Capitolo 16
— ... e quindi, come mi é stato riferito da un tizio che conosce un altro tizio che é fratello della zia del fruttivendolo, che conosce il fratello della mamma del parrucchiere della nonna del padre del cugino di Sarah, che é sorella di Dean il quale conosce Mark che é il padrone del cane abbandonato da Wendy, che é la prozia di quel tizio che... — stava blaterando Alice, con una velocità pari a quella della luce.
— Vieni al punto. — la interruppe Mary, spazientita. Alice sbuffò.
— Sei una rompiscatole. — disse la bionda, contrariata, scuotendo la testa. Il gossip era pura arte. — Comunque, in pratica mi é stato detto che Lizzie ha lasciato Tom.
— Cosa?! — esclamò Mary, spalancando la bocca.
— Già! — disse Alice, pensando che Mary si riferisse alla "grande" notizia. — E poi, non sai cos'é successo! Lizzie gli ha pure dato un ceffon...!
— No, aspetta! — la interruppe nuovamente Mary, infuriata. — E tu mi hai fatto tutto questo monologo, durato tra l'altro più di mezz'ora, per dirmi solamente che Lizzie ha lasciato Tom?!
Sembrava veramente arrabbiata.
Mary non era una di quelle persone a cui piaceva perdere tempo. Era dinamica, le piaceva agire subito, e odiava sprecare minuti preziosi. Se non in ambito gastronomico. Per mangiare c'era sempre tempo.
Alice la fissò, con le sopracciglia inarcate, come a dire "Sì, quindi?". Mary le saltò addosso, dandole piccoli schiaffetti sul braccio. Dopodiché, iniziò a strofinare la testa di Alice - racchiusa sotto il suo braccio sinistro - con le nocche.
— Così impari a farmi perdere tempo! — diceva la mora, ridendo.
L'altra si divincolava con forza, lamentandosi e agitando i pugni.
— SIAMO PERSONE NORMALI, EH! — urlò Mary, a un certo punto, smettendo di torturare Alice. — NON PREOCCUPATEVI!
I passanti si girarono a guardarla, ridendo sotto i baffi.
Alice raccolse un po' di neve, sbattendola in faccia a Mary.
— Non urlare! — urlò la bionda, molto coerentemente, rossa in viso per l'imbarazzo. — Ti rendi conto che bisogna essere...
Ad un certo punto si accorse che Lily era assente dal discorso
— Lily, va tutto bene?
Lily si riscosse.
— Cosa? — chiese, guardandosi intorno.
— Ti ho chiesto se va tutto bene — ripeté Alice, seriamente preoccupata per l'amica.
— Oh... sì, sto bene, mi ero solo persa nei miei pensieri. — rispose Lily, accennando un sorriso.
All'improvviso, quando meno la rossa se l'aspettava, Mary si avventò su di lei.
— Sputa il rospo, pel di carota! — esclamò, facendole subire lo stesso trattamento che aveva riservato ad Alice. E provocandola.
— I MIEI CAPELLI NON SONO COLOR CAROTA, PER TUTTI I LIBRI DEL GHIRIGORO! — urlò Lily, paonazza per la rabbia. In quel momento, se all'inizio aveva avuto dei dubbi, la ragazza era pienamente sicura che Mary fosse parente di James. Erano rosso sangue i suoi capelli, e che cavolo, mica del colore delle carote. Che lei, tra parentesi, odiava.
— Pel di carota, carota antropomorfa! — la canzonò Mary, ridendo assieme ad Alice. Lily sbuffò, arrendendosi.
— Sto pensando agli esami M.A.G.O., va bene? — mentì, per scagionarsi. Fai che mi credano, pensò la rossa, fai che mi credano...
Mary, per lo stupore, lasciò andare la testa di Lily, facendola cadere di conseguenza a faccia in giù sulla neve.
— COSA?! — esclamò, indietreggiando. — Alice, chiama il San Mungo! QUESTA QUI É PAZZA, TE LO DICO IO! SI PREOCCUPA PER GLI ESAMI UN ANNO PRIMA! ALIC... Alice?
La mora si girò ad osservare Alice, che si era incantata davanti alla vetrina di un negozio. Mary e Lily, la quale si era rialzata da poco sputacchiando neve, osservarono per un po' l'amica, sospirando poi. Sempre la solita quella ragazza, sempre ad incantarsi davanti a una vetrina.
Le due afferrarono Alice per un braccio, trascinandola verso i Tre Manici di Scopa.
