39

Per prima cosa...

grazie mille a tutti per il sostegno:)

Dan's pov

《Cazzo, cazzo, cazzo》

Gli altri, che ancora ci osservavano dalla jeep, si sgolano chiamandoci.

《Chiamo mia madre, le dico...》

In realtà non so neanche io cosa le avrei detto. Scusa mamma, non posso sposarmi oggi, la ragazza con cui tradisco Aja è stata probabilmente rapita da uno psicopatico?

Nel migliore dei casi mi avrebbe chiuso in manicomio. Nel peggiore mi avrebbe trascinato in chiesa.

Faccio comunque il suo numero, mentre Aja correva a spiegare a Wayne, Ben, Theresa e Gary.

《Ehi, mamma...》

《Tesoro! Siamo appena arrivati al campus, tranquillo! Sono così emozionata! Fatti vedere! E chiama Aja,  mi raccomando!》

Guardo il telefono come se avessi in mano un topo radioattivo. Crede che l'abbia chiamata per dirle di sbrigarsi.

《Mamma...》

《Abbiamo parcheggiato! Sei in cortile? Arriviamo!》

Sento il "bip" di fine chiamata. Disperato, invoco mentalmente che Mitch sia veramente innamorato di lei e che non ne sia solamente ossessionato. Ma quel pensiero sfuma nella mia mente nello stesso momento in cui lo formulo.

Mitch non è innamorato.
Mitch è psicopatico.

Althea's pov

I soccorsi sono già arrivati: dicono che Jonathan è in condizioni critiche, ma che non è morto. È in coma, stabile.

I paramedici bazzicano nella casa, parlando a gran voce con i poliziotti. Alcuni hanno riconosciuto Daniel, perciò non hanno fatto troppe domande, ma mi sembra comunque di essere al centro dell'attenzione.

Tutti che mi guardano, sussurrando. Tutti che mi lanciano occhiate impietosite. Tutti che mi girano intorno, dandomi coperte, parole di conforto, pacche sulle spalle.

In realtà vorrei solo un po' di silenzio. Vorrei alzarmi e urlare di stare bene, ma forse ho davvero bisogno di qualcuno in questo momento.

Daniel è rimasto al mio fianco, cacciando via giornalisti e strizza cervelli, e stringendomi la mano senza dire nulla. Mi ha lasciato parlare di tutto; gli ho raccontato di Kristal, di Jonathan, di Dan. Della Stanford. Di Wayne e Ben. Persino della malattia di mio padre.

Lui mi ha ascoltato attentamente, gli occhi fissi nei miei. Se non amassi Dan, molto probabilmente ne sarei attratta. È un bell'uomo, atletico, dai lineamenti duri e marcati. Ormai mi sembrano passati anni da quando non volevo neanche guardarli, i maschi.

Adesso so che esistono ragazzi bravi.
E che non sono tutti come Jonathan. Come... "Stephan".

《Andiamo? I tuoi amici saranno preoccupati》

Dice sussurrando. Le sue mani mi sorreggono mentre mi aiuta ad alzarmi.  Subito una poliziotta dall'aria mascolina ci viene incontro.

《Sappiamo che è un momento duro, ma abbiamo bisogno di prove schiaccianti che non possano incriminare il qui presente Daniel Platz...》

Tiro via Daniel, fulminando la donna con lo sguardo. Che vada a chiedere a Jonathan, se mai si sveglierà. Che gli chieda di raccontare come si è divertito a torturarmi, negandomi il cibo. Che gli chieda di raccontare come sia stato divertente rovinare la vita di Kristal. Che gli chieda quanto abbia goduto nello stare al mio fianco solo per potersi divertire.

Corriamo via dalla casa, in cortile. Lui mi fa un sorriso sghembo e mi trascina lungo il sentiero, verso la sua auto.

《Sai, Platz è un bel soprannome...》

Scherzo. Lui si fa a un tratto serio e fa una smorfia divertita.

《Forse》

《Ti chiamerò così, allora. Platz》

Dan's pov

Il sole di mezzogiorno mi brucia la pelle, mentre osservo i miei genitori avanzare impettiti. Mia madre sorride, e non riesco a capire se sia un sorriso tirato o meno.

Mio padre, invece, più serio, mi osserva in silenzio.
Sospiro.

《Pronto, tesoro? La festa è alle quattro》

《Sono pronto》

Aja mi segue. Mi volto verso Wayne e Benjamin. Theresa e Gary, invece sono in auto. Vanno da Althea.

《Ci vediamo, ragazzi》

《Vuoi che veniamo?》

Scuoto la testa. Non voglio che mi vedano triste il giorno del mio matrimonio. Li saluto con un cenno e li osservo allontanarsi.

Poi mi volto verso Aja. Il suo viso non esprime emozioni. Mi prende, meccanicamente, la mano.

《Andiamo》

Althea's pov

Il viaggio con Platz - chiamarlo Daniel è troppo doloroso - è piacevole. Parliamo di cose futili, ridendo. Lui mi racconta di sè, scoccandomi di tanto in tanto uno sguardo. A un certo punto, con nonchalance, mi poggia una mano sulla gamba. Sussulto, perchè il suo tocco è troppo simile a quello di Dan. È facile chiudere gli occhi e immaginare che quella sia la sua mano.

