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Kristal's pov
Mercoledì
《Jonathan, sei tu?》
Una voce femminile rimbalza tra le pareti della casa. Non la riconosco, ma in quel momento potrei non riconoscere neanche quella di mia madre, tanto sono in preda al terrore. E se mi scopre? Dovrò andare in galera? E cosa dirò? Sì, sono entrata di nascosto nella casa dell'ex ragazzo di mia sorella perchè il mio ex ragazzo, che ho lasciato perchè mia sorella crede che suo fratello sia il mio stupratore, mi ha chiesto di indagare su di lui. Soffoco a stento una risata per l'assurdità della situazione, e, cercando di non far rumore, mi infilo sotto il letto. Non l'avessi mai fatto. C'è polvere dappertutto, ogni tipo di spazzatura e una vera e propria discarica di cartacce. Trattengo un brivido e sposto via un pacchetto di merendine dal mio piede.
《Jonathan, sei tu che hai fatto cadere il telo dal muro?!》
Oh, no. Ho dimenticato di rimetterlo a posto. Spero ardentemente che pensi che sia stato il vento, o qualcos'altro.
《Jonathan, se sei in casa, non è il momento di scherzare!》
La voce adesso è più vicina. La porta si apre e io trattengo il respiro, mentre un paio di sneakers gialle fluo entrano nel mio campo visivo. Sono talmente vicine che potrei, allungando una mano, toccare persino il ginocchio della misteriosa ragazza. Mi sforzo di non starnutire quando la polvere svolazza fino al mio naso...
Mac e le sue idee magnifiche.
《Dio, Jonathan》
Impreca. Spero che esca dalla stanza, ma invece si siede sul letto e armeggia con qualcosa per un paio di minuti. A un tratto sento un bip, e mi accorgo che sta chiamando qualcuno.
《E dai, rispondi》
Dopo qualche squillo, l'altra persona finalmente risponde.
《Finalmente, Jo》
Trattengo il fiato, spostandomi più in alto per sentire meglio, sforzandomi di ignorare le ragnatele che incontro. Fortunatamente non sono aracnofobica.
《Sono venuta perchè dovevo parlarti!》
《Non ti ho visto alla Stanford, pensavo fossi sceso, è importante!》
La Stanford? È l'università di Althea. Chi sarà questa ragazza?
《...riguarda Althea》
Quelle parole mi bloccano. Forse l'idea di Mac non è stata del tutto inutile.
《No, non riesco a stare tranquilla! Dan continua ad andarle dietro! Mi avevi promesso...》
Promesso? Jonathan ha promesso a questa ragazza che avrebbe tenuto Althea lontano... da Dan? E perchè, poi?
《...dopo il weekend, dici? E se Dan la convince a non venire in gita?》
《...e poi, cosa vuoi fare lì in gita?》
Spero che mi dia qualche motivo per dire ad Al di non andare con Jonathan. Ma invece...
《Oh... magari lo facesse Dan con me... hai anche prenotato la Spa?!》
Quelle parole un po' mi calmano. Forse vuole solo riconquistare Althea.
Però devo assolutamente scoprire chi è la ragazza che complotta con Jonathan. Mi sporgo, cercando di non far rumore, e mi trovo sotto una gonna azzurra a pois verdi e delle calze a fucsia.
Dan's pov
Mi costringo a salire in auto nonostante il groppo in gola. Non avevo intenzione di piangere davanti ad Althea, ma spero almeno di averla spinta a riflettere.
Parto, diretto all'ospedale. Oggi farò finalmente qualcosa di buono per lei.
Fortunatamente, è a poche miglia dall'università, perciò dopo un quarto d'ora sono già al parcheggio. Scendo e prendo un bel respiro, chiedendomi per l'ennesima volta se sono pronto. Annuisco tra me e me e varco la soglia, dirigendomi al bancone.
《Prego, di cosa ha bisogno?》
《Ehm... ieri ho parlato con la dottoressa Trish》
Il ragazzo fa cenno a una donna di colore sulla cinquantina, che non avrei mai associato alla voce che ho ascoltato al telefono. Lei mi rivolge un breve sorriso.
《Sono Daniel Reynolds, le...》
《Oh, certo! Il ragazzo del rene》
Non penso che sia il mio soprannome preferito, ma annuisco. Lei mi accompagna lungo il corridoio, e si ferma davanti a un sobrio ufficio con le pareti di vetro. Alla scrivania è seduta una donna bionda, con i capelli tirati in una coda di cavallo e le gambe accavallate.
《Lei è la dottoressa Theron. Si occupa degli anonimi, io dei familiari》
Mi spiega Trish, per poi darmi una pacca sulla spalla e tornare al bancone. Io entro, in imbarazzo, e mi siedo su una poltrona.
