25. What we could never be

🎶
Him & I; G-Eazy ft. Halsey.

Quel giorno, per fortuna, non vidi Blake a scuola.

Nonostante ciò, avevo deciso di ignorare il fatto che avesse picchiato George, che avevo intravisto in corridoio e, durante la breve occhiata che avevamo scambiato, non sembrava essere messo troppo male; certo, aveva un occhio nero e diversi lividi in faccia, oltre ad alcuni tagli, ma non era affatto scosso dall'accaduto.

Ma, in ogni caso, detestavo la via scelta da Blake per risolvere la situazione; la violenza non era mai la giusta via, e io lo sapevo bene.

Caroline mi raggiunse la sera stessa a casa mia per un pigiama party a cui Victor si era imposto di partecipare, rinunciando alla mitica festa che si sarebbe svolta a casa di Bonnie.

Mio fratello sembrava essere davvero preso dalla mia nuova amica: rinunciare a divertimento e ragazze non era consueto per Victor Williams. Cazzo. Non al divertimento. Alla cocaina.

Mi veniva da piangere solo a pensarci. Victor era caduto in una cosa tremenda e, anche se forse non ne era dipendente, mi faceva schifo immaginarlo chinato su un tavolino intento a tirare una striscia.

Così ero sul divano, davanti a una pizza fumante che stavo dividendo con lei, sorridente poiché Victor non era ancora tornato a casa gli allenamenti. Era l'ultimo spiraglio di pace.

«Come ti trovi con lui?» le chiesi, addentando una fetta. «Non è così male... e sembra intenzionato a insistere» replicò passando una mano tra i capelli.

«Posso dirti una cosa?» Lei annuì senza esitare. «Ieri sera, prima della festa, i miei fratelli e Blake hanno discusso... è uscito fuori che Victor e Blake...» annaspai leggermente, «Si fanno di coca.»

Caroline mi guardò con sufficienza, «Lo sospettavo già, di Blake almeno» ammise dopo una manciata di secondi trascorsi in silenzio. «Sono degli idioti, tuo fratello soprattutto... ma Blake combatte con dei demoni giganteschi di cui non vuole parlare con nessuno. Abbiamo provato a convincerlo ad andare in analisi, ma sembra deciso a continuare con sesso, droga e alcol fin quando non morirà annegato nel suo dolore. Blue, so che tu ora lo odi e tutto il resto, anche se non ne so il motivo, ma Blake è una persona molto fragile che pensa che la strada della distruzione sia la scelta più allettante. Forse potresti...»

Purtroppo non potemmo proseguire con il nostro discorso, e Caroline non poté neanche terminare la frase, poiché il portone d'ingresso si aprì e, poco dopo, apparvero i diretti interessati sulla porta del salotto. Mancava Vincent, ma sospettavo che avrebbe trascorso la serata con Joy prima di andare alla festa.

Mi stupii di vedere Blake, che emanava un profumo forte, misto all'odore della sigaretta che di certo aveva appena spento poco prima di varcare la soglia.

Victor si era auto invitato all'appuntamento tra me e Caroline, ma non si era affatto degnato di avvisarci della presenza di Blake, che sembrava aver rinunciato a sua volta alla festa che tanto avrebbe amato. Le feste di Bonnie erano perfette per il numero sessantasette.

«Uh, pizza!» esclamò Victor, lanciandosi sul divano e prendendone una fetta. Rimasi scioccata dall'attenzione che pose in questo movimento: non sfiorò Caroline, ma le rivolse uno sguardo lungo e magnetico che la fece arrossire.

Non capivo se alla mia amica piacesse mio fratello: era un idiota e lei troppo per lui, ma le sue occhiate o i tocchi casuali non le davano più così fastidio come fino a qualche giorno prima.

«Ciao Cenerentola, oggi ho sentito la tua mancanza.» Blake lanciò il borsone sul pavimento e mi si sedette vicino, sfiorandomi il braccio.

