.^Capitolo 55^.

Erano le due del mattino a New York e Dipper non riusciva a prendere sonno.
Il suo corpo era completamente accasciato sul materasso e sembrava quello di un morto privo di vita, per via dell'abbandono che mostrava.
Eppure lui era sveglio e sentiva tutto, il suo cervello era attivo e non aveva intenzione di mettersi a dormire.
Dopo ciò che era successo con Bill, Dipper era tornato al suo vecchio appartamento, non lasciando neanche una minuscola traccia della sua presenza.
Il demone non aveva neanche provato a farlo restare dato che, stranamente, aveva capito di aver fatto una grandissima stronzata e quindi non aveva più dato fastidio all'umano.
Era passata una settimana dall'episodio e Dipper era tornato alla sua vecchia vita, insieme a Mabel, Pacifica, il Pig's Den e persino il club dell'ignoto.
Alla fine, loro non avevano fatto niente di male, erano solamente stati manipolati dal demone e non avrebbero mai fatto una cosa del genere di loro spontanea volontà.
Poteva fidarsi di loro, anzi, voleva aggrapparsi a loro per poter avere un motivo per odiare il demone.
Perché alla fine, l'unico motivo per cui lo odiava era il fatto che aveva coinvolto delle persone innocenti per uno scopo egoistico.
L'aveva fatto perché aveva detto di amarlo, di volerlo tenere solo per sé e di non lasciarlo mai andare.
Aveva vissuto tante situazioni pericolose a Gravity Falls insieme alla sorella, aveva avuto a che fare con un sacco di creature diverse.
Inoltre non era neanche adolescente, quindi in qualche modo non era così traumatizzato da un evento simile.
Il problema era il gesto, il fatto di averlo tenuto nascosto e di averlo fatto solo per far sì che lui dipendesse da Bill.
Con un atto del genere avrebbe potuto acquistare la sua fiducia e in parte ci era riuscito, dato che ormai Dipper non riusciva più a staccarsi da lui.
Ma alla fine aveva scoperto la verità sull'accaduto e il suo senso della etica aveva raffigurato il biondo come un bugiardo egoista, facendogli ricordare ciò che aveva fatto tanto tempo fa.
Una parte di lui era disgustato dal biondo e da ciò che aveva compiuto, ma l'altra parte cercava di giustificarlo in tutti i modi possibili.
Non gli aveva dato il tempo di parlare, non l'aveva ascoltato e aveva sempre dato retta al club dell'ignoto.
Era in difficoltà e non riusciva a trovare una soluzione per il suo stato d'animo, dato che alla fine aveva imparato a conoscerlo e ad amarlo, in un certo senso.
Perché sì, in quel breve periodo che aveva passato a casa sua aveva sentito di provare amore verso di lui e di non volerlo più abbandonare.
Ma non c'era più niente da fare, il loro rapporto era stato distrutto da delle semplici parole e non sarebbe stato di certo facile rimediare.
Dipper fissò l'ora sull'orologio e vide che erano le due e mezza del mattino e si sarebbe dovuto svegliare alle sette per aiutare Mabel con il locale, ma non riusciva proprio a dormire.
Anche solamente chiudere gli occhi e pensare a qualcosa, non riusciva a fare neanche quello.

"... Merda..." Mormorò tra sé e sé, continuando a rigirarsi sul letto.

