Il mistero di Stonehenge

Tengen, una volta arrivato in aereo porto, fece il biglietto e si preparò a partire per la Grecia.

Non sapeva che il volo che aveva preso aveva appena cambiato destinazione ed era diretto a Londra e non più ad Atene.

Dopo che è salito sull'aereo sente sei passeggeri parlare di Londra e dei vari monumenti che si possono andare a visitare.

L'aereo era appena decollato e Tengen capì di aver fatto confusione con i voli.

"Sono uno stupido! Solo oggi ho fatto un errore dietro l'altro!"

Così decise che avrebbe cambiato volo una volta arrivato a destinazione. 


Akaza e Kaito, nel frattempo, si stavano disperando su come arrivare allo Stonehenge.

-Aspetta! So io come fare!- disse il ragazzo.

-Chiamo lo zio Tomioka! Lo stesso che mi ha portato qui!- continuò.

-E lui ha accettato di farti scappare di casa?- chiese il demone. 

-No, gli ho solo detto che era un viaggio di scuola e che mio padre non poteva usare la macchina.

Ora lo chiamo e gli chiedo di darmi un passaggio!-

- Ma come avete fatto ad attraversare il mare? Il Giappone è un'isola e per arrivare fino alla Grecia dovevate per forza passare sull'acqua- fece Akaza.

-Lui è l'ex pilastro dell'acqua, e con la respirazione ha separato le acque (tipo Mosè).

Inoltre alimenta la sua macchina con l'acqua ed è molto più veloce in questo modo!- rispose Kaito.

-Comunque non credo che si beverà la storia del "viaggio scolastico" un'altra volta-

-C'è solo un modo per scoprirlo!- Allora Kaito prese il telefono e chiamò Tomioka.

In chiamata:

Tomioka (T): che c'è ora?

Kaito (K): zio, non è che mi porteresti da un'altra parte?

T: fammi indovinare, è un viaggio scolastico?

K: ehmmm, sì..? Avevo dimenticato che non era in Grecia il viaggio ma a Londra, più precisamente allo Stonehenge.

T: e, fammi indovinare, sei con un demone.

K: chi? Io? Nooo, neanche per sogno!

T: e allora chi è quel tizio tatuato con i capelli fucsia vicino a te?

K: aspetta... come fai a saperlo?!

T: girati

Fine chiamata

Kaito si girò e vide Tomioka che stava camminando verso di lui.

-Ciao Kaito- gli fece.

-Z..z..zio?! Cosa ci fai qui?! Come facevi a...-

-Me l'hanno detto Sanemi e Rengoku- rispose Tomioka.

-Quindi, dovresti andare a Londra eh?- continuò.

-Bhe, sì, ma di sicuro tu non mi ci porte..- Kaito non riuscì neanche a finire la frase che il corvino accettò la proposta.

-Mi piace far preoccupare tuo padre, e poi non sono mai stato a Londra- proseguì Tomioka.

Dopo svariati ringraziamenti da parte del ragazzo, Akaza decise di chiedere scusa all'ex pilastro per aver ucciso tutti i suoi colleghi.

-Capisco che sei maturato e che ti sei pentito di quello che hai fatto, ma comunque se vuoi venire con noi viaggerai sul tetto della macchina- fece Tomioka.

Partirono per questo viaggio e, nel tragitto, gli raccontarono della loro missione, delle pietre magiche e del loro incontro con Sanemi e Rengoku.

Una volta arrivati a destinazione, si divisero.

Tomioka andò a fare il turista in giro e gli altri due si diressero allo Stonehenge.

Era notte, l'imponente edificio in pietra era a pochi passi da loro.

Scavalcarono la rete metallica e, finalmente, lo raggiunsero definitivamente.

Dopo aver alzato 50 pietre, la 51esima emanò una forte luce.

Era lei, l'entrata della caverna.

Ci scivolarono dentro ed atterrarono in una cava sotterranea.

D'avanti a loro c'era una porta di legno ma, appena si provarono ad avvicinare, una nube di fumo blu gli si parò davanti.

Una volta che si era rarefatta, la figura del pilatro della nebbia era d'avanti a loro.

-Fatemi indovinare, siete qui per le pietre- disse Muichiro.

Kaito annuì.

-Aspetta, ma tu sei il figlio di quell'esaltato di Tengen, giusto?

HAHAHAHA, Uzui che fa il padre non me lo aspettavo- continuò il fantasma.

-Sei qui per prendere in giro mio padre o per aiutarci?!- domandò il ragazzo, spazientito.

-Io? Aiutare voi? HAHAHA, io sono qui per intralciarvi! Dietro la porta alle mie spalle si trova un altro indizio, ma dovrete raggiungerlo con la mia nebbia!- e così Muichiro riempì la stanza di nebbia fitta.

Il demone e il ragazzo provarono a raggiungere la porta e, dopo aver sbattuto alle pareti milioni di volte, aprirono la porta, presero l'indizio e uscirono grazie ad una scala lasciata dal pilastro.

La loro tappa successiva era il Colosseo a Roma, Italia.


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