A me, invece, il contatto fisico con Blake dava a dir poco fastidio; quindi scelsi di spostarmi leggermente: preferivo essere schiacciata contro il braccio di Vic.

Anche Blake prese una fetta di pizza e, dopo pochi minuti, Caroline e Victor decisero che forse era il caso ordinarne un'altra se non volevamo morire di fame.

Blake prese l'ultimo pezzo non appena loro ci lasciarono soli. Notai le sue nocche ancora sbucciate e rabbrividii.

Non appena George aveva incrociato il mio sguardo, quella mattina, l'aveva subito distolto. Avrei voluto parlargli e scusarmi da parte di Blake, ma non me l'ero sentita: Blake, così come i miei fratelli, aveva di sicuro sbagliato il modo, ma George non si era comportato bene con me e il pensiero della sua vicinanza, dell'odore del suo alito e del suo tocco viscido sulla mia pelle ancora mi dava fastidio.

Mi dispiaceva, davvero tanto. George era un bravo ragazzo: dolce, premuroso, attento e uscire con lui era stata una bella idea, ma mi ci sarebbe voluto un po' di tempo prima di dimenticare l'accaduto.

Inoltre, George sapeva che Blake avrebbe reagito male se si fosse avvicinato eccessivamente, quindi non capivo il perché della sua scelta. Avevo la maglia della squadra. Detestavo ammetterlo ma ero marchiata. Gli appartenevo.

Un brivido mi percorse la schiena non appena quel pensiero si sedimentò nella mia testa.

«Come mai qui?» sbuffai infine, cercando di scacciare il fastidio che mi attanagliava lo stomaco.«Mi diverto a stare con te» ammiccò, pulendosi la bocca con il dorso della mano; «No, tu ti diverti solo a infastidirmi.» Sorrise maliziosamente, «Finché Vic me lo permette.» Mi fece l'occhiolino e allora decisi di andarmene.

Afferrai per il braccio mio fratello, che stava tornando con Caroline, e lo trascinai in cucina.«Se ti dicessi che Blake mi infastidisce, cosa faresti?» Incrociai le braccia al petto, sotto gli occhi indagatori di Victor. «Blue, so che avete un passato poco piacevole, ma... Blake ci tiene a te.»

Sollevai gli occhi al cielo, azione che mi fece guadagnare una terribile occhiataccia.

«Non mi piace averlo attorno» dissi solo, abbassando lo sguardo intimorita. «Blake ti proteggerà quando io e Vincent non potremo farlo... Pensa al ballo. Blake è fedele. Ti proteggerà. Fidati di lui come lo faccio io.»

Fece un paio di passi verso di me e mi premette contro il piano cottura.

Sopportavo a malapena il contatto fisico con i gemelli, ma era sempre meglio di quello con mio padre o con gli sconosciuti.

«So della tua uscita romantica con George Sullivan e, tornassi indietro, gli spaccherei ulteriormente la faccia.»

Annaspai in cerca d'aria, mi sentivo soffocare. Come diamine faceva a saperlo?

«Ma Blake mi ha rassicurato di avervi controllato lui, quindi mi fido. Non fare mai più una cosa del genere... hai capito?»

Annuii solamente, così Victor si allontanò per squadrarmi da capo a piedi.

«Vestiti in maniera più decente.» Indicò la direzione per raggiungere il piano di sopra e, senza farmelo ripetere una seconda volta, mi fiondai in camera mia per cambiarmi.

Poiché credevo che la serata avrebbe coinvolto solo me e Caroline, e al massimo i gemelli, mi ero concessa di indossare una t-shirt abbondante e dei pantaloncini corti.

Ma, visto l'arrivo di Blake, fui costretta a prendere una tuta e una felpa. Tornai da loro sudata, poiché faceva davvero caldo. Ma non mi lamentai, non potevo permettermelo.

Se fossi stata in una situazione normale avrei convinto Victor a farmi vestire più leggera, ma sapeva del mio appuntamento con George ed ero davvero terrorizzata.

