una casa speciale

Quando mi svegliai ero distesa su un letto soffice che sapeva di lavanda, la testa mi pulsava, e quando la sfiorai notai con stupore una benda intorno a essa. C'era uno strano silenzio in quella piccola stanza che vedevo con la punta dell'occhio, il tempo veniva segnato con un suono fiebile di un violoncello e se tendevo l'orecchio sentivo anche il fischiettio di un uccellino. Alzandomi lentamente, la testa non ne sapeva di smettere di pulsare. Una leggera esclamazione di dolore uscì dalle mie labbra.
-Buon giorno, tranquilla il dolore cesserà prima o poi-
Una ragazza dai capelli bianchi e la pelle colore caramello mi guardava da una sedia accanto al mio capezzale.
-Chi... Dove...Come?- tante domande mi turbinavano nella mente in modo confuso, ma nessuna ne uscì con parole sicure.
-Non è sicuro avere tanto casino nella testa- mi rassicurò la ragazza sorridendo.
Da una porta entrò un ragazzo con i capelli blu e gli occhi di un verde acceso, che si avvicinava con passo deciso verso la ragazza.
-Ti avevo detto che se si svegliava dovevi avvisarmi- il ragazzo parlò alla ragazza come se io non ci fossi.
Il suo tono era autoritario mentre la ragazza rispose con in maniera rassicurante.
-Si è appena svegliata, dagli tempo- il ragazzo continuava ad ignorarmi completamente, quando uscì dalla stanza con passo pesante sì voltò un attimo, guardandomi per la prima volta.
-Tra mezz'ora vi aspettiamo in salotto- disse prima di uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
-Perdonalo lui è così con tutti, una cosa tipica di chi ha la realtà artistica- non capivo di cosa stesse parlando ma lasciai che continuasse
-Ti spiegheremo tutto a suo tempo. Comunque io sono Hanna, li c'è un cambio completo e li c'è un bagno. Se hai bisogno di qualsiasi cosa io sono qua fuori - detto ciò si diresse verso la porta con passo leggero. Accanto al mio letto c'era una sedia con sopra una maglietta e un paio di pantaloni di una tutta, alzandomi mi diressi verso il bagno portandomi il cambio dietro.
Il bagno sembrava che splendesse di luce propria, con marmo bianco e un grande specchio. Incuriosita guardai il mio riflesso, i miei occhi erano tornati di un bianco candido con la tipica sfera verde al centro. Feci un respiro profondo quando vidi che non erano più  neri.
Mi sciacquai la faccia e guardai il mio riflesso, con i mie tipici lineamenti della mia città con quel lieve segno rosso che mi aveva provocato l'ukulele  e i particolari capelli rossi coperti da una fascia bianca, feci un altro sospiro profondo e mi lavai. La maglietta che mi avevano dato era bianca  con le maniche corte, non era molto attillata ma abbastanza da far vedere le mie forme poco pronunciate. I pantaloni erano mimetici è larghi e soffici come una tuta da ginnastica, coprivano la fasciatura e  non stringevano troppo su di essa.
Quando uscì dalla stanza sentii profumo di bosco e aria cristallina, nell'aria alleviava ancora il suono di un violoncello.
-bello, vero?- Hanna mi fecce fare un sobbalzo quando si staccò dalla parete e si avvicinò a me.
-Ora andiamo in salotto?- la mia voce sembrava spezzare quel armonia di sensazioni,
-si, vieni- La ragazza iniziò a camminare per quei lunghi corridoi piastrellati di porte.
-Dopo cena potrai toglierti la benda, ti sei proprio beccata una bella botta svenendo-
Rimanemmo in silenzio.
Quando superò un varco ci trovammo in un salotto, le parete erano ricoperte da finestre che davano su luoghi diversi, a terra un mosaico di una rosa dei venti. guardavo verso nord vedevo immagini dei ghiacciai, a sud vedevo un deserto, a ovest c'era qualcosa che assomigliava alla foresta amazzonica, a est vedevo un gruppo di ragazzi che correvano verso il mare. Tante immagini che avevo visto solo in fotografia.
-loro sono dei nostri, si stanno godendo le ultime ore di vacanza, li conoscerai a cena- Hanna indico i ragazzi che oramai stavano nuotando.
Il suono del violoncello si fecce più acuto fino a fermarsi.
-Ciao ragazze- un ragazzo biondo e robusto si alzò da una delle poltrona e mise giù il suo strumento. L'attimo dopo era accanto a noi.
-Tu devi essere quella nuova, piacere io sono Federico, ma gli amici mi chiamano Fed-  Il ragazzo mi porse la mano per stringerla, io la strinsi con riluttanza e sussurrai il mio nome.
-Bene, Lucy ci incontriamo dopo - il ragazzo fecce dietro front, recuperò il violoncello e imbocco il corridoio, seguito da un piccolo pappagallo azzurro che si posò sul riccio dello strumento.
Hanna si era accomodata su una poltrona e mi fecce segno di sedersi vicino a lei. -Ora che succederà?-
-ora aspettiamo chi dobbiamo aspettare. Il ragazzo dai capelli blu e uno di loro, ma puoi chiamarlo Lucas- la ragazza mi fecce l'occhiolino quando dal varco entrarono due ragazzi e due ragazze.
Hanna si alzò sorridendo e io la segui a ruota.
Quei quattro soggetti erano uno più diverso dall'altro. Una delle due ragazze aveva la pelle di un pallido celeste con i lineamenti contornati da pietre preziose e gli occhi erano d'oro , che ti leggevano dentro. Il secondo ragazzo, quello tra Lucas e la ragazza dagli occhi d'oro, aveva le mani fasciate con qualche macchia rossa e i capelli dell'ennesimo rosso, la quarta ragazza aveva la pelle colore cioccolato fondente, gli occhi e i capelli erano praticamente bianchi ed era l'unica che mi sorrideva. E fu la prima a parlare
-Piacere io sono Nives. E noi dobbiamo parlare di molte cose.- Nives ci fecce segno di sedersi e loro si sedettero intorno a noi.
-Io sono Vlam - Il ragazzo dai capelli rossi si mise a terra  con le gambe incrociate vicino alla mia sedia.
-Io sono Ruhi- La ragazza dalla pelle pallida si sedette accanto a Lucas, che si presentò poco dopo.

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