.^Capitolo 56^.

Tutto ciò che l'umano poteva vedere era il niente, intorno a lui era completamente nero e buio.
Aveva ancora le iridi imprigionate dalle sue palpebre e tutto ciò che riusciva a sentire utilizzando solo il tatto e l'olfatto era... Dell'erba?
Senza ancora riaprire gli occhi, si mise seduto e sentì tra le dita i fili d'erba bagnati, probabilmente da della rugiada.
Sulla sua pelle si scontrò
Era sicuramente in un sogno, ne era certo, ma non riusciva a capire il motivo per cui non poteva vedere niente.
Era steso su un prato e quando iniziò a sentire il tipico cinguettio dei volatili, fu sicuro di essere in un ambiente di campagna con una foresta.
Cercò in tutti i modi di liberare gli occhi dalle palpebre e di poter osservare l'ambiente circostante, alla fine ci riuscì.
Le sue iridi color nocciola riuscirono a visualizzare i contorni di miriadi di alberi attorno a sé.
Come aveva ipotizzato, era un tipico habitat di montagna e il sole filtrava tra le foglie degli alberi.

"... Dove sono?"

Il castano si mise in piedi e iniziò a guardarsi intorno con curiosità, cercando un punto di riferimento per potersi orientare.
Ma tutti gli alberi sembravano uguali e i percorsi che si estendevano in mezzo agli alberi non sembravano avere qualche indicazione.
Però, per quanto Dipper si sentisse perso, quel luogo gli riportò alla mente miriadi e miriadi di memorie che non l'avevano mai abbandonato.
Memorie che aveva archiviato e che aveva tenuto con cura nella sua mente.
Come d'istinto, Dipper iniziò a correre verso una direzione precisa e mentre sfrecciava tra gli alberi e i rami i ricordi continuarono a riaffiorare.
Aveva compreso tutto, aveva capito dove si trovava e che strada doveva percorrere per poter trovare un punto che conosceva.
Continuò a correre senza sosta, fino a che non intravide una piccola radura che dava su uno spazio più grande e vuoto.
Iniziò a rallentare e a riprendere fiato e quando arrivò proprio in mezzo a quella zona, si fermò di colpo.
Si trovava a Gravity Falls e non era una zona casuale.
Quello era il luogo dove giaceva la statua di Bill, proprio dove l'Oscurmageddon era finito.
Solo che non c'era solamente quella statua, in quella radura.
Infatti, proprio davanti a quella statua girato di spalle, intento a contemplarla come un'opera d'arte, vi era lui.
Proprio lui, Bill Cipher.
Dipper era sconvolto a quella vista ed era più che sicuro che fosse un sogno in quel caso, ma la figura del demone sembrava così reale che l'umano provò a chiamarlo.

"... Bill...?"

Quando Dipper pronunciò quel nome, il possessore di esso si girò lentamente verso di lui, tenendo le mani intrecciate dietro alla schiena, le spalle rilassate, un lieve sorriso sulle labbra e la testa molleggiata di poco su un lato.
La sua espressione facciale era neutra e non esprimeva alcuna precisa emozione, ma non era la stessa cosa per gli occhi.
I suoi occhi esprimevano preoccupazione e sgomento, anche erano parecchio velate come emozioni dato che non si sarebbe mai capito.
Era così strano vederlo in quello stato, dato che Dipper lo aveva sempre immaginato con un grande e presuntuoso ghigno sulle labbra, e non una debole piega sul suo volto.

"Hey, Pinetree, è bello rivederti."

Dipper non riuscì a dire niente all'inizio, ma riuscì a sentire qualcosa in compenso.
I suoi occhi iniziarono a pizzicare parecchio e non appena sentì delle piccole presenze umide lungo le guance, sbattè le palpebre e comprese di star piangendo e anche parecchio.

"Bill! Mi... Mi sei mancato... Lo so che non volevi farmi del male, lo so bene..." Disse Dipper con un tono spezzato e la voce poco acuta.

Bill fece qualche passo verso di lui e gli prese il viso tra le mani, asciugando con le sue dita guantate le lacrime salate che scendevano senza pudore.

"Wow, Pinetree... Sei davvero così infatuato di me che addirittura ti metti a p-"

Prima che potesse finire la sentenza, Dipper lo interruppe catapultandosi tra le sue braccia e stringendosi con forza, senza dire una parola.
Il demone non fu sorpreso da quella reazione e ricambiò con altrettanto bisogno, come se il corpo del castano contro il suo fosse la sua unica ragione di vita.
Rimasero fermi così per vari secondi, senza mai staccarsi o dire una parola, coccolati dalla gentile brezza che tirava in quell'ambiente così realistico creato dalla mente dell'umano.
Si staccarono di poco solo dopo vari minuti e non lo fecero interamente, dato che avevano ancora i loro corpi attaccati.

