Capitolo 4

Andrea
La guardo ingoiare il suo ultimo boccone, si volta a guardarmi, mi sorride e le fossette appaiono sulle sue guance arrossate.
- Perché mi guardi? -
- Non posso farlo? - Dico appoggiandole una mano sulla spalla tirandola a me.
Alza il suo viso per guardarmi le sue labbra catturano  tutta la mia attenzione come se ne fossi ipnotizzato, fisso i suoi occhi dello stesso colore dei miei aspettando che faccia lei il primo passo.
- Cosa ti aspetti che faccia? -
Sorrido alla sua domanda e appoggio la fronte sulla sua.
- Fammi pensare.... non ti viene in mente niente? -
- No - La sua risata mi contagia mentre prova ad allontanarsi, la tiro di nuovo a me e dopo averle afferrato il viso la bacio dolcemente.
- Stai prendendo troppa confidenza -
- Ah è così Greta? Troppa confidenza? Ancora non è niente.... -
Vedo il suo viso arrossire dopo aver recepito il messaggio che gli sto mandando, prova a tirarmi un cazzotto sulla spalla ma blocco il suo polso.
- Sei troppo prevedibile Greta -
Si libera dalla presa, e mi cinge il collo prima di baciarmi, la sua lingua esplora la mia bocca dandomi un senso di beatitudine, quando si stacca da me sento quasi la mancanza delle sue labbra carnose sulle mie.
- Sono ancora troppo prevedibile? -
- Con un po' di allenamento risolviamo il problema -
Le campane suonano due rintocchi alle nostre spalle, sbuffo alzandomi allungando una mano verso Greta e appena la afferra la tiro in piedi, ci incamminiamo verso la mia officina mano nella mano scansando piccoli gruppi di turisti.
- Ti fermi un po' con me? - Domando una volta davanti all'officina.
- Vado a casa, devo sistemare camera o mia mamma mi lincia quando torna -
- Ok. Stasera stiamo un po' insieme? Ti va? -
Alla mia domanda i suoi occhi brillano come quelli di una bambina che ha appena scartato un regalo trovando quello che desiderava.
- Ci vediamo alle 21:00 qui davanti - Continuo prima di dargli un lieve bacio.
Mi sorride e si allontana andando al suo motorino, la guardo andare via e rientro a lavoro.
Non riesco a concentrarmi, ogni canzone che passano alla radio mi ricorda Greta, il suo sorriso, le sue fossette e i suoi baci, il tempo sembra non passare mai, sono le 18:00 quando Claudio spalanca la porta portando un po' del suo buonumore.
- Che programmi hai stasera? - È sempre il solito, nonostante abbia 30 anni come me pensa soltanto a divertirsi, non gli interessa pensare a farsi una vita.
- Stasera vado a dormire - Mento ma sembra che mi si legga in faccia.
- Non mi freghi Andrea... cosa c'è in ballo? Esci con la piccola Greta? Ti sei finalmente risvegliato dal letargo? -
Sorrido alla sua battuta leggendo il divertimento nei suoi occhi azzurri mentre passa la sua mano tra i suoi capelli biondi troppi lunghi rispetto a come li porta di solito.
- Il tuo barbiere ha chiuso? - Devio il discorso su un altro argomento.
- Effettivamente dovrei tagliarli -
Finisco il lavoro al motorino che mi ha portato via una mattinata intera e lo spingo fuori dall'officina.
- Insomma vuoi dirmi dove vai stasera? -
Sospiro, a volte Claudio riesce a prenderti per sfinimento. Afferro uno straccio dal carrello degli attrezzi e mi pulisco le mani.
- Esco con Greta. Sei contento? -
- Io lo sono. Ma dovresti esserlo tu -
- Lo sono anche io. Altrimenti non ci sarei uscito. Vado a cambiarmi - Appoggio lo straccio e vado sul retro per cambiarmi.
- Chiudi anche prima l'officina? Ehhh cosa non si fa quando si è innamorati.... -
Lo sento urlare mentre mi prende in giro, ma non ribatto, forse ha ragione, mi sto innamorando di lei, o forse lo sono già. Ripenso alla discussione avuta con lei la mattina, a come è scappata da me, il pensiero di averla persa mi stava attanagliando lo stomaco.
- Possiamo andare - Dico prendendo le chiavi dell'officina e della mia moto.
- Vai a farti bello? -
Sorrido e lo faccio passare seguendolo fuori.
- Ci vediamo domani - Infilo il casco e accendo la mia moto ascoltando il suo rombo potente.
Mangio fissando di continuo l'orologio appeso alla parete, mi sento come un ragazzino al primo appuntamento, e in un certo senso lo è, non sono mai uscito di sera con Greta.
Prima di vestirmi fumo una sigaretta mentre sistemo la cucina, ci metto più tempo del solito per vestirmi, e alla fine indosso un paio di jeans sbiaditi dal tempo e una maglietta a maniche corte nera, le scarpe da ginnastica e sono pronto.
Parcheggio la macchina sul passo carrabile della mia officina e spengo il motore, sono in anticipo di quasi 10 minuti e ad ogni rumore di motorino guardo dallo specchietto retrovisore sperando di vederla arrivare. Dopo qualche minuto la vedo parcheggiare il motorino, ha i capelli raccolti dietro, un paio di jeans e una maglietta che lascia scoperta la sua pancia piatta, un pearcing luccica sul suo ombelico e un tribale spunta da sotto la maglietta sul suo fianco destro; si avvicina alla macchina e mi guarda dal finestrino aperto.
- Puoi montare... non ti mangio -
Sorride e le fossette tornano a fare capolino sulle sue guance, si siede accanto a me e guarda dritto di fronte a se come se non ci fossi.
Le prendo il mento con la mano e tiro il suo viso verso di me, il suo profumo mi inebria mentre la bacio.
Accendo la macchina e parto dirigendomi verso Settignano, non scherzavo quando le avevo detto che volevo passare la serata con lei, imbocco una strada stretta a senso unico poco circolata e inizio a salire fino a che non mi fermo in uno spiazzo, la guardo smarrita mentre si guarda intorno, spengo il motore, il riflesso della luna illumina il suo splendido viso e i suoi occhioni si scontrano con i miei.
- Hai paura? - Accarezzo il suo braccio con un dito.
- Dovrei? - La sua voce è decisa e tranquilla.
- Direi di no. Penso che dopo quasi un anno ti fidi di me -
Annuisce, sgancio la sua cintura di sicurezza che schizza al suo posto con un rumore sordo.
Mi allungo verso di lei che si volta a guardarmi prima di premere le sue labbra sulle mie.

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