9. Il catering

Elettra

Il taxi mi porta davanti al palazzo di Kepa e, appena scendo dall'auto, mi avvicino a cercare il suo nome nelle targhette del citofono, ma prima di suonare penso e ripenso se questa sia la cosa più giusta da fare.

Due mesi fa sono stata lasciata dal ragazzo con cui sono stata per ben tre anni, perché si era stufato di me e del mio modo di essere, e mi ha così spezzato il cuore. Pensavo fosse quello giusto, pensavo sarebbe durata per sempre, anche perché non si è mai mostrato annoiato o infastidito, ma ho scoperto che era solamente un ottimo attore. Penso che la sua sia stata solo una scusa e che in realtà mi abbia lasciata per un'altra, ma non ho indagato, ho preferito lasciarlo andare e non farmi male ulteriormente.

Ed è per questo che ora, davanti a casa del portiere, dopo quello che già mi ha fatto, mi chiedo se sia giusto dargli un'altra possibilità. Poi, però, penso a ciò che Mason e Kai mi hanno raccontato su di lui, immagino il dolore che abbia provato ad essere ferito dal suo amico e dalla sua ragazza, e con questo pensiero in mente, mi decido a suonare.

La sua voce riecheggia dopo qualche secondo e, dopo avergli detto che sono io, fa scattare la serratura da su e mi invita a raggiungerlo fino al sesto piano. Io apro il pesante portone di legno e poi raggiungo l'ascensore che velocemente mi porta fino all'appartamento di Kepa.

Quando le porte si aprono, lui appare davanti a me e per un attimo trattengo il fiato. Avevo visto delle sue foto e l'ho visto giocare più di una volta, anche allo stadio, ma vederlo da vicino è tutt'altra cosa. È molto più alto di me e ha una statura da fare invidia ad un Adone, ma la cosa che mi colpisce di più sono i suoi capelli un po' ricci e i suoi occhi scuri. È veramente un bel ragazzo, spero non sia davvero così stronzo come si è mostrato fino ad ora.

"Ciao Elettra" faccio qualche passo verso di lui e si abbassa appena, lasciandomi due baci sulla guance "piacere e scusami per oggi."

Mi costringo a sorridergli e a non fare la figura della cretina, facendogli vedere che mi sono incantata a guardarlo. "Ciao, piacere mio." non faccio riferimenti a oggi e lui annuisce, indicando l'interno del suo appartamento e invitandomi ad entrare, spostandosi appena dall'uscio.

Immediatamente faccio come mi ha detto e lui chiude la porta alle sue spalle, mentre io osservo l'eleganza e il lusso di questo appartamento. Insomma, non mi sarei dovuta aspettare qualcosa di diverso, soprattutto per la zona in cui nasce il suo palazzo, eppure rimango a bocca aperta guardandomi intorno.

"Hai davvero una bella casa." mi tolgo il cappotto e lui lo afferra, posandolo sull'appendiabiti "Complimenti."

Kepa sorride appena, poi si volta nuovamente verso di me e mi esamina attentamente dalla testa ai piedi. Per un attimo mi sento troppo scoperta con la gonna che ho deciso di indossare, perciò arrossisco di botto, ma lui riporta gli occhi nei miei, come se avesse capito il mio disagio. "Grazie Elettra. La cena è pronta, possiamo andare di là"

Lo seguo immediatamente e maledico il mio corpo quando brontola affamato, spero solo che il portiere non l'abbia sentito, che imbarazzo.
Entriamo in una sala enorme, con dentro due divani e una televisione enorme appesa al muro, mentre sulla destra noto subito un tavolo già apparecchiato e imbandito.

"Wow, è tutto bellissimo." commento sincera osservando la cura con cui è stato preparato il tavolo "Davvero".

Lui annuisce appena, ma stavolta non sorride, si limita a indicarmi la sedia su cui devo accomodarmi per cena. Prevedo che sarà una lunga serata.

*****

Scoppio a ridere per la battuta di Kepa, ma poi torno seria quando alza il dito come per chiedermi il permesso di parlare, come se fossimo a scuola, e io glielo permetto immediatamente, sorridendo. Lui tenta di mantenere un'espressione seria, poi si sistema meglio sul divano bianco su cui siamo accomodati, in modo tale da potermi guardare negli occhi.

"Allora, devo confessarti una cosa." Mi inumidisco le labbra e annuisco, attendendo che parli. Devo ammettere che la serata ha preso una bella piega. Abbiamo iniziato a parlare un po' con imbarazzo, ma poi siamo riusciti a trovare dei punti in comune e abbiamo iniziato a parlare e scherzare senza nemmeno rendercene conto. Devo ammetterlo, sono felice di come stia andando, non me lo aspettavo proprio. "Allora Elettra, devo confessare che non ho preparato nulla, né la tavola né la cena. Ho pagato un servizio di catering per farlo al posto mio."

