la prima cena

Sentì un brivido di freddo lungo la schiena e un soffio di vento che mi scompigliò i capelli.
-Stanno arrivando.
Hanna guardò dietro di se sorridendo ma quando mi voltai non notai nessuno.
-Arriva chi?
-I nostri amici.
Albert, che aveva smesso di mettere via la sua roba si era avvicinato a noi e guardò anche lui nella nostra stessa direzione, ma prima diede un occhiata a me, io scrollai la testa pensando che fosse solo la mia immaginazione sentendo un altra corrente che accarezzò il viso.
Hanna ci condusse verso la sala pranzo, svoltando angoli che non avevo visto precedentemente e superando porte chiuse.
La sala da pranzo era una comune sala, pensavo ci fosse qualcosa di molto di più ma mi trovai davanti solo una grande tavolata apparecchiata a metà. Sul soffitto varie lampade illuminavano il grande mobile faccenda brillare i piatti bianchi e i bicchieri scintillanti.
Da una delle porte vidi qualcosa muoversi e prima che me ne accorgessi mi trovai davanti ad una nuvola di coltelli e forchette seguite da una ragazza che con una mano teneva il libro e l'altra sollevata, come se tenesse legate ad un filo le posate.
Delicatamente si posarono sopra ad dei tovaglioli bianchi decorati con fili blu mentre la ragazza fecce un altro movimento con la mano e tornò indietro senza togliere lo sguardo dalle pagine che si spostavano da sole.
-Vedo che ti sei data da fare Iris-
La ragazza si voltò di scatto facendo girare la sua lucente chioma pallida.
Sorridente si scuso e chiuse il libro che tenne sotto braccio.
-Ho... Ciao Albert, Hanna...- i suoi occhi azzurri si fermarono su di me aspettandosi una mia risposta -Lucy-
Dissi con poca fretta.
-Ciao Lucy, fra un attimo è pronto-
Detto ciò Iris sparì dietro la porta che presumo fosse la cucina.
Stavo per chiedere una cosa ad Hanna quando un ragazzo dai capelli argentati entrò dalla porta.
-Ciao ragazzi- il suo sorriso era irradiante, non era simmetrico ma un angolo destro della  bocca era leggermente più sollevato del sinistro, dandoli un aria da discolo.
Il suo sguardo era concentrato su di noi e la mano era già su una mela che qualcuno aveva lasciato sul tavolo in bella vista.
-Mattia lei è Lucy, Lucy lui è Mattia che oggi si è felicemente offerto di andare a chiamare i suoi compagni-
Disse Hanna indicando il ragazzo che si era bloccato guardandoli confuso.
-Davvero questo mi era sfuggito- diede un morso alla mela e  la ragazza annuì, mentre Albert roteò gli occhi notevolmente scocciato.
-Allora vado e torno-
Il ragazzo sparì in un battito di ciglia, la mela era sopra ad un piatto, forse quello di Mattia.
-Come...-
-ragazzo veloce- rispose secco Albert sussurando qualcos'altro di meno gentile.
-Albert e Mattia hanno avuto una lunga discussione-
-Si sa gli italiani non vanno d'accordo con gli inglesi-
-Questa mi è nuova. Non c'entra niente Inghilterra o Italia voi avete dei problemi qui dentro- Rispose Hanna indicandosi la testa con un sorrisetto divertito. Il ragazzo sbuffò ma senza prendersela iniziò a scuotere la testa.
-Quindi tu sei inglese, ma non si direbbe dal tuo accento-
Il ragazzo mi guardò trattenendosi dal ridere.
-Da queste parti ognuno parla la sua lingua natia ed è grazie ad un altro mutante che ora riusciamo a comunicare con tutti i nostri simili che troviamo in giro per il mondo. Ti basta varcare la porta. -
-La porta? Quale porta? -
Dissi non ricordandomi di quale porta intendesse.
