33. You have to come with us
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fake smile; Ariana Grande.
Fu una settimana tranquilla, che vissi nella bolla di coloro che venivano ignorati da Blake Davis.
Nonostante l'attenzione fosse decisamente incentrata su di me a causa della partita, io e Blake non ci eravamo parlati.
Sembrava che neanche mi vedesse.
Il mattino seguente alla partita avevo indossato una felpa azzurra e dei jeans e lui aveva fatto lo stesso, poiché Victor gliel'aveva riferito.
E avevo odiato anche quell'ennesima decisione stupida. Perché Blake Davis mi aveva scelta?
Avevamo fatto finta di niente pur ignorandoci del tutto e avevamo camminato fianco a fianco, come da tradizione.
Era stato strano essere uguale a lui, più che indossare la sua divisa. Sembrava una cosa intima, come se avessimo passato la sera prima ad accordarci o come se fosse successo casualmente.
Mi era piaciuto vedere i miei colori addosso a Blake Davis.
Poi, il nulla.
Cindy era decisamente incazzata, perché da quel lunedì sera Blake aveva smesso di cercarla e ormai non la sentivo più piangere nei bagni per sua madre malata di cancro, ma sbraitava perché le mancava che Davis le entrasse nelle mutande.
Non capivo perché lui si comportava così, ma fu Caroline a darmi la sua opinione e, nonostante l'avesse fatto passare come un puro parere personale, sembrava che in realtà fosse stato il cugino a dirle quelle cose.
Disse che, secondo lei, era una punizione perché Cindy si era vantata di una cosa privata fra loro e a Blake non piaceva essere un trofeo.
Io pensavo che sarebbero presto tornati insieme, o qualunque cosa ci fosse tra loro.
In quella settimana la mia nuova amica aveva provato diverse volte a convincermi a uscire di nuovo, visto lo sprazzo di libertà che mi era stato gentilmente concesso nei giorni precedenti.
Avevo sempre e comunque rifiutato.
La sera dopo la partita, avevo decisamente cambiato idea: Victor era molto infastidito per il mio atteggiamento con Blake, e per questo mi ero guadagnata uno schiaffo in pieno volto.
Perché avevo deciso di uscire di casa? Potevo stare chiusa in camera a studiare storia, il cui test non era neanche andato così bene a causa di tutte le emozioni contrastanti, e risparmiarmi l'ira di mio fratello.
E, così, mi ero ritrovata di nuovo al punto di partenza: la mia unica consolazione era Caroline Brown, che sembrava del tutto ignara del fatto che suo cugino avesse preso ad ignorarmi deliberatamente.
Chiariamoci, non mi mancavano le sue prese in giro e quel sentimento di odio puro che provavo ogni volta che apriva bocca... ma la sera della partita mi aveva fatto sentire qualcosa di nuovo, o meglio, di dimenticato.
Ma Blake era bravo a privarmi di ogni cosa e, anche quella volta, l'aveva fatto con precisione da maestro.
Non mi parlava. Non mi guardava nemmeno.
Quando eravamo nella stessa aula fingeva che non esistessi, se ci incrociavamo in corridoio proseguiva dritto come se fossi solo un misero insetto.
Testa alta, spalle dritte e occhi puntati su qualunque cosa non fossi io.
Non capivo se la cosa mi dispiacesse o meno.
All'inizio, ad essere sincera, mi ero sentita alquanto destabilizzata dalla situazione, poi avevo capito che, probabilmente, era la cosa migliore.
Io e Blake eravamo una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro. Più stavamo lontani, meglio era per tutti.
Era venerdì sera ed ero pronta a godermi una serata con un buon libro accoccolata sul divano; la cosa migliore, era che Victor e Vincent sarebbero partiti a breve per una partita in trasferta e sarebbero tornati nel tardo pomeriggio del giorno successivo.
Il piano era studio e relax, visto che la loro assenza mi avrebbe levato tante incombenze. Inoltre, secondo i piani, mio padre aveva una conferenza a New York e non sarebbe tornato prima di domenica sera.
«Blue? Dove sono le mie scarpe nere?» gridò Victor dal piano di sopra; allora, lo raggiunsi per aiutarlo a finire di preparare le sue cose.
«Senti...» disse, tornando dal bagno con il beauty nero tra le mani. «Forse è il caso che tu venga con noi.»
Sgranai gli occhi. «Caroline ha già acconsentito di venire per farti compagnia... Papà sarà a casa questo weekend e non ti vuole tra i piedi... Lo vedo nervoso e non mi piace l'idea di lasciarvi soli.»
Lo guardai con la coda dell'occhio, mente infilavo un paio di t-shirt nel suo borsone.
La settimana prima mi aveva quasi soffocata. I segni delle sue dita erano andati via, ma ogni tanto, prima di addormentarmi, lo sentivo ancora contro di me a togliermi l'aria.
Come poteva giudicare nostro padre se lui era praticamente uguale?
Non risposi.
«Prepara le tue cose, devi venire con noi» mi ordinò, spingendomi con un leggero colpo del fianco lontano dal suo letto.
Non mi andava di seguirli fino a San Diego e affrontare più di due ore di viaggio in autobus in compagnia di quei trogloditi e delle cheerleader, tra cui, ovviamente, Cindy.
Sbuffai, prendendo il borsone dall'armadio e iniziai a infilarci cose a casaccio.
Il mio telefono prese a squillare e risposi subito, poiché si trattava di Caroline. «Porta un vestito carino!» esclamò senza neanche salutarmi.