《Scusa, non...》

《No, va bene》

Dico poggiando le mie dita sul dorso della sua mano. Arriviamo a destinazione, alla Stanford, così, le nostre dita intrecciate, ma senza tensione.

In cortile, non vedo la jeep, ma solo Wayne e Ben seduti sui gradini della scuola. Platz mi segue, un po' imbarazzato.

《Wayne, Benj...》

《ALTHEA?!》

Scattano in piedi come se avessero visto un fantasma. Corrono ad abbracciarmi.

《Perchè...?》

Senza lasciar loro il tempo di far domande, li faccio sedere e comincio a raccontare. Di tanto in tanto, Platz mi stringe la mano.

《...e mi ha salvato la vita》

Concludo, guardandolo negli occhi. Lui sposta lo sguardo e sorride.

《Uau, amico...》

Mentre cominciano a parlare di musica, bassi, tonalità, io smetto di ascoltare. Ho bisogno di vedere Dan.

《Ehi, Ben, Way, dov'è Dan?》

Loro si guardano, e abbassano lo sguardo. Il cuore inizia a pulsarmi.

《Che c'è?》

《È in chiesa, Al》

All'inizio non capisco e ho paura che sia morto uno dei suoi familiari. Ma lo sguardo che mi scocca Benjamin dice tutto il contrario.

Se fosse un funerale, loro sarebbero lì.

Gli occhi di Wayne mi confermano chè è in chiesa con Aja.

Dan's pov

La chiesa non è piena come mi aspettavo. Vedo ragazzi e ragazze, cugini, ma in totale occupano solo due file. Ai primi posti ci sono i miei genitori e quelli di Aja. Non li guardo neanche, non riesco.

Avanzo lentamente nella navata, i piedi di marmo che mi urlano di tornare indietro. Tutto si fa silenzio mentre passo, ma persino il rumore delle mie scarpe sul marmo mi sembra assordante. Ho messo di fretta uno smoking, che non è neanche della mia misura, e tengo lo sguardo fisso sul pastore. È in piedi dietro l'altare e sorride. Ci metto un minuto a capire che è destinato a me. Ricambio, accelerando il passo.

Passando di lato alla prima fila, osservo i volti che mi circondano.

Mia madre mi guarda con un sorriso tirato.

Mio padre ha gli occhi bassi, la fronte corrugata.

I genitori di Aja sono seri, impettiti. Ci metto un attimo a leggere il labiale sulle labbra del padre: non rovinare tutto, Daniel.

E ho paura - ho paura - che oggi non ne avrò il coraggio. Oggi, in cui dovrei ribellarmi, la rassegnazione mi avvolge le membra.

Raggiungo l'altare, sapendo già il mio destino.

Althea's pov

《Cosa?》

Balbetto, crollando a terra.

《Possiamo andare se vuoi. Lui... ti vorrebbe lì》

《Perchè dovrebbe volermi lì?》

Singhiozzo.

《Perchè ti ama》

Dan's pov

Mentre guardo Aja accompagnata dal padre, devo fare un respiro profondo per non scappare via. Tutti i suoni mi sembrano attutiti, come se fossi in una bolla d'acqua. Aja raggiunge l'altare più velocemente di quanto vorrei. Il pastore già comincia a parlare.

Non l'ho ascolto neanche. Guardo le sue labbra pronunciare parole di cui non capisco il significato, mentre tesse le lodi dell'amore.

Ma che amore è questo, che amore è se non posso amare la ragazza che mi rende felice?

Aja tossisce. Di scatto, riporto l'attenzione sulla realtà. Lo stomaco mi pesa.

《... e dunque vi chiedo, in nome dell'amore, vuoi tu Daniel Reynolds sposare la qui presente Aja Volkman?》

La sala è così silenziosa che si sente il respiro di ognuno. Si sente il mio cuore battere. Quasi sento il mio cervello ragionare, in cerca di una via di fuga. Mi rendo, troppo tardi, che non ce ne sono.

Chiudo gli occhi.

Ripenso alla prima volta che ho visto Althea, al suo sorriso e ai suoi bellissimi occhi.

Ripenso a come ha cercato di respingermi, ripenso a come io ho cercato di respingerla.

Ripenso a come l'amore ci abbia uniti, ci abbia reso unici e inseparabili.

Ripenso alla sera ai Westlake Studios. Ripenso al suo sorriso.

Ripenso a Kristal, a come Mac la potrà amare quanto vorrà.

E come per magia, riaprendo gli occhi vedo Althea all'ingresso, seguita da Wayne, Ben e qualcuno che non conosco.

Sento un miscuglio di emozioni aleggiarmi nel corpo. Sollievo, perchè lei è salva. Tristezza, perchè vedrà giurarmi amore a qualcuno che non è lei. E forse irritazione, chiedendomi se lo sconosciuto prenderà il mio posto.

La mia determinazione, a un tratto vacilla, davanti a lei. Ma, per un attimo, quando incrocio i suoi occhi, lei annuisce e sorride, le guancie rigate di lacrime.

Io mi volto verso Aja, mentre già l'impazienza della sala si fa sentire. Poi guardo il pastore.

《Sì, lo voglio》


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top