.^Capitolo 6^.
L'umano aprì leggermente gli occhi, ancora in uno stato di sonnolenza.
Si mise seduto sul letto e diede un'occhiata all'orologio che segnava le sette e un quarto.
Sospirò pesantemente e uscì dalle coperte, mettendosi in piedi e stiracchiandosi.
Aprì la porta del bagno e si avvicinò allo specchio, posando i palmi delle mani sulla superficie fredda del lavandino.
Il suo aspetto non era uno dei migliori, come lo era tutte le mattine di solito.
Sotto agli occhi vi erano delle sacche color prugna che si sposavano perfettamente con il viso pallido di Dipper.
"Da quando sono così pallido...?" Si chiese sottovoce, passandosi una mano sulla guancia.
I suoi occhi si posarono istintivamente sulla macchia rossa sul suo collo, dove prima vi erano i segni del morso lasciato dal demone.
La sua mente riprese l'immagine del demone che affonda i suoi denti nella carne del suo povero collo, e quella visione gli fece venire i brividi.
Scosse leggermente la testa e aprì il rubinetto dell'acqua, mettendo le mani a conca e inondando il suo viso per svegliarsi completamente.
Appena rialzò il viso verso lo specchio, egli pensava di ritrovarsi il volto del demone da un occhio solo, ma non fu così.
A quel pensiero Dipper sospirò e si passò una mano sulla faccia, uscendo dal bagno con tranquillità.
Si mise addosso i vestiti del giorno prima e si stiracchiò una seconda volta, permettendo alla schiena di sgranchirsi, emettendo come suono l'omonimo "crack".
Non aveva fame, quindi non prese neanche del tempo per fare colazione.
Si avviò verso l'entrata del suo appartamento e si mise un giubbotto di pelle nero, dato che faceva piuttosto freddo quel giorno a New York.
Prese le chiavi e il portafoglio e uscì di casa.
Davanti a casa sua vi era Mabel, la sua adorata sorella, ad aspettarlo per andare al locale con lui, sempre con quel suo sorriso smagliante.
"Buondì, Dipper." Disse.
"Ciao Mabel, dormito bene?" Chiese Dipper, facendo un piccolo sorriso.
"Abbastanza." Rispose.
Dopo qualche minuto si ritrovarono subito per le strade di New York, venendo assaliti da una lieve tempesta di freddo.
Si misero a correre per alleviare il freddo, arrivando subito davanti al locale all'ora di punta.
Dipper prese le chiavi e aprì la gabbia che proteggeva le vetrate e la porta del locale.
Entrò dentro seguito da Mabel e accese le luci, posando la sua roba nella zona riservata allo staff.
I camerieri e i giovani cuochi presto arrivarono e salutarono con gioia i gemelli, facendo le feste a Dipper che il giorno prima non c'era.
Sorrise per l'accoglienza e rispose con semplicità alle domande poste dai suoi colleghi e amici.
In quel momento la porta si aprì, e un cliente varcò la soglia del locale.
"Benvenuto al Pig's Den! Come pos-."
Prima che Dipper concluse la frase, i suoi occhi si posarono su un'iride dorata, un'iride che sembrava appartenesse al diavolo per ciò che trasmetteva.
La sua espressione divenne seria, in contrasto a quella divertita di Bill, sempre munita di un sorriso sornione.
"Buongiorno..." Mormorò Dipper a denti stretti, facendo estendere il sorriso del demone.
"Buongiorno anche a voi, miei cari." - Lo disse con un tono irresistibile. - "Un caffè, grazie." Subito dopo andò a sedersi ad un tavolo, muovendosi con estrema eleganza.
Piano piano il locale cominciò a riempirsi e i camerieri iniziarono a svolgere il loro lavoro, insieme ai cuochi.
Bill era rimasto al tavolo per qualche minuto, sorseggiando il suo caffè e dando qualche occhiata all'addetto alla cassa, ovvero Dipper.
Egli se ne accorse, ma fece finta di niente, cercando di reprimere il disagio che stava provando in quel momento per colpa dello sguardo predatorio di Bill.
"Perché è qui...?" Pensò Dipper, stando attento all'arrivo di nuovi clienti.
Lasciò andare un sospiro, ma dopo di esso il suo corpo si paralizzò.
Non riuscì più ad ascoltare i mormorii della gente, le battutine della sorella provenienti dalla cucina.
Era come se il tempo si fosse fermato attorno a lui.
L'unica cosa che sentiva era il suo respiro, insieme allo sguardo penetrante del demone che aveva paura di incrociare.
Poi ad un tratto, tutto ritornò a scorrere normalmente.
Si sentì toccare la spalla.
Si girò di colpo e vide la sorella con uno sguardo piuttosto preoccupato.
"Dipper... Ti senti bene?" Chiese con lentezza.
"Sì, Mabel, sto bene... Ma-."
Si fermò di colpo.
Aveva una domanda sul cuore, pronta ad uscire.
Ma aveva paura di chiedere, in qualche modo.
Non si era mai sentito così davanti a sua sorella.
Prima che ella poté tornare in cucina, Dipper fece una domanda.
"Ma... Se volessi andare all'università, come la prenderesti?"
Mabel si bloccò sul posto.
Passarono vari minuti, ma non ci fu alcuna risposta da parte della sorella.
Ma alla fine, la ragazza decise di rispondergli.
Si girò verso Dipper e lo fissò dritto negli occhi con un sorriso.
"Se è ciò che vuoi fare, io non posso fermarti."
Dipper annuì e lasciò andare la sorella, riflettendo sulla domanda che le aveva appena posto.
Non aveva mai pensato all'università, fino a questo punto.
Per lui era solo un vago sogno, dato che aveva addirittura rifiutato gli insegnamenti dello zio per poter stare con Mabel.
Ma stavolta era diverso.
Sentiva come se dovesse riflettere alla decisione che aveva preso.
Quando il suo sguardo andò a vagare per le varie teste dei clienti, esso incontrò quell'odioso occhio appartenente al primo cliente.
Il suo sorriso divertito era odioso agli occhi di Dipper, soprattutto quell'occhio palesemente coperto apposta dal ciuffo biondo.
Dipper si avvicinò al tavolo del demone e prese la tazza ormai vuota, continuando a mantenere la linea che si era creata tra le iridi dei due maschi.
"Delizioso come al solito, Pinetree." Disse il demone, leccandosi le labbra con un modo volutamente volgare ma semplice.
Dipper rabbrividì a quel gesto e portò la tazzina in cucina, tornando alla sua postazione di cassiere.
Bill mise i soldi sul bancone e osservò Dipper con un ambiguo interesse, mettendolo estremamente a disagio.
"Mi raccomando con la scelta della facoltà."
Dipper capì subito quelle parole e digrignò i denti, stringendo lievemente i pugni.
Bill uscì dal locale con il suo solito sorriso, godendo mentalmente per il corretto svolgimento del suo piano.
Heyla!
Scusate il ritardo, ma come ben sapete vado al liceo e non ci vanno piano...
Che ne pensate del libro?
Chissà che ha in mente Bill!
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3
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