Capitolo 21

Torno in salotto, Greta mi sta aspettando spippolando al cellulare.
- A chi mandi messaggi? -
- Ho risposto a mia madre -
- Che le hai detto? -
- Che sto aspettando che tu mi accompagni a casa dopo aver fatto del sano sesso -
- Greta.... -
- Senti, io non ne posso più Andrea! O ti decidi oppure dimmelo che prendo la mia strada, non mi piace stare appesa. Ne abbiamo già parlato -
Sospiro e l'afferro per un braccio strattonandola.
- A chi stavi scrivendo? -
- Non sono cazzo tuoi Andrea! -
- Greta non farmi incazzare! -
- Non sei il mio ragazzo! -
- No! Non lo sono! E probabilmente non lo sarò mai Greta! È una follia! Hai 18 anni! -
Alza il braccio e mi lascia andare uno schiaffo, non reagisco ma vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime.
- Vai a fare in culo Andrea! Non cercarmi più! Dimenticati di me! -
Esce di casa sbattendo la porta, un senso di solitudine mi assale insieme ai sensi di colpa per avergli detto quelle cose, non penso sia la cosa giusta, ma l'unico modo è provare a starle lontano, a fargli vivere la sua adolescenza, a farsi le sue esperienze, non sono adatto a lei, non posso dargli quello di cui ha bisogno, io ho 30 anni, devo farmi una famiglia, mentre lei deve ancora divertirsi.
Greta
Cammino veloce per arrivare alla fermata dell'autobus, ho avvisato mia madre che non sarei tornata a cena, prendo il cellulare e chiamo Valentina.
- Hey tesoro - Mi risponde.
- Dove sei? -
- Sono da Claudio. Che succede? -
- Ho litigato con Andrea, ci siamo lasciati, anzi, non siamo mai stati insieme. Non mi va di tornare a casa -
Sento un minuto di silenzio.
- Ok Greta, dimmi dove sei ti raggiungiamo -
- Sto prendendo l'autobus -
- Ci troviamo da me? -
- Ok -
Salgo sull'autobus, sembra che tutte le persone si voltino a guardarmi, mi metto seduta da una parte fissando il cellulare che tengo in mano sperando in un sms di Andrea, ma non succede niente, alla fermata scendo e raggiungo casa di Valentina, mi siedo sul gradino, le mie mani tremano e le parole di Andrea risuonano nella mia testa.
- Hey - La voce di Claudio mi riporta alla cruda realtà, mi alzo e l'abbraccio.
- Che è successo? - Continua accarezzandomi la schiena per far calmare i singhiozzi.
- È finito tutto...  -
- Ma che stai dicendo? - Valentina è accanto a Claudio che mi guarda senza sapere cosa fare mentre Claudio mi fa domande per capire.
- Basta. Mi ha detto che non staremo insieme, che tutto quello che c'è stato tra di noi è stata una follia -  Alzo la testa dal petto di Claudio e incrocio gli occhi di Valentina, sembra incazzata ma è sul punto di piangere anche lei.
- Vuoi che ci parli io? -
- No Claudio, basta, davvero, ho soltanto bisogno di svagarmi per non pensare a lui -
- Ben detto Greta! Non ti merita! Lascialo stare! Quando si renderà conto di quello che ha perso tornerà strisciando quello stronzo! - Valentina è convinta di quello che mi ha appena detto, e razionalmente anche io dovrei pensarla così, ma non ci riesco, qualsiasi cosa mi fa tornare in mente lui.
- Vuoi dormire da me? - Mi domanda Valentina.
Claudio ci porta a mangiare una pizza, durante la cena non parliamo di Andrea, e provano a farmi ridere in tutti i modi, a volte riuscendoci, poi usciamo dalla pizzeria, mi fa caldo ma deve essere per la troppa birra che ho bevuto.
- Io vado a quel locale dove siamo andate l'altra sera -
Claudio e Valentina si guardano qualche secondo.
- Ok, veniamo con te! - Risponde Claudio abbracciandoci entrambe. - Stasera sono fortunato, ho due donne... - Ride e noi lo seguiamo.
La musica di Enrique Iglesias mi cattura appena entro nel locale, inizio a muovermi mentre aspetto in piedi al bancone la mia birra, quando mi volto c'è solo Valentina.
- Claudio? - Domando.
- Oh, ha ricevuto una chiamata, è uscito, ma torna subito -
- Almeno a te spero che le cose stiano andando bene -
- A meraviglia, ma adesso dobbiamo pensare a te -
Valentina con lo sguardo mi fa capire che devo voltarmi, il mio cuore batte forte con la speranza che sia Andrea, ma quando mi volto un ragazzo alto castano con i capelli corti e mossi mi sorride.
Arrossisco ricambiando il sorriso per voltarmi subito verso la mia amica con la bocca spalancata.
- A quanto pare hai rimorchiato.... -
Sorrido e si allontana di qualche passo, sto per raggiungerla quando una voce calda alle mie spalle cattura la mia attenzione.
- Posso offrirti io la birra? -
Mi volto di scatto, il ragazzo si è materializzato al mio fianco, ha gli occhi dello stesso colore dei capelli, un fisico asciutto fasciato da una maglietta nera.
- Non so.... -
- Dimmi di si. È solo una birra -
- Ok. Grazie  - Cerco di mantenere la calma mentre dentro di me maledico Valentina per avermi lasciata in quella situazione imbarazzante. Allunga una mano verso il mio viso, rimango pietrificata trattenendo il respiro, passa un dito sotto al mio occhio togliendomi il nero della matita.
- Qualcuno ti ha fatto piangere? -
- Non mi va di parlarne -
- Come vuoi. Comunque io sono Fabrizio -
- Greta - Rispondo acquistando un po' di sicurezza, sembra un bravo ragazzo e posso abbassare la guardia, continuo a muovere le gambe a ritmo della musica.
- Vuoi ballare? Sono un ottimo ballerino - Mi chiede allungando una mano.
Afferra la mia e mi trascina in pista, cerco la mia amica alle mie spalle, la intravedo, mi strizza l'occhio, è arrivato anche Claudio.
Ballo insieme a lui dimenticandomi di tutto quello che è accaduto, aveva ragione, è un ottimo ballerino di latinoamericano, e la serata passa veloce. Torno al bancone scortata da Fabrizio e finisco la mia birra.
- Io... dovrei andare, domani devo lavorare - Dico senza guardarlo.
- Dove lavori? -
- Al bar in fondo alla strada -
- Quindi posso passare da te a prendere un caffè -
- Certo! - Rispondo sorridendo.
- Potresti lasciarmi il numero... -
Ci penso un attimo, poi annuisco e aspetto lo squillo per avere il suo.
- Sono contento di averti conosciuta -
- Anche io! Ci vediamo domani! -
- Contaci -
Mentre raggiungo i miei amici mi sento osservata, non mi volto indietro, Valentina e Claudio si alzano e usciamo dal locale. La mia amica mi chiede di quel ragazzo mentre Claudio è stranamente silenzioso, mi accompagnano fino a sotto casa mia.
- Greta -
- Dimmi Claudio -
- Non fare le cose affrettate -
Non so a cosa si riferisce ma annuisco, li saluto ed entro nel portone.
Quando arrivo al bar alle 6:30 Filippo mi guarda sorridendomi, deve aver capito che non è un buongiorno questo, probabilmente se ne è accorto dai miei occhi gonfi che non sono riuscita a nascondere con il trucco.

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