• capitolo 15 •

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sogni appesi -Ultimo.
(se la canzone non parte subito, schiacciatevi due volte.)

Tess' pov

Seguo le mie gambe come se il cervello non le guidasse più.

Mi stendo sul lenzuolo appoggiandomi sul fianco. Il tessuto sembra esser rigido, invece che morbido.

Lui si stende dietro di me, cingendomi con le sue braccia.

Prende le mie mani fredde e tremolanti e le stringe alle sue intrecciandole.

La stanza è fastidiosamente silenziosa, buia come la peste e una brezza fredda entra da una fessura della finestra.

La mie pelle reagisce rabbrividendosi. Chris mi stringe ancora di più a sé; ora i nostri corpi sono attaccati l'un l'altro, legati da un filo immaginario, tanto fragile quanto potente.
Bisogna procedere cautamente, altrimenti si potrebbe spezzare.
Ma se si fa attenzione, è la cosa più preziosa che possa esistere.

«Se vuoi puoi piangere.» sussurra vicino al mio orecchio.
Sento la sua voce spezzarsi. Non vuole che io stia male, ma se così dev'essere allora vuole che sia lui a proteggermi.

Mi lascio trasportare dalle mie emozioni; ovunque loro mi vogliano condurre, le seguirò in silenzio.

Così inizio a singhiozzare lentamente ma senza nasconderlo.

I miei occhi si annebbiano, vedo sfocato, chiudo le palpebre e il mio volto si riga di lacrime, mentre delle nuove si preparano ad uscire.

Stringo più forte la sua maglia tra le mie dita mentre sento le sue mani toccarmi dolcemente la pelle.

Eppure, nonostante tutto l'amore che mi sta donando, nel petto sento un vuoto al posto del cuore.

Inizio a piangere rumorosamente, coprendo la sua maglia delle mie lacrime.

Vorrei dirgli grazie, per essere quí con me, per amarmi, per lasciarmi piangere su di lui pensando a qualcun altro.
Ma la mia voce verrebbe fuori strozzata, incomprensibile, e la gola mi fa male. Brucia.

Mi accarezza con il pollice - con movimenti circolari - le guance.
Si sofferma ad osservarle, come se fossero dei diamanti.
Non sento più la testa, la mente vaga per mondi lontani e indefiniti, migliori del quale in cui sto vivendo.

Scuoto la testa disperata, mentre sento le guance avvampare sempre di più.
Le mie dita che sembrano fatte di metallo, intrecciano la maglia di Chris.

Sento il respiro farsi sempre più pesante e non controllarsi più.
È come se si fosse schiacciato l'acceleratore ad una macchina e non si potesse più rallentare.

«Tess... tranquilla... » mi sussurra dolcemente all'orecchio.
Eppure in quel tono così gentile sento la preoccupazione di un lupo che non sa dove poter proteggere il suo branco.

«Ci sono io con te... » continua a ripetermi, questa volta più forte, per sovrastare i miei singhiozzi.

«S-scusa...» cerco di dirgli, quasi completamente invano.
«Shh... non c'è bisogno che tu dica niente.»

Stringe ancora di più la sua mano alla mia. In un momento qualsiasi mi soffermerei ad osservare come la mia mano s'incastri perfettamente nella sua, come se se fossero due pezzi di un puzzle, come se fossero una cosa sola.

In questo momento invece, affogherei tra le mie lacrime senza più risalire in superficie.

È incredibile come in un solo momento di sofferenza vorremmo abbandonare tutto per sempre, mentre per essere felici ci servono anni e anni di cose belle.
Crolliamo subito.

E se papà sapesse tutto ciò? Verrebbe quí? Oppure non gliene importerebbe?
Io però ci credo ancora nel loro amore. È impossibile aver smesso di amare una persona dopo anni di matrimonio, di convivenza, di amore.
Hanno solo bisogno di qualcosa che glielo faccia capire.

Dó un pugno al cuscino e nasondendo la faccia tra di esso, lascio un urlo strozzato.

«Sfogati, tranquilla.» la sua voce mi raggiunge ovattata, ma c'è.

«Non me ne vado, rimango quí con te, a vigilare sul tuo cuore e le tue emozioni, sul tuo bellissimo corpo e sulla tua mente. Non ti lascio.»

Stavolta la sua voce mi arriva più chiaramente; mi soffermo su questo bellissimo suono e mi lascio incantare dal suo sguardo.

«Chris io non ce la faccio... » ma l'ultima sillaba viene fuori bassa bassa, come un lamento, come un sibilo.

«Invece ce la fai, perché tu sei forte, sei determinata, sei una stella troppo importante per essere spenta.»

Il mio respiro accelera e mi sento girare la testa. Ho la nausea. Ma lo ascolto.

«Sei un diamante che luccica tra il ferro arruginito, e sei forte anche perché credi di non esserlo.»

Mi pulsa ancora forte la testa, ma meno di prima. Ora la mia attenzione si sofferma su Chris.

«E sei bella, anzi bellissima, con il tuo ciuffo disordinato e i tuoi occhi azzurri in cui mi ci immergerei come se facessi un tuffo in mare.»

Sento la sua voce spezzarsi e il suo respiro farsi più veloce. Capisco che sta singhiozzando, quando una sua lacrima raggiunge la mia mano.
Così i miei lamenti si uniscono ai suoi.

«È anche in momenti come questi che sento che tu mi sia più speciale di tutte le altre, c'è qualcosa in te che mi fa stare sempre bene, sei tu il mio pensiero fisso.»

«Chris... anche tu lo sei.» il filo invisibile che c'è tra di noi si fortifica sempre di più.

«Eppure ho paura di amarti, perché ho paura di non riuscire a darti tutto e di poi di perderti... »

Prende il mio viso dalle guance rosse e gli occhi gonfi tra le dita e si avvicina, fino a sfiorarci.

«Tess io non voglio perderti, voglio passare il tempo con te per innamorarmi ancora di più di te e darti tutto ciò che ho da dare, anzi anche di più.»

Prendo un grande respiro, mi fermo, ed espiro frettolosamente a causa dei singhiozzi.

Non aggiunge altro, e nemmeno io lo faccio, decido di usare i gesti, di unirci ancora una volta.

Poso le labbra sulle sue e ci baciamo assaporandoci, prima lentamente, poi più velocemente.

I nostri respiri si fondono e vanno a ritmo, ormai spontaneamente.

Voglio che sia lui il mio primo vero amore, solo lui.

Tra mille dolori e speranze, voglio che sia lui - come ha fatto mia madre con mio padre - il mio primo nonostante.

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