Per lui tutte le posizioni sul letto erano comode e il cuscino era ancora fresco da entrambi i lati.
Non sentiva né caldo né freddo, il buio presente nella stanza gli dava un senso estremo di quiete e lo faceva sentire calmo.
Allora perché non riusciva a dormire?
Perché non poteva semplicemente imprigionare gli occhi con le palpebre?
Era molto semplice la risposta: il demone non glielo permetteva.
Dipper continuava a pensare a Bill in ogni caso, pensava ai suoi capelli, alla sua postura, alle sue mani, ai suoi occhi.
Ormai la figura del demone era inculcata nella mente dell'umano e ogni qual volta provava a scacciare quei pensieri, essi si facevano più intensi.
Gli tornarono in mente i momenti che avevano passato insieme, dal loro primo bacio nella stanza dello staff al loro pranzo fuori, dal bagno in piscina alla festa in maschera.
Ripensò alle volte in cui avevano fatto sesso, dove Dipper aveva potuto ammirare e toccare il meraviglioso corpo del demone e viceversa.
Le risate, le carezze, i baci, i morsi, i gemiti.
Si mise su un fianco e si rannicchiò in mezzo al letto, tirandosi sopra le spalle la coperta.
Non poteva dire di aver dato tutto al demone, dato che era essenzialmente il contrario, però aveva passato tanto tempo con lui e gli mancava.
A Dipper mancava Bill, su questo era certo.
Alla fine, riuscì a chiudere gli occhi e a sistemarsi per bene sul cuscino, senza neanche provare a ribellarsi ai tanti pensieri che avevano come soggetto il biondo.
Semplicemente li lasciò navigare per la sua mente come petali al vento, godendosi il meraviglioso aspetto del demone e trasferendolo nei suoi sogni.

[...]

I

l locale era mezzo pieno e c'era un piacevole brusio provocato dalle voci delle persone che parlavano del più e del meno.
Mabel dava una mano in cucina con i vari dolci che andavano preparati per i clienti e i colleghi andavano in giro per il locale con vassoi pieni di bevande calde e altri pasti che si mangiano a colazione.
Dipper era addetto alla cassa, come al solito e ogni tanto aiutava gli altri camerieri a servire i clienti, dato che nessuno sembrava ancora propenso ad alzarsi dal tavolo per pagare.

"Dipper, va tutto bene?"

L'umano sussultò e si rimise dritto sul bancone.
Era con la testa fra le nuvole e la sorella lo aveva di certo capito dato che gli pareva parecchio pensieroso.

"Sì? Cosa c'è, Mabel?" Chiese a sua volta Dipper, come se non avesse compreso la domanda.

"Ti ho chiesto se va tutto bene, come hai dormito questa notte?" Chiese con un velo di preoccupazione.

Il castano l'aveva tenuta completamente all'oscuro di questa situazione e lei non avrebbe mai potuto pensare che Ethan, il bellissimo ed elegante pianista, fosse in realtà il demone che l'aveva bloccata in una bolla di falsa felicità, solo per tenerla a bada durante l'Oscurmageddon.
Non sapeva se renderla al corrente, aveva paura delle sue parole e di come avrebbe reagito.

"Non riuscivo a trovare una posizione comoda, ma alla fine ho dormito abbastanza bene..." Rispose Dipper con un debole sorriso.

La sorella fece un'espressione dubbiosa a quella risposta e fece per controbattere, ma il suono della porta del locale attirò la loro attenzione.
Con grande sorpresa da parte di Dipper, i fratelli Pines videro entrare nel bar i membri del club dell'ignoto.
Isaac era davanti alla comitiva e non appena vide li vide, agitò la mano e sorrise.

"Isaac! Ragazzi!" Esclamò Mabel con un sorriso radioso.

Dipper rimase in silenzio e non fece alcun movimento per salutare, il contrario di sua sorella che stava agitando la mano come un ossessa.
Il gruppo si avvicinò e tutti sorrisero ai due.

"Mabel, Dipper! È davvero bello rivedervi." Affermò il capo del club.

"Sì! Non ci vediamo da un sacco di tempo!" - Rispose con entusiasmo. - "Non aspettavo la vostra visita, ma il tavolo che usate sempre è libero, potete accomodarvi lì!" Disse.

I membri del club si avviarono verso il tavolo, ma Isaac non lo fece e rimase davanti al bancone del bar.
Il suo sguardo era rivolto verso Dipper e lo osservava con una notevole preoccupazione.
Non appena lo notò, l'umano incrocio gli occhi con i suoi e lo fissò a sua volta.

"... Qualcosa non va, Isaac?"

"Ah... Ecco, Dipper... Volevamo parlarti di una cosa, poi."

"Che cosa?"

"Quando saremo al tavolo ti spiegherò per bene... Se ovviamente puoi."

