Capitolo 2
Lily era seduta in uno scompartimento al centro del treno, appoggiata al finestrino, aspettando che le sue amiche Alice e Mary la raggiungessero, in modo che lei potesse tranquillamente andare nello scompartimento dei Prefetti e dei Capiscuola senza correre il rischio di non ritrovare più il suo baule. Il che capita molto spesso alle persone distratte. Ma lei non era una persona distratta. Era molto responsabile, lei. Già.
La sua mente balenò, senza un preciso motivo e solo per un istante, verso i giorni successivi ai G.U.F.O., quando difese il suo migliore amico Severus Piton da James Potter. Fu allora che lui le diede della Sanguemarcio.
— Non ho bisogno dell'aiuto di una lurida Sanguemarcio!
Faceva ancora male, quando se ne ricordava. Si sentiva come se ogni arma del mondo fosse stata usata su di lei. Ma aveva passato l'estate a ignorare Severus, e così anche lui, quindi il dolore era diminuito, lasciando il posto all'odio. Sapeva che sarebbe successo, prima o poi, con le brutte compagnie che frequentava.
Sentì una piccola e calda lacrima scivolare sulla sua guancia. Non doveva piangere. Lily era forte, poteva farcela.
Asciugò in fretta quella lacrima, avvertendo la porta dello scompartimento aprirsi. Subito dopo, venne schiacciata da due persone di sesso femminile che iniziarono a stritolarla nei modi più dolorosi possibili. Le sarebbe venuto da sorridere, se non fosse che stava letteralmente soffocando.
— Alice, Mary, potreste togliere le vostre masse corporee dalla mia massa corporea, così che io possa finalmente riprendere felicemente l'uso dei miei polmoni? — disse, con un grande sforzo, emettendo un gemito di sofferenza. Qualcuno mi aiuti, pensava, assumendo pian piano un intenso colore violaceo.
Non la sentivano. Erano sorde. Certo, va bene, piano B.
Le scaraventò a terra con tutta la forza che le rimaneva, e finalmente si rese conto di quanto fosse bello e utile l'ossigeno e di quanto lei sia stata ingrata, finora, verso madre natura.
— Lily, che modi! — disse Alice, tuttavia rivolgendo alla rossa un gran sorriso.
— Già! — approvò Mary, sputacchiando i suoi riccioli mori. — Ora ci devi tre pacchetti di Gelatine Tuttigusti +1 ciascuna!
Risero tutte e tre, felici di essere di nuovo insieme.
— Mi siete mancate. — disse Lily, abbracciandole. Loro ricambiarono, stringendola con più delicatezza di prima. In effetti, le erano mancate davvero, a Lily, quelle due, non era una frase buttata a caso. Le erano mancati i loro abbracci, gli scherzi, le consolazioni, le chiacchierate. Era bello tornare da loro. Era bello ritornare nel mondo magico.
— Che scenetta dolce, Evans.
Ed ecco chi non le era mancato. Non ebbe nemmeno il bisogno di girarsi per sapere a chi apparteneva quella fastidiosa voce. Tuttavia, si girò lo stesso, guardando in faccia il suo nemico: alto, con un fisico allenato, capelli corvini ridicolmente e perennemente spettinati, occhi color nocciola cerchiati da un paio di occhiali rotondi di ottone, aria da spaccone, ghigno malandrino stampato in faccia.
James Potter.
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