Capitolo 15

La neve cadeva lenta sui tetti di Hogwarts, segnando il vero inizio della stagione invernale. Le cime degli alberi e i prati erano coperti da uno spesso manto di neve bianco, e il Lago Nero era una distesa di ghiaccio trasparente. No, non chiedetemi come abbia fatto tutta quell'acqua a ghiacciarsi, non ne ho la minima idea. Sono i misteri della natura. E della fisica.
Era sabato mattina, e quasi tutti gli studenti camminavano in giro per il castello come anime in pena, sbattendo contro qualsiasi cosa visto che si erano appena svegliati. Gli unici che erano completamente svegli erano i bambini del primo e del secondo anno, che si lanciavano palline di neve e si rincorrevano come degli invasati. Le bambine, più tranquille, facevano dei pupazzi di neve oppure degli angeli per terra.
Lily però non faceva parte delle persone arzille. Non faceva infatti parte né del primo né del secondo anno, ovviamente.
La ragazza, con un'andatura degna di quella di un bradipo, si diresse verso la Sala Grande per la colazione, sbadigliando dieci volte al minuto. Seduta al tavolo dei Grifondoro, si versò con calma innaturale del caffè bollente, rischiando però di rovesciarlo sulle proprie gambe - il che non le avrebbe fatto per niente bene, questo era certo.
— Ciao Lils! — disse Alice, raggiante, piombando all'improvviso e facendo definitivamente rovesciare la bevanda a Lily, la quale diede sfogo a un piccolo e fortunatamente breve urletto. La rossa si mise ad asciugare la minuscola pozza di caffè dalla sua gamba, la cui pelle si stava pian piano corrodendo e bruciando come un pezzo di carta in un camino. Va bene, non si stava corrodendo, ma il dolore infernale c'era.
— Ciao. — disse Lily, con voce impastata, mentre il dolore passava e lei si risvegliava pian piano. Quella notte non aveva dormito molto, e se è per questo nemmeno le notti precedenti. Pensava continuamente a quei Mangiamorte che si erano intrufolati nel castello alcune settimane prima, chiedendosi come abbiano fatto a entrare, dove siano finiti. Pensava a Paula, la ragazza morta da poco a causa loro, ai suoi occhi castani vuoti, inespressivi. Non aveva molti amici, lei: era molto silenziosa, e quasi non si notava la sua presenza. Forse è per questo che nessuno si era chiesto che fine avesse fatto. La rossa, inoltre, pensava che ci dovesse essere una spia, lì a Hogwarts. Con tutto quel pensare, come faceva quindi a dormire?
E il bello é che non poteva nemmeno raccontare nulla alle sue amiche. Era una cosa tra lei, Remus, James e gli insegnanti, e nessun'altro doveva saperlo.
— Alice, Mary dov'é? — disse la ragazza, cercando di distogliere l'amica dal porre qualsiasi domanda sulla sua salute e sulle sue occhiaie, quindi di evitare di conseguenza battute sarcastiche e spiacevoli sul fatto che Alice non era una Medimaga.
— Oh, solita storia... — disse Alice, ridacchiando. — Capelli indomabili.
— Parentela con Potter? — chiese Lily, alzando un sopracciglio divertita. Nessuno avrebbe battuto James per quanto riguardava i capelli. I suoi avevano organizzato una vera e propria ribellione nei confronti del padrone, cercando di staccarsi dalla sua testa e quindi andando ognuno per la propria strada, ma il gel assorbito dalla pelle del ragazzo aveva rafforzato la sua cute e ora i suoi capelli erano legati per sempre al suo piccolo cranio. Beh, almeno James non sarebbe stato pelato.
— Cugina alla lontana. — rispose Alice, con un'alzata di spalle. Poi, improvvisamente, tese il collo al massimo, guardandosi intorno. — Dov'é anche lui, a proposito?
— Si sarà incantato davanti al suo riflesso. — rispose Lily, alzando gli occhi al cielo. Non si sarebbe stupita se fosse stato effettivamente così.
Continuò a mangiare, e proprio in quel momento James fece il suo ingresso "trionfale" nella Sala Grande.
— Salve! — esclamò il moro, allargando le braccia,mentre le ragazze di ogni tavolata sospiravano ammirate. Ad alcune venne pure un attacco cardiaco. Lily era un'eccezione, certo.
James, proprio in quel momento, posò il suo sguardo sulla rossa. Ghignò.
— Ma buongiorno, carotina. — disse, sempre con quel ghigno malandrino, mentre si passava una mano tra i capelli.
— Buongiorno un corno. — rispose Lily, scorbutica. — E smettila con questo soprannome.
— Mi dispiace, sarai sempre condannata a essere la mia carotina. — disse James, divertito. — E poi dai, guarda che bel sole che c'é fuori.