《Buongiorno, signor Reynolds. Trish mi ha riferito che vuole donare il suo rene, in anonimato》
Annuisco, cercando di sembrare sicuro di me. Ricordo che una delle regole per colpire gli altri e non abbassare lo sguardo, perciò punto gli occhi nelle iridi celesti della dottoressa.
《E, cosa molto insolita, vuole donare in anonimo a una persona ben precisa della lista d'attesa, se non sbaglio...》
Fa una piccola pausa, consultando un documento.
《Il signor Thomas Darrek?》
《Sì, esatto》
Lei mi fa un cenno, come a spingermi a spiegare. Prendo fiato e parlo alla dottoressa Theron, cercando di trasmetterle la mia urgenza.
《Il signor Thomas Darrek, dottoressa Theron, è il padre della mia... ragazza》
《Ma questo può rientrare nei casi di amici e familiari, non capisco l'anonimato...》
《Mi faccia spiegare. La mia ragazza, o forse dovrei dire la mia ex ragazza, mi ha lasciato perchè crede, e sottolineo crede, che io abbia... fatto cose indicibili... con la sorella. Ma io so che non sono stato e voglio in tutti i modi riconquistarla, perchè io la amo più della mia vita. Se però non usassi l'anonimato, pur di non avere contatti con me, il padre rifiuterebbe il rene. Se io, anonimamente, lo faccio, starò bene con me stesso, e anche se lei non mi vorrà più saprò che io ho salvato suo padre. Ciò che spero, però, è che loro cerchino di scoprire il nome e risalissero, autonomante, a me. Io la amo, dottoressa Theron, amo la mia ragazza più...》
Le parole mi escono come un fiume in piena, e devo aver convinto la donna della mia sincerità, perchè spinge verso di me un plico di fogli.
《Domande, questionari. Ora vengo, le faccio le analisi》
Sembra pensare a qualcosa, poi mi rivolge un sorriso.
《Se tutti gli uomini avessero la sua mentalità, signor Reynolds, il mondo sarebbe un posto migliore》
Althea's pov
Anche mentre sono a cena al BarraKuda, con Jonathan, continuo a pensare alle parole di Dan. Il motivo che lui aveva per mentire, e il motivo che avevo io per dire la verità.
Ma non posso, non devo, farmi raggirare. Devo ricordare che lui è l'aggressore di mia sorella, non un angioletto qualsiasi.
《Al, tutto okay, sembri pensierosa》
Scuoto la testa, cercando di riprendermi.
Dopo il nostro discorso, lui è andato via in auto. Spero che non voglia fare qualcosa di avventato. Ormai sono passate sei ore... ma perchè conto il tempo in cui lui non c'è... e Dan non è ancora tornato. Spero, nonostante tutto, che stia bene. Non augurerei la morte a nessuno, anche se lui è quello che ci va più vicino.
A un tratto arriva il cameriere a prendere le ordinazioni. Io guardo il menu, senza in realtà leggere una sola riga, e apro la bocca per parlare.
《Per me...》
《Non c'è bisogno che guardi la mia ragazza così mentre ordiniamo》
Sbraita Jo, facendo girare mezzo locale verso di sè. Ma...
《Scusalo, è nervoso. E, tra parentesi, non sono la sua ragazza》
Dico rivolgendomi al cameriere, ma guardando negli occhi Jonathan.
《Amore, piccola, stanne fuori, per favore...》
Dice con un tono di voce melenso che mi fa vomitare.
《E tu va' via, porco!》
Dice nuovamente al cameriere, cambiando tono.
《Jonathan Mitch, stai esagerando》
《Yandere》
Borbotta il cameriere prima di voltarsi e andar via. Yandere? Che cosa vorrà dire?
Senza degnare Jo di uno sguardo, prendo il telefono e lo cerco.
Yandere (ヤンデレ)è un termine giapponese che indica uno stereotipo di personaggio apparentemente dolce, che si rivela in seguito ossessionato dalla persona verso cui rivolge le sue attenzioni, spesso di genere amoroso. Un personaggio capace di atti...
Prima di finire di leggere, però, mi squilla il telefono. Mamma.
Rispondo col cuore in gola.
《Tesoro! Ci hanno appena chiamato dall'ospedale! C'è un donatore in regola per papà!》
Spazio autrice
Nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto:)
(Scusate se in un altro capitolo ho dato un nome diverso al papà di Althea, ma non riuscivo a ricordare quale. Se lo avete letto in qualche capitolo, scrivetemelo qua nei commenti)
Un bacio,
Sofya
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