Capitolo 10
"Cosa facciamo?" Chiese la piccola Tilda. La Bambina tremava dalla paura e si stringeva al braccio della sorella maggiore.
Facevano tanta tenerezza quei ragazzi spauriti, che stavano per perdere tutto.
Perché Smaug sarebbe arrivato facendo strage, bruciando tutto ciò che avrebbe trovato.
Non avrebbe risparmiato niente e nessuno.
La furia di un Drago non è sedabile, purtroppo, e quella che Smaug sembrava avere dai suoi ruggiti non era certo poca.
'Ma che hanno combinato, Valar?!'
Keira si alzò di scatto e Fili la seguì a ruota.
"Dobbiamo andarcene di qui, è pericoloso!" Esclamò la giovane, mentre anche Oin e Bofur si facevano avanti.
"Questo è certo, ma come facciamo con Kili? Non possiamo certo lasciarlo qui. Ma portarlo ci rallenterebbe. Non riusciremmo a fuggire in ogni modo." Disse Bofur, abbassando subito lo sguardo. Per un attimo gli era passata di mente la possibilità di fuggire, ma senza rendersene conto aveva condannato la vita del giovane Durin steso sul tavolo e ancora addormentato. Si vergognò come non mai in quel momento.
Dopo il breve silenzio che era calato, interrotto solo dall'eco del vento che si era alzato in città, fu di nuovo Keira a parlare.
"Sentite, qui non possiamo rimanere. Ma... non voglio abbandonare Kili. Andate, Fili, Bofur, portate i ragazzi lontano da qui, il più che potete! Oin, tu dovrest..."
"No, io non ti lascio! Ma che vai dicendo?" Bofur quasi urlò pronunciando quelle parole. Inutile dire che tutte le teste erano girate verso di lui. "Troveremo una soluzione." Aggiunse, facendo spallucce, come se quello che aveva detto prima non avesse alcun peso.
"Trovala allora!" Esclamò Keira, con tono duro.
Un altro ruggito, forte e vicino, scosse la casa e le assi di legno tremolarono scricchiolando.
'Dannazione, dannazione! Valar, vi prego, proteggeteci.'
"Allora? Che state aspettando?" La voce di Fili attirò l'attenzione. Incredibilmente, il biondo reggeva il fratello in spalla e sostava sulla soglia, impaziente.
"Va bene." Disse Oin, avviandosi.
Bofur e Keira lo seguirono subito. La giovane si fermò dai ragazzi di Bard: "Tilda, vieni." Disse, allungando le braccia verso la piccola biondina.
Una volta presa fra le braccia, intimò agli altri due di seguirla, ma Bain si ricordò solo in quel momento che prima aveva una cosa urgente da fare.
"Non posso seguirvi, devo trovare nostro padre e portargli la Freccia Nera!" Esclamò il giovane, direzionandosi verso la parte opposta alla loro.
"Ehi! Fermati, ragazzo, dove credi di andare? È troppo pericoloso!" Gridò Oin, allungando una mano, come a volerlo riacchiappare.
"Senza quella freccia mio padre non potrà mai uccidere il Drago! Tornerò, ma vi prego: fate attenzione alle mie sorelle." E detto questo, il giovane Bain scomparve dietro una casa.
"Bain!" Urlò Tilda, spaventata per il fratello.
"Tranquilla Tilda, andrà tutto bene..."
"Dove andiamo?" Kili aprì gli occhi, stancamente. Non riusciva bene a mettere a fuoco e non capiva nulla. Solo, si sentiva sballottato, segno che qualcuno lo stava portando sulla schiena, qualcuno che correva.
"Da un'altra parte, Kee. Qui è diventato pericoloso."
Si alzò un forte vento.
Smaug era arrivato.
"Il Drago!" Gridò Tilda, allungando una mano nella direzione opposta alla loro.
Keira si voltò e rimase bloccata, come se una forza invisibile l'avesse incatenata al terreno.
Una luce rossastra le inondò il volto.
Nel cielo si alzavano colonne di fumo nero e l'unica cosa che tutti riuscirono a vedere fu una valanga di fiamme cadere da esso e bruciare qualsiasi cosa.
Una mano le si posò sulla spalla e voltandosi vide le fiamme disegnare strane ombre sul volto di Bofur.
"Andiamo, Keira, non fermarti." Le disse il Nano, ma la giovane gli porse tra le braccia Tilda.
"Ma cos-"
"Bofur, non posso lasciarlo andare da solo. Portala con te, andate! Non fermatevi!"
"Keira, aspetta! Se adesso torni indietro... non c'è certezza che potrò rivederti!"
"Questo... è il mio destino." Sussurrò la Mezzelfa. Incontrò i suoi occhi profondi e scuri. "Devo tornare là, non c'è tempo, Smaug si avvicina, porta in salvo le figlie di Bard!" Fece per ritornare sui suoi passi, ma Bofur le bloccò un polso e quando lei si girò, in un secondo fu sulle sue labbra.
Fu un bacio breve ma disperato e quando finì, Keira si rese conto di avere di nuovo in braccio Tilda.
Si voltò indietro, ma Bofur stava già correndo verso le fiamme.
Aveva raggiunto gli altri in poco tempo.
Quando gli chiesero dove fosse Bofur, lei non rispose subito.
Le ritornò in mente il bacio; le labbra del Nano erano ancora sulle sue. Scosse il capo.
"Ora non c'è tempo per le spiegazione, muoviamoci." Rispose solo, riprendendo a correre.
Ma le fiamme erano vicine, troppo vicine, e quando un forte vento li investì, capirono che Smaug era sopra le loro teste.