— No! — esclamò Alice, disperata. — Lasciatemi andare! Devo comprare quel bellissimo vestito...
— ...che non metterai mai. — la interruppe Lily, sospirando di nuovo. Finiva così ogni volta: Alice provava un vestito, faceva un paio di giravolte nel loro dormitorio per pavoneggiarsi un po', e poi abbandonava quell'indumento nell'armadio, lasciandolo solo, triste e pieno di polvere.
La rossa decise, comunque, di non pensare più a pericoli e Mangiamorte. Era sabato, e doveva divertirsi.
Lily entrò nel pub, mentre parlava con le sue amiche dei regali di Natale da comprare e in generale di quella meravigliosa e tanto attesa festività. Ordinò tre Burrobirre, e le tre ragazze si sedettero a uno dei pochi tavoli liberi nel locale.
— ...e il Natale scorso, durante il pranzo, la mia nonna Rachel mi ha chiesto: "E il fidanzatino?". — stava raccontando Mary, scuotendo la testa. — Non vi immaginate che imbarazzo, tutti lì a fissarmi...
— Già immagino la tua risposta. — disse Lily, con un ghigno, schiarendosi la voce. — "Oh, nonna, c'é un ragazzo a cui penso sempre, giorno e notte, ma lui non si decide a dichiararsi nonostante sia palese che gli piaccio. Cosa dici, devo fare io il primo passo?"
Pronunciò tutto in falsetto, facendo così scoppiare a ridere Alice.
— Smettila con questa storia di me e Remus insieme. — ribatté Mary, sbuffando. — Non gli piaccio.
— Non ha mica detto Remus. — disse Alice, con un sorrisetto malizioso. Mary arrossì fino alla punta dei capelli, seppellendo il viso tra le braccia per l'imbarazzo.
— Va bene, Mary, dedichiamoci un po' alla tua vita amorosa, e chiariamo alcuni punti. — disse Alice, con un sospiro. — Devi essere sincera, però.
Mary assentì.
— Ti piace? chiese Lily, con sguardo serio.
Mary fece segno di sì con la testa, ancora rossa.
— Cosa ti piace di lui? — domandò Alice, invitando l'amica a parlare.
Mary ci pensò un po' prima di rispondere.
— Ecco... — iniziò a dire, poggiando la guancia sulla mano. — Non é che mi piaccia proprio il suo aspetto. Cioé sì, é veramente carino e tutto, ma non é stato questo a colpirmi di lui. Mi piace il suo modo di fare, sempre riservato, e poi é studioso, gentile, divertente, e...
— Ciao ragazze, di che parlate? — chiese Remus, capitato a fagiolo, che si trovava proprio alle spalle della mora, assieme ai Malandrini. Mary trasalì.
— Noi stavamo parlando di t... — iniziò Alice, ma Mary le tappò la bocca.
— Stavamo parlando di dove andare più tardi. — disse la mora, con una risatina nervosa.
— Volevamo proprio andare a Mielandia, sai. —disse Lily, con un qualcosa di malvagio in mente. Mary iniziò a scuotere freneticamente la testa, spaventata. Che il piano "Facciamo mettere insieme Mary e Remus" abbia inizio.
— Che ne dici se tu e Mary vi avviate intanto? — chiese la rossa, mentre entrambi i ragazzi sbarravano gli occhi. — Io, Alice e gli altri vi raggiungiamo tra poco.
— Va... ecco, bene, sì. — balbettò Remus, arrossendo leggermente e fulminando Lily con lo sguardo. La rossa pensò che oltre all'odio momentaneo verso di lei, Remus celasse qualcos'altro nel suo sguardo. Paura forse? Di cosa?
Pensò di esserselo immaginato.
Mary e Remus uscirono insieme dal locale, andando a sbattere durante il tragitto contro un gran numero di persone a causa del lieve disagio che provavano nel trovarsi da soli, insieme.
Lily ridacchiò malefica, con la soddisfazione marcata nella voce, seguita da Alice. Povera piccola Mary, si era messa in trappola da sola.
— Aspettate un attimo, cos'é questa storia? — chiese Sirius, curioso. Lui, James e Peter si sedettero al tavolo delle ragazze.
— Vogliamo far mettere insieme quei due. — disse Alice, saltellando sulla sedia. — Dai, si vede che si piacciono!
I tre ragazzi si scambiarono degli sguardi preoccupati e perplessi. Remus aveva sempre avuto paura di uscire con delle ragazze a causa della sua condizione.
