47. The Williams Show

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Secrets; The Weeknd.

Il sangue mi pompava nelle vene al ritmo della musica assordante.

Una sensazione comune mi invadeva lo stomaco: la rabbia cieca.

Caroline mi afferrò per il braccio, facendomi voltare. I suoi occhi celesti mi assalirono con violenza. Dio, volevo togliermela dalla testa ma non ci riuscivo.

Volevo che non mi importasse del suo giudizio, del fatto che mi stesse guardando con sguardo supplichevole, implorandomi di andare via con lei.

«Cosa vuoi fare?»

Scossi le spalle, dovevo ancora pensarci.

«Ridicolizzarla. Mostrare a tutti che razza di persona è» replicai con nonchalance. Punire coloro che mancavano di rispetto alla famiglia Williams per me era un hobby.

«Vic io...»

Venne interrotta dall'arrivo di mio fratello, che con espressione dura le parlò: «Tu niente. Stanne fuori. Chi sorpassa il limite paga. Blue porterà a casa Blake e tu con lei, così non assisterete a niente di tutto questo.»

Caroline boccheggiò e, probabilmente, aspettò che io dicessi qualcosa per difenderla.

«Vai» ordinai in tono burbero.

«Non sei il mio capo. E neanche tu» rispose acida, lanciando uno sguardo omicida a mio fratello.

«Vuoi restare?» le domandai, avvicinandomi a lei. I nostri nasi si sfiorarono. Anche sotto il trucco pesante riuscivo a vedere la purezza dei suoi occhi, la sua cazzo di innocenza che mi mandava fuori di testa.

Io non ero come lei. Io ero il lupo cattivo della storia che non l'avrebbe mai meritata; eppure non riuscivo a smettere di pensarla.

Non riuscivo a scopare con altre ragazze e pensavo solo a quanto sarebbe stato bello prenderla.

Lo pensai anche in quel momento, in mezzo a una marea di gente ubriaca, io vedevo solo Caroline.

«Voglio che tu la smetta di trattarmi come una marionetta da muovere a tuo piacimento.»

Sentivo che voleva fare un passo indietro, ma la sfida tra noi era ormai aperta. Lei non avrebbe ceduto. Io neanche.

Purtroppo, Vincent si stufò di quella situazione ridicola e mi trascinò indietro.

«Fai quello che vuoi. Ma Blue deve portare a casa Blake e non ha la patente.»

Strinse forte i denti, la rabbia le divampò dentro come un incendio.

Girò sui tacchi e tornò verso il bagno.

Mi persi per qualche secondo a guardarle il fondoschiena fasciato in dei pantaloncini troppo corti.

Mi resi conto che dovevo riprendere in mano la situazione.

Non lasciarmi distrarre da lei.

Cindy ci aspettava in salotto. Non sarebbe sfuggita al suo destino. Sarebbe stato molto peggio.

Seguivo uno schema, per punire coloro che mi facevano incazzare: non potevo picchiare una ragazza, quindi facevo ricerche su di loro e raccoglievo materiale per le mie vendette.

Chiariamoci, non ero contro la violenza verso le donne, mi divertivo spesso a fare del male a Blue... Ma la nostra società non lo avrebbe accettato, quindi dovevo trovare dei metodi alternativi. Eravamo considerati pazzi, ma non così tanto.

Vincent staccò il cavo della musica, pronto a cominciare lo show.

Quando gli invitati mi videro al centro del salotto, affiancato da mio fratello e con Cindy, seduta da sola sul divano, tremante, capirono che gli Williams stavano per svoltare la serata.

Avremmo svelato i peggiori segreti di Cindy, senza scrupoli.

La sua frase del cazzo le sarebbe costata cara, ma, ovviamente, avremmo conservato qualcosa per ogni evenienza.

Mi avvicinai alla vittima e mi chinai su di lei.

«Puoi scegliere quale segreto svelare» sussurrai al suo orecchio. Dentro di me, un piacere vibrante mi scorreva nelle vene.

Ero sadico, lo sapevo bene, ma non m'importava.

