29. Grace
Quattro mesi dopo
Harry sentiva un dolore atroce, un dolore che non aveva mai provato, ma non poteva cedere, non in quel momento.
Stava aspettando il taxi che aveva chiamato e lo stava aspettando in strada, davanti al condominio in cui viveva.
Stringeva spasmodicamente in mano il borsone che, da settimane, aveva preparato e pregava incessantemente che la macchina arrivasse presto.
Finalmente il taxi arrivò, il tassista scese e subito sbiancò nel trovarsi di fronte un ragazzo sul punto di partorire.
" Ma è solo? " chiese spaventato " Non c'è nessuno che la può accompagnare? "
" No... " ansimò Harry a fatica " sono solo...la prego, mi accompagni in ospedale...."
Il tassista, allora, annuì subito, lo fece accomodare in macchina e mise in moto, riuscendo ad arrivare a destinazione in una decina di minuti.
Harry gli tese una banconota, ma quello rifiutò e disse sorridendo:
" Il viaggio è gratis, lo consideri un mio regalo per il suo bambino "
Harry annuì commosso, scese a fatica e si avviò verso il pronto soccorso, venendo subito accolto dalla sua ginecologa, a cui aveva telefonato prima.
Arrivò una barella, fu aiutato a sdraiarvisi sopra e poi venne spinto verso la sala parto.
Prima che l'anestesista gli posizionasse la mascherina per l'anestesia, si sfiorò la pancia e pregò che la sua bambina nascesse senza problemi e che, soprattutto, fosse in perfetta salute.
Quando riaprì gli occhi, era sdraiato in un letto con lenzuola fresche, ma rigide e una flebo attaccata al braccio.
Sbattè più volte le palpebre, si guardò in giro e capì di essere in una delle camere del reparto.
Vicino a lui c'era un altro letto, ma era vuoto e nulla più.
Non vedendo accanto a lui nessuna culla, fu preso dal panico, allora suonò il campanello e attese, con il fiato in gola, che un'infermiera arrivasse.
Si presentò, invece, la sua ginecologa, con il sorriso sulle labbra e un piccolo fagotto, avvolto in una coperta rosa, in braccio.
" Ecco qui, papà " disse la donna " la bambina è perfettamente sana e in buona salute "
Harry, con gli occhi lucidi ed emozionati, tese le braccia e prese sua figlia.
Accarezzò con un dito le piccole guance e le labbra sottili e le sfiorò la fronte con un bacio.
" Ciao Grace, ciao mio piccolo amore..." sussurrò scoppiando a piangere.
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