Capitolo 41

- Sta mangiando abbastanza la mia amica? - Domanda Valentina a Simone, sospiro alzando gli occhi al cielo.
- Mi sto occupando di lei - Ride Simone.
- Oh... non ne ho dubbi... - Risponde maliziosa Valentina, allungo una gamba dandogli una pedata su uno stinco.
- Ahi! Cazzo, mi hai fatto male, mi sto solo preoccupando per te Greta! -
-Come puoi vedere non importa perché sto benissimo -
- Andiamo a mangiare una pizza una sera? - Interviene Claudio bloccando il nostro diverbio.
- Perché no, tu Greta che dici?
- Si... sì certo - Rispondo e bevo un goccio della mia birra.
Il cellulare di Simone suona, lo guarda e si alza allontanandosi di qualche metro, non sono riuscita a vedere chi fosse e la cosa mi infastidisce.
- Sono riuscito a rintracciare Andrea - Mi dice Claudio approfittando del fatto che Simone è lontano.
- Sta bene si? - Chiedo con un pizzico di ironia.
- Mi è sembrato di capire che si è pentito di quello che ha fatto, mi ha chiesto di te, cosa fai, come stai, con chi esci.... ha visto la foto su Facebook... -
- Lo so Claudio, ha messo anche mi piace, comunque è un capitolo chiuso -
- Sei sicura Greta? Se vuoi Claudio può parlarci per capire qualcosa di più - Mi dice Valentina.
- No no, sono sicura - Affermo convinta.
- Ok. Come vuoi Greta - Mi risponde Claudio.
Simone torna a sedersi accanto a me, scruto il suo viso cercando di capire qualcosa.
- Tutto ok? - Chiedo.
- Si, era Silvia. Mi ha detto che resta da me anche stasera -
Valentina spalanca gli occhi e ci guarda come se avesse appena visto un fantasma.
- È mia sorella Silvia - Ride Simone.
- Ahhhhh ok! -
La fulmino con gli occhi per non farla andare avanti e sembra capire.
- Vuoi una mano per fare la spesa? -
- Davvero verresti a fare la spesa con me? -
- Si certo -
- Si, tanto dobbiamo andare anche noi, stasera siamo a cena dai genitori di Vale - Ci dice Claudio.
Ci alziamo tutti, abbraccio la mia amica e ce ne andiamo.
Nonostante è un giorno di lavoro il supermercato è pieno di gente, Simone spinge il carrello mettendo dentro qualcosa di tanto in tanto.
- Ceni anche tu con noi? -
- Dovrei dirlo ai miei -
- Ti prego Greta! Mi dai una mano a preparare! Non sono bravo in cucina -
- Strano! Sai fare tutto! -
- Non cucinare. Sono negato -
- Ok, mando un messaggio a mia madre, ma voglio fare una doccia prima -
- Puoi farla a casa mia, ti presto una maglietta -
Ci penso un attimo, poi invio un messaggio a mia madre, probabilmente conoscendomi la doccia la farò una volta tornata a casa mia, mia madre mi risponde subito dicendomi di non fare tardi.
- Qual'è il piatto preferito di Silvia? -
Abbassa lo sguardo sul carrello.
- Polpette in umido - Dice a bassa voce.
- Cosa? È il tuo o quello di tua sorella? -
- Ok, è il mio Greta! Sono mesi che non le mangio! -
Sorrido e lo spingo. - Ti farò le polpette, ma voglio sapere cosa piace a tua sorella -
- Me le fai sul serio? -
- Simone! -
- Ok! A Silvia piace la pasta con gamberi e zucchine, affogata nella panna -
- Ok! Muoviamoci Simo -
Prendo tutto l'occorrente girando come una matta per il supermercato mentre Simone prende le altre cose per casa, e finalmente carichiamo la spesa  in macchina. Saliamo le scale carichi di buste come muli, ridiamo come scemi mentre barcolliamo arrivando davanti alla sua porta, Silvia ci apre dopo aver sentito trambusto, e il suo viso stranito si apre in un sorriso, mi abbraccia fregandosene delle buste che tengo in mano, perdo l'equilibrio, sto per cascare ma mi sento risollevare dalle braccia forti di Simone, appoggio la testa al suo petto e rido ancora di più insieme a sua sorella.