"Bill, ti prego, voglio rivederti... Voglio rimanere con te... Ho perso i contatti con il club dell'ignoto e non li sento più, non saranno un problema!" Esclamò.

Il demone a quelle parole si morse il labbro con nervosismo e distolse lo sguardo con rimorso.
Dipper fu piuttosto confuso da quel suo atteggiamento, ma alla fine ottenne una risposta che non gli piacque affatto.

"... Non posso più stare con te, Pinetree."

L'umano cadde mentalmente.
I suoi occhi erano larghi e impauriti, mentre le sue labbra erano socchiuse per via dello sgomento.

"C-...-c-cosa...?"

Bill appoggiò le mani guantate sulle guance dell'umano e lo guardò dritto negli occhi, con uno sguardo pieno di preoccupazione.
Era così strano vederlo in quello stato, non sembrava neanche piu un demone capace di distruggere l'intero universo, ma un umano.
Un umano che riconosceva le emozioni e la razionalità.

"Io ti amo, Dipper." - Disse il demone con un tono dolce e profondo. - "Ma la mia presenza è tossica per te... Finirei per farti del male o addirittura per ucciderti."

Dipper fu così segnato da quelle parole che non riuscì neanche a protestare o a dirgli che non era vero.
Non riusciva più a parlare per colpa dei singhiozzi che gli invadevano la gola e i suoi occhi producevano lacrime a dismisura.

"N-no... Ti p-prego, non... N-non dire c-così..."

Bill gli accarezzò il viso con un tocco delicato e posò le labbra sulle sue con altrettanta attenzione, baciandolo con sincerità e passione allo stesso tempo.
L'umano ricambiò il bacio con bisogno e avvolse il collo del demone con le sue braccia, stringendosi quasi come un koala.
Non appena si staccarono, Dipper continuò a guardarlo come se chiedesse pietà e Bill gli diede un bacio sulle labbra, stringendolo al suo petto.

"Ti prego... N-non andartene..." Mormorò l'umano con tristezza nella voce, mentre le lacrime scendevano a dismisura.

"Non posso rimanere... Ti amerò sempre, Dipper..." - Rispose il demone con un'espressione serena. - "Spero comunque di rivederti, un giorno..." Disse lasciandogli un bacio sulla fronte.

Proprio quando si staccarono completamente e Bill fece qualche passo indietro, l'ambiente circostanze iniziò a dissolversi in tante piccole particelle luminose.
Le lacrime continuavano a scendere lungo le guance dell'umano, ma dentro al suo petto vi era una sensazione di calma e di quiete e non di disperazione come pensava.
Presto tutto iniziò a dissolversi intorno a loro e tutto ciò che Bill fece fu sorridere.
Sorrise a Dipper nel modo più sereno e più sincero che poteva fare e gli rivolse uno sguardo di assoluta dolcezza.

"Bill! Aspet-"

Non fu in grado di correre verso di lui che già egli scomparve insieme a tutto il resto della foresta e Dipper, rimasto nel nulla più totale, cadde nel vuoto della sua mente e venne catapultato fuori dal mondo dei sogni, tornando nella sua camera da letto.

[...]

Non appena fu fuori dal suo appartamento, Dipper si catapultò verso il grattacielo che ospitava il demone.
Sfrecciava per le strade con passo veloce ma senza correre, come se avesse avuto paura di venire a sapere a cosa andava contro.
Era domenica e il locale non era mai aperto durante i giorni festivi, quindi aveva utilizzato quel momento proprio per andare a vedere come stava il biondo.
Non appena arrivò all'edificio, entrò subito senza esitazione e si avviò velocemente verso l'ascensore.
Quando fu all'interno del mezzo, cliccò il pulsante dell'appartamento del demone e aspettò che le porte si chiusero.
Iniziò a salire con velocità e più il paesaggio si faceva piccolo, più l'ansia dell'umano cresceva a dismisura.
Non poteva essere vero, non poteva averlo lasciato in quel modo così brusco.
I peggio pensieri navigavano per la sua mente e il messaggio che Bill gli aveva comunicato era fin troppo chiaro, eppure non voleva crederci.
Il mezzo segnò il piano di destinazione e le porte si aprirono con una lentezza più snervante del solito, mostrando a Dipper uno scenario estremamente spiacevole.
Quando mise un piede sul pavimento della sala, l'umano iniziò a guardarsi intorno con un'espressione sconvolta e impaurita.
Le luci erano tutte spente e la maggior parte dei mobili erano scomparsi, mentre altri oggetti come il pianoforte e i divani erano stati coperti con un velo per non far prendere loro la polvere.
Anche il balcone era vuoto e privo di mobili, insieme ai muri e agli angoli della casa, una volta pieni di piante e quadri di vario tipo.
L'unica fonte di luce presente nell'appartamento erano i raggi solari che filtravano tra le finestre, facendo vedere a occhio nudo le particelle di polvere che danzavano indisturbate nell'aria.

