.^Epilogo^.
[Un anno dopo...]
Il paesaggio verdeggiante di campagna, pieno di alberi e steccati in legno ormai secco, si estendeva a vista d'occhio sotto agli occhi dell'umano.
Il pullman sfrecciava normalmente lungo la strada e data la quasi assente presenza di persone nel mezzo, il guidatore si permise di aumentare la velocità per arrivare il prima possibile alla fermata.
Dipper era praticamente l'unico passeggero presente sul pullman e si stava godendo gli ultimi istanti del viaggio con le cuffiette alle orecchie, ascoltando una delle sue canzoni preferite che stava quasi per giungere al termine.
Infatti, subito dopo la fine della canzone, il mezzo si fermò e l'autista comunicò l'arrivo.
"Ultima fermata! Ultima fermata, Gravity Falls!" Esclamò.
Allora Dipper si alzò dal sedile e prese lo zaino, avviandosi verso l'uscita del mezzo.
Non appena mise un piede fuori, si sistemò lo zaino sulle spalle e si guardò intorno, mentre il pullman chiuse le porte e si allontanò dalla fermata.
Senza pensarci due volte, si incamminò verso la zona dove una volta c'era Il Regno del Mistero, dove tutto era iniziato.
Dove la sua passione per l'ignoto e per il paranormale aveva preso vita.
Non appena arrivò lì, poté osservare quasi con malinconia la vecchia casa malconcia, ormai decadente, priva di mobili e con il legno mangiato dalle termiti.
Quella casa lo aveva accolto per un'intera estate e grazie ad essa aveva passato uno dei momenti migliori della sua vita, se poteva dirlo.
Gravity Falls era un luogo indimenticabile per lui, si sarebbe potuto ricordare anche le cose più insignificanti accadute lì.
Ma alla fine le belle cose dovevano finire e così anche il Regno del Mistero.
Così, sorpassando la casa, Dipper si mise in cammino verso la foresta e si immerse completamente nell'ambiente circostante.
Ammirò come il sole passava tra le foglie e creava dei bellissimi giochi di luce e contemplò le conformazioni delle radure che vedeva ogni volta che andava avanti.
Per lui quel luogo era sempre stato magico, quasi mistico, date poi anche le varie creature che aveva incontrato durante la sua indimenticabile estate.
Ma alla fine, arrivò nel posto stabilito e si fermò, senza più fare alcun passo.
Finalmente, eccola lì.
La statua che aveva messo fine alla calamità che si sarebbe scatenata sul mondo intero, otto anni fa.
Un triangolo di pietra con gambe e braccia, fornito di un solo occhio con tanto di papillon e cilindro.
La sua mano tendeva verso l'esterno del corpo, come per voler dare una stretta di mano e l'occhio era completamente spalancato, come in preda all'euforia.
Dipper, a vedere quella statua, sospirò e si avvicinò ancora di più, sedendosi in ginocchio davanti ad essa.
"Ma guardati... E io che pensavo fossi un semplice triangolo demoniaco..." Mormorò Dipper tra sé e sé, osservando la statua.
Era l'unico essere umano presente in quella foresta e i rumori della cittadella o della strada non lo avrebbero di certo disturbato, dato che il bosco era fitto e grande.
Inoltre lui si trovava in una zona che per molti era maledetta, una zona in cui nessuno avrebbe più voluto mettervi piede.
Ma lui voleva ritornarci, voleva rivedere il luogo dove risiedevano i momenti più belli e strambi della sua adolescenza.
"E invece, eri un demone..." Continuò a parlare.
Si sedette davanti alla statua a gambe incrociate e non smise un solo istante di fissarla, lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli.
Dipper non aveva più rivisto il demone dall'ultimo volta, quando lo aveva incontrato nel suo sogno.
Sembrava scomparso completamente e alla fine l'umano era rimasto solo insieme a sua sorella.
Però in qualche modo lui sarebbe tornato da lui, ne era sicuro, altrimenti non avrebbe lasciato nella sua dimora la benda per terra.
"E alla fine... Mi ha rubato il cuore..." Disse, con un tono quasi triste.
Il silenzio lo avvolse di nuovo e la statua continuava a fargli compagnia, ferma e immobile, senza alcun segno di vita.
L'umano sospirò di nuovo e si buttò all'indietro sul terreno, sdraiandosi in mezzo ai fili d'erba e alle foglie cadute.
Non poteva ammirare il cielo sereno e privo di nuvole quel giorno, ma la chioma verde degli alberi che lo proteggevano dai raggi solari era una vista gradevole dopotutto.
"... Che stupido, a parlare da solo davanti ad una statua inquietante." Affermò il castano.con una lieve risata.
Alla fine lui aveva continuato a lavorare con la sorella e aveva completamente abbandonato il sogno dell'università.