- Siete due pazze voi! Avreste ruzzolato tutte le scale! - Ci dice scuotendo la testa.
- C'eri tu dietro!!! - Rido guardandolo rimanendo appoggiata a lui mentre Silvia mi lascia e prende una busta portandola dentro.
Mi bacia sulla testa. - Vola dentro! Sei un'irresppnsabile! -
- Scherzi vero? - Chiedo imbronciata.
- Ma si che scherzo! Dai! -
Appoggio le buste sul grande tavolo di legno in cucina, mi guardo  intorno e apro la portafinestra affacciandomi a una grande terrazza.
- Ci viene sempre mio fratello quando è triste -
- Davvero? - Chiedo a Silvia appoggiando le braccia alla ringhiera.
- Si, ma da quando ti ha conosciuta non c'è più venuto, solo ieri sera dopo aver litigato con mamma. Ma lui non sa che io lo so -
Le sorrido. - Sarà il nostro segreto -
Rientriamo in cucina e Simone arriva con un accappatoio e una maglietta in mano.
- Ecco a te. Silvia fai vedere a Greta dov'è il bagno così fa la doccia -
Silvia mi prende per mano e mi porta di fronte a una stanza.
- Ti lascio sola! - Scappa in cucina da suo fratello e io entro. Prima di fare la doccia apro una bottiglia di profumo sulla mensola e lo annuso, è il profumo buono di Simone, lo riconoscerei tra mille.
Apro il rubinetto, mi spoglio e infilo sotto, dopo qualche minuto sono pronta, lascio i capelli bagnati e li lego in una coda alta, la maglietta di Simone mi sta un po' grande, e appena entro in cucina Silvia ride del mio abbigliamento.
- Adesso vado a fare una doccia anche io. Posso lasciarvi sole senza che combiniate casini? -
Annuiamo entrambe dopo esserci scambiate uno sguardo d'intesa.
Simone
Quando esco dal bagno sento uno strano silenzio in cucina, mi avvicino e mi affaccio, stanno cucinando insieme, mi accendo una sigaretta e mi siedo a guardarle, quando è quasi pronto mi alzo e inizio ad apparecchiare, l'odore è buono.
Ceniamo mentre mia sorella ci racconta della sua mattinata a scuola, poi Greta si alza e inizia a lavare i piatti mentre Silvia sparecchia, suona il campanello e mi alzo, apro il portone e dopo poco mia madre è di fronte a me.
- Dov'è Silvia? -
- È in cucina, abbiamo appena finito di cenare -
Entra in casa come una furia, quasi non la riconosco, la seguo, Greta rimane bloccata vicino al lavandino e non dice una parola.
- Silvia vestiti che torniamo a casa -
- Mamma voglio rimanere qui! -
- Mamma può restare qui, sta bene! -
- Può restare qui? Pensi davvero che lascerò qui Silvia con te nella stanza accanto che ti porti a letto la tua amichetta? -
Vedo il viso diGreta diventare di 1000 sfumature diverse e abbassa lo sguardo, Silvia inizia a piangere.
- Non mi porto a letto nessuno. Lei è un amica mamma, stai esagerando -
- Certo, un'amica. Silvia andiamo -
Faccio un cenno a Silvia che scappa in camera sua, in pochi secondi si veste e la vedo uscire dalla cameretta con il suo zaino sulle spalle, mi abbraccia e mi piego a baciarla sulla fronte.
- Ti chiamo domani -
Annuisce con gli occhi lucidi, corre ad abbracciare anche Greta, mia madre l'afferra per un braccio e la trascina via.
- Buona serata - Dice prima di chiudere la porta con un tonfo.

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