Lanciai uno sguardo verso la folla e vidi Caroline. Scosse il capo sconfitta e si dileguò per raggiungere Blue.

Mi resi conto che, probabilmente, avrei fatto del male anche a lei se avesse infranto le regole. Non mi sarei fatto alcuno scrupolo.

«Ti faccio una lista: la mamma con il cancro, lo spaccio, quanto sei troia versione uno o quanto sei troia versione due.»

Le accarezzai i capelli con dolcezza. Amavo le donne. Ma, più di tutto, amavo vederle piegate al mio cospetto.

«Farò tutto ciò che vuoi, Victor, ti prego. Puoi scoparmi, puoi usarmi come vuoi, ma... ti prego.»

Oh, giusto... amavo vederle supplicare.

Feci una smorfia. Il mio cervello mi disse che, forse, umiliarla con il sesso mi sarebbe piaciuto molto; ma il mio cuore vedeva solo la delusione di Caroline.

Purtroppo per lei, non potevo lasciare Cindy impunita, o sarei passato per un codardo e avrei perso la nomea e il rispetto, e Vincent con me.

C'erano delle regole anche per noi. I Williams non si lasciavano indebolire, soprattutto dalle donne.

«Non credo mi piaceresti» la derisi.

Probabilmente ero l'unico a non essere stato a letto con lei. Non mi piaceva poi così tanto e, quando avevo iniziato a notarla, Blake le aveva stampato una firma sopra e nessuno la avvicinava, per timore di incorrere nella sua ira; a dire il vero, al mio amico non importava affatto di lei.

«Mia madre» mormorò, a voce talmente bassa che faticai a udirla.

Feci una smorfia, «Noioso» ridacchiai.

Mi fece un po' schifo che vendesse la madre e il suo dolore per puro egoismo.

Ricordavo la mia. La ricordavo come un tatuaggio indelebile che ti marchia la pelle. Mai l'avrei venduta per salvarmi il culo.

Non le concessi il tempo di ribattere.

«Vincent! Musica!»

Mio fratello smanettò con il computer e fece partite un rullo di tamburi. Mentre parlavo con Cindy, aveva fatto collegare il proiettore, che stava trasmettendo sul muro una foto della nostra cara vittima.

Mio fratello mi lanciò un microfono... eravamo teatrali, lo ammetto.

Spense la musica.

«È ora della punizione!» urlai, e la folla impazzì in grida e applausi.

Joy stava appoggiata alla parete a braccia incrociate, la stessa espressione che avevo visto in Caroline. Mio fratello la guardò in un moto di dispiacere, ma non potevamo fermarci.

Era un patto.

«L'ospite di stasera è Cindy Cooper, la nostra amata cheerleader, che tutti conoscete!»

Cindy iniziò a tremare visibilmente, e la maggior parte della sua bellezza svanì. D'improvviso l'abito nero non le stava più così bene, il rossetto rosso divenne sbavato e i capelli gonfi. Era debole, una preda pronta a essere divorata.

Il sangue mi pompava nelle vene tra le acclamazioni del mio pubblico.

Amavo stare al centro dell'attenzione.

«Tutti noi abbiamo dei segreti... alcuni grandi, alcuni piccoli... e pagheremmo oro per non svelarli: Cindy mi ha offerto qualcosa, ma non voglio nulla da lei...»

Si strinse le braccia intorno al corpo, pronta al colpo.

«Ma sono un po' indeciso... quindi mi aiuterete voi» cominciai. «Vincent sta mettendo un sondaggio sul suo profilo Instagram: andate tutti a votare.»

Pochi secondi dopo, sul muro era proiettato un semplice sondaggio:

Quale segreto di Cindy sveleremo?
1.
2.

La guardai. Lei capii che non avrei usato il cancro di sua madre. Non lo diceva per non avere la compassione delle persone e perché sua madre cercava di mantenere il segreto, ma non l'avrebbe umiliata: l'avrebbe solo resa debole agli occhi altrui. Sarebbe diventata una povera samaritana sul punto di perdere la tutto.

«Un minuto a partire da... ora!»

