Capitolo 34
Alle 5:30 dopo aver ricevuto lo squillo sul cellulare scendo le scale e monto in macchina.
- Buongiorno! - Mi dice.
- Ciao! -
- Dormito bene? -
- Dormito bene è un parolone, diciamo che ho dormito normale. Tu? -
- Come un bambino, le due birre di ieri sera mi hanno fatto da sonnifero -
Fuori sta già facendo giorno ed è già caldo, mi volto a guardarlo, la sua maglietta nera a maniche corte fascia i suoi avambracci, da sotto le maniche sbucano dei tatuaggi, indossa un paio di pantaloni corti di jeans fino al ginocchio guardo le sue gambe anch'esse piene di tatuaggi e ricoperte da una folta peluria scura, tiro un sospiro di sollievo.
- Cos'è questo sospiro? -
- Odio i ragazzi depilati -
Lo sento ridere e per un secondo i suoi occhi si scontrano con i miei.
- E questa da dove ti esce? -
- Non lo so, ma è la prima cosa che guardo in un ragazzo -
- Non mi depilo, non l'ho mai fatto. Quindi vado bene? -
- Si, diciamo che se eri depilato mi sarei vergognata per tutto il giorno -
- Sei strana forte Greta! -
- Non sono strana! Guarda me! Ho i pantaloncini corti, non ti saresti vergognato se le mie gambe fossero state piene di peli? -
Ride ancora più forte imboccando l'autostrada.
- Sei completamente fuori di testa! Ti assicuro che saresti scesa subito dalla macchina e saresti andata a cambiarti -
- Vedi? Hai capito quello che intendo. L'uomo secondo me deve avere i peli -
Si accende una sigaretta. - Puoi fumare se vuoi Greta -
Prendo le mie sigarette dallo zainetto e ne accendo una, alzo il volume della radio e canticchio una canzone di Baglioni.
- Davvero ti piace questa musica? - Mi domanda serio.
- No, però chi è che non conosce le sue canzoni? -
- Che musica ascolti? -
- Secondo te? -
- Vasco Rossi..... -
- Lo adoro, è il mio preferito, sono andata ad ogni concerto che ha fatto a Firenze -
- Allora mi fermo qui, anche io sono andato ad ogni concerto -
- Naaaa lo dici apposta -
- Te lo giuro! A casa conservo ancora tutti i biglietti, e se apri il cruscotto puoi scegliere quale CD mettere -
Apro subito e prendo un porta CD, lo sfoglio, ci sono praticamente tutti i CD di Vasco, ne prendo uno e lo metto nello stereo.
- Ci fermiamo a fare colazione? -
- Ci stavo pensando anche io - Mi risponde come se ci leggessimo nel pensiero l'uno dell'altra. - Il primo autogrill che trovo è il nostro -
Continuo a cantare, Vasco mi rilassa, ogni sua canzone sembra capire il tuo stato d'animo, sento canticchiare anche Simone e sorrido; dove è stato nascosto fino a ieri sera?
Si ferma al primo autogrill, sgancio la cintura e le nostre mani si sfiorano dandomi una scarica elettrica.
- Grazie Simo -
- Sto per fare una pazzia che non ho mai fatto in tutta la mia vita. Ma non voglio che mi ringrazi -
- Te la stai facendo sotto!!! - Ride prendendomi in giro.
- Non infierire! -
Mi spinge dentro l'autogrill, prendiamo due brioche, la sua è vuota e la mia è al cioccolato, ordino due cappuccini e mi ritrovo a guardarlo.
- La brioche vuota è triste! - Dico sorridendo.
- Quella al cioccolato invece è felice? -
Gli do una spinta senza spostarlo di un millimetro.
- Sai cosa voglio dire.... insomma.... -
- Si, ho capito -
- Devi tenere la linea? -
- No, voglio solo tenermi leggero per montare sulle giostre -
Pago io la colazione senza ascoltare le sue lamentele e una volta fuori mi accendo la seconda sigaretta della giornata, il sole fa capolino, penso a dove potrebbe essere in questo momento Andrea ma Simone mi riporta alla realtà.
- Basta che non ti faccio parlare per un minuto e ti assenti - Mi dice mettendosi di fronte con la sigaretta accesa tra le labbra.
- Stavo guardando sorgere il sole -
- Sei anche romantica -
Rido. - A volte -
- Andiamo Greta, non vedo l'ora di arrivare -
Dice alzando gli occhi al cielo.
Lo seguo in auto e riaggancio la cintura, appena gira la chiave Vasco ricomincia a cantare.
Parlando arriviamo al parcheggio di Mirabilandia, mi sento felice e spensierata come una bambina, strana sensazione per una che è stata lasciata mentre dormiva, afferro la mano di Simone e lo trascino alla cassa correndo con il mio zainetto sulla spalla.
Prendo il portafoglio ma mi blocca le mani.
- Senti Greta, hai già pagato la birra ieri sera e la colazione stamani. Ti ho portata io qui -
- Perché ci sono voluta venire io! -
- Non mi interessa -
Paga i biglietti ed entriamo ci sediamo lungo la fontana che porta all'interno del parco e ci facciamo una foto con il mio cellulare che pubblico subito sul mio profilo Facebook, poi apro lo zaino.
- Dammi la tua roba Simo -
Mi guarda e inizia a svuotare le sue tasche buttando tutto dentro il mio zaino.
- Perché non posso tenerli in tasca? -
- Non vorrei che ti cascassero quando facciamo il giro della morte -
- Cosa? Mi prendi in giro! -
Il suo viso sbianca e io rido di gusto vedendo la sua espressione terrorizzata, prendo la sua mano e lo tiro dietro.
- Dove vuoi montare? Lascio decidere te -
Mi guarda, sospira mentre si guarda intorno e mi indica una giostra per bambini.
- Li potrei montarci -
- Andiamo! Quello è per bambini! -
- Katun? -
- E che roba è -
Lo trascino per il parco fino al punto dove si vede la giostra, rimane imbambolato a guardarla, il suo viso sempre più bianco, deglutisce.
- Vuoi davvero montare qui sopra? Lo senti come urlano? -
- Ti terrò la mano -
Dopo un attimo di titubanza alza il viso e mi guarda con i suoi occhi penetranti color ghiaccio.
- Se mi vedessero i miei amici non ci crederebbero. Andiamo, facciamo questa pazzia -
Mi segue, aspettiamo in coda, di tanto in tanto accenna un sorriso battendo nervosamente le dita sulla recinzione, appoggio la mano sul suo petto duro come il marmo.
- Vuoi calmarti? Ci sono io con te! -
- Dio Greta è da pazzi! E il fatto di averti accanto mi rincuora appena, non posso credere che ti piaccia questa roba -
L'altoparlante gracchia e una ragazza dice che i prossimi possono entrare, gli sorrido ed entro, non ho fatto la coda nella prima fila perché sono sicura che gli sarebbe preso un infarto, ci sediamo sui seggiolini, le sue mani tremano mentre si aggancia le protezioni.
- Non si può più tornare indietro - Dico afferrando la sua mano.
- Che cazzo sto facendo - Impreca, chiude gli occhi stringendo la mia mano.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top