Questo volteggiava nel cielo scuro di ceneri e li guardava con gli occhi da predatore.
Loro erano le sue prede.
"E così, ecco qui i compagni di Scudodiquercia. Morirete tutti." Aveva ruggito Smaug.
Poi aveva lanciato una lingua di fuoco nella loro direzione e il legno del pavimento aveva preso fuoco all'istante.
≈
Keira aprì gli occhi a fatica. Sentiva come un peso pressarle sul corpo, schiacciandolo a terra.
La luce del sole le inondò il viso e fu costretta a portarsi una mano alla fonte per proteggersi gli occhi.
Provò a muoversi, ma aveva i muscoli intirizziti.
Chiamò qualche nome, ma nessuno rispose.
Riprovò.
Riprovò ancora e finalmente qualcuno rispose.
"Ben svegliata, dormigliona." Scherzò Kili. Il giovane era seduto accanto a lei.
Le porse una mano e con il suo aiuto Keira riuscì a mettersi seduta.
Aveva la gola secca e i crampi allo stomaco.
"Hai sete?" Le chiese il Nano e lei annuì.
"Ehi, fratello, porta dell'acqua per favore, si è svegliata."
"Quanto ho dormito?"
"Sei rimasta priva di sensi per un bel po'... due giorni, per l'esattezza. Se non fosse stato per il tuo petto che faceva su e giù, avresti potuto benissimo sembrare morta." Le disse Fili, sedendosi accanto al fratello.
"Due giorni?!" Chiese, sorpresa.
'Ma che cosa è successo?'
Due braccia strinsero forte il collo della giovane che, girandosi, riconobbe la chioma bionda della figlia minore di Bard.
"Ti sei svegliata! Ho avuto paura che fossi morta!" Gridò la ragazzina, stringendosi a lei.
"Tilda, lasciala respirare, dai." Questa era la voce di Sigrid.
Spostando lo sguardo, Keira vide anche Oin, che le sorrise bonario.
C'erano proprio tutti. O quasi.
E fu allora che le rivenne tutto alla mente.
Bofur che afferra il suo braccio e lei che si volta per sapere cosa c'è ancora.
Lui che le da un bacio e ne approfitta per mollarle di nuovo Tilda fra le braccia.
Keira che vede la sua schiena allontanarsi fra le fiamme mentre lei è salva.
"Valar! Dov'è Bofur?!" Gridò, portandosi le mani alla bocca.
Nessuno rispose.
Poi, Fili ruppe il silenzio.
"Sei stata tu l'ultima a vederlo, ricordi? Eravate rimasti indietro e tu sei torn-"
"Lo so cosa è successo," 'Mi ha baciata e mi ha salvata.' "ma... insomma in due giorni non è tornato?" Un senso di panico la stata pervadendo. Panico. Preoccupazione. Colpa.
"Anche se fosse tornato, come avrebbe fatto a trovarci qui?" Le parole di Oin la colpirono come uno schiaffo in faccia. Si guardò attorno. Nient'altro che verde.
"Siamo... siamo in un bosco?!"
'Madre, ti prego, appari davanti a me e dimmi che sto sognando...'
"È così che è andata, quindi."
Fili, Sigrid e la piccola Tilda le avevano raccontato l'accaduto.
Nel momento in cui Smaug aveva sputato fiamme, si erano tutti gettati in acqua e per fortuna non si erano nemmeno feriti.
Nuotare con Kili sulle spalle non era stato facile per Fili, ma tutti insieme erano riusciti a passare sotto la città, cercando di evitare i buchi che si aprivano dai pavimenti e il legno delle case che infuocato cadeva in acqua, frizzava, e si spegneva sulla superficie mossa. Il ghiaccio si era tutto sciolto.
Avevano attraversato Pontelagolungo a nuoto, gelando per la temperatura dell'acqua.
Non sapevano quanto tempo avevano impiegato, ma le gambe facevano male, i muscoli bruciavano e i polmoni anche.
D'un tratto avevano avvertito un tonfo enorme e l'onda d'urto che ne era scaturita li sommerse, affogandoli quasi.
Tutti, perfino Kili, si erano poi risvegliati sulla riva opposta alla città, la riva dalla quale si accedeva alla strada per Erebor. Tutti tranne Keira.
"Due giorni." Ripeteva fra sé.
Il pensiero di Bofur le invadeva la testa. Ma c'era anche dell'altro: non era morire tra le fiamme il suo destino.
Bene, questo significava che avrebbe rischiato la vita un'altra volta. Chissà, magari l'ultima.
Ma mise da parte questo discorso e tornò al Nano dalle buffe trecce e lo strambo cappello, quello sempre allegro, quello che quando sorrideva gli si formavano quelle dolci fossette. Bofur. Quello che l'aveva baciata, andando al suo posto a ricercare Bain e aiutare Bard, rischiando la vita.
Come aveva fatto a non accorgersene? Bofur si era preso una bella sbandata per lei e anche sotto al suo naso, ma Keira non ci aveva mai prestato attenzione. Perché non lo aveva mai fatto?
Sorrise, dopo tutto avrebbe potuto capirlo benissimo.
Ricordò come la guadava dalla sua cella, nelle segrete di Bosco Atro, cosa le disse nella fucina di Esgaroth e ancora, cosa accadde alla festa del Governatore.
Che sciocca era stata, povero Bofur.
Poi il sorriso scomparve quando ripensò a Kili e a cosa aveva detto a Fili.
La stessa cosa valeva per Bofur: non avrebbe avuto altra scelta che spezzargli il cuore.
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