Capitolo 30
Greta
Mi alzo qualche minuto prima che la sveglia suona, mi lavo e mi vesto per affrontare una nuova giornata di lavoro, prendo la borsa e le chiavi del mio motorino ed esco di casa, Filippo arriva qualche minuto dopo di me.
- Ciao Greta -
- Ciao Filippo. Stai bene? - Lo guardo, ha l'aria stanca e gli occhi rossi.
- No, non ho dormito, ho un po' di febbre -
- Perché non vai a casa a riposarti? Me la so cavare da sola... -
- Sei sicura Greta? -
- Ma si, ti prendi una tachipirina e ti rimetti a letto, vedrai che ti sentirai meglio -
- Grazie Greta.... vengo a darti il cambio alle 14:00 -
- Figurati, bastava che mi mandassi un messaggio, avrei aperto io -
- Non ci ho pensato -
- Torna a casa! Ci vediamo più tardi -
Sistemo le brioche nei vassoi, nonostante l'ora è già giorno e il mercato di fronte sta prendendo vita.
- Ciao Greta -
- Ciao Marco - Saluto il solito primo cliente, gli passo la sua solita brioche ripiena di crema e gli preparo il solito cappuccino senza che mi chieda niente mentre legge il giornale.
- Sei sola? Filippo? -
- Non si sentiva bene, è tornato a casa -
- E fai tutto il giorno? -
- No, ha detto che viene a darmi il cambio alle 14:00, spero che vada tutto bene stamani, è la prima mattina che sono da sola -
- Ma si, cosa vuoi che succeda? Poi se ti serve qualcosa basta che fai un fischio! -
Sorrido, Marco è un uomo sulla quarantina, ha la faccia buffa, lo conosco da quando sono bambina perché con mia madre andavamo sempre da lui a comprare la frutta.
Le ore passano più veloce del solito essendo da sola, Andrea entra a passo svelto.
- Perché sei venuta in motorino? -
- Buongiorno anche a te amore - Rispondo facendogli capire che non è il tono adatto.
- Scusa. È che ho promesso a tuo padre che ti avrei portata io a lavoro -
- Così va meglio. Mi dispiaceva svegliarti -
- Non mi interessa Greta! Se prendo un impegno lo mantengo! -
- Va bene! Va bene! Ma non arrabbiarti! Domani ti sveglierò! -
- Filippo non c'è? -
- Filippo aveva la febbre, è tornato a casa, viene alle 14:00 a darmi il cambio -
- Ok, passa in officina quando esci, ti do le chiavi di casa, io torno un po' più tardi -
Lo saluto con un bacio e lo guardo uscire con il suo passo stanco e i capelli che gli ricadono sulle spalle.
Alle 14:00 Filippo mi da il cambio, non è proprio in ottima forma ma sta meglio della mattina dopo aver seguito il mio consiglio, entro in officina, sento la voce di Andrea che canticchia una canzone che stanno passando alla radio mentre sistema uno scooter seduto in terra.
- Hey - Mi dice accorgendosi di me appena chiudo la porta.
Gli sorrido e rimango ferma ad osservarlo, si alza e con la sua camminata lenta che mi fa impazzire si avvicina e mi bacia.
- Ti do le chiavi, non dovrei fare tardi - Prende un mazzo di chiavi dalla scrivania che non sono le sue, attaccato c'è un portachiavi con una "A " e una "G " incrociate tra loro.
- Puoi tenerle, sono tue - Gli salto al collo fregandomene della tuta macchiata e delle sue mani sporche.
- Greta! Ti sporco tutta! -
- Come se le facessi tu le lavatrici... -
- Me ne ero scordato - Mi strizza l'occhio e scivolo giù fino a mettere i piedi in terra.
- Verso le 17:00 dovrei essere a casa -
Esco dall'officina, mi sembra di camminare a due metri da terra, mi sento sollevata, per me quello di avermi dato le chiavi di casa sua è un gesto importante, accendo il motorino e guido per i viali fino a casa di Andrea, entro dentro; adesso la sento anche un po' mia, mi faccio la doccia e indosso i miei pantaloncini corti e la mia canottiera, rifaccio il letto che Andrea ha lasciato disfatto e spalanco le finestre.
Preparo il riso freddo per cena e lo metto nel frigo, sono le 18:00 quando Andrea rientra in casa, ha una cornice in mano.
- Ho fatto tardi, dovevo passare a prendere questa, scusa -
Lo guardo piegando di lato la testa.
- Cos'è? -
- È un ingrandimento di una foto, l'avevo portato a fare qualche giorno fa e mi hanno chiamato oggi per dirmi che era pronto -
- Fa vedere - Chiedo curiosa.
- Vuoi vederlo? Non so se ti piacerà - Risponde sorridendo.
Poi lo volta soddisfatto e d'istinto metto una mano davanti alla bocca. È la foto che mi ha fatto in macchina la sera che siamo usciti, sorrido con la sigaretta in bocca mentre mi copro il seno con la mano.
- Non vorrai attaccarla spero! Mi avevi giurato che l'avresti tenuta per te! -
- Lo so cosa ti avevo giurato, ma era troppo bella per lasciarla sulla memoria di un telefono Greta! In questa foto sei felice, hai uno sguardo che non ti avevo mai visto prima -
Annuisco indecisa guardando la foto.
- Dove pensi di attaccarla? -
- Qui, in salotto - Indica una parete vuota.
- Ma sei pazzo? Tutti i tuoi amici la vedranno! -
- È vero... però nessuno potrà mai toccarti -
- Scordatelo Andrea! Attaccala dentro l'armadio! -
Ride guardando la foto.
- Dentro l'armadio? Tu sei pazza! -
- Non potremmo fare una foto normale insieme io e te? Quella la nascondiamo -
- Questa l'attacco in camera nostra, almeno quando non dormirai con me posso guardarti ugualmente -
Scuoto la testa poco convinta maledicendomi per avergli lasciato fare quella stupida foto.
- È pronto il caffè - Dico entrando in cucina e dopo qualche secondo mi raggiunge circondandomi i fianchi con le mani.
- Che c'è sei arrabbiata? -
- No... ma non mi piace l'idea che qualcuno veda quella foto -
- Tesoro le uniche persone che potrebbero entrare in camera nostra sono Valentina e Claudio. Qual'è il problema? E poi non si vede niente, altrimenti pensi davvero che l'attaccherei? -
Metto le mie mani sulle sue e volto la testa per dargli un leggero bacio sulle labbra.
- Ok, ok. Prendi il caffè altrimenti si fredda -
Il mio cellulare inizia a suonare, corro in salotto, lo prendo dalla borsa e rispondo a mia madre.
- Mamma! -
- Ciao tesoro. Come stai? -
- Tutto bene, sono da Andrea. Voi? -
- Benissimo, ci stiamo divertendo, peccato che tra qualche giorno dobbiamo tornare. Cosa state facendo? -
- Niente, Andrea è tornato adesso da lavoro, ho già preparato la cena -
Andrea mi guarda alzando un sopracciglio.
- Va bene, adesso ti devo salutare, tuo padre mi sta chiamando. Ci sentiamo domani, saluta Andrea! -
- Anche tu saluta babbo! -
Rimetto il telefono in borsa e guardo Andrea.
- Avresti cucinato? È una bugia! -
- No! Ho fatto il riso freddo! È nel frigo! -
- Davvero? -
- Guarda! Malfidato! - Rispondo facendogli la linguaccia.
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