I suoi occhi azzurri si posarono sulla figura della castana, attendendo una risposta all'affermazione che aveva appena pronunciato.
Mabel, capendo le sue intenzioni, sorrise dolcemente e guardò il fratello.

"Dopo che avranno deciso cosa prendere, potrai sederti con loro per parlare." Disse.

Il castano sussultò e si grattò il retro della nuca.

"Sei... Davvero sicura? Non hai bisogno di aiuto per servire ai tavoli?"

"Ah, nessun problema, Dippy! Ci penso io qui."

Alla fine, il castano finì al tavolo insieme al club dell'ignoto e si sedette accanto ad Isaac.
Gli ordini dei vari membri erano già arrivati e tutti si stavano gustando le loro bevande e pietanze.
Probabilmente Isaac voleva parlare solo con Dipper e non voleva coinvolgere gli altri, così non li aveva informati.

"Dunque, Isaac... Di cosa volevi parlare?" Iniziò Dipper, guardando il diretto interessato.

Il corvino posò la tazza di caffè che stava sorseggiando sul piattino e lo guardò con la stessa aria preoccupata di prima.

"Dipper, dopo... L'incidente... Cos'è successo?" - Chiese. - "Intendo... Con il demone..." Mormorò.

Rimase parecchio sorpreso da quella domanda e all'inizio fu tentato di non rispondere.
Alla fine, però, prese un respiro profondo e si passò una mano sul collo, distogliendo di poco lo sguardo.

"... Non lo vedo da una settimana e non ha cercato di contattarmi in nessun modo..." - Rispose Dipper, senza un'emozione precisa. - "Sembra... Scomparso." Sussurrò.

Il corvino tirò un sospiro di sollievo e gli sorrise, dandogli una leggera pacca sulla spalla.

"Non sei felice? Smetterà di tormentarti adesso!" Esclamò.

Dipper rimase in silenzio con uno sguardo assente e deglutì di poco per via di quella domanda.
Aveva ragione alla fine, doveva esserne felice.
Non avrebbe più dovuto vederlo per il resto dei suoi giorni, se non si fosse presentato al più presto.
Non avrebbe più potuto baciarlo, ascoltare la sua voce, godersi le sue carezze, sentire la sua risata.

"Inoltre... Conosco un modo per poterlo annientare, Dipp-"

"Basta così."

Si alzò di scatto dal tavolo e attirò l'attenzione dei presenti, che lo guardavano con aria confusa.
Anche Isaac era parecchio sorpreso da quel gesto così imprevedibile, voleva solamente aiutarlo in qualche modo.

"... Dipper, io-"

"No, Isaac... Stai tranquillo, sto bene così." Gli disse Dipper con un sorriso.

Si allontanò velocemente dal tavolo e raggiunse la stanza dello Staff, superando anche il bancone dove Mabel stava servendo i vari clienti.
Si mise su una sedia e sospirò pesantemente, mettendosi le mani nei capelli.
Era stanco di sentir parlare di Bill.
Già non riusciva più a toglierselo dalla testa, non poteva neanche provare ad eliminarlo, anche perché non l'avrebbe mai fatto.
O almeno, in quel caso non lo avrebbe mai fatto.
Sentì la porta della stanza aprirsi, ma rimase sempre nella stessa posizione senza girarsi.

"Fratellino, qualcosa non va?"

Era ovvio che fosse Mabel alla porta.
L'aveva visto schizzare via come un fulmine e si era preoccupata.
Girò lo sguardo verso di lei e incontrò i suoi occhi preoccupati.
Doveva dirglielo, doveva metterla al corrente in qualche modo.
Sarebbe stato rischioso, ma non voleva che sua sorella si preoccupasse costantemente per lui.

"Mabel... Quando torneremo a casa, vorrei parlarti di una cosa piuttosto seria." Disse l'umano.

[...]

"... Cosa?"

Erano le dieci di sera e i due gemelli erano nell'appartamento di Dipper, precisamente erano seduti sul divano nel salotto.
Dipper aveva appena spiegato tutto ciò che era successo dal primo giorno in cui il demone si era manifestato.
La sua espressione era un misto tra confusione e sgomento e non riusciva a dire una parola.
Dipper iniziò a dubitare di aver fatto una cazzata, ma cercò ancora di dirle che andava tutto bene.

