Capitolo 25

Greta
Suona la sveglia, provo a tirarmi su per spegnerla ma Andrea è completamente addosso a me e mi muovo a fatica, sposto il suo braccio che mi circonda la vita e arrivo con fatica alla sveglia spegnendola, mi alzo e accendo la macchinetta del caffè, mi sembra un sogno il fatto che Andrea sia andato a parlare con i miei genitori, un sogno poterlo baciare senza avere paura che qualcuno che mi conosce ci veda e vada a raccontarlo ai miei. Prendo il mio caffè fumandomi una sigaretta nel silenzio mentre fuori comincia a fare giorno, poi verso il caffè per Andrea e lo porto in camera, è girato dalla mia parte del letto e stringe il mio cuscino, accarezzo i suoi capelli e apre gli occhi mugolando qualcosa, appena mi mette a fuoco sorride, afferra la mia mano e se la porta alla bocca baciandola.
- È bello svegliarsi così. Anche se è l'alba -
Annuisco e gli stampo un bacio sulla fronte.
- Prendi il caffè, io vado in bagno -
Mi alzo e mi chiudo in bagno, mi lavo e mi trucco e torno in camera a vestirmi dandomi il cambio con Andrea.
Quando esce dal bagno io sono già pronta, ho rifatto il letto e ho aperto la finestra, raccolgo i suoi vestiti sporchi e vado a mettere una lavatrice mentre aspetto che si veste.
- Andiamo? -
- Si Andre, ho messo una lavatrice, ricordati di stenderla -
- Non torni con me oggi? -
- Non lo so... forse dovrei affrontare mio padre stasera -
- Più tardi chiamo io tua madre e gli dico che andiamo a cena li, almeno ci parleremo insieme -
Le sue parole mi danno sicurezza e mi tranquillizza il fatto che non mi lascerà da sola, sono di buon umore, e la mia mattinata a lavoro passa velocemente, alle 14:00 esco dal bar e attraverso la strada, la porta dell'officina è socchiusa, entro e lo trovo seduto in terra a rimettere dei pezzi a una moto.
- Principessa! - I suoi occhi brillano appena mi vede, gli sorrido e mi avvicino per baciare le sue labbra morbide.
- Tra poco ho finito, ho già chiamato tua madre, ci aspettano per le 8:00 -
- Come ti è sembrata? -
- Tranquilla, mi ha chiesto se eri andata a lavoro e gli ho detto che ti ho accompagnata io stamani -
Tiro un sospiro di sollievo, se mia madre è tranquilla vuol dire che ha già parlato con mio padre e ha sistemato le cose.
Torniamo a casa, lascio che sia lui a farsi la doccia per primo mentre io stendo i panni.
- Amore vai a farti una doccia, ti aspetto in camera, ci riposiamo un po' -
Annuisco e infilo in bagno, l'acqua calda mi rigenera, e quando esco mi sento come nuova, metto la sveglia sul cellulare e mi sdraio accanto a lui che si è già addormentato.
Sono le 18:30 quando ci svegliamo per merito mio che ho messo la sveglia.
- Menomale che avevi messo la sveglia, sarei arrivato a domani - Mi abbraccia appoggiando la testa sul mio seno.
- Come faresti senza di me? -
- Sarei perso ora come ora - Mi scruta alzando la testa, i suoi capelli sono ancora umidi.
- Hai sempre le tue cose? -
- Si, dovrai aspettare ancora -
- Che palle Gre! -
Rido e lui mi segue, lo bacio su tutto il viso.
- Dai alziamoci o facciamo tardi -
- Non sia mai che faccio tardi al primo appuntamento con mio suocero -
- Suocero? Sei già un pezzo avanti -
- Si. Domenica ti porto a pranzo dai miei -
- Davvero? -
- Non ti agitare! Mica ho detto che ti porto a pranzo dalla regina Elisabetta! -
- Si ma... e se non gli piaccio? -
- Gli piacerai di sicuro! Stai tranquilla -
Mi alzo dal letto e inizio a vestirmi, mancano ancora quattro giorni a domenica e sono già in ansia.
