Capitolo 32
Mi eclisso sul retro e accendo una sigaretta, controllo il cellulare sperando di trovare un messaggio di Andrea ma rimango delusa e una morsa stringe ancora di più il mio cuore.
Simone
Bevo il caffè e scambio qualche battuta con il mio amico Filippo.
- Sento Fil, vado a fumare una sigaretta anche io -
- Vai di la con Greta -
Annuisco e passo dietro, lei è appoggiata alla porta, i suoi capelli sono legati in una treccia che gli arriva a metà schiena, mi avvicino schiarendomi la voce, lei si volta di scatto.
- Mi hai fatto paura -
- Scusa, non era mia intenzione -
Mi avvicino appoggiandomi all'altro lato della porta e mi accendo una sigaretta.
- Questo è il mio numero - Gli porgo un biglietto da visita e mi guarda.
- Ah... per cosa? -
Sorrido. - Non ci sto provando, se hai bisogno di chiamarmi per l'ordine -
- Non ti chiama Filippo? -
- Ha detto che devo fare tutto con te -
Arrossisce di nuovo e mi scappa da ridere.
- Riguardo al lavoro - Aggiungo.
- Si, l'avevo capito - Sorride. - Scusa Simone ma non è una buona giornata, di solito non sono così... svasata -
Mi piace sentirle dire il mio nome.
- Tranquilla, non ti preoccupare, semmai dopo lasciami il tuo numero, almeno se trovo la tua chiamata ti richiamo, se non riconosco il numero è difficile che lo faccia -
- Ok, ti aspetto di la, finisci pure di fumare -
La seguo con lo sguardo mentre torna al suo lavoro, rimango sulla porta a fumare e Filippo mi raggiunge.
- È simpatica - Dico.
- Si, è una brava ragazza, tranquilla, oggi ha una giornata strana, ma di solito è molto allegra -
- Si, mi ha detto che non è una buona giornata -
- Ti ha detto anche il perché? -
- No, mi dispiace -
- Avrà litigato con quello stupido, si merita qualcosa di meglio -
Torno di là, Filippo mi segue per servire la gente al banco mentre Greta si occupa degli ordini, mi siedo a un tavolino e tiro fuori l'occorrente, lei mi raggiunge e si siede accanto a me, gli metto davanti il foglio con tutti i gelati disponibili.
- Accidenti... io li mangerei tutti - Dice facendomi sorridere.
- In teoria molti fanno l'ordine in base ai propri gusti -
- A me basta che sia roba dolce e mangio qualsiasi cosa -
- Carenza di affetto -
Alza il viso e mi guarda.
- Come hai detto? -
- È un modo di dire Greta -
- Ah. Ok -
Dopo qualche secondo passato ad osservare i gelati si decide a parlare, e in poco tempo riesce a completare l'ordine.
- Ti ho fatto perdere un po' di tempo -
- No, di solito mi annoio, questa volta no -
Strappo un pezzo di carta e glielo metto di fronte con una penna, i suoi occhi marroni scrutano i miei per poi distoglierli subito.
- Il numero Greta -
Dico mettendo a posto le altre cose.
- Si scusa -
Si strofina gli occhi, afferra la penna e scrive il suo nome e il suo numero, mi dispiace un po' averle mentito soltanto per avere il suo numero, non ho molti numeri dei miei clienti memorizzati sul cellulare, ma il suo mi faceva piacere averlo.
- Va tutto bene Greta? -
I suoi occhi brillano e per un attimo ho l'impressione che una lacrima scivoli sulla sua guancia.
- No. Si vede così tanto? -
- Un po'. Se ti va di parlare io stasera non ho niente da fare, magari andiamo a bere qualcosa insieme -
- Non saprei... -
- Se cambi idea il numero ce l'hai! - Gli do un buffetto sulla guancia e mi alzo, saluto Filippo guardandola mentre torna dietro al bancone, si prepara un caffè e lo beve fissando fuori dalla porta il bandone chiuso di un'officina meccanica.
Saluto ed esco, vado alla mia macchina per finire di fare i miei giri, gli ultimi due clienti e posso tornarmene a casa. Per tutto il resto della mattina il viso triste di Greta rimane impresso nei miei pensieri, una volta a casa faccio la doccia e mangio qualcosa, poi mi sposto sul divano e accendo la televisione tenendo il mio cellulare a portata di mano come non ho mai fatto prima.
Il suono del cellulare mi avvisa che è appena arrivato un sms, mi sveglio di soprassalto e lo afferro subito da sopra al tavolino; mia sorella.
Sbuffo e rispondo, guardo l'orologio, sono le 19:00 senza rendermene conto penso a Greta, riprendo il cellulare e cerco il suo numero sulla rubrica per mandargli un messaggio.
" Va meglio? "
Greta
- Mamma ti ho detto che sto bene! Non ti preoccupare! Non sono l'unica ragazza ad essere stata lasciata! -
- Vuoi che torniamo? -
- No! Finite la vostra vacanza! Io sto bene! -
- Va bene, come vuoi, ti chiamo domani -
Riattacco esausta della conversazione avuta con mia madre, e mi arriva un sms, lo apro; Simone.
" Va meglio? "
Esito a rispondere, fisso il display del telefono indecisa sul da farsi, poi mi decido, in fondo se esco a bere una birra non faccio niente di male, senza contare che non devo sentirmi in colpa di niente.
" È sempre valida la tua proposta? "
" Soltanto a una condizione "
" Quale? "
" Che non starai tutta la sera con il muso lungo, voglio vederti sorridere "
Senza accorgermene sorrido fissando il telefono, Simone è la mia salvezza.
" Affare fatto! "
Gli scrivo l'indirizzo visto che vuole venire a prendermi per forza, mi faccio due sofficini e infilo sotto la doccia.
Mi preparo, manca ancora mezz'ora prima che arrivi Simone, così chiamo Claudio che risponde al secondo squillo.
- Ciao Greta! -
- Ciao Claudio. Dov'è Andrea? -
- Cosa vuol dire dov'è Andrea? -
- Non prendermi per il culo! Se ne è andato stanotte da casa mentre dormivo dopo aver preso tutti i suoi vestiti -
- L'hai chiamato? -
- Non l'ho chiamato, ma tu sai dov'è! Sei il suo migliore amico! Mi ha lasciato un biglietto con scritto di non chiamarlo, mi diceva di trovarmi qualcuno che mi ami veramente -
- Greta io davvero non lo so! -
- Chi è Erika? -
Lo sento sospirare.
- Claudio! Chi è Erika!!! - Urlo con tutto il fiato.
- È la sua ex. Ma ti giuro che non avevo idea che.... -
- Non importa. Lascia stare. Ho capito tutto -
Riattacco e non rispondo a tutte le chiamate che mi arrivano subito dopo da lui e da Valentina, il mio cuore è completamente a pezzi, come il mio umore.
Apro un sms che mi è appena arrivato di Simone.
" Sono sotto casa "
Afferro la borsa ed esco, un enorme Q5 color blu notte è fermo con le quattro frecce sotto casa mia, non oso immaginare cosa potrebbero pensare i miei vicini vedendomi montare sopra a quell'auto, ma me ne frego e salgo.
- Sembri incazzata -
- Lo sono! -
- Ricordi le mie condizioni? -
Sorrido, il mio respiro si placa incrociando i suoi occhi che mi incutono serenità.
- Ok! Ok! Le ricordo! -
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