«Non avremo tempo di uscire» le dissi solo, ma insistette talmente tanto che, alla fine, cedetti, e misi un abito nero semplice nella borsa. Ma sapevo benissimo che non l'avrei mai indossato: i miei fratelli mi avrebbero uccisa.
Tremai quando ricominciai a sentire il senso di soffocamento provocato giorni prima da Victor. Tentai di riprendere il giusto fiato per portare le mie cose al piano di sotto.
Raggiunsi i miei fratelli fuori: avremmo raggiunto la scuola con l'auto di Vincent, dopo essere passati a prendere Joy.
Presi un respiro profondo non appena parcheggiamo. Due giorni interi con Blake... ma mi avrebbe ignorata, e la cosa mi consolava a dir poco.
Caroline mi venne in contro a braccia spalancate, con aria pimpante.
Da come si rivolse a me capii che aveva tutte le intenzioni di ignorare mio fratello, attività in cui si era particolarmente impegnata durante quella settimana.
Era arrabbiata per Cindy, Stacy e Bonnie e per come Victor si era rivolto a me, poco prima che Blake ci lasciasse a casa nostra; infatti, poiché continuavo a battibeccare con quest'ultimo, Victor mi aveva intimato di farla finita e Caroline si era a dir poco arrabbiata.
Mio fratello, contro ogni previsione, sembrava scosso dall'atteggiamento di Caroline.
Fece per parlarle, l'ennesimo tentativo di quei giorni, ma la mia amica mi prese a braccetto e gli diede le spalle.
«Tra voi non va molto bene» asserii. «Non stiamo insieme. Se mi va di non parlargli non lo faccio e basta.»
Lasciammo i borsoni all'autista e ci sedemmo a metà del pullman.
Caroline mi concesse il posto accanto al finestrino e, davanti a noi, si sistemarono Joy e Vincent.La ragazza si inginocchiò sul sedile per girarsi verso di noi e chiacchierare prima della partenza.
Era più bella del solito, con i capelli leggermente mossi e le labbra arrossate da un lucidalabbra che emanava un profumo di fragola.
Sorrideva raggiante e, con la mano destra, accarezzava la nuca di Vincent.
Joy sembrava sempre così felice e perfetta e la invidiavo ogni giorno. Si prendeva le parti migliori del gemello minore, che a me riservava solo negligenza.
«Sto io vicino al finestrino!» sentimmo alle nostre spalle, «Non rompere il cazzo, ci sto io.»Joy sollevò gli occhi al cielo e la sua espressione ci spinse a voltarci.
Blake era riuscito a infilarsi per primo e a sedersi proprio dietro di me.
«Oh, ciao, Cenerentola» mi salutò.
Lo fece con una nonchalance che mi diede a dir poco sui nervi: da quasi una settimana non mi rivolgeva neanche lo sguardo e mi stava salutando con quel nomignolo odioso... che però mi era mancato. Un calore confortante si irradiò nel mio ventre.
Sbuffai, non ricambiando il saluto, e tornai a sedermi per bene, seguita immediatamente da Caroline, spazientita quanto me dalla presenza di Victor.
Non riuscivo proprio a fingere di stare bene, eppure dovevo farlo. Forse, essere ignorata da Blake mi aveva scombussolata più del dovuto.
«Il coach è in ritardo» sentii dire da Gregory, uno dei componenti della squadra che mi aveva fatto i complimenti per aver fatto il culo a Blake non appena ero salita sull'autobus.
Eravamo in ritardo di un quarto d'ora sulla tabella di marcia, o almeno così aveva riferito Joy, che per la noia aveva iniziato a mettersi lo smalto.
«Blake!» urlò qualcuno. «Se facciamo qualche cambio possiamo dormire insieme!»
Io e Caroline ci girammo nuovamente.
Cindy, con una scollatura decisamente esagerata per una trasferta scolastica, si chinò verso Blake, schiacciando Victor.
Caroline si premurò di osservarlo, poiché davanti agli occhi di mio fratello Cindy metteva in bella mostra il seno prosperoso.
Ma Victor rimase con gli occhi fissi in quelli della mia amica con aria di sfida.
Non avrebbe guardato Cindy. Lo sapevo. Voleva dimostrare a Caroline che ci teneva a lei.
Ma anche Blake sembrava intenzionato a seguire la linea d'azione del suo amico.
Continuò a fissarmi, ignorando completamente la presenza di Cindy, che continuava a starnazzare.
Non doveva dimostrarmi niente, e il fatto che i suoi occhi rimanessero fissi nei miei mi confuse.
«No» rispose stufo, senza neanche degnarla di uno sguardo.
«Ma mi manchi...»
«Tu no, cazzo Cindy... non stiamo insieme, devi capirlo.»
Lei sbuffò e finalmente se ne andò con le braccia incrociate, lasciando respirare mio fratello.
«Scusate il ritardo» gridò il coach, salito sul pullman con il fiatone e il viso arrossato.
«Mio figlio mi ha fatto una sorpresa la scorsa settimana, non sapendo che sarei partito, e mi sembrava scortese farlo stare a casa completamente solo... quindi ci accompagnerà anche lui» spiegò.
Si spostò leggermente, permettendo a tutti di vedere il ragazzo.
Buongiorno a tutti, come state?
Non commento niente perché ho paura di dire troppo, ma vi dico che i prossimi capitoli saranno intensi.
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e che il vostro weekend stia andando per il meglio.
Se vi va, lasciate una stellina e un commento per supportare la storia e, se volete chiacchierare un po', mi trovate su Instagram come giuliascrive4 e giuliacattii. Invece per qualche spoiler sui nuovi capitoli seguitemi su TikTok giuliascrive4.
Vi mando un grande abbraccio❤️
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