13. The race

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Gasolina; Daddy Yankee.

Blue non veniva a scuola da giorni.

Non avevo avuto il coraggio di chiedere a Victor qualcosa su di lei, ma, con una scusa, avevo chiesto a Caroline, che mi aveva detto che stava male.

Non sapevo perché, ma non ci credevo.

Blue stava bene.

L'avevo vista la sera dell'appuntamento ,e sì, forse l'avevo fatta incazzare, ma non stava male.

Non aveva febbre o qualcosa di simile.

Era sabato sera e Victor mi raggiunse sulla mia auto scintillante, che lavavo ogni fine settimana con estrema cura.

Era già brillo, lo percepivo dal suo umore sfavillante accompagnato dal leggero sentore nell'alito.

Vincent non veniva quasi mai con noi.

Odiava ciò che facevamo, ma sapeva di essere costretto ad accettarlo.

Ma i nostri sabati sera in quella piccola cittadina erano troppo noiosi e avevano bisogno di essere movimentati.

Nonostante Victor fosse ubriaco, era un gran meccanico. Il mio meccanico.

Avevamo passato tutta la notte precedente a controllare il motore per apportare le giuste modifiche.

Avrei vinto.

Cindy salii sull'auto sola. Quella sera, Bonnie e Stacy non erano invitate: loro non avevano la coca, Cindy sì, e loro erano due pudiche che avrebbero scopato in quattro ma che non si sarebbero permesse di darmi il mio premio dopo la vittoria.

Sapevo che Cindy mi avrebbe concesso un pensierino subito dopo aver tagliato il traguardo.

Ero convinto e arrogante, lo sapevo benissimo: il mio narcisismo forse poteva urtare molte persone, tra cui sicuramente Blue Williams, ma solo credendo in me stesso sarei arrivato ovunque.

Presi la sigaretta dalla mano di Victor e la lanciai fuori dal finestrino; ero un fumatore incallito e non riuscivo a stare un'ora senza una sigaretta tra le labbra, ma la mia macchina doveva restare linda e profumata.

Il capannone era gremito di gente. Forniva da centro scommesse e Victor era pronto a buttare tutti i nostri soldi su di me.

Avrei vinto. Punto e fine storia.

Non c'era nessuno a obbligarmi a correre: lo facevo per il puro brivido della vita. Amavo la velocità, rischiare la vita.

Ogni settimana si svolgevano gare alternate: un sabato di moto e il sabato successivo di macchine e, ovviamente, partecipavo sempre, quando potevo; cioè, quando non ero troppo fatto, ubriaco o impegnato a scopare.

Sfilai la giacca di jeans. Volevo avere possibilità di muovermi al massimo, così rimasi con la sola t-shirt nera addosso.

Una mano mi accarezzò il bicipite e delle unghie affilate mi fecero venire i brividi.

Cindy aveva seguito Victor. Accanto a me, c'era Hayley.

Hayley era bellissima, veramente.

Mi ricordava Blue, era pura come lei.

O almeno, il suo viso mi diceva quello; ma se gli occhi scendevano un po' più giù incontravo un top trasparente, che mostrava il seno prosperoso, e una gonna in latex.

Aveva la faccia da brava ragazza perché i suoi erano due ricchi diplomatici che la trattavano come un delicato vaso di porcellana, ma lei amava ribellarsi ogni volta che loro erano assenti.

E cosa poteva fare di meglio se non presentarsi a corse clandestine che finivano sempre con una figa dalla polizia, vestirsi come una spogliarellista e scopare con ragazzi poco raccomandabili?

«Vincerai?»

Annuii solamente.

«Mancano venti minuti alla partenza...» Con lo sguardo indicò i sedili posteriori della mia auto. Avevo fatto modificare i finestrini per renderli più oscurati di quanto fosse legale: amavo il sesso in macchina e non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.

«Non mi va» replicai, lanciando la giacca dentro l'abitacolo.

«Pensi a un'altra?»

La sua domanda mi portò a chiedermi per quale motivo avessi portato Cindy con me. Non l'avrei scopata.

Sentivo una strana sensazione. Sentivo che Blue non stava davvero bene e il pensiero mi tormentava.

Cazzo, odiavo pensarla.

Così, finii per prendere per il braccio Hayley con ben poca delicatezza e la spinsi dentro l'auto.

Non mi premurai di spogliarla.

I preliminari durarono il tempo necessario a renderla pronta per me e poi sfogai ogni mia emozione.

Tutto il mio odio per Blue Williams si riversò su quel corpo candido, macchiato dalla voglia di cambiamento, che però apparteneva ad Hayley.

Non la guardai negli occhi, la tenni di schiena, piegata.

Stringevo i suoi capelli scuri te le dita, tirandoli.

Hayley amava il sesso violento perché amava sentirsi viva. Io amavo il sesso violento perché mi faceva sentire morto.

Mi faceva sentire vittima e carnefice.

Mi riversai nel preservativo e non attesi nemmeno che finisse di sistemarsi la gonna per scendere dall'auto.

Avrei dovuto pulirla il giorno dopo.

Odiavo l'odore delle donne che si impregnava ai sedili, ma non potevo farne a meno.

Dopo, avrei scopato Cindy nello stesso modo e nello stesso posto, incurante di ogni cosa. Ero fatto così; ma quelle due non si sarebbero fatte scrupoli... anzi, Cindy avrebbe addirittura offerto ad Hayley di unirsi a noi.

Mancava poco alla partenza, così mi posi sulla linea di partenza.

Eravamo in quattro a gareggiare.

I miei avversari stavano seduti sul cofano con alcune ragazze intorno, io stetti solo.

Victor e Cindy non erano ancora tornati, ma guardando il capannone gremito capii che rischiavano addirittura di perdersi la corsa.

Ma non mi importava.

Non avevo bisogno del sostegno di qualcuno o di un portafortuna.

Nel momento in cui dovetti salire in macchina smisi di pensare a Blue.

Non me ne fregava un cazzo se stava male, se aveva la febbre o se fosse morta.

Contava la gara e la mia vittoria. Contava Cindy piegata davanti a me come premio con una striscia di coca sul culo, pronta per me.

Blue Williams non poteva di certo competere con quell'ebbrezza.

Sgasai. Il rombo del motore mi calmò all'istante, come una dolce ninna nanna per un bambino.

Inspirai. Ero Blake Davis. Ero un vincitore.

Guardai Hayley mettersi davanti a noi, mostrandoci prima la schiena e poi facendosi vedere in volto; niente che non avessi già visto, soprattutto da lei.

Diede il via e io partii con tutta la tranquillità del mondo.

I miei avversari erano dei coglioni, lo sapevo, e avrei vinto anche prendendomela con calma.

Ogni settimana, il luogo delle corse veniva cambiato per due motivi: non farci beccare dalla polizia e creare piste nuove.

La pista di quel giorno era estremamente facile e scoppiai a ridere quando il pilota della macchina viola uscii fuori strada.

Io viaggiavo a più di cento chilometri all'ora ed ero in testa, pronto a vincere.

E vinsi.

E rimasi impassibile mentre Victor mi mostrava tutti i soldi che avevamo fatto.

Rimasi ancor più impassibile quando Cindy si inginocchiò davanti a me in bagno, dandomi un anticipo di ciò che mi sarebbe spettato.

Solo dopo la coca mi sentii più leggero, più felice.

Fluttuavo come una nuvola e, con Cindy sotto di me, mi ritrovai di nuovo con quel pensiero fisso.

Che fine aveva fatto Blue Williams?

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