CAPITOLO XIV-La finestra

Sabato. Oggi è sabato.
Sono indecisa tra pensare il 'finalmente è oggi' e il 'è già arrivato questo giorno?'.
Mi sembra siano passate solo poche ore dall'ultima volta che ho visto Jack,ma in realtà sono passati giorni.
Questa notte non l'ho passata come speravo,girandomi e rigirandomi nel letto guardavo la sveglia nella speranza che il tempo passasse più velocemente,ma più la guardavo più sembrava prendermi in giro e rallentare.
Nonostante la solita svogliatezza nel lasciare il mio amato letto,trovo conforto nel fatto che oggi finalmente la mia povera mente avrà una tregua e smetterà di essere riempita da domande. Guardo la sveglia che segna le 10:45,sento il mio stomaco che ha una voglia matta di fare colazione e decido di andare in cucina. Come mio solito non passo ore intere a decidere cosa indossare,infatti opto per una semplice tuta grigia e un top bianco. L'ideale per andare in skate e staccare un po' da tutto.
Mentre scendo le scale,mi accorgo che c'è già qualcuno in cucina. Entro e vedo mio padre insieme a...una donna.
Una donna?
Quest'ultima indossa un tailleur scuro,dei tacchi vertiginosi e ha dei capelli di un ramato lucente ,raccolti in uno chignon che non sembra essere fatto con dei capelli veri.
Oh no, è Lily.
Si esatto,la segretaria di papà,o almeno così tutti la considerano. Per me invece ha un'altra definizione:la donna con cui va a letto mio padre. Come lo so? Beh a sentimento,una figlia capisce quando suo padre ha una relazione con una donna che non sia sua madre.
L'ultima cosa che vorrei ora,appena sveglia,ma anche in qualsiasi altro momento della giornata è avere uno scambio di parola con questa donna. Non la conosco. Non ho voglia di conoscerla e per me rimarrà pari a una sconosciuta che incontri per strada. Sono entrambi girati di spalle,quindi non dovrebbero accorgersi della mia presenza.Per evitare possibili scenari cerco di fare minor rumore possibile.
Adocchio una scatola di pasticcini vari e il mio stomaco ricomincia a brontolare, 'Oh,sta zitto!' penso.
In punta di piedi e con il fiato sospeso entro in cucina e afferro un muffin con gocce di cioccolato. Ha un profumo delizioso e non vedo l'ora di gustarmelo lontana da questa vipera. Faccio un giro su me stessa per tornare in camera,quando sotto i miei piedi sento uno scricchiolio...
'Maledetto parquet' penso alzando gli occhi al cielo,già mentalmente preparata per quello che sta per succedere.
Ma un pavimento formato da dei mattoni normalissimi e sopratutto non rumorosi no eh?
"Buongiorno Brooklyn,hai dormito bene?" dice lei chiaramente disinteressata e con un sorriso brillante,ma finto.
Ah, è così che vuoi giocare?
Va bene. Giochiamo.
Le lancio uno sguardo di sfida senza darle alcuna risposta,anzi, sposto gli occhi su mio padre che mi stava già guardando come per dire 'ma cosa stai facendo?' e come se nulla fosse sfodero un sorriso forzato.
"Buongiorno papà,mangio una cosa al volo e esco" dico addentando il muffin e prendendone un altro.
Si amo i muffin,penso si sia capito.
Mio padre si gode la scena divertito sorseggiando il suo caffè. Tranquillo papà,non ho finito con te.
Se solo Lily potesse vedere la sua faccia...È come se avesse appena mangiato il peperoncino più piccante del mondo e non avesse nulla per alleviare il pizzico: la sua faccia è paonazza,gli occhi infuocati e le mani così serrate che se in questo momento potesse uccidermi lo farebbe senza pensarci due volte.
Afferro lo skate e,come se non bastasse,fingendo una faccia disinvolta aggiungo:
"Ah,oggi viene Liz a pranzo" con un sorriso beffardo guardando mio padre che ha perso il sorriso,il quale si è trasformato in uno sguardo serio e so che ha mille idee in mente.
Senza dubbio pensa ancora che ci sia qualcosa tra me e Lizzy,cosa che in realtà non è vera,ma indipendentemente da ciò so che non è tra le sue grazie,quindi mi piace farlo diventare matto.