— C'é qualcosa che non va? — chiese Alice, aggrottando le sopracciglia.
— Oh, no, va tutto bene. — si affrettò a rispondere James. — Solo che Remus é sempre stato un po' impacciato e nervoso in presenza di ragazze per cui aveva una cotta, e...
— Andrà tutto bene. — disse Lily, assottigliando poi gli occhi smeraldini. — A proposito Potter, dobbiamo parlare.
— Cos'ho combinato di nuovo? Ancora con la storia del divorzio? — chiese James, ridendo. Si gelò non appena vide l'espressione seria della rossa.
Lily lo afferrò per il maglione che stava indossando, portandolo verso un angolo più appartato, mentre Alice e gli altri due Malandrini mimavano baci appassionati.
— Potter,ti ho visto mentre ti allenavi. — confessò Lily, sospirando.
— É ovvio, carotina. — rispose James, con un ghigno. — Gioco a Quidditch, se non mi hai visto mentre mi allenavo...
Poco stupido il ragazzo, eh?
— No, Potter. — lo interruppe Lily. — In Incantesimi, stamattina.
— Ma cosa stai dicendo? — disse James, nervoso, aggiustandosi gli occhiali. Aveva cercato di non farsi scoprire, e aveva fallito. Non che si aspettasse grandi risultati in unaula vuota. Almeno poteva esercitarsi in dormitorio, o in un bagno maschile. Ma comunque, doveva pur dare un'immagine sicura e forte di sé, no?
— Ti ho visto. — ribatté Lily, imperterrita. — In un'aula.
James stava per ribattere qualcosa, in modo da protestare, ma Lily gli lanciò un'occhiata che lasciava intendere che non sarebbe riuscito a mentirle.
— Mi alleno per migliorare, va bene? — disse James, sbuffando e allargando le braccia. — Contenta?
— É per... i Mangiamorte, vero? — sussurrò Lily, cercando di non farsi sentire da altre persone. James sospirò.
— Sai, é che a volte, nonostante l'apparenza che dò, penso di non farcela. — disse il moro, con aria abbattuta. — E forse è così, perché sono solo un incapace, e non riuscirò mau a proteggere nemmeno un criceto.
Lily lo fissò per alcuni secondi. Va bene, forse non era più così strana l'idea di un James insicuro. Tutti gli umani hanno delle insicurezze, delle paure. Persino lui.
— Beh, secondo me, invece, sei perfettamente in grado di proteggere anche una massa di persone. — disse, seria. — Sei il più bravo in Difesa contro le Arti Oscure.
— Ho sbagliato un sacco di volte in alcuni incantesimi. — mormorò lui.
— Capita a tutti, anche agli adulti! — esclamò Lily, poggiandogli una mano sulla spalla. — Sei un sedicenne Potter, é normale! Siamo tutti dei cavolo di adolescenti! Già per un adolescente le tue capacità sono enormi, e poi non sei solo.
— Oh, no! — esclamò James, all'improvviso, contorcendosi. Lily ritirò la mano, spaventata. La Evans mi ha toccato! Ora diventerò un secchione come lei, aiuto!
Lily diede un pugno sulla spalla di James, indispettita.
— Fai il serio. — disse la ragazza, ridacchiando.
— Era per sdrammatizzare. A parte gli scherzi, Evans... — disse James, imbarazzato. — grazie.
— Prego, Potter — rispose Lily, con un sorriso.
— Non lo dirai a nessuno, vero? — chiese il moro, preoccupato.
— Certo che no, ti pare? Anzi, farò in modo di scordarmi di averti visto. — disse Lily, sorridendo dolcemente. Poi, assunse l'espressione corrucciata che solitamente aveva quando parlava con James. — E comunque, tanto per rendere questa conversazione più normale... sei un idiota.
— E tu sei una carotina. — ribatté James, con un ghigno, iniziando a correre.
Lily ci mise qualche secondo ad elaborare la frase.
— BASTA CON QUESTA STORIA DELLA CAROTINA! — urlò poi la rossa, iniziando a inseguirlo.
Alice, Sirius e Peter, dopo averli guardati straniti, seguirono i due ragazzi, che erano usciti fuori dal locale a furia di correre. In quel momento, si stavano lanciando delle palline di neve.
— Ci uniamo a loro? — chiese Peter, saltellando.
— Ovvio. — disse Alice, ghignando. — Chi arriva per ultimo é un babbuino!
La bionda quindi scattò, correndo assieme ai due ragazzi verso James e Lily. E lì iniziò la vera guerra.
