Sentimenti contrastanti

Pov's Narratore

Le parole di Luka sembravano aver fermato il tempo in quella stanza.

Adrien non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi acquamarina del coetaneo.

Non si era minimamente accorto che le lacrime avevano iniziato a solcare le sue guance, non aveva percepito le gocce salate che gli accarezzavano il viso.

"M-Mi dispiace! Non capisco cosa mi prenda"

Cercò di giustificarsi, interrompendo l'abbraccio.
Non immaginava che avrebbe ceduto in un momento simile.
Era sempre riuscito ad ingannare i propri sentimenti, grazie alla maschera da ragazzo perfetto che si era creato.
Inoltre, perché l'ultimo lucchetto che sigillava il suo cuore si era sbloccato in presenza di quel ragazzo?

Luka non aveva più aperto bocca, si era limitato ad osservarlo, aspettando pazientemente che si calmasse.

"Che ne dici di rimanere ancora un po? Non per intromettermi, ma sembri piuttosto provato"

Ed era vero, l'aveva sempre ammesso a sé stesso, quella vita gli stava troppo stretta.
Girava tutto intorno alle aspettative della gente.
Di suo padre.
Dei suoi amici.

Grazie all'identità di Chat Noir era finalmente riuscito ad esprimere chi era, chi avrebbe voluto essere agli occhi di tutti.

Quello poteva essere uno dei pochi momenti della sua vita in cui avrebbe potuto sfogarsi con qualcuno, lasciar cadere le proprie barriere e esprimersi.

Annuì, acconsentendo all'invito dell'amico.

"Bene, prego siediti pure, se vuoi possiamo parlare un po..."

Il comportamento di Luka sembrò molto cauto agli occhi di Adrien.

Come biasimarlo, aveva appena visto uno degli eroi di Parigi mettersi a piangere davanti a lui, che faceva parte della popolazione che avrebbe dovuto proteggere.

Si sedette sul letto a fianco a Luka, non aveva idea di cosa dire.

Non si era mai aperto con nessuno riguardo i suoi problemi e le sue preoccupazioni, neanche come Chat Noir nei confronti della sua Ladybug.
Essendo un supereroe e assistendo a tutte le persone akumizzate che lui e la sua partner avevano dovuto salvare, si era infine convinto che i suoi problemi non fossero poi così importanti.

Voleva essere forte, ma diventava sempre più difficile non lasciarsi andare al limbo di disperazione che cercava costantemente di trascinarlo a fondo.

"Fare il supereroe non dev'essere facile"

La voce di Luka lo riportò alla realtà, i suoi occhi si incastonarono con quelli del ragazzo.
Per il poco tempo che avevano trascorso insieme, Adrien poteva dire con assoluta certezza che Luka fosse una persona dall'animo profondo. La musica era la sua ancora, così come per lui lo era la sua identità di Chat Noir.

"Ma non devi pensare di farti carico di tutti..."

La frase rimase sospesa nel silenzio, il giovane musicista avvicinò una mano al viso del gatto nero, arrivando ad accarezzargli la guancia.

Adrien sembrò aver perso l'uso dei polmoni in quel momento.

"Tu vivi con l'idea di poter aiutare gli altri, ma la verità è che..."

Altri attimi di silenzio.

"Se non salvi te stesso, come pensi di riuscire a salvare tutti?"

Quelle parole si impressero a fuoco nella mente del supereroe, lasciandolo con un groppo alla gola.
Non riusciva a capire come quel ragazzo riuscisse a perforare la sua corazza fino a toccargli il cuore.

Per la prima volta in vita sua, non aveva paura di mettersi a nudo, si sentiva compreso e apprezzato.
Tutti lo lodavano per le sue doti e il suo carattere affabile. Erano ciechi.
Nessuno lo conosceva davvero, neanche suo padre.
Non si rendevano conto di come si stesse autodistruggendo pezzo per pezzo.
Era oppresso dalle aspettative delle persone!
Come modello, come figlio, come ragazzo.
E il tutto perché portava il cognome Agreste.

Senza che se ne rese conto, le lacrime ripresero a sgorgare sul suo viso, ma ebbero vita breve, dato che un secondo tocco sull'altra guancia lo portò a sbilanciarsi in avanti, permettendo alle sue labbra di poggiarsi su qualcosa di altrettanto morbido e caldo.
Un contatto tanto inatteso quanto dolce.
Durò solo pochi secondi, neanche il tempo di concepire cosa fosse davvero successo.

Ciò che disse il ragazzo davanti a lui, lo fece rabbrividire.


"Ti senti meglio?"
































"Adrien?"

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