Capitolo 2

La prima ora è di letteratura inglese, con il professor Brown. L'aula è molto spaziosa e quando entro trovo due soli posti liberi e scelgo quello in seconda fila.
Quando il professore arriva però mi fa alzare perché mi presenti, anche se l'unica informazione che aggiungo al mio nome é quello dell'ultima città in cui ho vissuto: Boston. Questo non basta a fermare i sussurri che sento arrivare da ogni parte e che vorrei tanto attribuire al mio arrivo a metà anno, anche se so già che è il mio cognome a generarli.
"Come se non sapessimo già che ha passato la sua vita perfetta in giro per il mondo" è una delle poche affermazioni che riesco a distinguere chiaramente. Perfetto. Mi mancava proprio qualcun altro convinto di sapere tutto di me grazie a quello che scrivono i giornali.
Li ignoro e faccio finta di ascoltare la lezione. L'unico vantaggio dell'aver preso lezioni private per anni è che sono parecchio avanti con il programma, quindi non ho davvero bisogno di prestare attenzione.
Dopo svariati minuti la porta si spalanca e vedo entrare Cameron, seguito da un rimprovero dell'insegnante.
Alla fine dell'ora il professore mi trattiene insieme con un'altra ragazza dai lunghi e mossi capelli rossi. "Signorina Van Dyke volevo presentarti Meredith. È una delle mie alunne migliori e potrebbe darti una mano ad orientarti o a rimetterti in pari con il programma" è chiaramente orgoglioso della ragazza che mi sta presentando, come se fosse tutto merito suo.
È alta poco più di me e la sua chioma rossa è contornata da lentiggini sparse ovunque che fanno spiccare gli occhi verdi. Mi ricorda tanto la principessa Merida.
"In realtà sono messa bene con il programma da quello che ho potuto vedere, ma accetto volentieri l'aiuto per l'orientarmi" rispondo, mentre ricambio il suo sorriso.

Appena usciamo dall'aula Meredith si presenta, mentre io mi soffermo sui suoi occhi verdi, che mi sembra di aver già visto. Ma passo subito oltre.
"Brown mi ha detto che abbiamo lo stesso programma delle lezioni, quindi ora matematica. Ti farò fare un giro della scuola dopo pranzo e nel pomeriggio, intanto l'insegnante di storia dell'arte non si presenta praticamente mai a lezione" ha un sorriso contagioso, di quelli che ti fanno sorridere almeno un po'.
"Grazie mille" rispondo in un sospiro.

La mattinata passa rapida, con gli occhi di tutti puntati addosso, e con Meredith che si rivela essere più simpatica di quanto credessi. Anche se finora non credo di averle dato veri spunti per iniziare una conversazione, né le ho rivelato molto di me, è riuscita a parlare quasi ininterrottamente. Almeno ho scoperto che il professore di storia dell'arte dovrebbe andare in pensione nel giro di un paio di anni e così passa il tempo in giro per i corridoi ad importunare le bidelle o a fantasticare sui suoi futuri viaggi. Ma, da quanto ho potuto intuire, qui è un'istituzione e nessuno si azzarderebbe mai a fargli notare che non ha quasi iniziato il programma di quest'anno. E soprattutto Mer non si è rivelata la ragazza perfetta che mi ero aspettata dalle parole del Signor Brown. Non si fa problemi a passare le lezioni chiacchierando, forse anche perché, considerando la scioltezza con cui ha risposto alle domande che i professori le hanno posto, anche lei dev'essere avanti con il programma.

Quando arriviamo in mensa tutti quanti si girano a guardarmi e appena mi siedo al tavolo, sola con Meredith, mi si avvicina una ragazza seguita da un paio di altre, tutte e tre vestite e truccate come se stessero andando ad una festa e non a lezione. Mi rivolge il sorriso più falso che riesce a sfoderare. "Piacere di conoscerti, sono Amélie Miller" dal tono della voce credo che questo nome dovrebbe dirmi qualcosa, ma non sortisce in me l'effetto sperato. "Penso che potremmo diventare ottime amiche" continua. "Impiegherai ben poco a capire che qui ci sono persone degne di esserti amiche ed altre che non dovrebbero farti perdere tempo". Mentre parla guarda la ragazza accanto a me con un'espressione che potrebbe essere riservata ad un ratto finito lì per errore.
"Grazie, ma credo di essere in grado di decidere da sola chi voglio accanto" ormai sono abituata ad amicizie nate solo per il mio cognome.
"Non sai quanto ti costerà questo sbaglio" sussurra a denti stretti prima di dirigersi verso uno dei tavoli più affollati, ritrovandosi circondata da giocatori di football e un paio d'altri che si atteggiano come fossero gli unici tipi interessanti in tutta Miami.
"Lasciala perdere" Meredith mi riporta improvvisamente alla realtà. "É solo una stupida ragazzina viziata convinta di poter ottenere tutto quello che chiede grazie ai soldi di papà".
"Direi che questa volta le è andata male" rispondo senza più neanche guardare l'oggetto del discorso, concentrandomi invece sulla mia insalata, unica cosa quasi commestibile qui.
"Gliel'hai fatta vedere" ridacchia, prima di iniziare a farmi domande.
"Boston" rispondo d'istinto, sulla difensiva. "E Seattle, Manhattan, Vancouver, Siracusa, Dubai, Milano, Vienna, Tokyo..." non so perché ma parlarle sembra facile. Non credo me l'abbia chiesto per giudicarmi o per dire la sua sulla mia vita sempre in prima pagina. Penso che voglia solo conoscermi.
"Hai davvero visto tutti questi posti?" Il suo sguardo sognante è incredibilmente dolce. 
"E anche molti altri"
"Dev'essere stato stupendo" nessuno capisce davvero quanto sia difficile spostarsi continuamente da un posto all'altro. Tutti vedono solo la parte bella senza ricordarsi che passando di aeroporto in aeroporto ti perdi una delle parti più belle della vita: le persone, e l'amore che ti possono dare. "Avrei preferito poter mettere radici in un posto solo" sussurro troppo piano perché mi senta.
"Come ti trovi qui?" mi domanda subito dopo.
"In realtà non ho ancora visto molto, sono arrivata solo tre giorni fa"
"Allora a breve ti toccherà un tour guidato da me" ridacchia e penso che non sarebbe per niente male poter conoscere fino in fondo una città e qualcuno che la abita.
Continuiamo a chiacchierare così, per il resto della pausa pranzo e del pomeriggio, dandoci appuntamento per il giorno dopo davanti a scuola, io in qualche modo pronta a ricominciare e lei davvero interessata a conoscere la vera Mackenzie Van Dyke.

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