.^Capitolo 9^.
Dipper continuava a toccarsi le labbra con lentezza, come se esse avessero potuto sgretolarsi da un momento all'altro.
Era sorpreso da come nessuno fosse entrato in quel lasso di tempo, fortunatamente.
Essere sorpresi a limonare ardentemente con un demone non è proprio la situazione in cui qualcuno vorrebbe capitare.
Si strofinava con insistenza le dita sulle labbra, cercando inutilmente qualche rimasuglio di saliva da pulire con cura.
Ma no.
Le sue labbra erano perfette, pulite.
Non erano mai state torturare dal suo stesso possessore, se non da Bill, ma quella era un'altra storia.
Sospirò esasperato e si alzò dalla sedia, sistemandosi il colletto camicia.
Sentiva ancora le dita del demone attorno al suo collo, che gli sfioravano la pelle con un'estrema e raffinata dolcezza.
Ma la forza con cui le loro labbra si scontravano era qualcosa che Dipper non aveva mai provato nella sua vita.
Una semplice ma violenta passione lo aveva travolto come fa una tempesta su un villaggio.
E la stessa tempesta era Bill, una carica di passione distruttiva a parer del moro.
Scosse la testa e smise di pensarci, buttando negli appositi cestini i rifiuti che aveva generato dal suo pranzo e uscendo subito dopo dalla porta.
Ma egli andò a sbattere contro qualcuno, non appena uscì dalla sala dedicata allo staff del locale.
Lo sguardo di Dipper, non appena recuperò quell'attimo di attenzione perso, si posò sulla nuca bionda di Pacifica, che lo guardava dal basso con un sorriso.
"Ah, scusa, Dipper... Ti stavo aspettando e tua sorella mi ha detto che eri qui dentro." Si giustificò Pacifica, sistemandosi la borsa dell'Università sulla spalla.
Il suo corpo equilibrato e proporzionato era rivestito da una camicetta lilla con del pizzo bianco presente sull'orlo delle maniche e del colletto, ornato da una fila formata da sei bottoni neri.
Una gonna nera e leggermente ondulata le accarezzava i fianchi e le cosce, fino alle ginocchia, rimanendo in tema e sincronizzandosi con le lunghe calze bianche che le avvolgevano in modo dolce i polpacci, finendo il tutto con dei mocassini neri ed eleganti.
Le guance di Dipper si tinsero leggermente di rosso alla vista di Pacifica in quelle vesti all'apparenza semplici, che però la illuminavano di eleganza.
"Ah, Pacifica... È... È un piacere vederti!" - Disse Dipper, cercando di ricomporsi. - "Io ora però dovrei andare alla cassa... Non ci sono stato per... Non so quanto...?" Concluse.
Nella sua mente balenava ancora il pensiero della pelle di Bill sulla sua e del suo inebriante e dolce profumo.
Vide di nuovo la sensualità nei suoi occhi, mentre si toglieva i guanti superflui con gesti lenti e accattivanti.
Ancora non si spiegava di come aveva potuto cadere in quella piacevole ma, soprattutto, subdola trappola.
Non riuscì a ragionarci troppo a lungo grazie ad un intervento di Pacifica, intenta a risvegliare il gemello di Mabel dalla sua trance schioccando ripetutamente le dita davanti al suo viso.
"... Hey? Terra chiama Dipper? Ci sei?" Chiese Pacifica.
Dipper allora sussultò ed emise un verso imbarazzato che lo fece arrossire, verso che però fece sorridere divertita Pacifica e che la fece ridacchiare.
"Ah, Dipper!"
Il ragazzo si girò verso l'origine della voce, ritrovandosi davanti la sorella che teneva le braccia incrociate sotto al seno, coperto rigorosamente dalla divisa da chef.
"Ho chiesto ad un nostro dipendente di sostituirti, così puoi parlare un po' con Pacifica." - Disse Mabel con un sorriso sulle labbra. - "Poi quando sei libero vai alla cassa."
E così i due giovani adulti si ritrovarono nella sala dello staff a parlare del più e del meno, di vicende accadute e di episodi divertenti.
Ma ovviamente Dipper non poteva parlare di ciò che era successo lì dentro poco prima.
Cercò di scacciare via il pensiero parlando il più possibile con Pacifica, ma sembrava che Bill Cipher avesse fatto un sortilegio alla sua testolina, facendogli rimanere impresso quel momento.
"... Dipper, che succede? Mi sembri turbato..." Chiese Pacifica ad un tratto, osservando l'amico che sussultava imbarazzato.
"Ah, no! Tranquilla, Pacifica... È che non so ancora se entrare all'università o aiutare Mabel al locale..." - Confessò sospirando. - "... Ti sembra una decisione egoista, la mia?" Chiese.
Pacifica scosse la testa e gli rivolse un bellissimo e genuino sorriso.
Ma mai bello come quello di Bill.
Gli prende la mano e la strinse dolcemente, accarezzandola.
"Non penso che sia egoista, Dipper. Ormai sei un adulto e sei consapevole delle tue scelte! Inoltre riusciresti a far carriera ovunque, secondo me... Sai fare di tutto!" Esclamò Pacifica inclinando di poco la nuca bionda verso la destra, sempre con il suo amorevole sorriso.
Dipper arrossì e sorrise a sua volta, facendo un cenno con la testa per annuire alla risposta dell'amica.
Sciolse l'intreccio che si era formato fra le tre mani, le due di Pacifica e l'unica di Dipper, e iniziò a frugare nella sua borsa, tirando fuori dopo qualche minuto un volantino.
"Ah, ora che ci penso... In questa università ci sono dei club, sai? Oggi mi hanno consigliato di dare un'occhiata a questo."
Dipper sporse la testa verso l'avanti e posò gli occhi sul volantino di una tonalità tendente al blu scuro.
Era decorato con delle scritte indecifrabili sugli orli, insieme a delle costellazioni nella parte alta del foglio.
Ma oltre alle costellazioni vi erano anche altri oggetti legati al mistero, all'occulto o addirittura alla scienza, neanche oggetti stilizzati, come si usa di solito fare per i volantini.
In lettere cubitali, proprio in mezzo al foglio, vi era questa scritta.
"Club dell'ignoto: studi sui misteri del mondo e analisi su fenomeni paranormali."
A Dipper si illuminarono gli occhi, osservando più volte quel foglio come se fosse un oggetto di inestimabile valore.
Pacifica allora ridacchiò alla reazione dell'amico, avvicinandogli il volantino come se fosse suo.
"Ho destato la tua curiosità, eh?" - Chiese scherzosamente. - "Sai... Forse ci entrerò, ma non sono sicurissima." Disse.
Dipper allora prese il volantino e lo guardò ancora per qualche minuto, fino a che non lo piegò e non lo mise in tasca, dando qualche patta su di essa.
Uscirono entrambi dalla sala dello staff e si salutarono, perché la pausa di Pacifica era finita.
Dipper agitò la mano a destra e a sinistra per qualche secondo, fino a che non tornò alla cassa per continuare il suo lavoro, senza dimenticarsi del volantino nella sua tasca.
CYAOH!
Scusate se il capitolo è uscito in ritardo, ma non mi sento molto bene ;w;
Allora, che ne pensate cari?
Chissà cos'è questo club... Chi lo sa!
Se volete scoprirlo dovete solo continuare a leggere il libro, miei cari!
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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