Capitolo 12
Apro gli occhi, Greta mi da le spalle ed è avvolta dal mio abbraccio completamente scoperta, fuori è già giorno, accarezzo il suo ventre mentre la mia erezione mattutina la reclama a gran voce, sposto i suoi capelli dal suo viso e brontola qualcosa di incomprensibile, mi alzo dal letto, infilo i boxer rimasti abbandonati tutta la notte in un angolo della camera e vado in cucina, controllo il cellulare, nessun messaggio di Claudio, preparo il caffè e fumo una sigaretta in terrazza guardando il traffico scorrevole del sabato mattina.
Preparo due tazzine e torno in camera appoggiandone una sul comodino di Greta, torno a letto e mi avvicino baciandole il collo.
- Mmmhhhh - Mugola e io continuo con l'intento di svegliarla.
Alza una mano accarezzandomi il viso.
- Buongiorno piccolina - Sussurro nel suo orecchio.
- Buongiorno - Mugola di nuovo.
Ha la voce roca e gli occhi mezzi chiusi per la luce che entra dalle persiane chiuse.
- Che ore sono -
Guardo la sveglia sul comodino, neanche io mi ero accorto che fosse presto, solitamente il sabato non mi sveglio prima di 12:00.
- Le 8:40 -
- Ma sei pazzo? Dimmi che mi hai svegliata così presto perché c'è un incendio, altrimenti potrei farti del male Andrea -
- L'incendio c'è, ma è dentro di me. Dovresti spegnerlo.... -
Si volta verso di me e mi sorride, appena sveglio vedere il suo viso è quello che mi serve.
- Scemo smettila -
- Pensi che stia scherzando? -
Prendo la sua mano e la porto sui miei boxer facendogli sentire la mia erezione.
- Il tuo sedere è stato a stretto contatto con lui tutta la notte. Cosa speravi? -
- O mio Dio già così di prima mattina? -
- Mi è bastato guardare il tuo splendido corpo nudo disteso accanto a me -
- Ho bisogno di un caffè prima -
- Ci ho già pensato, è sul tuo comodino -
Sorrido malizioso. - Non hai molto tempo per berlo.... - Mi prendo gioco di lei facendola ridere, ma la realtà è che ho veramente bisogno di sprofondare nel suo corpo caldo.
- Non mettermi furia... - Mi brontola. - Io la mattina ho i miei tempi -
- E quando dormi con me devi imparare a farli combaciare con i miei -
Sbuffa e si mette seduta sul letto coprendosi con le lenzuola fino al collo facendomi ridere.
- Cos'è ti vergogni adesso? Abbiamo fatto l'amore due volte! Conosco ogni centimetro del tuo corpo -
Mi fa la linguaccia e rido ancora più forte; non so neanche io da quanto tempo non ridevo così di prima mattina, ma la sua presenza mi fa bene.
- Davvero da lunedì lavorerai al bar? -
- Si, certo -
Si accorge del mio cambio di umore, appoggia la tazzina e mi viene vicino.
- Che hai? -
- Non mi piace molto l'idea che lavori ogni mattina con Filippo -
- Qualcuno è geloso? -
- Si, lo sono, e credo sia normale -
Mi bacia lentamente, sa di caffè, e le sue mani accarezzano il mio corpo fermandosi sul mio sesso, gemo nella sua bocca e chiudo gli occhi.
- Non fermarti, mi piace - La voce mi esce roca, quasi irriconoscibile mentre accarezzo il suo sedere.
Le sue labbra scivolano sul mio collo, sul petto, sulla pancia sempre più giù, sospiro capendo le sue intenzioni.
- Che fai Gre -
- Ti restituisco il piacere di ieri sera -
- Non devi farlo per forza -
- Lo faccio perché mi va -
Mi da un leggero bacio sull'inguine e il sangue inizia a pompare veloce nelle vene, quando passa la lingua sulla punta mi gira la testa per un attimo, poi schiude le labbra accogliendolo tutto, lo lecca fino alla base per poi tornare su, sono in estasi, afferro i suoi capelli per facilitargli quello che sta facendo mentre ansimo sempre più forte, si gonfia sempre di più nella sua bocca, aumenta il ritmo facendoselo arrivare fino in gola, mi manca poco per esplodere, lo avverto da come pulsa.
- Sto per venire Gre, tirati su.... - Urlo.
Lei non mi ascolta, provo a trattenermi ma vengo nella sua bocca scosso da spasmi di piacere che scuotono il mio corpo, tira su il viso con aria soddisfatta e mi guarda passandosi una mano sulla bocca, sfioro il suo seno con la mano.
- Vieni qui, voglio scoparti adesso -
- Sono stata brava almeno? -
- Sei stata stupenda piccolina - Da anni non sentivo quella sensazione delle labbra di una donna sul mio sesso.
La metto sotto di me, apre le sue gambe infilo un preservativo velocemente e mi accoglie dentro gemendo, i suoi seni si muovono ad ogni mia spinta, gli occhi semi chiusi, appoggio il busto su di lei e ci ritroviamo di lato, mi spingo dentro e i suoi gemiti diventano urla strozzate mentre il suo sesso stringe il mio come in una morsa. Raggiungiamo l'orgasmo nello stesso momento, le sue unghie graffiano la mia schiena mentre soffoca le urla mordendomi una spalla, sento il cuore battere all'impazzata, appoggio la fronte sulla sua baciandola, la stringo a me; mi sono messo nei guai.
Ci riaddormentiamo per qualche ora, poi la sento muoversi, apro gli occhi, si è alzata e sta prendendo i suoi vestiti dalla sedia, incrocia i miei occhi.
- Posso fare una doccia? -
- Puoi usare il mio accappatoio - Le sorrido e aspetto il suo ritorno sdraiato sul letto.
Passano diversi minuti e rientra in camera, è vestita e i capelli ricadono umidi sulle sue spalle.
- Vuoi già andare? -
- Sai com'è, mia madre non sa che sono da te - Risponde con una punta di ironia.
Sbuffo e mi alzo, vado a fare la doccia, mi vesto e le passo il casco.
- Dove vai adesso? - Le chiedo una volta tirato fuori il suo motorino dall'officina.
- A casa, più tardi passerò da Valentina -
- Mi chiami più tardi? -
- Si, ok -
Mi avvicino per salutarla, la bacio mordendole il labbro prima di staccarmi.
- Fai la brava -
- Sempre! - Mi strizza l'occhio e la seguo con lo sguardo fino a che non scompare, accendo la moto e faccio un salto da Claudio, sono preoccupato del fatto che non mi ha ancora chiamato.
Mi apre dopo qualche minuto, indossa un paio di pantaloni corti, l'occhio gonfio, non ha una bella cera, si sposta facendomi entrare.
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