Quando scendiamo dalla macchina il suo volto è teso, mi avvicino sorridendo e lo abbraccio.
- Che hai? -
- Sono un po' nervoso -
- Andrà tutto bene Andrea, siamo insieme, e qualsiasi cosa succeda niente potrà cambiarlo -
Mi sorride, i suoi occhi si illuminano prima di baciarmi teneramente sulle labbra.
- Hai ragione Gre -
Mi prende per mano e una volta sotto al portone suona il campanello, nell'altra mano tiene una bottiglia di vino, " il rosso di sera " che è il preferito di mio padre.
Saliamo le scale, prima di aprire la porta mi regala un sorriso.
- Permesso - Dice tornando serio.
- Venite ragazzi! Venite - Mio padre ci viene incontro, ci sorride, non è arrabbiato e questo porta via l'ansia dentro di me.
- Piacere Andrea -
- Fabio. Venite, Antonella sta preparando -
Mia madre ha fatto del suo meglio, ha tirato fuori il servito buono, quello che solitamente usa per Natale, i bicchieri di cristallo brillano sopra al tavolo.
- Le ho portato... -
- No Andrea. Mi chiamo Fabio e voglio del tu - Lo interrompe mio padre prendendo la bottiglia. - Il rosso di sera, il mio preferito - Esclama leggendo l'etichetta. - Lo apro almeno prende un po' d'aria - Continua.
- Ciao ragazzi. Scusate ma sono impegnata a preparare -
- Non preoccuparti Antonella -
Mi avvicino a mia madre senza dare nell'occhio, la bacio sulla guancia.
- Come hai fatto? -
- Intendi con tuo padre? Beh, era chiaro che prima o poi doveva succedere -
- Ma il fatto che ha 30 anni? -
-  Meglio  così Greta, almeno lui ha la testa sulle spalle, la pensa così anche tuo padre -
- Posso dormire da lui? -
Mia madre mi guarda, è felice ma allo stesso tempo preoccupata.
- Si Greta ma sarebbe il caso che andassi dal dottore per farti segnare la pillola anticoncezionale -
Arrossisco, era chiaro che mia madre avrebbe capito subito, e forse chissà da quanto tempo se lo immaginava.
- Sono a disagio a parlare con te di queste cose mamma! -
- Greta mi hai sempre detto tutto, anche questo fa parte della vita, ed è normale che succeda. Hai 18 anni -
- Mamma usiamo precauzioni - Dico abbassando lo sguardo, le mie scarpe sembrano molto più interessanti.
- Va bene Greta - Dice rilassandosi. - Adesso fai mettere tutti seduti che i tortellini sono quasi pronti -
Ci mettiamo a tavola, l'atmosfera è rilassante, ridiamo e parliamo un po' di tutto, mio padre sembra andare molto d'accordo con Andrea e la cosa mi rincuora, dopo aver aiutato mia madre a sparecchiare vado in camera mia a prendere dei vestiti puliti per l'indomani.
- Dormi da Andrea? - Mi chiede mio padre vedendomi tornare con lo zaino.
- Si -
Lui si volta verso Andrea e prende in mano la tazzina del caffè.
- L'accompagni tu a lavoro? Da qui è vicina, ma da casa tua... non mi piace che vada in giro da sola a quell'ora -
- Tranquillo Fabio, non importava che lo dicessi, non piace neanche a me -
- Sono contento che abbia trovato un uomo e non un ragazzino -
Andrea gli sorride e io vado a sedermi in braccio a lui che un po' a disagio mi fa spazio sulle sue gambe.
- Andiamo? Domani devo alzarmi presto - Dico dopo aver preso il caffè.
- Si. Andiamo -

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