Il suo unico scopo era supportare Mabel e aiutarla in tutto ciò di cui aveva bisogno, dato che lui l'aveva sostenuto anche quando le aveva confessato di essersi sentito con Bill Cipher in persona.
Un giorno, però, Dipper le aveva chiesto se le andava di tornare a Gravity Falls in uno dei loro giorni liberi, ma lei gli aveva detto esplicitamente che sarebbe dovuto andare da solo, perché sapeva bene di cosa si trattatava.
Non aveva più avuto nessun contatto con il club dell'ignoto e aveva ripreso i contatti con Pacifica, dato che non l'aveva vista per parecchio tempo.
Era letteralmente tornato alla vita di sempre, alla vita in cui prima Bill non aveva messo piede con la sua figura.
Ma alla fine, il demone era sempre nei pensieri dell'umano e ogni volta quest'ultimo si chiedeva quando mai sarebbe tornato e se lo avrebbe rivisto ancora.
I dubbi c'erano in ogni caso, anche se aveva la benda come prova del ritorno del biondo.
Non sarebbe mai riuscito a pensare che il demone avrebbe lasciato lì proprio la sua benda per caso.
Il suo sguardo era fisso verso le foglie verdi che si mischiavano all'azzurro del cielo e ogni tanto muoveva di poco le dita per sentire tra loro i fili d'erba.
Non aveva niente di particolare per la testa e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era ciò che aveva fatto durante l'anno.
"È stato un anno normale, non abbiamo fatto niente di che al locale ed è andato tutto bene." - Parlò con voce più alta, come se avesse qualcuno con cui parlare. - "Abbiamo avuto i nostri brutti momenti, le nostre belle esperienze, dei nuovi ricordi... Ma..."
Stando zitto ancora per un po', mise una mano nella sua tasca dei pantaloni e tirò fuori la fantomatica benda.
La tenne tra le mani e alzò sopra la sua testa, fissandola intensamente e accarezzandola con il pollice.
Non sapeva il motivo per cui il demone indossasse quella benda, nonostante avesse un occhio sano e normale sotto ad essa.
Probabilmente per lui era una questione di stile e nulla di più, oppure significava qualcosa di specifico, non se l'era mai chiesto.
Dopo l'ennesimo sospiro profondo, il castano si mise un braccio sugli occhi e li coprì, rilassando completamente ogni muscolo del suo corpo.
Dopo poco, però, un lieve singhiozzo fuoriuscì dalle sue labbra e da lì continuarono come un fiume, senza fermarsi, dalle guance di Dipper iniziarono a scendere delle calde lacrime che non aspettavano altro di essere liberate.
"M-mi... Mi m-manchi c-così tanto..." Mormorò Dipper tra i singhiozzi, coprendosi gli occhi con le mani.
Continuò così per un tempo che gli sembrò pari a vari secondi, nel silenzio più assoluto, quando una voce fece capolinea tra i suoi gemiti.
"Non riesci proprio a resistermi, eh?"
Dipper rimase con il fiato sospeso per vari secondi e tolse via le mani dagli occhi bagnati dalle lacrime, ritornando a vedere il cielo coperto di foglie e rami.
Non poteva essere lui, non poteva davvero essere il possessore di quella voce ad aver parlato.
Quel tono presuntuoso e seducente, capace di far sciogliere letteralmente qualsiasi essere umano.
Mise i gomiti sul terreno e appoggiò gli avambracci lungo il basto, facendosi leva e alzandosi di poco.
Voleva sapere se stava sognando o meno.
Seduto sulla statua, precisamente sul cilindro, con le gambe una sopra l'altra e con un'eleganza che nessun essere umano avrebbe potuto eguagliare, c'era lui.
Il demone che si era presentato al locale un anno fa, colui che aveva dato inizio a quella situazione, l'essere che lo aveva tormentato durante la sua estate.
Proprio lui, il demone dei sogni, Bill Cipher.
Gli occhi di Dipper, seppur pieni di lacrime ancora sgorganti, erano sgranati e l'emozione che trasparivano erano la sorpresa e lo sgomento.
Bill alzò con malizia un angolo della bocca, formò un sorrisetto ed emise una sensuale risata com'era solito fare.
Lui era lì, con il suo ghigno da uno che ne sapeva più del diavolo, il suo sguardo predatorio, le sue movenze eleganti, i suoi vestiti che lo rendevano ancora più bello e desiderabile.
Inoltre, la sua benda mancava ed era possibile vedere il suo occhio che aveva sempre nascosto.
"... B-Bill?!"
Il castano era scioccato con quella figura davanti ai suoi occhi e non riusciva a capire se stava sognando o meno, dato che avrebbe potuto tranquillamente essere un sogno ad occhi aperti, o un'allucinazione.
"In carne ed ossa, Pinetree." Rispose.
Il demone divise le gambe e posò i piedi sulla statua, chinandosi di poco verso l'avanti.
