Raffinatezza

Non fu sorpreso da come la palestra fosse diversa abbellita con tutti quei colori, quanto di quanta gente fosse andata. Non bastava più lo spazio, alcuni si accontentarono di occupare il parcheggio per le loro chiacchiere. Il maestro Mauro aveva lasciato aperto le grandi cancellate di entrata, proprio per far si che tutti potessero partecipare alla sua bellissima festa di fine estate.

All'ingresso del Dojo erano stati inseriti due finti alberi di ciliegio, che rendevano l'atmosfera magica. Il tutto compensato dalle lanterne di carta e i bonsai che aprivano un piccolo corridoio. La musica degli altoparlanti fuori era incentrata su quelle note drammatiche di operette giapponesi. Anche il tavolo del rinfresco era adornato da piatti e bicchieri con fantasie orientali. Accedendo poi all'interno erano presenti tutti i colori e le forme per divertire i più piccoli. Anche la musica, sintonizzata sulla playlist delle canzoni di Cristina D'avena.

"Ti piace?" Il maestro Mauro si avvicinò al ragazzo che con gli occhi brillanti osservava il posto dove aveva passato più di quindici anni di vita.

"E' tutto così stupendo." Particolarmente ipnotizzato dal mondo creato al di fuori delle mure sportive.

"E' tutto merito di Vanessa. Mi ha aiutato con tutta la sistemazione, fino a qualche minuto fa. Spero torni presto." Non si aspettava una Vanessa così raffinata, doveva scusarsi con lei.

Guardando quel mondo così sereno, anche il suo animo aveva trovato la tranquillità persa durante quelle ventiquattr'ore.

Si stava godendo una chiacchierata con i suoi amici del gruppo di karatè, quando per sbaglio guardò verso l'entrata. Aveva appena fatto il suo ingresso Vanessa. La sua chioma libera da elastici, le dava l'aria da selvaggia; l'abito nero che indossava, fece invece sgranare gli occhi a Domenico e alla maggior parte dei ragazzi che la stavano osservando mentre scendeva i primi tre gradini d'ingresso. Era un tubino nero, che metteva in risalto il seno prosperoso e il fisico snello, sempre nascosti da t-shirt o dal Karategi.

Quello che più sorprese il ragazzo, fu l'accompagnatrice della ragazza. Avrebbe riconosciuto quei capelli castani e quelle labbra anche se fossero state le ultime parti ritrovate del suo corpo incenerito: Gemma.

Vanessa gli passò davanti senza salutarlo e raggiunse i suoi bambini, Gemma evidentemente imbarazzata da un ambiente sconosciuto, si avvicinò all'unica persona che conosceva.

"Ciao. Che ci fai tu qui?" Gli chiese il capo, facendo finta che quanto accaduto la sera precedente, fosse stato solo un suo personale incubo.

"Io ho il secondo dan" rispose scioccato, notando la confusione negli occhi verdi di Gemma semplificò.

"Mi alleno qui da parecchi anni. Tu piuttosto, come conosci V..." Prima che potesse terminare la frase, la ragazza dai capelli rossi, prese per mano Gemma.

"Dai vieni, ti faccio conoscere i miei cuccioli." Disse gioiosa, prima di incontrare lo sguardo di Domenico e fare una smorfia di disgusto.

I tacchi risaltavano ancora di più l' altezza di Vanessa. La matassa di capelli, liberi dal solito elastico, profumavano di ananas.

"Finisco di salutare e ti raggiungo dentro." Le disse, così la ragazza si dileguò di nuovo. "Ascolta Domenico, mi spiace per ieri. Non volevo essere così poco... professionale. Non avrei mai dovuto fare una cosa del genere con un mio sottoposto. Mi spiace che la voce si sia sparsa così velocemente. Solo che tu mi piaci e..." Domenico era imbambolato dal movimento delle sue labbra. "Lasciamo stare. Vado da mia sorella." Quando si riprese, decifrò l'ultima frase.

"Sorella?" Ma Gemma era già sparita nel Dojo. Possibile che si riferisse a Vanessa? Non volle aspettare più di tanto per scoprirlo ed entrò all'interno. Vanessa e Gemma, insieme, scambiavano sorrisi e chiacchiere con i piccoli. L'una era pura dolcezza, l'altra istinto sessuale. Il cuore iniziò a battergli forte. Possibile che gli piacevano entrambe?

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