Blake mi guardò interessato, avvolto nei suoi pantaloncini al ginocchio abbinati a una t-shirt. Però non disse niente. Riportò lo sguardo sulla televisione, dove scorreva un film scelto da Victor, che non mi piacque affatto.

C'era troppo sangue, così avevo passato le ore successive in silenzio, a giocherellare con l'orlo della felpa.

«Facciamo un giro?» propose Victor a bassa voce, nella speranza di farsi udire solo da Caroline. La diretta interessata si girò per chiedermi consiglio e, quando io annuii impercettibilmente, accettò l'invito di mio fratello.

La porta d'ingresso si chiuse alle loro spalle e mi resi conto che, consigliando a Caroline di seguire Victor, mi ero condannata da sola. Ero una totale idiota.

Infatti, Blake Davis mi stava accanto. Si alzò per raggiungere la finestra, dove si accese una sigaretta, con gli occhi ben fissi su di me.

«Cosa ci vedi in Sullivan?» Sospirai pesantemente alla sua domanda, «Rispondo io per te: niente, vuoi solo comportarti da stupida.» Assottigliai gli occhi, «Che t'importa?»

Sbuffò una nube di fumo nella mia direzione e mi chiesi che senso avesse mettersi accanto alla finestra se stava praticamente fumando dentro casa.

«Victor si è incazzato di brutto quando ha scoperto cosa ti ho permesso di fare.» Si voltò leggermente, permettendomi di vedere un leggero livido che campeggiava sulla sua mascella, nel lato sinistro del viso.

Fui assalita violentemente dall'impulso di correre da lui per accarezzargli il viso e aiutarlo, ma lo repressi subito.

«Perché gliel'hai permesso?» Ridacchiò leggermente, «Chiedigli di alzarsi la maglietta, più tardi.»Scossi la testa sconsolata, «Se siete così amici perché picchiarvi?» Blake lanciò la sigaretta finita fuori; «Perché tu sei più importante di qualsiasi cosa per i tuoi fratelli.»

Alzai gli occhi al cielo con uno sbuffo, «Ti rendi conto che a loro non importa nulla di me?» mi lasciai sfuggire. «Di che cosa stai parlando?» Incrociò le braccia al petto.

Mi ero messa nei casini da sola con quella frase a dir poco stupida; così decisi di optare per il silenzio, credendo che Blake si sarebbe arreso.

Si chinò su di me, la sua bocca vicina al mio viso. Il suo fiato sapeva di fumo, ma riusciva a non infastidirmi; percepivo inoltre il calore emanato dal suo corpo, come se fosse un fuoco a cui mi stavo avvicinando eccessivamente.

«Amano solo marcare il territorio» riuscii a tirare fuori con respiro affannoso, come se quelle parole mi fossero costate una corsa lunga chilometri.

In quell'istante, la porta sbatté, segno che Victor e Caroline erano tornati dalla loro passeggiata, che mi accorsi essere stata abbastanza breve.

Caroline aveva l'aria incazzata e mi fece cenno di andarcene, così, pochi istanti dopo, eravamo barricate in camera mia, lontane da quei due idioti.

«Ha provato a baciarmi!» esclamò con rabbia, buttandosi a faccia in giù sul letto. «Mi ha dato quella stupida maglietta e sono dovuta andare alla festa con lui... non capisce che non mi piace? Che non voglio essere un cazzo di trofeo?» sbottò.

«È un po' cocciuto» commentai, sedendomi accanto a lei; «Sai però...» cominciai, facendole alzare di scatto il capo;  ma me ne pentii subito, così iniziai a guardarmi intorno visibilmente a disagio.

Non erano fatti miei i suoi rapporti con Victor e, soprattutto, se le piacesse o meno. Riguardava loro soltanto. D'altronde, io e Caroline ci conoscevamo da troppo poco tempo per avere tutta questa confidenza.

«Detesto il fatto che Blake torni sempre senza riuscire a reggersi in piedi... il pensiero che tuo fratello lo appoggi mi fa davvero imbestialire. Non mi va di stare con una persona che incita mio cugino ad ammazzarsi.» Si premette un cuscino contro il volto, tentando scherzosamente di soffocarsi.

