Capitolo 9
Fisso le sue labbra sperando che non inizi a mordersele perché potrei perdere il controllo, ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, allungo una mano sfiorando la sua bocca con l'indice, avvicina il suo viloso, il mio respiro aumenta quando sfiora le mie labbra, la sollevo prendendola per i fianchi e la metto sopra le mie gambe a cavalcioni.
- Non ti avevo detto di cambiarti? -
- Hai detto se vuoi cambiati.... -
- E non vuoi? O vuoi che ti spoglio io -
- Potrebbe essere piacevole, nessuno l'ha mai fatto -
Spingo la mia lingua dentro la sua bocca, la accoglie e la accarezza con la sua, le sue mani scorrono sul mio petto fino ad arrivare al collo provocandomi un brivido.
- O la smetti o ti spoglio Greta -
Le sue labbra sono sul mio collo, morbide lasciano una scia umida, poi si ferma e mi sorride.
- Mi provochi Greta -
- Anche tu l'hai fatto ieri sera -
L'immagine del suo viso mentre la toccavo la sera prima mi torna nitida in mente, si alza in piedi.
- Dobbiamo cucinare -
Guardo l'orologio appeso alla parete, le 19:30, quando sono con lei il tempo passa troppo velocemente, annuisco e mi alzo dal divano.
- Mi vesto e arrivo - Entro in camera e mi metto i pantaloncini corti che uso per stare in casa, torno in cucina e lei ha già trovato una padella.
Prendo una pentola e la riempio di acqua lasciando fare il sugo a lei; se sa anche cucinare la sposo.
Accendo il gas, ha già fatto sciogliere il burro nella padella, sento il mio cellulare suonare e lo vado a prendere in salotto.
- Pronto - Rispondo a Claudio.
- Andrea ho bisogno di una mano. Mi servono 300 euro entro un'ora -
- Claudio che cazzo stai combinando? -
- Poi ti spiegherò. Puoi aiutarmi? -
- Dove sei? -
- No, ti aspetto davanti all'officina, vado lì adesso -
- Arrivo subito -
Greta mi guarda sulla porta di cucina e sembra più preoccupata di me, vado in camera, sento i suoi passi dietro, mi tolgo i pantaloncini e infilo i jeans.
- Greta devo andare un secondo da Claudio, tu aspettami qui -
- Posso venire con te? -
- No. Mi sa che si è messo nei guai e non voglio che ci vai in mezzo tu. Mangia e stai tranquilla, io penso di tornare tra poco -
Infilo la maglietta e senza dargli tempo di ribattere prendo le chiavi e il casco ed esco.
Quando arrivo Claudio è seduto sul suo motorino, e tiene un fazzoletto intriso di sangue sul sopracciglio sinistro, tolgo la sua mano, perde sangue per un taglio che non voglio sapere come se l'è procurato.
- Che stai combinando? -
- Devo rendere dei soldi a uno -
- 300 euro? Che cazzo stai facendo? -
Sono nervoso, primo perché ho lasciato Greta da sola e secondo perché il mio migliore amico si è messo nei casini.
- Mi hanno dato della cocaina, non avevo da dargli i soldi.... -
- Cos'hai nel cervello? Cazzo Claudio siamo usciti da questo giro del cazzo! -
- Lo so, lo so, ma ho già smesso -
Prendo i soldi dal portafoglio.
- Sono gli ultimi che ti do Claudio, e non perché non voglio darteli! Vieni fuori da questa merda, metti la testa a posto, altrimenti non farti più vedere. E vai a farti mettere i punti su quel taglio -
Gli lascio i soldi, mi dispiace dirgli quelle cose, ma so che con lui se non usi questi metodi non risolvi niente, metto il casco monto sulla moto e torno a casa, Greta è seduta in cucina, deve aver pianto o è sul punto di farlo perché i suoi occhi sono lucidi, come mi vede si alza e mi viene incontro.
- Hey, va tutto bene! - Prendo il suo viso tra le mani e si aggrappa alle mie braccia come se fossi un ancora di salvezza.
- Non hai mangiato -
- Ti ho aspettato. Dovevamo cenare insieme -
Sorrido alla sua dolcezza, è raro trovare una ragazza così, mi perdo nei suoi occhi che mi scrutano come per vedere se qualcuno mi ha fatto qualcosa.
- Ok, siediti, finisco io -
Mangio i tortellini più per non far preoccupare Greta che per la fame, quella mi è passata dopo la telefonata di Claudio, cerco di non pensarci per non rovinare la mia serata con lei, non se lo merita anche se sono convinto che capirebbe il mio malumore.
Sistemo la cucina insieme a lei vado a cambiarmi di nuovo e mi siedo sul divano, entra poco dopo con due tazzine di caffè in mano e si siede accanto a me.
- Posso fare qualcosa per farti tornare il sorriso Andrea? -
- Mi basta che tu stia qui con me -
Appoggia la testa sulla mia spalla e i suoi capelli ricadono sul mio petto facendomi il solletico. Sento i suoi occhi puntati su di me e il mio pensiero vola a Claudio e al modo in cui l'ho trattato, non mi accorgo neanche che si è alzata, lo noto quando si risiede a cavalcioni su di me con addosso una canottiera con disegnata puffetta e un paio di pantaloncini corti.
- Finalmente ti sei cambiata - Appoggio le mani sulle sue cosce nude accarezzandole, la sua pelle è morbida come la seta e le sue mani accarezzano i miei capelli facendomi passare il nervoso, appoggio la testa sullo schienale del divano e chiudo gli occhi, morde le mie labbra e scivola sul mio collo depositando piccoli baci umidi dovunque passa.
- Mi stai mettendo a dura prova. È giusto che tu lo sappia -
Accarezzo il suo sedere e salgo facendo infilare le mani sotto la sua maglietta traccio la sua spina dorsale con un dito e trattiene il fiato.
- Sto bene Greta, non fermarti -
Sento il mio sesso gonfiarsi lentamente attraverso la stoffa dei pantaloni, con una spinta del bacino mi tiro su e la sdraio sul divano sotto di me, spalanca i suoi occhi accarezzandomi le guance dove la barba sta cominciando a ricrescere e mi cinge i fianchi con le gambe.
- E adesso cosa facciamo -
- Sei tu l'esperto in materia.... -
La sua risposta mi fa ridere, per un attimo avevo dimenticato di essere stato il primo ad averla toccata, mi alzo dal divano e la prendo in braccio, spengo le luci e la porto in camera appoggiandola sul letto, mi sdraio accanto a lei che si volta verso di me, le nostre lingue si scontrano lentamente, le nostre mani si cercano fino a trovarsi, incrocio le dita con le sue sollevando il mio viso, tira su il suo riappropriandosi delle mie labbra.
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