Spalanco la bocca fintamente scioccata e gli do un colpo leggero sul braccio, come a rimproverarlo per la sua bugia. "Ma non dirmelo, non l'avrei mai detto! Ora mi sento molto presa in giro."

Scoppia in una fragorosa risata e scuote la testa "l'avevi già capito, vero?" annuisco immediatamente davanti alla sua domanda e lui ride maggiormente, facendo ridere a ruota anche me. Poi, però, improvvisamente, smette e posa la sua mano sul mio viso, avvicinandosi maggiormente a me.

Io trattengo il fiato e sposto lo sguardo dalla sua bocca ai suoi occhi, in modo alternato, mordendomi il labbro inferiore per l'imbarazzo del momento. Lui mi costringe a smettere, accarezzandomi la bocca con l'indice, poi si avvicina maggiormente. I suoi occhi mi scrutano attenti come per capire se sono d'accordo che azzeri la distanza e, per tutta risposta, sono io a fare l'ultimo passo, facendo scontrare le nostre labbra. Lui, prontamente, mi bacia prima con un po' di insicurezza, ma in pochi secondi, appena schiudo le labbra, il bacio diventa più sicuro e passionale.

La sua mano si posa sul mio fianco e poi mi alza la maglia che avevo incastrato dentro la gonna, mentre io porto le mie sui suoi capelli ricci, rendendomi conto che volevo farlo dal momento in cui sono entrata in casa sua. Il respiro di entrambi si fa più pesante man mano che ci baciamo, perciò lui posa la bocca sul mio collo e fa per togliermi la maglia, ma io, a questo punto, lo blocco.

Ci allontaniamo di qualche centimetro e lui posa il suo sguardo sul mio, è come se fosse confuso e non capisse perché l'ho allontanato. Sul serio? "Quale è il problema?"

"Non me la sento, Kepa. Ti ho visto solo oggi e fino ad essere davanti a casa tua nemmeno sapevo se fosse giusto venire a cena da te. Per andare a letto con qualcuno mi devo fidare almeno un minimo." tento di essere carina e non troppo dura, ma lui, comunque, si allontana maggiormente da me e mi osserva con freddezza, mentre annuisce.

Avanti, per uno che ha paura di fidarsi come lui, non dovrebbe essere difficile capire il mio punto di vista, invece sembrerebbe tutto il contrario. "Va bene, meglio che te ne vai, Elettra."

Inarco un sopracciglio sentendo le sue parole e mi alzo di scatto dal divano, sgranando appena gli occhi subito dopo, quando vedo che è serio e irremovibile. "Che stronzo, era questo il tuo piano fin dall'inizio, vero?"

Lui non risponde, si alza e mi osserva, mettendomi così in soggezione. Io annuisco appena, comprendendo la situazione, e mi dirigo velocemente all'ingresso, per recuperare il mio capotto e uscire definitivamente da questo appartamento che è diventato fin troppo soffocante.

"Se non sei pronta va bene, Elettra. Non volevo essere stronzo." mi giro verso di lui, sentendolo sussurrare appena, e vedo il suo sguardo completamente perso e combattuto. "Vuoi che ti accompagni a casa?" scuoto la testa davanti alla sua domanda e lui annuisce comprensivo e con espressione leggermente apatica " Va bene. Ti chiamerò domani, ok?"

Io faccio un gesto sbrigativo con la mano ed esco velocemente da casa sua, sentendomi confusa e stranita dai suoi cambi d'umore così repentini. È ovvio che stia soffrendo e si senta perso, ma questo non lo autorizza a trattarmi in questo modo. Non lo autorizza a farmi stare bene, poi sbagliata, poi nuovamente bene.

Stanotte sono stata bene, non posso negarlo, ma la sua espressione dura e nervosa, quando non ho accettato di fare sesso con lui, mi rimarrà in mente per un bel po'. Ora devo solo tornare a casa e cercare di scacciare via questa sensazione orrenda che mi si è posata addosso.

Sono così confusa che non so cosa fare. Lui mi confonde terribilmente e non so quanto possa essere giusto questo.

Nota: 13:13 ciao ragazz, ieri non ho potuto aggiornare, quindi ecco a voi un nuovo capitolo. Un capitolo scritto normalmente e non sottoforma di chat, in modo tale da fare capire meglio la storia.

Anyway, in questa parte di storia vediamo Elettra che va a cena da Kepa, nonostante non sa se sia la cosa giusta, visto il passato con il suo ex, ma poi si decide. Insieme passano una bella serata, ma nel momento in cui Kepa vuole di più, lei lo ferma. Questo sembra non andare bene al portiere, ma subito dopo lui cambia idea e le dice che è tutto ok.

Elettra, ovviamente, è confusa dai suoi comportamenti che si sono mostrati fin troppo volubili fin dalla prima volta in chat, ma dall'altra parte non sa cosa fare visto che, nonostante tutto, lui le piace. Cosa ne pensate?

Detto ciò, vi auguro una buona giornata. Baci, Ele 🤍

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