Tutti i presenti si affrettarono a prendere il telefono, tranne Cindy. Non avrebbe votato perché non sapeva quale fosse uno e quale fosse due.

«Dici sempre che Blake è l'unico per te... Ma credo proprio sia una bugia.»

Non rispose, probabilmente presa dall'ansia.

Non so in cosa sperasse. Erano entrambi due segreti giganteschi che l'avrebbero umiliata a dir poco.

Il minuto trascorse in fretta, scandii nella mia testa tutti i sessanta secondi di pura attesa e godimento.

Sapevo che sarei arrivato all'apice a breve.

«La vittoria va a... opzione numero due!» annunciai, ridendo.

Vincent cercò il file sul pc.

Raccogliere le informazioni per le punizioni era un lavoro, in cui spesso coinvolgevamo alcune persone fidate, esterne alla scuola; le parole non valevano molto, nell'umiliare qualcuno: servivano delle prove grazie al quale la vittima non avrebbe potuto contestare o smentire il tutto.

La prima foto comparì alle mie spalle.

Calò un silenzio assordante nella sala, che mi fece ridere di gusto.

«Tutti avete capito, ma, per i meno svegli...»

Assaporai l'espressione piena di vergogna di Cindy e le lacrime che le scorrevano lentamente lungo le guance arrossate.

«Alla signorina Cooper piacciono le cose un po' strane... Per questo si scopa suo padre, o meglio, il suo patrigno... Cindy, puoi dirci da quanto lui e tua madre, una mamma che sta male...» Rivolsi di nuovo lo sguardo alla folla, «Oh, giusto, non lo sapete... Il patrigno di Cindy tradisce la madre con sua figlia e sapete la cosa più divertente? La mamma di Cindy ha il cancro e sta combattendo per non morire... cosa che probabilmente farà lo stesso!»

Mi grattai la nuca, «Scusate, ritorniamo alla nostra Cindy. Da quanto stanno insieme?»

Lei scosse il capo. Se me vergognava.

«Lo dico io, tranquilla... Stanno insieme da quando Cindy ha sette anni... Diciamo che l'ha cresciuta e che potrebbe essere suo padre... Una domanda: di solito lo chiami papà? E mentre ci fai sesso come lo chiami?»

Risi di gusto e mi voltai per ammirare l'opera di Colin, il mio fotografo di fiducia: era un asso nello spiare la gente senza farsi scoprire e scattare foto scandalose.

Aveva inquadrato l'interno della camera di Cindy, dipinta di rosa, e sul letto si vedeva la ragazza, completamente nuda, con il seno premuto contro il viso di un uomo, palesemente più grande di lei.

«Non si vede molto chi è lui... Vincent, mostra la seconda foto.»

Quella levò ogni dubbio: Cindy era piegata, con i capelli scompigliati e alle sue spalle un uomo sulla cinquantina, completamente nudo. In quella foto, si riconosceva benissimo Frederick Sanders, il patrigno di Cindy che, per di più, era il sindaco della città.

Tutti quei ragazzini, che stavano scattando foto alla proiezione, sarebbero andati a casa e l'avrebbero raccontato alle loro famiglie e, il giorno dopo, la vita di Cindy sarebbe stata distrutta: sua madre avrebbe saputo tutto e il nostro amato sindaco non sarebbe più stato poi così amato.

«Bene, mi sto annoiando... Ricordate di non infrangere le regole per non fare la fine di Cindy Cooper e diventare vittime dello Show degli Williams... Buonanotte miei cari spettatori.»

Buongiorno a tutti e benvenuti allo Show dei gemelli Williams!
Dopo il capitolo con POV di Caroline, benvenuti nella malata mente di Victor. Avete potuto finalmente assistere a uno degli show dei fratelli Williams, cosa ne pensate?
Un po' fuori contesto: ho sempre voluto scrivere di due gemelli di nome Victor e Vincent, averlo fatto mi rende fiera.
Come sempre, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se vi va, lasciate un commento, mi fa sempre piacere leggere i vostri scleri e pensieri.
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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