Capitolo 38
Simone
- Devi stargli vicino, lei è più piccola di te ed è in casa, ne risente molto di più - Mi dice seria.
- Mi stai dicendo che dovrei passare a prenderla? Non torno indietro adesso Greta! -
- Non ti sto dicendo niente Simo! Non prenderla sul personale -
- La porteremo con noi. Ma non sempre -
- A me non dà noia -
- Hai paura di rimanere sola con me? -
Mi guarda con gli occhi spalancati.
- Stai scherzando vero? -
- Sembra questo Greta! -
Mi accorgo di aver alzato la voce, si mette in silenzio e guarda fuori dal finestrino.
- Scusa Greta. Ho detto una cazzata -
- Una cazzata enorme! Mi sono fidata subito di te Simone! Non puoi dirmi una stronzata simile! -
- Ti ho chiesto scusa! -
- Ok, scuse accettate -
Una volta arrivati prendo la coperta dal bagagliaio, ci incamminiamo sull'enorme prato di fronte a noi e distendo la coperta in terra, si siede e tira su i pantaloni fino al ginocchio, mi siedo accanto a lei.
- Sei ancora arrabbiata con me? -
- No, mi è passata - Mi rivolge uno dei suoi sorrisi e mi sciolgo.
- Quando tornano i tuoi? -
- Stasera, ma non so a che ora -
- Quindi ci vedremo meno? -
- Perché? Mica ho il coprifuoco! -
Un bambino si avvicina a Greta per riprendere il pallone che è appena arrivato sulle sue gambe, le sorride timido.
- Ciao! - Gli dice lei e il bambino si copre il viso con le mani, gli passa il pallone e lui corre via voltandosi di tanto in tanto.
- Sto benissimo qui - Dice sdraiandosi sulla coperta, mi volto a guardarla, tiene gli occhi chiusi.
- Il tuo ex l'hai risentito? -
- No, ma la nostra foto a Mirabilandia gli è piaciuta, ha messo mi piace -
- Ahahah quanto sei scema! -
- Dico sul serio! A tutte e due le foto! -
- Allora sta rosicando -
- Può fare cosa vuole, non mi riguarda -
Mi sdraio anche io e metto gli occhiali da sole, un venticello piacevole accarezza i nostri corpi, mi tiro su sorreggendomi sul gomito.
- Puoi smettere di fissarmi? -
Rido continuando a fissarla.
- Non puoi avermi visto! Non hai aperto neanche gli occhi -
- Mi stai guardando! Lo percepisco! -
- Tu sei matta da legare! -
Ride anche lei e mi butto giù rimanendo su un fianco, guardo il suo profilo, i suoi lineamenti dolci e perfetti.
- Sembri una bambola Greta -
- Spero non di gomma -
- No, una bambola di quelle belle, quelle da collezione! -
- Dio, non me l'ha mai detto nessuno! -
- Adesso non lo dici più! -
- Questa mi mancava -
I suoi occhi scuri si posano sul mio viso, allunga una mano e mi toglie gli occhiali da sole.
- Già! Mi ero dimenticato... non riesci a vedere se sono sincero -
- Mi stai prendendo in giro?? -
- Non potrei mai farlo -
Rimango a fissarla fino a quando lentamente chiudo gli occhi e mi addormento.
Mi sveglio dopo un po' con uno strano odore di pesca che invade le mie narici, apro gli occhi e Greta è rannicchiata contro il mio petto, i capelli sul viso, glieli sposto e un raggio di sole illumina il suo viso svegliandola.
- Mi sono addormentata - Biascica nel sonno.
- Anche io -
- Che ore sono? -
- Sono quasi le 14:00 - Rispondo guardando l'orologio. - Hai fame? -
- Non tanta, tu? -
- Neanche io, però ho sete - Non si è spostata di un millimetro, sento ancora il calore del suo corpo contro il mio, mi alzo.
- Vado a prendere una bottiglia d'acqua al bar, non ti muovere -
- Si babbo - Risponde prendendomi in giro, sorrido e mi avvio al bar.
Quando torno poco dopo Greta è seduta con le gambe incrociate, guarda dei bambini che giocano a pallone a pochi metri da lei e sta fumando una sigaretta.
- Ho pensato che magari ti andava di mangiare un gelato al cioccolato - Dico sedendomi e gli passo un cornetto.
- Sei un amore - Appoggia la testa sulla mia spalla mentre scarta il suo gelato e un senso di calore avvolge il mio corpo.
Finiamo il gelato, appoggio le mani dietro sorreggendomi.
- Vorrei averti conosciuto prima - Mi dice guardandomi negli occhi.
- Cosa sarebbe cambiato? -
- Non lo so, forse niente, o magari tutto -
Allungo un braccio e la tiro a me, la bacio sulla tempia e appoggia la testa sulle mie gambe.
- Può sempre cambiare tutto Greta -
- Come? -
- Questo dipende da te... da noi -
- Voglio che continui la nostra amicizia Simo, non voglio perderti, non ho mai avuto un amico maschio, Andrea non voleva -
- Su questo Andrea aveva ragione -
- Perché? -
Sospiro guardando dritto di fronte a me.
- Perché prima o poi tra un ragazzo e una ragazza qualcosa succede -
- Tra noi no! -
- Noi usciamo da due giorni Greta! -
- Quindi pensi che tra noi cambierà tutto? -
- Per me potrebbe cambiare tutto già da questo momento -
Rimane in silenzio, involontariamente gli sto dicendo che mi piace, o almeno cerco di farglielo capire.
- Io non voglio perderti come amico Simo -
- Non mi perderai comunque -
Mi fissa negli occhi.
- Sono sincero? - Chiedo.
Sorride. - Sembra di si! -
Quando sorride è ancora più bella, sono tentato di baciarla, ho voglia di farlo da quando sono entrato nel bar di Filippo e l'ho vista.
- Perché mi guardi così? - Mi chiede.
- Così come? -
- Non lo so, hai lo sguardo strano -
- Non è vero! -
- Adesso stai mentendo! - Ride tirandosi su.
- Scema! -
La prendo per i fianchi e la tiro a me, inizio a farle il solletico la guardo ridere fino a che degli enormi lacrimoni scendono dai suoi occhi, non sono mai stato così bene con una ragazza.
- Ti si è sciolta la matita! - Le dico.
- È colpa tua! -
- Sei molto più bella senza trucco, ti ho fatto un favore! -
- Ah davvero? -
Mi si butta addosso e mi morde una spalla, cado all'indietro e lei sopra di me, la sorreggo per i fianchi per non farle fare male, appoggia la fronte contro la mia, trattengo il fiato per un secondo, poi si sposta sdraiandosi al mio fianco rossa in viso.
- Scusa - Mi dice.
- Non è successo niente Greta -
Il mio cuore batte ancora forte, bevo un goccio d'acqua provando a pensare ad altro senza riuscirci mentre lei rimane a fissare le sue scarpe, mi avvicino e l'abbraccio.
- Va tutto bene Greta, stavamo giocando -
Accenna un sorriso tirando su il suo viso, per un attimo mi perdo nei suoi occhi e la sento rilassarsi tra le mie braccia.
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