Si parte!
Mentre Akaza e Kaito partono per il viaggio, Tengen si dispera.
-Sono un pessimo padre! Mio figlio se n'è andato per colpa mia!- urlava mentre era in lacrime.
-Devo cercarlo! A qualunque costo!- disse tra sé e sé.
Avverti le sue mogli e si mise in viaggio.
Ma, prima di partire, doveva andare nella camera del figlio a cercare indizi su dove si trovava.
Entrò e vide le mura azzurre illuminate da uno spiraglio di luce che penetrava dalla finestra, illuminando il resto della stanza.
L'armadio era aperto e mancavano dei vestiti e la valigia che teneva custodita all'angolo del mobile.
Sul computer, appoggiato su una scrivania bianca, era aperto un link con scritto: "i 10 posti più belli della Grecia".
Tengen capì che suo figlio si trovava proprio lì.
Prese un volo per la grecia che durava 23 ore, partendo da Tokyo e atterrando ad Atene.
Aveva paura degli aerei, ma per suo figlio avrebbe fatto questo ed altro.
-Se la pietra non si trova sul monte Olimpo, perché lo hai scalato?- chiese Akaza.
-Volevo avere una vista più ampia della città, e poi non ero ancora sicuro di fare questo viaggio, quindi ho scalato il monte per schiarirmi le idee- rispose Kaito.
Erano arrivati ai piedi del monte Olimpo.
Cercarono il punto indicato dalla mappa, ma non trovarono nulla.
-Ragazzo, sei sicuro che questa pietra esiste davvero?- chiese il demone.
-Non ne ho la minima idea-.
Kaito si appoggiò al fianco posteriore della montagna, ma lo trapassò e scivolò in un tunnel.
Akaza lo seguì a ruota.
Scivolarono fino ad arrivare in una caverna.
Improvvisamente cominciò a soffiare un forte vento che andò a creare un tornado davanti ai due ragazzi.
All'improvviso il vento si fermò e il buio regnò nella caverna.
-Akaza, mi sa che non dovevamo seguire la mappa- sussurrò Kaito.
-Mi sa che hai ragione ragazzo- fece Akaza, sempre sottovoce.
All'improvviso si accesero delle torce e davanti a loro comparvero Sanemi e Rengoku, o meglio, i loro fantasmi.
Akaza ruppe il silenzio:- Ma, come fate ad essere qui? Non eravate...-
-Morti, sì, lo siamo ancora- rispose Sanemi.
-Un certo Sabito ci ha detto come tornare, anche se da fantasmi- continuo a spiegare.
-Non siete qui per vendicarvi, vero?- chiese Akaza.
-No, siamo qui perché dobbiamo fare la guardia alle pietre magiche e assicurarci che nessuno sappia della loro esistenza- rispose Rengoku.
-Si ma così gliel'hai detto, cretino!- lo rimproverò Sanemi.
-Aspettate un secondo, non ho capito cosa sta succedendo- intervenne Kaito.
-Praticamente questo scienziato (riferito a Rengoku) vi ha appena detto dell'esistenza di delle pietre magiche- disse Sanemi.
-Aaa, ma lo sapevamo già- fece Kaito.
-Com'è possibile?- chiese Rengoku.
-Internet e questa mappa- rispose il ragazzo, mostrando ai due fantasmi la mappa.
-Questo spiega molte cose..- fece il rosso.
-Possiamo fare un accordo. Se voi ci aiutate a trovare le pietre, noi manterremo il segreto- trattò Kaito.
-No.- rispose Sanemi.
-Ok, allora andrò a dire a tutti delle pietre-
-AAA, TI ODIO! Va bene, vi aiuteremo-
-Sapevo di poter trattare con voi. Alloooora, dove si trovano le pietre?-
-Non qui- rispose Rengoku.
-Per trovarle dovrete prima andare allo Stonehenge, in Inghilterra, a mezzanotte e cominciare ad alzare tutte le pietre più piccole che si trovano a terra. Quando vedrete che sotto una pietra c'è un tunnel, entrateci dentro- spiegò.
-Ora andatevene- disse Sanemi.
-E come dovremmo uscire?- chiese Akaza.
-Risalite lo scivolo- rispose il rosso.
Così fecero e si diressero verso la loro prossima meta: lo Stonehenge.
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