Con i piedi davanti alla porta,do un ultimo sguardo a questa deliziosa coppietta: mio padre è ancora serio,non preferisce parola. Si starà preparando già da ora il discorsetto da farmi più tardi. Lily invece,fa finta di nulla.
Bene. Senza dire nient'altro,penso di aver parlato abbastanza,chiudo dietro di me la porta e una volta uscita infilo le cuffie nelle orecchie e sulle note di Renegades il vento mi attraversa la faccia e scompiglia i miei ricci in aria,come se volessero distaccarsi da me e volare via liberi.
In questo momento mi viene in mente mia madre. Perché?
Quando ero ancora in New Jersey e avevo su per giù l'età di mio fratello Liam,come ogni bambina di quest'età iniziavo a formare i miei interessi e ad avere i corrispettivi capricci. Era il periodo dei capelli tinti di colori bizzarri,mille idee per tatuaggi e piercing e sopratutto era il periodo in cui avevo una fissa per gli skate. Dalla finestra della mia camera,precisamente alle 18:45,passavano sulla strada sotto casa dei ragazzi in skate che andavano ad un parco lì vicino a divertirsi.Come fossero un'opera d'arte racchiusa nella finestra che faceva da quadro,come se dopo quel momento,non ci sarebbero stati più li fotografavo per catturare quegli attimi,ma ogni giorno eccoli lì che arrivavano .E dio quanto mi piaceva guardali,ogni giorno,a quell'ora indipendentemente da qualsiasi posto fossi e qualsiasi cosa stessi facendo,andavo davanti a quella finestra e per pochi minuti immaginavo di essere come loro. Di essere una di loro.
Arrivato il mio quindicesimo compleanno,il regalo più bello l'ho ricevuto da mia madre:il mio primo skateboard in assoluto. Tutte le ore passate ad ossessionarla e a convincerla erano servite a qualcosa. Ma insieme arrivarono anche le mille raccomandazioni. Ricordo che la più gettonata era quella del 'Non indossare le cuffie mentre stai su quel coso! Se così fai,può caderti addosso anche la luna,ma non te ne accorgeresti', eppure nonostante tutte le volte tu me l'abbia ripetuto, sono ancora qui mamma, testarda e cocciuta come non mai,a scappare dalla realtà con uno skate sotto i piedi e la musica che scorre al massimo nelle mie orecchie.
Solo in seguito ho capito che i suoi 'no',non erano dei 'no' voluti. Mia madre ha avuto dei periodi difficili,sia economicamente che emotivamente...Infondo era solo una madre con un lavoro precario,tre figli da mantenere da sola come meglio poteva e un marito stronzo che l'aveva abbandonata insieme ai suoi figli,solo per inseguire il suo lavoro e i suoi progetti e a malapena si ricordava delle sue responsabilità da padre.
E adesso che sono qui a Los Angeles già da qualche settimana mi accorgo che è davvero una parte fondamentale,lei insieme ai miei fratelli. E non devo dimenticarmi di Salem, il mio amato gatto e compagno di notti insonni sempre pronto ad ascoltare i miei pensieri e i miei dubbi.Pensandoci ora,li ho sentiti poco da quando sono arrivata qui,e immagino stiano sentendo la mia mancanza come io sento la loro. Fisso un promemoria nella mia mente per potermi ricordare di chiamarli un giorno di questi.
Solo ora mi accorgo di aver fatto moltissima strada e di aver quasi terminato le canzoni nella mia playlist,incredibile come la musica possa portarti in posti diversi e farti fare dei salti indietro nel tempo. Mi ci voleva proprio!
Guardo l'orologio,segna le 13:10,sono stata fuori di casa abbastanza. Ora meglio che torni,anche perché tra una mezz'ora dovrebbe arrivare Lizzy per pranzare insieme.Non appena penso questo mi ritorna subito in mente il chiodo fisso che ho avuto per giorni.
Stasera è vicina.
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Ciao a tutti,ecco qui un nuovo capitolo di questa storia! Brook ci ha regalato qualche perla del suo passato,manifestando il suo amore per lo skateboard e l'importanza della madre. Piuttosto come andrà questa sera con Jack? Cosa indosserà? E sopratutto che cosa succederà una volta arrivata in quel quartiere?
Continuate a leggere per scoprirlo!
Spero vi piaccia e se vi va lasciate un commento e una stellina ✨
Fatemi sapere cosa ne pensate... a presto!
-Gaia💘
xoxo

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