A Lily venne voglia di far notare a James che fuori nevicava e che lei non era di nessuno, quando notò che il moro aveva, come Lily, due grandi borse nere sotto agli occhi.
James, notando che lei lo stava fissando negli occhi e capendo cosa stesse guardando, le fece cenno di non dire nulla.
— Lily che non controbatte? — chiese Mary, arrivata poco prima, con tono teatrale. — Aiuto, il mondo sta andando a catafascio! Se Lily Evans non ribatte a qualcosa che ha detto James Potter, sono sicura che a breve vedrò degli asini volare, Gazza che distribuisce caramelle saltellando, Alice e Frank che non si comportano nel modo diabetico tipico dei fidanzati — Alice protestò. — e Remus che non fa i compiti!
Tutti i ragazzi che erano seduti attorno a Mary scoppiarono a ridere. Lily invece diede un pugno improvviso sulla spalla di James, facendolo cadere. Così, per dimostrare che c'era ancora un gran desiderio di assassinarlo in lei.
James ghignò.
— Te l'ho detto, Evans, che non saresti riuscita a resistere al mio fascino. — disse, sedendosi accanto alla rossa. — E so che vuoi uscire con me. Non ti preoccupare, possiamo anche andare ora.
Lily lo fulminò con lo sguardo, e fu ovvio il fatto che no, non voleva uscire con lui. Un altro po' e si sarebbero potute vedere delle frecce luminescenti con la scritta "NO" in stampatello che la indicavano.
— Potter, ti spezzerò il collo un giorno. — disse Lily, con odio.
Grazie, anche io ti voglio bene. — disse James, ridendo. Lily, alzando gli occhi al cielo, decise che era meglio dedicarsi alla propria colazione piuttosto che dialogare con quello che lei definiva un idiota.
James fu il primo ad alzarsi.
— Io vado. — annunciò, con un sospiro. Lily aggrottò le sopracciglia. Dove?
Cioé, non che le importasse molto, ma c'era qualcosa di sospetto nell'espressione del moro.
— Dove? — chiese Remus, curioso, precedendo la rossa. E lui non sapeva che James lo stava maledicendo nei modi più strambi, invitandolo mentalmente e in modo piuttosto volgare a farsi gli affari propri.
— Oh, ehm... — balbettò James, in evidente difficoltà. — Alla Sala Comune. Non mi va tanto di andare a Hogsmeade.
Detto questo, si avviò fuori dalla Sala Grande. E Lily aveva ancora dei sospetti.
La ragazza decise, per non attirare l'attenzione, di sgattaiolare via quando le discussioni sarebbero diventate più accese. Aveva poco tempo però, e doveva fare in fretta.
Corse fuori dalla Sala Grande, dirigendosi verso la Sala Comune dei Grifondoro, e come aveva previsto James non era lì.
La curiosità la stava divorando, doveva scoprire dov'era James, ma non poteva mica aggirare tutto il castello.
Chiese agli studenti di passaggio se avevano visto il moro, cercando di dare l'idea che lui avesse combinato qualcosa e assumendo un'aria arrabbiata. Non le venne difficile, chissà perché.
— L'ho appena visto andare di là. — disse una ragazzina del secondo anno, indicando un'aula a pochi metri di distanza, abbandonata e inutilizzata da parecchio tempo.
— Ti ringrazio. — disse Lily, con un sorriso caloroso. Dopodiché, camminò in punta di piedi verso la stanza, aprendo di poco la porta.
Vide James che si allenava in Incantesimi con un manichino, la determinazione dipinta in volto. Una goccia di sudore gli colò lungo il viso, e lui smise di lanciare incantesimi a raffica contro il fantoccio quando uno di essi colpì un tavolo a pochi metri di distanza da lui. Sospirò.
— Sono una frana. — disse il moro, passandosi una mano sulla fronte, mentre Lily tratteneva il fiato.
James si stava allenando. In incantesimi offensivi e controffensivi. Probabilmente a causa dei Mangiamorte...
La ragazza finalmente capì l'aria afflitta di James, la sera dell'attacco. Era insicurezza, quello che lui aveva provato. E Lily avrebbe sicuramente iniziato a gridare "LA FINE DEL MONDO É VICINA", con tanto di cartello appeso al collo, visto che se James Potter era insicuro allora lei sarebbe morta di lì a pochi anni,ma decise di trattenersi.
Fece piuttosto marcia indietro. Non avrebbe fatto notare la sua presenza lì, non in quel momento almeno.
A quello ci avrebbe pensato dopo, comunque. Per quanto possa esser stato scioccante vedere James impegnarsi in qualcosa che non sia appendere dei poveri studenti a testa in giù, Lily doveva ancora prepararsi per andare a Hogsmeade.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top