire un mezzo infarto a coloro che si trovavano accanto a lei.
Si guardò intorno, vedendo tutti i Malandrini sdraiati su svariati letti. Chi fasciato, chi dormiente.
Peter, per l'appunto, dormiva. Remus era girato su un lato, dando la schiena a Lily, rigido, e non si capiva se fosse sveglio o no. Sirius stava mangiando della cioccolata e, non appena si accorse che Lily lo fissava, le fece una pernacchia. La rossa alzò gli occhi al cielo.
James invece le fece un sorriso sghembo, ammiccante, cercando di muovere il braccio nella sua direzione, ma non riuscendoci perché quello, sfortunatamente, gli era annodato con del tessuto al collo. Lily notò subito le bende che circondavano il petto del moro, leggermente insanguinate, e la sua pelle sembrò improvvisamente più pallida agli occhi del Prefetto, che non poté fare a meno di sentirsi in colpa. Forse era il Malandrino ridotto nel modo peggiore tra tutti.
Lily si guardò ancora intorno, con cipiglio preoccupato.
— Lily? — chiese Frank, titubante. — Va tutto bene? Dobbiamo chiamare Madame Pomfrey?
Lily scosse la testa, come per cacciare via un illusione.
Alzò gli occhi verso il ragazzo di Alice.
— No, grazie mille Frank. — affermò, gentilmente. — Piuttosto...
— Piuttosto che avevi fatto ieri sera per ridorti in un simile stato?
Mary l'aveva interrotta, parlando in tono rabbioso e preoccupato allo stesso tempo -quasi come una mamma-, a braccia incrociate.
— Io...
Lily lanciò uno sguardo incerto verso i Malandrini. Sirius era impallidito, così come James che scuoteva freneticamente la testa.
Peter russava, indifferente.
— Sono caduta dalle scale, ve l'ho detto.
— Certo, e io sono un pilota spagnolo.
Mary e Alice la fissarono intensamente, una infuriata e l'altra semplicemente preoccupata, mentre Frank dondolava con il corpo da destra a sinistra, a disagio.
— C'era Peeves.
Nessuna delle due staccò gli occhi dalla rossa, nè parlò.
— Sentite, se non mi credete sono affari vostri, io non ho intenzione di dimostrare nulla a nessuno. — affermò Lily, irritata. — E comunque, se siete venute qui solo a farmi la predica potete anche andarvene.
— Lo sai che è più credibile la storia di te che non fai i compiti che questa, vero?
— Di solito io sono i compiti. — esclamò James, ridendo.
— Chiudi il becco, Potter! Anzi... chiudi il muso!
Il moro ammutolì all'istante, impallidito improvvisamente. Sirius sussurrò un "Questa brucia", ghignando, al ché James gli lanciò un cuscino in faccia.
— Non siamo venute qui a farti la predica. — disse Alice, dolcemente. — Siamo solo preoccupate, e vogliamo sapere cosa ti è successo.
— Io ve l'ho detto, e ripeto: se pensate che io stia mentendo, andatevene.
— Lo sai che lo pensiamo e sai che è vero.
— Beh, allora ci si vede, eh.
Mary uscì come una furia dalla stanza. Alice, invece, dopo aver lanciato un'altra occhiata a Lily e aver salutato i Malandrini, prese a braccetto Frank e uscì tranquillamente dalla stanza.
Lily stava ancora osservando cupamente la porta, quando sentì, accanto a sé, lo stridore di una sedia e un gemito.
Girò la testa, solo per ritrovarsi James accanto.
— Tutto questo è solo colpa vostra. — disse, cupa.
— Non è colpa nostra, Evans. È colpa tua, tua che ci hai seguiti, e ora ne rispondi alle conseguenze. — replicò James, serio. — La curiosità a volte uccide, lo sai.
— Certo, sì. — disse Lily, annoiata, dandogli svogliatamente ragione. Forse James aveva effettivamente ragione. Forse non avrebbe dovuto seguirli, forse avrebbe dovuto farsi gli affari propri. Sul serio, chi gliel'aveva fatto fare?
— In ogni caso, Potter, visto che sei già qui...
— Mi vuoi parlare, vero?
— Sì. — affermò la rossa, annuendo. — Dobbiamo parlare.

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