Capitolo 48
Apro gli occhi, Greta è completamente addosso a me, la testa sul mio petto, la guardo dormire qualche minuto poi mi volto e accarezzo i suoi capelli spostandoli dal suo viso, mugola e poi spalanca gli occhi fissando i miei.
- Ciao - Le dico.
- È già mattina? -
Guardo l'orologio.
- No, sono quasi le nove di sera, dovresti alzarti, mi devi nutrire -
Ride ributtandosi giù.
Appoggio la mano sul suo fianco che è rimasto scoperto, si stiracchia voltandosi a pancia sopra.
- Andiamo a preparare la cena -
Si alza dal letto e in pochi secondi si fa una treccia, la guardo rimanendo sdraiato.
- Pensi di alzarti per darmi una mano? - Mi dice venendo dalla mia parte, allunga un braccio, lo afferro e la tiro a me, le nostre labbra si cercano, le sue mani attraversano il mio petto fino alla pancia.
- Stai rischiando Greta... -
- Non sapevo che non potevo toccarti - Scherza alzandosi.
- Puoi toccare, ma non lamentarti se lo faccio anche io -
- Da qualche parte si deve cominciare! -
- Allora torna qui da me -
Scappa in cucina correndo e la inseguo, rimane intrappolata tra il piano cottura e il mio corpo.
- No.... ti prego no!!! - Ride cercando di allontanarmi con le mani, mi avvicino, la sollevo da terra prendendola per i fianchi e la metto seduta sul tavolo, circonda il mio collo con le braccia e traccia il contorno delle mie labbra con la lingua. Il mio respiro aumenta e mille brividi attraversano la mia schiena, la sua bocca scende nell'incavo del mio collo, tiro la testa indietro, mi morde piano, mi bacia lasciando una scia umida, risale verso l'orecchio, gemo sperando che continui.
- Non fermarti Greta -
Scende sul mio petto baciando ogni centimetro, afferro la sua treccia e tira la testa all'indietro, la bacio sul collo, scendo lentamente sulla sua scollatura, accarezza i miei capelli ansimando, afferro il bordo della sua canottiera e alza le braccia per aiutarmi a sfilargliela, guardo i suoi seni coperti da un reggipetto fucsia di trina, porto le mie mani sulla sua schiena e lo sgancio, scopro i suoi seni e prendo in bocca un capezzolo, la sento gemere più forte mentre si lascia andare sdraiata sul tavolo, porto le mie mani sull'elastico dei suoi pantaloncini e li abbasso lentamente senza togliere le mie labbra dai suoi seni.
- Simo.... -
- Shhhh non ti faccio niente... -
La mia mano scivola in mezzo alle sue gambe, accarezzo il suo sesso umido fino a che non la sento bagnata, la penetro con un dito e inarca il bacino urlando. Non ci sto facendo l'amore, per quello aspetterò che sia pronta, ma voglio sentirla godere, voglio farla stare bene.
Infilo un secondo dito, tira su il busto e si aggrappa a me, sento la sua mano scendere fino all'elastico dei miei pantaloncini, la blocco aumentando i movimenti della mia mano, mi morde forte una spalla per soffocare le sue grida, le mie dita sono completamente bagnate dai suoi umori, la guardo sdraiarsi sul tavolo con il viso arrossato e appoggio il viso sul suo petto appoggiandomi su di lei che mi accarezza i capelli.
- Perché hai fermato la mia mano? - Mi chiede.
Sospiro, mi tiro su e l'aiuto a rivestirsi.
- Perché non mi rispondi -
La bacio sulle labbra dopo aver abbassato la canottiera sui suoi fianchi.
- Se mi toccavi non sarei riuscito a fermarmi -
Mi guarda come se fossi un alieno.
- Non voglio che fai l'amore con me perché ti senti obbligata Greta -
- Io non mi sento obbligata Simo -
- Voglio che tu sia sicura Greta -
Annuisce, va al lavandino e si sciacqua il viso accaldato, la stringo da dietro.
- Voglio che sei sicura perché se dovessi andartene dopo impazzirei -
- Hai ancora paura che ti lascio? Non sei ancora convinto? -
Appoggio la fronte sulla sua.
- Ho tanta paura di perderti -
- Non mi perdi, sono qui con te -
Decidiamo di mangiare qualcosa di sbrigativo, affetto i pomodori e le mozzarelle e le sistemo in due piatti mentre Greta apparecchia, non la lascio neanche lavare i piatti che la prendo in braccio e la porto in camera, questa volta appoggio io la testa sul suo petto che è meglio di un cuscino, le sue unghie accarezzano la mia schiena, mi rilasso ascoltando il suo cuore battere.
Sono le 23:00 quando il suo cellulare suona avvisandoci di un messaggio, lo prende dal comodino, lo legge e sospira.
- Che succede - Chiedo.
- Andrea -
Mi alzo dal letto e vado in cucina a bere lasciandola li, la luce del frigo illumina il suo corpo sulla porta di cucina.
- Simo -
Mi volto chiudendo il frigo.
- Dimmi -
- Non arrabbiarti -
- Non arrabbiarti? Possibile che deve essere sempre nel mezzo? Che cazzo voleva questa volta? -
- Mi.. mi ha chiesto dove sono -
- Rispondigli. O l'hai già fatto? -
- No! E neanche lo faccio! Non è colpa mia! Non arrabbiarti con me! - La sua voce trema, non voglio vederla piangere, mi avvicino e afferro la sua mano.
- Non sono arrabbiato con te Greta -
- Te la stai rifacendo con me -
- Hai ragione. Scusa. Torniamo a dormire -
Torniamo in camera, mi sdraio e Greta mi viene vicino.
- Lunedì vado a parlarci. Voglio che la smetta di romperti le palle -
Da un bacio leggero sul mio petto, mi volto e la stringo a me.
La mattina dopo mi alzo, faccio la doccia, preparo il caffè e rigoverno i piatti, sento l'acqua della doccia nel bagno che scorre, verso il caffè nelle tazzine e Greta entra in cucina con un asciugamano legato sopra il seno, le arriva sotto il sedere e le sue gambe lunghe catturano la mia attenzione, si siede e le passo la tazzina.
- Dormito bene? - Chiedo appoggiandomi alla cucina.
- Si, tu ti sei addormentato subito -
- Tu no? -
- I miei ormoni erano impazziti -
- Se vuoi posso provare a calmarli... -
Arrossisce e sorride, beve il suo caffè, si alza e mi viene vicino, appoggia la tazzina nel lavandino e mi circonda i fianchi con le braccia.
- Così fai impazzire anche i miei -
- Voglio testare la tua resistenza -
- Sta per esaurire ti avverto -
Mi prende per mano e mi trascina in camera, la seguo fissando le sue gambe, chiude la porta e inizia a baciarmi, la sollevo da terra e la porto sul letto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top