«Ti dispiace se vado a casa?» mi chiese con tono dolce e io scossi le spalle con noncuranza.

Non avevo mai avuto un'amica, qualcuno con cui fare un pigiama party come con Caroline... ma capivo che Victor la metteva a disagio con le sue advances, dunque lasciai che indossasse di nuovo i suoi jeans con l'aria di chi voleva calarsi dalla finestra pur di non incontrarlo di nuovo.

«Magari possiamo riprovarci la prossima settimana... Mia nonna vorrebbe tanto conoscerti, potremmo stare da me» propose, allacciando le Converse.

Annuii distrattamente, ma c'erano alte probabilità che non sarei potuta andare: Victor accettava Caroline in casa nostra perché gli piaceva, non pensavo che si sarebbe spinto oltre così tanto.

Scesi le scale con lei e il silenzio che pervadeva la casa mi fece pensare che i due se ne fossero andati, che Victor si fosse stufato della mia amica e avessero deciso di optare per la mitica festa di Bonnie..

Ma, quando passammo in cucina per un bicchiere d'acqua, li trovammo a divorare la pizza ordinata poco prima come due avvoltoi. Il silenzio era dovuto alle bocche piene.

Victor scorse tutto il corpo di Caroline: il modo in cui i jeans le fasciavano le cosce tornite e l'orecchino che le adornava l'ombelico, lasciato scoperto dal top blu.

I suoi occhi diventarono ardenti e notai la fatica che fece per distogliere lo sguardo e tornare sulla fetta di pizza che teneva tra le mani. La fatica che fece per non metterla eccessivamente a disagio, per non farle notare quando la desiderasse.

Fu mentre mio fratello si alzò per accompagnarla alla porta che Blake alzò lo sguardo su di me.Restammo soli, i due se ne andarono in silenzio.

L'inferno divampò, potevo sentire il fuoco bruciarmi dentro.

I suoi occhi erano il caos, un caos in cui volevo entrare, tanto che feci un piccolo passo verso di lui, avvicinandomi leggermente.

C'era il bancone a separarci, un limite fisico che poteva impedirci di combinare casini.

Ma a Blake non importava, perché raggirò il tavolo e mi fu davanti in un istante. Mi si mozzò il fiato.

Sentii le gambe molli e sapevo che sarei potuta ruzzolare a terra in un nano secondo; ma la verità è che non mi importava: sentivo che gli occhi di Blake erano il mio unico appiglio alla vita, l'unica ragione per restare in piedi.

Perché alla fine, nonostante tutto, eravamo sempre lui e io.

Il suo fiato caldo mi solleticò il mento e, per un solo momento, desiderai essere Cindy o Mary: non bionda e con la possibilità di averlo, anche se per poco, anche se in maniera effimera.

Quando sentii la porta chiudersi e i passi di Victor avvicinarsi, la sua espressione si indurì e serrò la mascella, facendo un passo indietro e tornando dall'altra parte del bancone: di nuovo quell'ostacolo fisico tra noi che ci ricordava ciò che non saremmo mai potuti essere.

Pubblicare questo capitolo extra è per me un onore. Siamo arrivati a 5000 letture, un traguardo tagliato che mi rende davvero piena di gioia. Grazie per il supporto che mostrate per la storia, è davvero bello vedere quanto la apprezziate.
Ci tengo molto alle vostre opinioni, mi fanno capire se la storia sta prendendo la piega giusta! Per questo vi ricordo di lasciare una stellina e un commento per sostenermi o, se volete solo fare una recensione, potete scrivermi su Instagram (giuliascrive4 o giuliacattii_); se volete qualche spoiler anticipato, potete seguirmi su TikTok (giuliascrive4).
Detto questo, vi lascio. Spero tanto che questa nuova parte vi sia piaciuta e ci vediamo al prossimo capitolo!❤️

P.S. Il prossimo capitolo extra arriverà alle 10.000 letture

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top