Senza preavviso, egli si diede una spinta con i piedi e saltò letteralmente addosso all'umano con un salto felino, finendo a cavalcioni addosso a lui, con le mani ai lati della sua testa e le ginocchia ai lati dei suoi fianchi.
Dipper sussultò di poco a quell'azione e finì di nuovo sdraiato sul terreno, con gli occhi incollati a quelli del demone.
Non ci poteva credere, era veramente lui, non era una manifestazione immaginaria della sua mente.
Bill era tornato e non poteva essere più felice di ciò, dato che era ciò che sperava fin dall'inizio.
Fu così felice che ricominciò a lacrimare senza vergogna, facendo addolcire lo sguardo di Bill.
"Aw, piccolo... Mi dispiace di averti abbandonato in quel modo così brusco... Ma giuro che non lo farò più." Affermò il demone con un sorriso, posando una mano guantata sul viso dell'umano e asciugandogli le lacrime.
Il cuore di Dipper perse un battito a quelle parole e le lacrime presero a scendere ancora di più.
Era così felice di rivederlo, dopo tutto ciò che avevano fatto insieme aveva paura di averlo perso per sempre, e invece non era così.
Non gli importava neanche di chiarire precisamente ogni aspetto di quello che era successo, voleva solamente rimanere con lui.
"Lo prometti...? Non mi lascerai più...?" Mormorò con un tono innocente.
"Lo prometto, Dipper." Disse Bill con sincerità.
I due si guardarono negli occhi con intensità e si avvicinarono lentamente, senza mai distruggere quel contatto.
Si amavano da impazzire e la mancanza dell'uno nella vita dell'altro si era fatta sentire parecchio.
Dipper aveva provato a rifarsi una vita dopo che Bill era scomparso, ma non ci era riuscito completamente.
In qualche modo, lui aveva sempre in mente il demone e appena ne aveva l'occasione, spuntava nella sua mente e diventata il soggetto dei suoi pensieri.
D'altro canto, anche Bill, quando non lo aveva più rivisto, e pensava ogni secondo a Dipper a che cosa stava facendo, a che cosa stava pensando, se era felice o triste.
Entrambi erano ossessionati l'uno con l'altro e alla fine si erano ritrovati, era questo che contava veramente per loro.
"Mi sei mancato tanto..." Disse.
"Anche tu mi sei mancato tantissimo..." Rispose con dolcezza.
L'umano mise le mani sulle guance del biondo e attirò le labbra sulle sue, iniziando a baciarlo con tutto il bisogno che aveva in corpo.
Bill rimase con le mani ai lati della testa del castano e ricambiò subito il bacio, utilizzando nel bacio lo stesso bisogno e la stessa passione che Dipper ci stava mettendo.
Durante il bacio, Bill fece completa leva sulle sue ginocchia e sulle sue gambe e passò le sue mani lungo i fianchi dell'umano e quest'ultimo fece lo stesso, accarezzandogli anche la schiena e i capelli.
Dopo vari minuti che sembravano infiniti per loro, si staccarono di poco e si fissarono negli occhi intensamente per vari secondi, contemplando le loro meravigliosi iridi, seppur quelle dell'umano fossero lucide per via delle lacrime.
"Ti amo, Bill..." Sussurrò l'umano con gli occhi lucidi.
"Anche io ti amo, Pinetree..." Rispose il demone con lo stesso tono di voce.
Le loro labbra si unirono di nuovo e tornarono a baciarsi con estrema passione e bisogno.
Durante quell'anno, entrambi avevano sentito troppo la mancanza l'uno dell'altro e avevano bisogno di vedersi, ma avevano paura di ciò che sarebbe successo dopo essersi lasciati in quel modo.
Ma ormai era tutto finito, erano di nuovo insieme ed era quello che contava alla fine.
Il tempo li aveva divisi per troppo e i due avevano bisogno l'uno dell'altro, avevano bisogno di toccarsi, di abbracciarsi, accarezzarsi e amarsi come non avevano mai fatto prima.
Si erano ritrovati dopo tanto tempo, ed entrambi sapevano molto bene non si sarebbero mai più lasciati per nessun motivo.
Eccoci qui, amici! :D
Ebbene sì, questa è la fine della Billdip che tanto amavate, dopotutto bisognava concluderla questa storia in qualche modo, no?
Spero che il finale vi sia piaciuto e grazie ancora tantissimo per tutto il supporto che mi avete dato dall'inizio fino alla fine! OwO
E lo so, la loro relazione è sempre stata tossica, io non sostengo queste cose e alla fine loro non possono stare insieme per miriadi di motivi, but... Alla fine è così :]
In ogni caso fatemi sapere la vostra nei commenti!
Per il momento non penso di avere progetti futuri per altri libri, anche perché ho scuola e sono veramente occupata, inoltre non so neanche se continuerò a scrivere... Nel frattempo potete leggere i miei altri libri! :D
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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