DIAMO UNA CHANCE ALLA PACE

- "Marciare andava bene per gli anni Trenta.
Oggi bisogna usare metodi diversi.
Tutto ruota intorno a una sola cosa: vendere, vendere, vendere.
Se vuoi promuovere la pace, devi venderla come se fosse sapone.
I media ci sbattono continuamente la guerra in faccia: non soltanto nelle notizie ma anche nei film; sempre e continuamente guerra, guerra, guerra, uccidere, uccidere, uccidere.
Così ci siamo detti: mettiamo in prima pagina un po' di pace, pace, pace, tanto per cambiare."

Parole (ancora attualissime) di John Lennon e musica per le nostre orecchie.

Non so che musica ascoltiate voi nel futuro, miei cari bisbisbisbisbisbiseredi, ma nel 1970 tutti i seguaci degli indefinibili Beatles erano in fibrillazione perché si diceva che stesse arrivando lo scioglimento della band più famosa al mondo.
Arrivò, in effetti.

Ma questo video del suo leader carismatico e queste sue parole, ci consegnano la consacrazione umana di un musicista che già era stato apprezzato per la sua genialità strettamente in campo artistico.

Cosa fanno le star musicali di oggi quando si sposano?
Affittano castelli, occupano isole o fanno giri del mondo spendendo di tutto e spandendo di più.

La luna di miele di John Lennon e di Yoko Ono fu devoluta, invece, alla giusta causa della pace.

Con una genialata massmediale che i protagonisti della scena artistica di oggi neanche si sognano, idearono il Bed-In: una settimana di protesta pacifista in pigiama, attuato dai due nel letto di una camera d'albergo piena di fotografi, televisioni e giornalisti di tutto il mondo.

Durante uno di questi show per la pace, fu effettuata la registrazione di Give Peace a Chance,  a tutt'oggi considerato un vero e proprio inno pacifista internazionale.

Alla fine dello stesso anno, i due ebbero l'ennesima idea: una canzone per Natale e una campagna pubblicitaria per la pace in mezzo all'inutile e consumistica cartellonistica in undici grandi città del mondo.

Anche in questo caso il brano, Happy Xmas (War is Over), è divenuto una brano che simboleggia la voglia di pace con un testo dalla forza vitale inesauribile miscelandosi con l'atmosfera natalizia.

"Così questo è Natale e cosa hai fatto? Speriamo che sia un buon anno, senza nessuna paura.
E così è Natale: per il debole e per il forte, per i ricchi e per i poveri. Il mondo è così sbagliato
E quindi buon Natale: per i neri e per i bianchi, per i gialli e per i rossi. Fermiamo tutti i combattimenti.
La guerra è finita se lo vuoi.
La guerra è finita adesso."

Questi alcuni passaggi del testo, rinfreschiamoci le orecchie con la musica.

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Forse non c'è mai stato visionario più lucido al mondo di questo artista.

Peccato non vederlo più alla chitarra o al pianoforte a comporre brani unici, indimenticabili perché al contempo ricchi di melodia e impegno civile.
A Londra ho attraversato le strisce pedonali di Abbey Road, su cui passarono i quattro scarafaggi, con l'emozione di un bambino e la nostalgia di un adulto.

Già quando era al culmine del successo con Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, aveva scritto un brano dedicato alla pace nel mondo.
In occasione del primo programma televisivo in diretta planetaria per più di trecento milioni di persone di nazionalità diverse, viene commissionato ai quattro beatle un brano che contenesse un messaggio semplice e comprensibile per tutti.

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All you need is love è esplicita sin dal titolo: l'amore è necessario e indispensabile, dà il senso profondo alla vita e permette all'uomo e al mondo di superare tutti i loro limiti.

Il messaggio della canzone non può essere assolutamente frainteso, neanche se ci si mette d'impegno per farlo.

Quel love, love, love ripetuto senza mai stancarsi sarà un inno da cantare senza pudore.

Torneremo in chiusura di capitolo al grande, vecchio John.
Adesso altra nazione, altro personaggio.

Finalmente un italiano degno di nota.
Alberto Pincherle non è molto conosciuto, eppure è stato uno tra i più grandi scrittori, giornalisti e drammaturghi del nostro paese. 

Forse perché è, ovviamente, conosciuto meglio come Moravia.

Pur essendo stato, quindi, maggiormente noto per la sua arte in letteratura, qui viene citato per i suoi ultimi anni di vita che lo hanno portato a darsi da fare in un campo ancora più importante: l'impegno civile contro i rischi di una nuova guerra con l'uso della bomba atomica.

Una riflessione.

La fine della seconda guerra mondiale, con la bomba su Hiroshima e Nagasaki, ha cancellato due città ma non la nostra certezza che un'atomica oggi centuplicherebbe gli effetti già devastanti di ieri.

Le diverse parti del nostro corpo possono ricordare questi eventi in modo non uniforme.

La testa potrebbe ricordarci che era necessario fermare quella guerra assassina causata dall'Asse Roma-Berlino-Tokyo.

Il cuore sospira che causare la morte di tanta gente non è mai un buon inizio per la paca.

Gli occhi non giudicano e osservano la devastazione lasciando posto non alle parole, ma alle lacrime.

Moravia lascia da parte testa, cuore e occhi e combatte con le sue armi: il pensiero.

Eletto all'Europarlamento, fa più politica dei politici e in un discorso lucido ma accorato, dice che, per scongiurare un tale rischio apocalittico, bisogna che le masse si mobilitino per creare una sorta di tabù della guerra, come un tempo, per salvare la specie, fu imposto da noi stessi il tabù dell'incesto.

Abbiamo cominciato il capitolo con John Lennon il Sognatore e, l'avevo promesso, concludiamo con lui e con la sua opera migliore, se classifiche artistiche possono farsi in questi casi.

Leggiamo alcuni versi che, per la loro grandiosa semplicità, sarebbero degni di un premio Nobel per la letteratura.

- Immagina che non ci sia nessun paradiso.
Nessun inferno sotto di noi.
Sopra di noi solo cielo.
Immagina che tutte le persone vivano per l'oggi.
Immagina che non ci sia alcuna nazione.
Niente per cui uccidere o morire.
E anche nessuna religione.
Immagina tutte le persone vivere la vita in pace.

Sapete di quale brano stiamo parlando no?

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- "Sono un artista rivoluzionario.
La mia arte è impegnata per il cambiamento".

Diceva così, in un'intervista , l'autore di Imagine.
Un cambiamento che era anche la difficile missione di vivere per la pace.

Naturalmente, come i protagonisti del capitolo precedente, anche il non violento John Lennon rimase paradossalmente vittima, molti anni dopo, di un omicidio.

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