"Quindi... Fammi capire... Sei stato in contatto con il vero Bill Cipher, il demone che ha cercato di ucciderci, nella sua vera forma che sarebbe quella di un umano strafigo, ci hai passato del tempo insieme, ci sei andato a letto, hai scoperto che è stato lui ad aver appiccato l'incendio alla fabbrica abbandonata e adesso non lo vedi da una settimana dopo che ha cercato di strangolarti per via di una crisi di rabbia?" Affermò per vedere se aveva capito, sempre con un'aria più stupita.

Dipper si mise le mani nei capelli e abbassò la testa con fare disperato.
Non avrebbe dovuto dirglielo, adesso Mabel lo avrebbe considerato un pazzo, una sua marionetta, qualcuno di cui aver paura.
Ma i pensieri negativi di Dipper vennero scacciati da una dolce carezza sulla sua testa, proveniente dalla mano di Mabel.
Alzò di colpo la testa e sussultò non appena vide un sorriso sul volto della sorella.

"Hey, Dipper stai tranquillo... So cosa stai pensando." - Disse. - "Non cambierò mai idea su di te, fratellino... Da come mi hai spiegato, hai davvero avuto modo di imparare a conoscerlo e... Beh, ad amarlo." Continuò.

Si tolse lentamente le mani dai capelli e continuò a guardarla con gli occhi luminosi.

"Non sono d'accordo sul fatto che sette anni fa ha provato ad ucciderci, sia chiaro! Sto ancora digerendo la questione..." - Chiarì. - "Ma alla fine è passato tanto tempo... E se tu dici davvero che non ha cercato di farti del male di sua volontà, allora ti credo, Dipper... Sappi che io sarò sempre dalla tua parte." Concluse con un sorriso.

Il castano la strinse a sé di scatto e la abbracciò con dolcezza, mormorando più volte parole di gratitude e di sollievo.
La sorella ricambiò l'abbraccio senza farselo ripetere due volte e gli accarezzò la schiena con fare amorevole.

"Beh... Devi essere davvero speciale se sei riuscito a cambiare quel demone." Commentò ridacchiando.

Si staccarono di poco e si sorrisero a vicenda, ridacchiando di poco per ciò che la castana aveva detto.

"Sono contenta che tu mi abbia detto queste cose... Sappi che ci sarò sempre per te."

"Non sai quanto io sia grato di averti come sorella..." Affermò Dipper in un momento di dolcezza.

La ragazza gli strofinò un pugno sulla testa e ridacchiò, alzandosi subito dopo dal divano.

"Io ora vado a dormire, sono stanca... Se hai bisogno di qualcosa fammi sapere."

Si avviò verso la porta e, prima di uscire, Mabel rivolse un dolce e radioso sorriso al fratello, facendolo sorridere a sua volta.
Non appena fu solo, Dipper si alzò dal divano e stiracchiò, avviandosi verso la sua camera da letto.
Quando si sistemò sul materasso, non ci mise neanche due secondi che già era nel mondo dei sogni.
La conversazione che aveva avuto con la sorella lo aveva liberato da un enorme peso che aveva sulle spalle e questo l'aveva rasserenato.
Era contento di riuscire a dormire bene per almeno una notte.
O almeno, così pensava.

Beh, salve! :D
Scusate il ritardo ma ero in vacanza e dovevo anche fare dei compiti ;w;
Allura, è un capitolo un po' di passaggio ma alla fine bisogna chiarire un po' di cose
Chiarite col culo, sia chiaro, ma bisognava chiarirle
Poi vabbè, Mabel che prende la questione molto tranquillamente-
Dunque... Che ne pensate del capitolo? Spero che vi piaccia in ogni caso!
Volevo solo dirvi che ci stiamo avvicinando alla fine, amici miei
Mancano ancora due capitoli probabilmente e avrò finito il libro
Ma non ne parliamo ora, intanto godetevi il capitolo se vi piace ^^
Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto e noi ci vediamo alla prossima! Cya a tutti :3

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