-non intendo quella del salotto, ma quella che tu hai varcato quando non eri cosciente- 
Rimasi confusa quando dietro di me sentì il leggero brusio di passi e risate. In poco tempo un gruppo di ragazzi che avranno avuto la mia età e anche di più si ritrovò intorno al tavolo in testa c'era Mattia che aveva in mano la mela che aveva recuperato dal piatto senza che qualcuno se ne accorgesse.
Non erano molti i nuovi ragazzi ma abbastanza da confondermi.
Dietro Mattia c'era una ragazza che saltellante iniziò a vagare per la sala, ancora vicino all'uscio della porta c'era una ragazza dai capelli neri in tinta con i  suoi vestiti e in contrasto con la sua pelle pallida, dall'altra parte si trovavano due ragazzi, il primo aveva una catenella che teneva legata una bottiglia, il secondo continuava a parlare con il ragazzo come se non avesse fatto nient'altro per tutta la vita, mi sembrava abbastanza normale ma quando si voltò notai i suoi occhi a mandorla con una pupilla al suo interno di un colore blu che poi divenne verde e successivamente giallo.
Vidi anche Federico che si stava unendo al gruppetto che avevo appena osservato.
Notai altri ragazzi con particolarità simili ed altri che sembrava di un normale inusuale.
Iris ricomparve da dietro la porta, la ragazza dai capelli neri che fino a quel momento era rimasta a fissare il pavimento con sguardo attento alzò il capo di colpo e sorridendole raggiunse la ragazza passando inosservata da chiunque altro ci fosse nella stanza. Il mio sguardo vagò ancora tra i ragazzi nuovi che lentamente facevano comparire nuovi dettagli.
-Se continuerai così li consumerai-
In un primo momento pensai che a parlare fosse stato Albert ma quando mi voltai la prima cosa che vidi era una chioma lucente.
Il ragazzo era comparso dietro di me senza che io notassi quel spostamento.
Quando guardai dietro di lui vidi Albert con una faccia cupa.  
-Ciao Mattia-
Non poti dire altro perché dalla porta da dove eravamo arrivati entrarono i quattro.
Appena arrivarono, la stanza entrò in un silenzio inusuale per le mie orecchie.
Quella che ricordai fosse Nives mi mostrò un sorriso cortese, per poi voltarsi verso i ragazzi.
-Ben tornati ragazzi, da oggi possiamo inaugurare il nuovo anno. Ma prima vi volevamo presentare Lucy, la nostra nuova collega-
Gli sguardi di tutti i presenti si posarono su di me, fecci un sorriso tirato e sentì le mie guance pizzicare per l'imbarazzo.
Poi tutti si sedettero nei posti che li erano tanto famigliari ed iniziarono a parlare.
Io rimasi in silenzio ammirando il mio piatto vuoto con fare distratto, senza accorgermene qualcuno appoggiò un piatto di pasta davanti a me ma quando mi voltai non vidi nessuno. Guardai il vuoto dietro di me pensando che mi fossi immaginata tutto, fino a quando non sentì una risata e una figura comparire da essa.
In poco tempo mi trovai davanti un ragazzino con in mano un altro piatto di pasta che qualcuno prese.
-Dovresti vedere la tua faccia, sembrava che avessi appena visto un fantasma. 
Il ragazzo non smise di ridere per qualche secondo ma poi con qualche colpo di tosse tutto cessò, intorno a me calò il silenzio è anche Hanna si voltò a guardare il ragazzo.
-Scusa, io sono Charly.
Il ragazzo mi porse una mano che io strinsi un po' titubante pensando che potesse scomparire, come se fosse di cristallo.
-Bhe io vado devo finire di portare le ultime cose.
Charly scomparve un altra volta e sentì Hanna fare un sospiro sussurando qualcosa che non capì immediatamente.
Albert che era nel posto difronte al mio suguì l'ombra di Charly con sguardo malinconico.
Quando si accorse che lo stavo fissando mi sorrise e mi porse una scatola d'argento.
-Grana?
Sorridente accettai prendendo la piccola scatola dalle sue mani, sfiorando le sue dite sentì che erano fredde quasi come ghiaccio, li porsi un ultima occhiata ma lui era già impegnato a consumare il suo pasto.

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