Capitolo 8
Andrea
Greta arriva in officina che è quasi mezzogiorno mentre mi sto lavando le mani, ha un sorriso contagioso.
- Piccolina... -
- Allora per stasera è tutto ok! Ceno da Valentina e poi vengo da te -
- Cena da me! Chiudo alle 17:00, passiamo a prendere qualcosa e andiamo a casa -
La vedo preoccupata.
- Ci stai ripensando? Hai davvero così paura di venire a casa mia? -
- No, va bene, dopo pranzo passo a prendere il pigiama a casa e alle 17:00 vengo qui -
Controllo di avere un casco in più, lo vedo abbandonato sopra una mensola.
- Ok allora, lasci il motorino dentro -
- E con cosa vengo? -
- Vieni in moto con me, domani appena ci alziamo ti accompagno io -
La prendo per mano ed esco dall'officina, chiudo e la tiro a me abbracciandola.
- Ti va una pizza? -
- Intendi ora? -
- Greta stai bene? Sei più stralunata del solito -
- Sto bene -
- Ok -
Camminiamo per le stradine strette e sconnesse del centro di Firenze, con Greta accanto mi sembra che tutto intorno a me prenda vita, è una sensazione nuova che non provavo da diversi anni, più o meno da quando la mia ex ragazza se ne andò a New York lasciandomi soltanto una lettera appoggiata sul letto, per mesi ho ricordato ogni singola parola scritta su quel pezzo di carta, adesso però sembra soltanto un brutto ricordo.
Ricordo ancora come batteva forte il mio cuore appena Greta entrò dentro la mia officina spingendo il suo scooter, era bagnata come un pulcino per il temporale fuori, il trucco gli colava dagli occhi e tremava come una foglia.
- Questo rottame non parte! - Mi aveva detto sull'orlo di una crisi di nervi. La sua espressione mi aveva fatto sorridere, andai a prendergli un asciugamano pulito dal mio armadietto per far sì che si asciugasse, mi disse che usciva sempre al bar di fronte insieme a Valentina, la sua amica la conoscevo ma lei non l'avevo mai vista prima, da quel giorno diventammo amici, fino a che un pomeriggio mi ero appena cambiato per tornare a casa e lei entrò in officina, mi avvicinai e iniziai a baciarla. Da allora le cose si erano evolute, da lì a qualche ora avrebbe dormito accanto a me, non sapevo se era la cosa giusta, ma tenerla vicino a me era l'unica cosa che mi faceva sentire vivo.
- Andrea? Mi stai ascoltando? -
La guardo quando mi si mette di fronte per attirare la mia attenzione.
- Scusa Greta stavo pensando -
- Lo vedo! Da cinque minuti sto praticamente parlando da sola! -
Mi fermo e la bacio per farmi perdonare del mio comportamento.
- Cosa pensavi? -
Inizio a ridere e gli dico la verità.
- Ripensavo a quando sei entrata la prima volta in officina bagnata da capo a piedi. " questo rottame non parte " -
- Ah è così? Mi prendi in giro? -
- No! No, è solo che quel giorno mi si è aperto un mondo! -
- Ah, davvero? -
Mi avvicino al suo orecchio.
- La verità è che da quella volta ti ho immaginata nuda ogni minuto del giorno e della notte -
Le sue guance diventano color porpora e le sue pupille si dilatano.
- E non ti dico cosa facevi.... - Rido guardandola mentre inizia a prendermi a pugni sul petto.
- Ferma! Ferma! Stai buona! Sto scherzando! -
Blocco i suoi polsi, la volto di schiena e la stringo a me per i fianchi dandole un bacio sul collo.
Raggiungiamo la pizzeria a taglio, si siede a un tavolino e io ordino due pezzi di pizza ripiena, Greta si alza e prende due lattine di Coca Cola dal frigorifero tornando a sedersi.
- Cosa vuoi mangiare per cena? - Torno a sedermi mentre aspetto che le nostre pizze siano calde.
- Tortellini panna e prosciutto! - La sua espressione sembra quella di una bambina, sorride mentre me lo dice.
- E tortellini panna e prosciutto saranno -
La signora paffuta della pizzeria si avvicina con il vassoio con le nostre pizze, ci sorride appoggiando il tutto e torna dietro al banco.
Io ne mangio altri due pezzi mentre Greta mi guarda stupita.
- Se mangi sempre in questo modo tra qualche anno sarai obeso -
- Conto su di te per iniziare a fare un po' di movimento -
Arrossisce di nuovo quando capisce a cosa mi riferisco e si morde il labbro.
- Greta! Non qui dentro! - La ammonisco serio.
Sbuffa e si alza per andare a pagare, l'afferro per un braccio facendola sedere.
- Non ci pensare neanche! - Dico prendendo il portafoglio dalla tasca.
Usciamo dal negozio e presa da un impeto improvviso mi cinge il collo con le braccia e mi da un bacio a stampo.
- Questo per cosa? -
- Perché mi andava! Perché sono felice -
La sollevo appena da terra facendo qualche passo e la bacio di nuovo intrecciando la mia lingua alla sua, emette dei leggeri gridolini che si perdono dentro la mia bocca.
- Se non dovessi consegnare quello scooter alle 16:30 chiuderei tutto e ti porterei a casa subito Greta -
- E cosa faresti? Ricordi cosa mi hai detto stamani? -
- Lo ricordo benissimo, ma non so se riuscirò a mantenere la mia promessa. Dipende anche da te -
Sorride tirando la testa all'indietro, scende e dopo avermi preso la mano cammina al mio fianco.
Rientro a lavoro, Greta resta qualche minuto in officina con me poi mi dice che passa da casa a prendere il pigiama, riesco a consegnare il motorino con qualche minuto di ritardo, mi cambio e mi lavo le mani, sono le 16:55 quando Greta arriva con uno zainetto sulle spalle.
- Hai preso tutto? -
- Si -
- Ok, dammi le chiavi del motorino, lo metto dentro e ce ne andiamo -
Sistemo il suo motorino e prendo il casco dalla mensola porgendoglielo, chiudo il bandone e ce ne andiamo, le sue braccia mi stringono i fianchi mentre sfreccio per Firenze, tiene nascosto il viso dietro la mia schiena, ogni volta che mi fermo a un semaforo la sento rilassarsi e sorrido.
Ci fermiamo al supermercato e prendiamo il tutto per preparare i tortellini come desidera, compro anche qualche lattina di Coca Cola e di birra, e mette tutto ordinatamente nel suo zaino.
- Puoi entrare - Appoggio i caschi sul tavolo in salotto e mi volto a guardarla mentre è rimasta ferma sulla porta a guardarsi intorno, mi avvicino e chiudo la porta alle sue spalle, l'abbraccio da dietro baciandola su una guancia.
- Rilassati. Non sono un maniaco -
La sento ridere e i suoi muscoli si rilassano, la sua pelle profuma così tanto di pesca che mi viene voglia di morderla.
Entra in cucina e appoggia quello che abbiamo comprato sul tavolo.
- Vado a fare una doccia, tu se vuoi cambiati, insomma fai quello che vuoi -
Mi sorride e io vado nel bagno, non mi chiudo a chiave, non l'ho mai fatto e non lo faccio neanche questa volta, quando esco dal bagno mezz'ora dopo è seduta sul divano e sta guardando la televisione, si volta a guardarmi e la vedo deglutire vedendo che indosso solo un asciugamano legato in vita.
Vado a sedermi accanto a lei appoggiando le gambe sul tavolino di fronte a noi e appoggia una mano sul mio petto nudo.
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