Mary e Remus uscirono da Mielandia con due buste di dolci ciascuno, chiacchierando animatamente e camminando verso i Tre Manici di Scopa, dove i loro amici li aspettavano. Non si sa come, non si sa perché, avevano trovato un sacco di argomenti di cui parlare, e sembrava non si stancassero mai.
Senza accorgersene, inoltre, si tenevano a braccetto.
— Finalmente una persona che mi capisce! — esclamò Mary, con un gran sorriso. — Nessuno sa quanto sia difficile fermarsi quando si mangia la cioccolata!
— Già! "Avrai il mal di pancia, gne gne... morirai per il colesterolo, gne gne...". — disse Remus, in falsetto. Mary scoppiò a ridere. — Gli affari loro non se li fanno mai, eh?
— Che idioti. — disse la mora, scuotendo la testa. — Sai, li faremo ricredere. Inventeremo così tanti tipi di cioccolata che non potranno far altro che amarla. Conquisteremo il mondo.
— Oh, sì! Cioccolata con la frutta! — esclamò Remus, con gli occhi che brillavano per l'emozione.
— Cioccolata al biscotto! — esclamò a sua volta Mary, quasi saltellando. — Al caramello!
— Che bella prospettiva... — disse Remus, sognante. — Sul serio, che ne dici, una volta finita Hogwarts, di aprire un negozio di dolci insieme?
Lunastorta si rese conto di ciò che aveva detto. Se inventavano tante varianti di cioccolata, potevano aprire un negozio, e questo era chiaro. Per atire un negozio, dovevano convivere, in modo da organizzarsi meglio. E se dovevano convivere...
I due ragazzi si guardarono negli occhi, per poi spostare lo sguardo ai loro bracci "agganciati". Si allontanarono l'uno dall'altro, imbarazzati e rossi in viso.
— Ecco... — iniziò il biondo, grattandosi la testa. — Se non vuoi, io, ehm...
— Certo che voglio, che domande! —esclamò Mary, sorridendo nonostante quel poco di imbarazzo che provava e prendendo pian piano coraggio per confessargli la sua cotta per lui. Sì, aveva deciso di farlo, per essere precisi non appena Lily l'aveva incastrata in quella situazione. Di andare incontro alla morte, al disagio eterno. Al dolore, alla miseria. Di pronunciare quelle fatidiche parole che avrebbero determinato il corso della sua vita, della sua morte e del suo essere circondata una volta vecchia da quaranta gatti o no.
Per tutte le cavallette, si sentiva come se si stesse veramente per andare a suicidare.
— Remus, senti, i-io dovrei di-dirti una cosa — balbettò Mary, nervosa, avvicinandosi al ragazzo. — Tu mi p...
— Ehi, Mary! — la interruppe una voce femminile, in lontananza. Era Lily. Una Lily piena di neve, per giunta, che saltellava spargendo dietro di sé tanti fiocchi di neve.
— Lily... — borbottò Mary, con rabbia, augurando alla rossa di venire sbranata dalla Piovra Gigante, di essere sputata e risbranata di nuovo. E di essere baciata da un Dissennatore. E anche da Potter, così le venivano i complessi del "Mi piace o no?" e la smetteva di rompere le Pluffe a Mary, permettendole quindi di dedicarsi alla sua vita sentimentale.
— Mary, ci sono un sacco di promozioni da Scrivenshaft! — annunciò Lily, saltellando come una molla per l'eccitazione. — Alice é andata con Frank da quella vecchietta con i dieci cani,hai presente? Quella che ci ha offerto i biscotti l'altra volta. Comunque, non ti avrei disturbata se Alice non se ne fosse andata, ma Alice non c'é e ho bisogno di te nell'onorato momento della scelta della p...
La ragazza si bloccò, notando la faccia rossa di Remus e le occhiatacce che le lanciava Mary, anche lei arrossita.
— Ho interrotto... qualcosa? — chiese Lily, perplessa, con uno strano senso di disagio che le attanagliava lo stomaco. Accidenti. Lei aveva ideato quel geniale piano che avrebbe permesso ai suoi due amici di mettersi insieme - lo stesso che aveva usato con Alice e Frank un anno prima -, e lei stessa lo aveva rovinato.
— No. — mentì Mary,sospirando. Il destino aveva deciso che non era quello il momento giusto per lei di dichiararsi. Pazienza, sarebbe stato per un'altra volta.
— Andiamo a vedere quelle stupide promozioni, su.
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