"Bill? Bill, dove sei?" Disse di colpo l'umano, con terrore nella propria voce.

Il piano era deserto e non vi era l'ombra di nessun essere vivente, c'erano solo mobili vecchi e polvere.
Sembrava che in quell'appartamento non vi era mai stata presenza umana prima d'ora.
Senza pensarci due volte, si catapultò verso le scale e le salì in fretta e furia, saltando i gradini a due e a due e arrivando alla camera da letto del demone.
Quando aprì la porta, lo spettacolo era lo stesso della sala principale: mobili ricoperti di teli bianchi e polvere ovunque.
Fece qualche passo per entrare nella camera e si guardò intorno con sgomento, capendo alla fine che non c'era più nessuno.
Bill non c'era, se n'era andato veramente.
L'aveva lasciato lì, da solo, in quel modo così brusco, senza neanche dargli il tempo di spiegarsi.
Le sue gambe non riuscirono a reggerlo e cadde a terra in ginocchio, non riuscendo a trattenere le lacrime che iniziarono a scorrere solitarie lungo le guance.
Il suo sguardo era rivolso verso il vuoto e l'unica emozione che poteva esserci sul suo volto era dolore e paura.
Iniziò a singhiozzare violentemente e a provare ad asciugarsi le lacrime lungo le sue guance, ma esse continuavano ad uscire e non volevano smettere.

"N-no... NO! N-non può!" iniziò ad urlare in preda al panico.

Si mise le mani tra i capelli e si chinò verso il pavimento, scoppiando a piangere come un bambino di cinque anni con le ginocchio sbucciate.
Dipper pensava di essere patetico in quel momento, con le ginocchia a terra e gli occhi pieni di lacrime.
Ma non poteva farne a meno, non poteva fare a meno di comportarsi in quel modo così infantile.
L'aveva perso davvero, non era riuscito a fermarlo in tempo e non l'avrebbe mai più rivisto.
Ma non appena alzò lo sguardo, i suoi occhi si posarono su un oggetto che prima non aveva notato, per colpa del buio nella stanza.
Allungò lentamente la mano e afferrò tra le dita l'oggetto che si trovata sul pavimento, scoprendo subito dopo che si trattava di una benda nera.
La stessa benda che Bill utilizzava ogni volta quando era nella sua vera forma.
Iniziò a fissarla per qualche secondo e sorrise leggermente, iniziando a sperare che forse Bill non l'aveva lasciato del tutto.
Sapeva bene quanto quella benda fosse importante per il demone e non l'avrebbe mai lasciata così, a terra, a caso.
Era per forza un segno, un qualcosa che Bill aveva voluto lasciare solo per Dipper e a lui importava solo questo.
Strinse a sé la benda e si rialzò da terra, asciugandosi le ultime lacrime e avviandosi lentamente verso le scale.
Quando arrivò davanti all'ascensore, diede un'ultima sguardo all'appartamento con i suoi occhi tristi, ricordando tutti i vari momenti che aveva passato insieme al biondo.
Un piccolo sorriso spuntò sulle sue labbra ed entrò nel mezzo, aspettando di tornare all'entrata dell'edificio.
Alla fine le cose belle dovevano finire in qualche modo, ma sotto sotto l'umano sapeva che c'era ancora qualcosa da fare ed era semplice.
Avrebbe solamente dovuto aspettare il momento giusto, e alla fine si sarebbe ricongiunto con Bill.

Hey hey hey!
Allora gente, come stanno andando gli ultimi giorni di vacanza?
A me abbastanza bene perché ho comprato due parrucche e presto farò un cosplay al Genova Comics :D
Ma vabbè di questo non ne parliamo, parliamo invece del capitolo!
Vi è piaciuto? Spero di sì perché a me fa leggermente cagare ma vabbè, che novità- ;w;
Momento bello strappalacrime prima della fine proprio, che originale e bella persona che sono, già-
Ma vabbè, vi annuncio subito che il prossimo capitolo sarà l'ultimo! Grazie ancora per tutto il supporto che avete dato a questo libro :3
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3

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